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Autore: Lady_Firiel    26/12/2009    5 recensioni
Quella notte, Winry non andò a dormire.
Aveva fatto ad Al una promessa, e l’avrebbe mantenuta.
Così si accomodò al tavolo, prese quella stoffa e quell’imbottitura che conservava da anni, e, con ago e filo, iniziò a cucire.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leave here your Teddy Bear
Leave here your Teddy bear


Il piccolo Alphonse Elric, aveva un bell’orsacchiotto di peluche.
Era bello, i grandi occhi marroni, come la morbida e lucente peluria. Era il suo preferito, glielo aveva regalato sua madre quando aveva solo un anno. Non lo lasciava mai, ci era affezionatissimo.
Non permetteva neppure ad Edward di toccarlo, né di guardarlo soltanto.
E pensare che dividevano praticamente tutto, da bravi fratelli.
L’orsacchiotto in questione si chiamava Teddy. Un nome come tanti, non molto originale, ma, d'altronde, non era così importante.
All’inizio, Edward ne era geloso.
Esatto, era geloso delle attenzioni che il fratellino riservava all’orsetto, ignorando lui. Ma poi, crescendo, se ne fece una ragione, anche perché compreso che il piccolo Al voleva molto bene anche a lui.
Certo, perché lo capisse, c’era voluta una buona dose di pazienza da parte di Trisha.

Ogni notte, Alphonse dormiva con Teddy.
E ogni mattina, al risveglio, lo trascinava in cucina, lo poggiava sul tavolo accanto al suo posto, dopo essersi arrampicato sulla sedia, e mangiava senza sporcarlo.
Poi si lavava accuratamente in bagno, mentre l’orsetto aspettava pazientemente sul davanzale, osservandolo benevolo.
E dopo essersi vestito, Al prendeva il suo amico e gli lisciava il pelo, poi, nelle belle giornate, usciva con Ed per le campagne di Resembool, senza mai lasciare il peluche.
Di tanto in tanto, il suo fratellone lo guardava e sbuffava, ma Al faceva finta di nulla, continuando a sorridere.
Per lui, Teddy era importantissimo.
E lo sarebbe rimasto sempre.

Edward e Alphonse avevano preso una decisione: ora che il maggiore era Alchimista di Stato, sarebbero partiti alla ricerca di un modo per riottenere i loro corpi.
Per evitare ripensamenti, avevano bruciato la loro casa di Resembool. E mentre le fiamme si spandevano tra le mura, un pensiero sfiorò la mente dell’armatura.
« Teddy! »
Il suo fidato orsetto era rimasto all’interno! Così avrebbe preso fuoco, doveva salvarlo!
Si diresse verso le fiamme, per salvarlo, ma le mani di suo fratello lo trattennero.
« Al, che cosa diavolo fai?!?! Vuoi andare a fuoco anche tu con la casa?!?! »
« Ma Nii-san… Teddy… » la voce incrinata.
Ed scosse la testa, con aria severa.
« Lascia qui il tuo orsetto… »
L’armatura lo fissò, le luci rosse collocate al posto degli occhi tremolavano.
Se quel corpo ne fosse stato in grado, sarebbe scoppiato a piangere.
Winry si avvicinò piano a lui, sfiorandogli un braccio metallico.
« Alphonse? »
L’armatura alzò l’elmo per scrutarla.
« Sì? »
« Ti prometto che appena recupererai il tuo corpo, te ne cucirò io stessa uno nuovo, va bene? » e sorrise, incoraggiante, come se avesse a che fare con un bimbo. Alphonse si rianimò e annuì energicamente, mentre anche la ragazzina smetteva di piangere per la decisione degli amici.
Ora, avevano un motivo per tornare, prima o poi…

Cinque anni dopo…

Winry era china su un nuovo modello di auto-mail.
La giornata volgeva al tramonto, Pinako fumava placidamente sulla sedia a dondolo della veranda.
A un tratto, sentì abbaiare Den e si affacciò alla finestra.
Due figure con i capelli chiari, alte più o meno uguali, camminavano verso casa Rockbell.
Gli occhi azzurri di lei si illuminarono di gioia, e corse fuori dalla porta, poi lungo il viale verso i viandanti.
Si slanciò sulla più alta, seppur di poco, stritolandola ed atterrandola.
« ED! » lo abbracciò.
« Win..ry… » disse Ed, con voce strozzata.
Non portava più gli auto-mail, e accanto a lui c’era un ragazzo di circa sedici anni, i capelli castano chiaro e occhi color cioccolato, un grande sorriso in volto.
« Ed, oh, Ed, siete tornati! »
La ragazza, continuando a stringerlo, scoppiò a piangere e Acciaio sorrise, carezzandole i capelli.
« Te l’avevo promesso che la prossima volta in cui ti avrei fatto piangere sarebbe stato per la gioia… »
Winry si alzò in piedi, asciugando le lacrime, mentre Ed si tirava su a sua volta, spazzandosi i vestiti. Poi, la ragazza guardò Alphonse e abbracciò anche lui.
« Alphonse! Che bello, finalmente hai di nuovo il tuo corpo! Ti ricordi la mia promessa? »
Al sorrise.
« Certo Win… Che bello rivederti… Finalmente posso abbracciarti come si deve! »
Winry li trascinò fino alla veranda dove Al abbracciò la zia Pinako, che sorrise appena, continuando a fumare. Poi squadrò Ed, arcuando un sopracciglio.
« Tuo fratello ha recuperato il suo corpo, ma tu sei sempre nano uguale, eh? »
« CHI SAREBBE IL NANO SUPER MICRCOSCOPICO INVISIBILE ALL’OCCHIO UMANO?!?! »
Al e Winry risero: quanto erano, alla tranquilla quiete di Resembool, le sfuriate dell’Alchimista d’Acciaio.

La cena venne consumata in un’atmosfera tranquilla ma animata, dagli schiamazzi di Ed e Pinako, dalle risate di Al e Winry, e, ogni tanto, anche dai latrati di Den.
Quella notte, Winry non andò a dormire.
Aveva fatto ad Al una promessa, e l’avrebbe mantenuta.
Così si accomodò al tavolo, prese quella stoffa e quell’imbottitura che conservava da anni, e, con ago e filo, iniziò a cucire.

Impiegò una settimana intera, cucendo solo la notte, però era soddisfatta: l’orsetto era marrone, con gli occhi vitrei d’un bel celeste. Le zampe erano ricamate d’azzurro nella zona interna e aveva applicato anche un bel papillon nero sotto la testa. Sul petto, con filo dorato, aveva ricamato il nome di Alphonse.
Poi li aveva incartato per bene, infilato in un cestino insieme alla torta di mele, e aveva trascinato i fratelli Elric a su per le colline, per un picnic.
E mentre i dure ragazzi si strafogavano di torta, e Al le faceva un sacco di complimenti, soddisfatto come non mai, lei gli porse il pacchetto.
Al lo fissò, un po’ perplesso; lei sorrise, inclinando la testa di lato e chiudendo gli occhi. Poi li riaprì.
« Coraggio, Al… Aprilo, è per te, l’ho fatto tutto con le mie mani… »
E il ragazzo, titubante, prese il pacco e lo scartò: il suo viso s’illuminò non appena vide il contenuto e abbracciò stretta l’amica, che aveva mantenuto tutte le sue promesse. Fissò l’orsetto negli occhi e gli sembrò che quello ricambiasse.
E, chissà come e perché, gli parve persino che fosse lo stesso sorriso del suo Teddy, solo in un altro corpo.
Ma del resto, perché no? Non era forse possibile che un’anima si slegasse da un corpo per venire legata ad un altro?
Sorrise, con raggiante affetto: forse, a modo suo, con quell’ago che aveva tracciato la linea della bocca, anche Winry aveva compito una trasmutazione e l’anima bruciata del suo Teddy era tornata, più bella che mai.
Strinse forte l’orsetto, proprio contro il cuore.
Perché l’aveva abbandonato una volta. E non l’avrebbe fatto mai più.



Konnichiwa, gente!
Non so che penserete di questa cosa, però... Non lo so, l'altro giorno avevo in mano il mio orsetto di quando facevo le elementari, gli ho crezzato un po' il pelo... Et voilà, ieri sera mi è venuto in mente il titolo, poi la fic intera... Ci vedevo bene il piccolo Al con un orsetto che bruciava, ma che poi, in qualche modo, ritornava. E Winry è servita al suo scopo... ^^
Non saprei che dire, mi piaceva quest'idea, così ho buttao giù questa storiella... Che ne dite? Vi piace?
Spero di sì. E spero che non sia un plagio, nel caso avvertitemi. ^^
Ci terrei ai vostri commenti, anche negativi.
Grazie a tutti. ^^

Lady_Firiel
   
 
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