Anime & Manga > Ranma
Ricorda la storia  |      
Autore: Meli_mao    28/12/2009    2 recensioni
Scritta per il contest ".:Da Una Canzone:. (Multifandom Contest)"
"Lui che si affaccia alla mia finestra nella sua versione femminile. Lui che con eleganza fin troppo “da donna” afferra una teiera con dell’acqua calda e torna il Ranma maschio di sempre. Lui che incrocia le gambe e si siede nel mezzo della mia stanza senza ascoltare le numerose imprecazioni che gli sto gridando. Lui che con un tono neutrale, calmo, deciso e così “non suo” mi dice quella semplice frase..."
Fatta la revisione e aggiunto il giudizio rilasciato gentilmente da NekoRika!
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Kasumi Tendo, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Vedo un bambino giocare con una vecchia palla. È un bel bambino, abbastanza alto per la sua età, magro, ha lunghi capelli neri lucenti.
Eppure c’è un particolare che lo fa sembrare così triste ai miei occhi. Ecco: esattamente quel codino che gli ricade sulle spalle rende la mia visione infelice.
Volto il viso velocemente nella direzione opposta, non volendo assolutamente dover rivolgere un ulteriore sguardo a quel bambinetto tanto familiare.
Eppure diventa come una droga quell’immagine.
E lo rivedo…

Lui che si affaccia alla mia finestra nella sua versione femminile.
Lui che con eleganza fin troppo “da donna” afferra una teiera con dell’acqua calda e torna il Ranma maschio di sempre.
Lui che incrocia le gambe e si siede nel mezzo della mia stanza senza ascoltare le numerose imprecazioni che gli sto gridando.
Lui che con un tono neutrale, calmo, deciso e così “non suo” mi dice quelle semplice frase:
“Ho bisogno di tempo per riflettere…mio padre e il tuo ci assillano così tanto con il matrimonio che se dobbiamo prendere questa decisione voglio essere sicuro di non aver rimpianti!”
Fa una pausa. Forse si aspetta che io gli dia una risposta o che semplicemente gli chieda cosa sta dicendo. Prende fiato. Un gran boccata, più di quelle normali, e poi con fretta ricomincia a parlare:
“Parto quindi…ho pensato che sia il momento giusto per continuare l’allenamento e pensare realmente solo  a me stesso per un po’!” calcando su quel solo.
Poi si ferma, ora non intenzionato ad aggiungere altro e finalmente si decide a guardarmi. I suoi occhi così…blu…mi scrutano con attenzione.
Io sono rimasta con la sveglia in mano, quella che volevo scaraventargli in testa, a mezz’aria. Ho gli occhi sbarrati e la bocca leggermente socchiusa me ne rendo conto, ma non riesco a farci niente. Non ho nemmeno la forza per ordinare al mio braccio di posare l’oggetto, semplicemente mi scivola, schiantandosi a terra con un rumore sordo.
Ciò lo fa allarmare tanto che si alza per avvicinarsi a me.
Se fossimo due veri fidanzati ora sarebbe il momento dell’abbraccio e dei baci, dell’addio con la promessa di rivederci presto.
Ma non lo siamo….
Ranma e Akane, obbligati ad un fidanzamento non voluto. Sempre e solo in eterna rivalità.
Infatti lo vedo…tenta di avvicinarsi e forse nella sua mente pensa anche che una frase carina sia la cosa migliore, ma per l’ennesima volta in vita sua si blocca e con un sorriso sarcastico dice:
“Chissà, magari è la volta buona che trovo una fidanzata coi fiocchi…” ma a quelle parole non crede nemmeno lui.
Incrocio le braccia sotto il mio seno prosperoso, accigliandomi appena. Arriccio il naso e parlo con asprezza dicendo parole che non mi sembrano nemmeno mie.
“Che idiota! Chi vuoi che ti prenda…sei solo un maniaco perditempo!”
“Io maniaco? Se lo fossi avrei certamente approfittato anche di un maschiaccio come te, invece non lo faccio..” brontola di rimando.
“Maschiaccio? Senti chi parla… la mezza femmina!”
“Io sono un maschio!!” ribadisce di nuovo come fa sempre “La tua è invidia perché non hai il mio sex appeal!” afferma sicuro incrociando le braccia a sua volta.
“Ti credi forse un divo del cinema tu?” ma nella mia affermazione non c’è più la combattività  di sempre e anche lui, in fin dei conti, se n’è accorto.
“Devo andare…per me..”
Sono soltanto scuse…scuse insostenibili.
O per meglio dire incomprensibili perché, per quanto io e lui ci attacchiamo intensamente ad esse, queste non hanno spessore e sono destinate a sparire come la nebbia nelle giornate d’inverno, che viene sospinta via dai primi raggi del sole mattutino. Per quanto esso sia debole, lei lo è ancora di più.

Arrivo all’entrata di casa mia. Non c’è più la scritta con il nome “Palestra Tendo” da un po’ ormai..
Entro come mio solito, evitando accuratamente di guardare lo stagno dove innumerevoli volte lui è caduto rivelando la sua doppia natura.
Mia sorella Kasumi mi viene incontro all’entrata afferrando senza troppi giri di parole il pacco della spesa che tenevo fra le braccia.
“Akane, sei stata molto gentile…grazie!” dice delicatamente, con la sua voce pacata. Annuisco e aspetto che sparisca dietro la porta, diretta in cucina.
Non ho niente da fare…
Niente scuola da un po’…quindi niente compiti.
Niente palestra…quindi niente allenamenti.
È la pigrizia che mi assale, lo so. Un tempo avrei indossato il mio fedele kimono giallo e sarei scesa in giardino, all’aria aperta, ad allenarmi. Ora sento il fischiare del vento e mi passa la voglia.
Sento la colpa assalirmi ogni qual volta incrocio con lo sguardo l’entrata al vecchio Dojo.
Nessun erede…nessuna scuola di arti marziali. Come se la colpa fosse stata tutta mia!
Con lentezza salgo le scale indugiando un secondo di troppo sulla porta della Sua camera.
Con uno scatto apro la mia e la chiudo violentemente, tanto da inclinare un piccolo quadro appeso al muro e sento un tonfo provenire dal comodino.
Mi avvicino insicura, allungo la mano risistemando il porta-foto che Lui mi aveva regalato per Natale… così tanto tempo fa.
“Questo giorno è maledetto” sussurro con incertezza. Già…ogni cosa mi ricorda quel periodo dell’anno passato.
Mi lascio scivolare sul letto, con leggerezza, socchiudendo gli occhi. Non ho acceso la luce, voglio che pensino stia riposando. Non che mi aspetti succeda qualcosa…da quando è partito non succede mai niente, però..
Sono così stanca oggi. Stanca di combattere con la sua presenza estenuante.
Delle volte rivedo le vecchie rivali di sempre che mi scrutano ottimiste. Loro si che hanno coraggio…lo aspettano, da un tempo così lungo…ma lo fanno fiduciose e non perdono occasione per nominarlo, per ricordarlo, per invocarlo quasi fosse la loro divinità porta fortuna.
Io da quel giorno non ho mai più detto il suo nome ad alta voce e nemmeno mentalmente.
Forse è vero…  da sempre chi ama di più è costretto a soffrire
Ora mi chiedo vivamente se ciò che loro provano sia qualcosa più profondo dell’ammirazione. E se la risposta fosse affermativa allora vorrei sapere come riescono a vivere tranquillamente.
Beh loro in fondo prima di ritrovarlo presso di noi hanno passato molto tempo lontane da lui, io invece, da quando me lo sono ritrovato come fidanzato non l’ho mai visto allontanarsi per più di un breve soggiorno.
Quando io non sarò più innamorata di te… quel giorno…
Vorrei dire che non cambierà niente, perché io non sono innamorata di lui, però….sono stanca anche di mentire nella mia testa ormai!
Che ne è stato dell’Akane sicura e scontrosa di sempre?
È stata sconfitta…
Che ne è stato dell’Akane violenta e incurante delle difficoltà?
Si è arresa…
Che ne è stato dell’Akane sognatrice e qualche volta persino infantile?
E’ cresciuta…
Non c’è più niente, niente che mi leghi a te..
“Continua a ripetertelo Akane” penso in modo ironico.
Ogni cosa invece lega la mia vita alla sua, ogni misero angolo della casa, ogni pezzetto di cemento per la strada, ogni nome di amici e rivali…tutto!
e sono ancora troppo fragile, in questo gioco senza te
Ogni notte sento il mio corpo sgretolarsi sotto il peso della lontananza.
Ogni mattina sento il mio corpo frantumarsi sotto la consapevolezza che lui non sarà seduto accanto a me per la colazione.
Ogni volta che si avvicina una festa sento il mio corpo sciogliersi come gelato al sole sotto il rimorso di non avere nemmeno tentato di fermarlo.

“Akane?” mia sorella mi chiama con delicatezza.
Alla fine mi sono addormentata davvero, non l’ho nemmeno sentita entrare.
Mugugno qualcosa in risposta e avverto il suo peso sul letto accanto a me.
La sua mano calda accarezza la mia fronte e poi i miei morbidi capelli, seguendone la piega fino alle punte.
Impercettibilmente gioca con essi, attorcigliandoli in una treccia che si disfa appena ricade sulle mie spalle.
“Ti sono cresciuti molto..” dice “Non li vuoi tagliare?” Ma sa già che non otterrà risposta.
A causa di quel mezzo uomo da lunghi mi erano stati tagliati. Ho vissuto anni sicura che i capelli corti fossero meglio, servivano a troncare con la mia infanzia, in cui innocentemente ero stata innamorata del dottore.
Ora sono tornati alla loro iniziale lunghezza perché questo è l’unico modo che conosco per dire basta con la mia adolescenza, in cui, consapevolmente e con tutta me stessa, ero stata innamorata di Ranma. Ma in fondo…quell’età non è ancora finita.
Sento che mi fa scivolare una coperta sul corpo, attentamente, coprendomi ogni centimetro.
“Manca poco…resisti solo un altro po’”
Dice, chiudendosi la porta alle spalle senza che io abbia realmente capito il significato di quella frase.
…delle notti romantiche, il ricordo fa piangere…
Ma in realtà ne abbiamo avuti ben pochi di momenti romantici…specialmente di notte.
Arrossisco, imbarazzata per quei miei pensieri così audaci da non appartenenti.
E non ho nemmeno mai pianto per lui. Mai un singolo giorno. Che sia proprio questo che mi blocca?
“Non credo..” mi convinco cocciuta.

È notte, una delle tante che passo sveglia. Non allenarmi più mi impedisce di essere davvero stanca.
In lontananza sento solo il russare rumoroso di mio padre, come sempre.
Tirando appena di lato le tende ho la visuale del giardino completa, illuminato abbastanza dalla luna piena.
Altro che allarme anti ladro…io valgo molto di più!
Distrattamente apro il vetro lasciandomi assalire dall’aria gelida, ma la voglia di ascoltare i rumori cittadini è più forte di ogni altra cosa.
Si sentono macchine, i lampioni che emettono un leggero ronzio, i gatti miagolare dai tetti e anche qualche cane abbaiare contro di loro.
E tutto sommato credo che ciò di cui io abbia bisogno sia la confusione, le avventure e perché no…  qualche rapimento, per rendere la mia vita come la desidero.
Come era prima insomma.
Sento le braccia, su cui appoggio il peso per sporgermi dal davanzale, farsi pesanti, affaticate.
Sono sempre io a sorprendere il mattino, con i suoi raggi tiepidi. Io.. appoggiata stancamente alla finestra aperta, in silenzio. Eppure oggi, per la prima volta da quando, da quella stessa posizione, lo vidi partire, ho un’immensa voglia di lasciarmi andare e lasciare che siano proprio quei fili di luce a svegliarmi.
Accendo svogliatamente la piccola radio che mi ha prestato Nabiki.
Non che mi aspetti altro che stupide canzoni romantiche però… ascolterei di tutto pur di avere un po’ di compagnia.
E in lontananza, sommessamente, sento un canzone…
“Questo è un giorno da vivere….se non si può descrivere..”
Un brivido, un ricordo, un dolore.
Quel brivido, quel ricordo, quel dolore. Tutto terribilmente familiare.
Voglio anch’io il mio giorno da vivere…voglio anche io l’avventura inaspettata che non si può descrivere. Anche Pirandello lo diceva no?
“La vita o la si vive o la si scrive!” sussurro. In fin dei conti è la stessa cose.
“Di un amore impossibile…rimangono le briciole..”
E’ davvero così impensabile ammettere di amarti Ranma?
Oppure è assolutamente stupido sperare che un giorno tu accetti il fatto di amarmi a tua volta?
Non l’ho mai creduto impossibile. In verità, dopo averti conosciuto, ho rinunciato a pensare che nel mondo ci fosse qualcosa di irrealizzabile.
E qui devo contraddirti…canzone.. del mio amore rimane molto di più di qualche piccola briciola. Rimangono i profumi, i respiri, gli sguardi, i sentimenti, i movimenti, la parole…
Rimangono i ricordi!
“…Da qualche tempo eri tu con me..”
Ma ora lo so… tu ci sarai ancora.. con me.
Non sei solo il mio passato o il mio presente assillante.
Sei il mio futuro!
Chiudo gli occhi rincuorata, lasciando che il suono monotono della radio continui a vibrare nell’aria della mia stanza.
Sento una goccia fredda abbattersi contro la mia guancia. Piove.
Proprio quella goccia prende il posto di una mia lacrima. Ma non mi preoccupo di asciugarla. La lascio scendere, lentamente, fino al mio collo. E poi ne sento altre…questa volta però sono salate.







NOTA:  Dunque è stata rivista e qui riporto il giudizio che NekoRika mi ha gentilmente rilasciato... purtroppo la storia non era nal contest perchè sono stata io la giudice sostitutiva ed era un pò impossibile che io riuscissi a giudicare la mia stessa fic.
Grazie ancora e lui e anche a chi l'ha commentata finora!!!



Originalità: 8/10
Grammatica: 9/10
stile: 9/10
Attinenza alla canzone: 8/8
Attinenza ai personaggi originali: 8/8
giudizio personale: 4,5/5
Totale: 46,5

La storia si fa leggere bene, è scorrevole e piacevole da seguire. Non ho trovato nessuna frase che crei intoppi nella lettura, che scorre liscia dall'inizio alla fine. Ci sono alcuni errori di punteggiatura: ripetuti quelli relativi ai tre puntini di sospensione: dopo di essi dovrebbe esserci uno spazio, come dopo ogni altro segno di punteggiatura. Gli sessi tre punti a volte diventano due. Ho notato qualche virgola non presente in frasi dove, a mio parere, sarebbe stata necessaria, e un paio di errori di poco conto, nulla di importante da segnalare.
Ranma e Akane non sono una coppia che amo, eppure la fanfiction è stata lo stesso piacevole da leggere. Penso che questa storia non tratti di loro come coppia, quanto più della crescita interiore di Akane. L'IC è ottimo, non ho in simpatia il personaggio per il modo in cui viene trattato nel manga, spesso troppo superficialmente -come molti altri del resto, ho sempre pensato che Ranma potesse avere un gran potenziale a livello di fanfiction e possibile introspezione- e con quest'esasperazione delle caratteristiche “da maschiaccio”. Tu hai saputo valutare il tutto, leggerlo sotto un'ottica reale, e ricrearlo all'interno della tua storia. L'evoluzione caratteriale che hai dato ad Akane è appropriata, a mio parere. Ho vaghi ricordi dell'episodio “Un natale senza Ranma”, e mentre leggevo ho dato una collocazione di “futuro ipotetico” all'interno della storia, ma penso possa star bene in un qualsiasi contesto, “what if?” o non, che preveda un allontanamento temporaneo di Akane e Ranma. Sono arrivata a chiedermi, verso la conclusione, se Ranma sarebbe tornato. Alla fine non l'hai scritto, ma penso sia stata una buona scelta: in questo modo la fanfiction prende l'aria di missing moments, inoltre sembra più concentrata sulla crescita di Akane. Ottima l'idea di concluderla con lei che riesce a piangere, quando avevi sottolineato, in precedenza, che per non voler ammettere la realtà con se stessa si era sempre trattenuta.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Meli_mao