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Autore: Stray cat Eyes     26/12/2009    1 recensioni
[Sud Italia/Nord Italia]
Troneggiano sul tavolo, insieme al pattume che fa capolino dal secchio della spazzatura, in un angolo della cucina.
Beh, Natale è Natale.
E questo è Santo Stefano, a casa dell’ospite.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Italiani risvegli'
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Oggi mi sento un po’ stordita. Avevo un mucchio di cose da fare e non le ho fatte; alcune erano anche importanti, ma sfortunatamente sono stata tormentata per tutto il giorno da una incredibile sonnolenza. E lo sapete perché? Perché questa l’ho scritta a tarda sera, ieri, sulla mia agenda di fiducia, ispirata da mio fratello che russava all’ennesima potenza. Un’adorabile melodia. XD
Capirete che questa è una fanfiction un tantinello “sciroccata”, diciamo, per cui non aspettatevi granché. Anzi, non aspettatevi nulla XD







[E pile di piatti sporchi]





Pile di piatti sporchi troneggiano sul tavolo, insieme al pattume che fa capolino dal secchio della spazzatura, in un angolo della cucina. Riposano lì, placidi, resti di dolciumi e dessert vari, fondi di vino, miscugli di briciole e gusci di noci, nocciole, arachidi, pistacchi e bucce di mandarini, e, in qualche posticino sperduto della tovaglia, certo si sono appiccicati dei deliziosi pasticci di fichi secchi, canditi meticolosamente estratti da un panettone a caso e involucri di cioccolatini regalati per l’occasione.
Sì, nell’aria ci sono ancora recessi di spumante e spaghetti alle vongole, ma più di quello, Feliciano percepisce ancora, e non sa nemmeno se con le narici o nelle orecchie, il fracasso di una trentina almeno di invitati che fanno baldoria.

Beh, Natale è Natale.
E questo è Santo Stefano, a casa dell’ospite: le due Italie, ovviamente - ah, per essere specifici, nella zona più a Sud della villa.

Feliciano sospira, gaio e tranquillo, la faccia premuta contro il cuscino e il corpo di suo fratello a fargli da lenzuola - un braccio piazzato a casaccio sulla sua testa, l’altro infilato sotto il suo stesso guanciale (la mano, magari per caso o magari no, si è morbidamente stretta alla sua), un ginocchio piantato nella sua schiena e il gemello... boh, da qualche parte nel lontano altro-lato-del-letto.

I festeggiamenti si sono protratti fino a tarda notte - lui ricorda ancora un trenino di pazzoidi in giro per casa, allegri, ubriachi e felicemente sovraeccitati, qualcuno in mutande e qualcun altro con il suo grembiule avvolto in testa a mo’ di turbante.
E non era neanche Capodanno.

È stata una gran bella serata, però, e lui è ben felice di ammetterlo. Un Natale davvero memorabile.
Soprattutto perché, nonostante abbiano tutti bevuto - chi più, chi meno -, nessuno si è fatto male.
Ok, a un certo punto lo spirito natalizio ha dato un po’ alla testa e Vash ha tirato fuori due o tre mitragliette, mentre Francis, con più alcool che sangue nelle vene, si è profuso in avances un po’ troppo oscene nei confronti del pulcino di Prussia, ma per fortuna la cosa si è risolta con una manata sulle spalle (o forse un bel po’ più in basso) e l’ennesimo bicchiere di vino.
Vash ha sparato lo stesso, sì, ma - a Dio piacendo - Roderich si era ricordato di caricargli le armi a salve, prima di uscire di casa, perciò Lovino non ha avuto da lamentarsi di nessun buco nel soffitto - anche se, verso la mezzanotte, era diventato davvero isterico.

Sarà che non è abituato ad avere così tanta gente in casa - di solito, nei secoli precedenti, erano stati gli altri a portarlo via - ma non è parso divertirsi poi tanto.
Più volte si è spazientito, più volte ha quasi tirato giù qualche santo per la “cattiva condotta” degli ospiti - lui, insospettabile maniaco dell’ordine.
Il trenino improvvisato, poi, l’ha fatto disperare. Ma al di là di Francis che guidava tutti, praticamente nudo (salvo che per un foulard non meglio specificato legato in vita); al di là di Antonio che, con la scusa di appoggiarsi a lui, gli palpava il sedere; al di là di Ivan che si trascinava dietro Yao e il gruppo del Baltico, tutti legati con la sua chilometrica sciarpa; al di là anche di Arthur, che, più ubriaco di tutti gli altri messi insieme, ballava come un forsennato, dopo aver tagliato in due un paio di mutande tricolori (chissà di chi), e averne fatto delle alucce poi fissate sulle spalle; al di là di tutto questo (e parecchio altro), insomma, quel che più gli ha bruciato è stato probabilmente il non poter trascorrere il Natale solo con lui, chiusi nell’intimità della loro piccola famiglia.

Romano si è offeso, in certo senso. Abituato ormai a trascorrere certe festività solo in compagnia di suo fratello, si è sentito quasi trascurato, come un bambino piccolo.
Ed è stato per questo che, congedati tutti fra amici e lontani parenti, Feliciano ha deciso di dedicarsi soltanto a lui, malgrado il sonno e la stanchezza. Ora se ne vedono gli effetti - e che mal di schiena - ma, tutto sommato, non c’è nient’altro di cui lamentarsi: il peso di Lovino è sempre stato dolce, e sopportare non gli pare un termine appropriato per definire la questione. Senza contare che, con questo tepore e questa penombra, svegliarsi con lui accanto - addosso, in effetti - è la cosa più naturale e più... soffice del mondo.

“Rosso... ’erde... agri’oglio...”

Così come sentirlo biascicare una canzoncina nel sonno, attaccato alla sua spalla, e avvertire un leggero solletico sulla pelle.

E allora sì che è stato un Natale memorabile.
Anche se, una volta in piedi, ci sarà parecchio da sgobbare per rimettere tutto in ordine.








*


Beh, che dire... grazie per la lettura! *-*
Buone vacanze a tutti, e auguri posticipati! ^^


  
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