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Autore: Shainareth    27/12/2009    4 recensioni
[Gundam SEED Destiny] C’era chi lo considerava una leggenda, chi un raccomandato, chi un personaggio scomodo, chi, ancora, un traditore. Quando sentiva parlare gli altri in quel modo, Meyrin Hawke non li sopportava.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Meyrin Hawke
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Quando ho annunciato alle mie amiche che avevo scritto una shot su Meyrin, mi sono sentita rispondere così:
Hanako_chan: W-what?! XD Okay che è Natale e siamo tutti più buoni, ma... Dio, sei adorabile, my darling! XD Non vedo l'ora di leggerla!
Atlantislux: Scusa?!? Va bene, avevi mangiato troppo e stavi male, vero? Di' la verità! XD
Ora, siccome si sa che per me Meyrin ha un piede nella fossa nonostante io non la odi (detto in soldoni: dipende dall'andazzo del movie), e siccome si sa anche che detesto, aborro e schifo il bashing anche più dell'OOC, vorrei chiedervi la cortesia di bacchettarmi nel qual caso avessi commesso qualche delitto del genere nella shot che segue.
Grazie della cortese attenzione, e perdonate il mio essere così schifosamente di parte. XD







Maturare




Il suo turno sarebbe cominciato alle sei del mattino. Odiava alzarsi così presto, perché le poche ore di sonno le avrebbero senz’altro rovinato la pelle. E lei sapeva che bisognava prendersene cura fin da giovanissime per non ritrovarsi piena di rughe prima dei trent’anni.

   Si trascinò pigramente fuori dal letto, invidiando invece sua sorella che, biascicando un’imprecazione poco comprensibile contro la sua sveglia, era libera di girarsi dall’altra parte e riaddormentarsi. Aveva sempre avuto dei piccoli complessi nei confronti di Lunamaria. Anzitutto perché era più grande ed appariva già donna. Lei era nata solo un anno dopo, eppure sembrava così infantile, al confronto!

   Questo pensiero la mise ulteriormente di cattivo umore, mentre chiudeva la porta del bagno alle sue spalle. Si avvicinò al lavandino e, come tutte le mattine, la prima cosa che fece fu quella di guardarsi allo specchio, controllando meticolosamente che, nottetempo, non le fosse spuntato un brufolo da qualche parte. Quindi, ritenendo di essere abbastanza carina, si lavò il viso e i denti, e quando prese la spazzola in mano, si soffermò a riflettere su come, in effetti, i codini in cui si ostinava a raccogliere i lunghi capelli rossi contribuissero a farla sembrare più giovane di quel che era in realtà. Eh, ma erano troppo graziosi per rinunciarvi, accidenti!

   Esibendo un broncio che faceva pendant con la sua acconciatura, si rese conto che, forse, agli occhi degli altri sua sorella doveva apparire più matura perché, fondamentalmente, lo era per davvero.

   Uscita dal bagno, cercò l’uniforme e si vestì in silenzio nella penombra della stanza, lasciando come luce guida quella del soffitto della toilette. Abbottonò la giacca della divisa ed i suoi occhi chiari si posarono sulla sagoma dell’altra ragazza. Si mise come in ascolto ed una volta di più si rese conto che il suo respiro quieto e regolare le dava conforto: Lunamaria c’era sempre stata, era il suo punto fermo.

   Prese uno di quei post-it rosa a forma di coniglietto dal cassetto della sua scrivania, e scrisse un breve messaggio di buongiorno, usando dei piccoli cuori al posto dei puntini sulle i. Quindi, attaccò il biglietto sullo specchio del bagno e, già che c’era, prima di lasciare la stanza diede un altro sguardo alla propria immagine riflessa, sistemando meglio l’angolazione del berretto che aveva appena messo sul capo.

  Fuori da lì i neon illuminavano a giorno il corridoio. Non c’era mota gente in giro, eppure, nonostante il sonno, neanche le passò per la mente di esimersi dall’inalberare il solito portamento solenne che si addiceva ad un soldato. Fece dei grossi respiri non appena uscì all’aria aperta, e mentre viaggiava a bordo della jeep che dalla caserma stava scortando lei ed altri due ragazzi fino agli uffici dove avrebbero dovuto prendere servizio, scoprì con preoccupazione che la calzamaglia che aveva impigliato nella portiera dell’auto salendovi a bordo presentavano ora un’impercettibile smagliatura. Sperò con tutta se stessa che nessuno se ne accorgesse, così che le fosse concesso di raggiungere rapidamente lo spogliatoio dove, nel suo armadietto, ne aveva ben due paia di riserva.

  Osservando ansiosamente il buchino ed ascoltando con fare distratto la conversazione dei suoi colleghi, d’un tratto un brivido la scosse, e lei si fece tutta orecchi: stavano parlando di lui. In passato aveva udito di tutto al riguardo. C’era chi lo considerava una leggenda, chi un raccomandato, chi un personaggio scomodo, chi, ancora, un traditore. Quando sentiva parlare gli altri in quel modo, Meyrin Hawke non li sopportava. Per lei Athrun Zala era un eroe, e non ci sarebbe mai stato modo di farle cambiare idea. Mai.

   Non era nella sua indole intromettersi nei discorsi altrui o prendere iniziative che la mettessero al centro dell’attenzione, ma a volte non poteva fare a meno di difendere quel giovane che, con invidiabile coraggio, le aveva insegnato cos’erano la giustizia ed il senso di responsabilità. Lo aveva sempre ammirato per questo – oltre che per meri motivi estetici che ormai, dopo una conoscenza più approfondita, erano passati in secondo piano.

   Quella mattina, perciò, mentre il cielo si schiariva, decise di intervenire con garbo nella conversazione dei suoi colleghi, spiegando loro che Athrun Zala agiva soltanto secondo coscienza e che pertanto non era giusto pensare di lui come ad un esule o ad un traditore.

   «Nessuno sta dicendo questo», le rispose uno dei due con un sorriso. «Ci stavamo solo chiedendo per quale ragione, ora che a guidarci c’è la sua fidanzata, Athrun Zala non sia tornato con noi.»

   «Lacus-san non è più la sua fidanzata», fu la prima cosa che, con una certa stizza, Meyrin tenne a precisare. Due occhi divertiti la guardarono attraverso lo specchietto retrovisore, e Vino Dupre, in quel momento alla guida del mezzo, dovette trattenere una risata. «Athrun-san è rimasto a Orb anche per un’altra ragione», si affrettò ad aggiungere la ragazza, messa in imbarazzo dall’espressione che scorse in volto all’amico quando i loro sguardi si incrociarono grazie alla superficie riflettente. Sapeva di piacergli, o per lo meno era consapevole del fatto che lui le era molto affezionato; temeva perciò di poterlo forse infastidire se, esternando così ad alta voce l’adorazione che lei aveva per il loro ex-Comandante, Vino potesse fraintendere.

   «Quale sarebbe?», le domandarono gli altri due soldati presenti, attendendo che lei continuasse il discorso.

   Meyrin passò più volte il palmo di una mano sulla gonna verde al fine di eliminare una brutta piega e, cercando di calmarsi, volse infine la fronte al sole nascente con serena rassegnazione. «A Orb», riprese in tono quasi malinconico, «Athrun-san ha anche un altro sogno. E lui ci crede fermamente», concluse, senza rendersi conto di stare affrontando la vita in modo molto più adulto di quanto ella stessa potesse immaginare.













Me la sarò cavata? Lo spero.
Quanto alla faccenda di Vino, temo purtroppo che la mia sia pura invenzione (quella di lui che ha un interesse per Meyrin), però li shippo comunque insieme, abbiate pazienza. Trovo Youlan molto più carino e più sveglio, ma Vino l'ho sempre preferito perché meno maligno e più dolce (è l'unico a piangere per la presunta morte di Meyrin), per cui forse sarebbe più adatto ad una ragazza come lei.
Quanto alla protagonista di questa shot, invece, mi sono resa conto di quanto lei e Lacus si assomiglino (parlo della Lacus che abbiamo conosciuto all'inizio di SEED, dove era molto più infantile... insomma, prima che avesse quell'inspiegabile metamorfosi in Mary Sue), per cui ritengo improbabile che Meyrin possa davvero stuzzicare l'interesse di Athrun (che è sempre rimasto piuttosto indifferente alla fidanzata scelta da suo padre).
Ehm... perdonatemi, riflessioni da fangirl. ^^;
Ringrazio coloro che leggono e recensiscono, e auguro ancora buone feste a tutti. :)
Shainareth





  
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