NotaDell'Autore: questo è il pezzo iniziale di una storia che avevo già iniziato a pubblicare, ma che avevo presentato male, per cui ci riprovo. In realtà è l'inizio del secondo capitolo, ma il primo è un capitolo auto conclusivo e non particolarmente divertente che forse aggiungerò in seguito, e l'introduzione che avevo studiato è solo il primo schizzo di storia che ho scritto e che ha dato inizio a tutto il resto (per questo che la conservo benché sia un po' insensata^^)

Ad ogni modo da questo punto in avanti inizia la vera storia.

La Ninfa Bergera aprì gli occhi, si stiracchiò e fece uno sbadiglio degno di un ippopotamo, mentre al di fuori della porta finestra che dava sul paese sottostante, gli uccellini cinguettavano allegri in onore della primavera. Il lettone fatto con lenzuola di raso e seta, era illuminato per metà dal sole nascente che diffondeva in tutta la camera una luce soffusa e delicata. La Ninfa si rigirò, ma ponendo la mano sul cuscino a fianco al suo sentì qualcosa di viscido che le inumidiva le dita. Cacciò uno strillo e balzò in piedi, ma inciampò nelle lenzuola lussuose e rovinò sul pavimento come un albero rovina a terra sotto i violenti colpi della scure.

Leccapiedi dormiva sul cuscino, macchiandolo di muco colloso e puzzolente, e all’interno del suo corpo trasparente e gelatinoso il muco ribolliva, come se russasse di piacere. La Ninfa inorridì al pensiero di aver toccato quel corpo e strisciò più volte la mano conto la moquette prugna che ricopriva il pavimento nel tentativo di pulirla da qualcosa di invisibile, ma che tuttavia si sentiva addosso. Udì un rumore di passi nel corridoio, e poco dopo giunse una cameriera con un’espressione terrorizzata che le chiese: “Oh, Ninfa bergera, quale avvenimento ti turba tanto da richiamare la nostra attenzione dal seminterrato con un urlo che potrebbe agghiacciare anche uno spettro? Sei forse ferita? Qualche uomo maligno ha tentato di usurpare la tua (presunta) verginità? Ti è finita la cipria?”

La Ninfa sospirò di sollievo nel vedere che la cameriera aveva afferrato un grimaldello e si preparava per usare Leccapiedi come una pallina da golf. Non solo, ma si mise anche a ridere e ciò rovinò i piani della cameriera, perché Leccapiedi si destò e vide il grimaldello che lo minacciava. Ciò nonostante, la cameriera fu pronta, e con un solo, fluido movimento del braccio colpì l’ammasso di muco che grugnì di dolore e volò oltre la porta finestra aperta, atterrando sul balcone. La colf non si accontentò e lo seguì anche lì minacciandolo, stavolta, con una ramazza di paglia e fresche frasche. Leccapiedi, terrorizzato, strisciò velocemente verso il bordo del balcone e saltò giù ululando. Si udì un suono di roba spiaccicata e il grido di una dama che - passeggiando nei giardini della residenza – si era ricevuta Leccapiedi in testa.

La Ninfa rise di gusto e si rilassò per un attimo sul pavimento rivestito di moquette. La cameriera la aggiornò sugli impegni della giornata. I soliti uffici di donzella di corte, manifestazioni, riunioni, ricevimenti, spogliarello… e oltretutto il Condottiero l’aspettava al piano inferiore per la colazione, a base di uova di fagiano e segatura d’alghe. La Ninfa sorrise e si ravvivò i capelli con una spazzola ionica Ariston per essere presentabile. Di lì a poco sarebbe stata uno schianto.

Edit: cosa ne pensate? E' meglio che mi ritiri in solitudine per il resto della mia vita o, tutto sommato, è accettabile? Fatemelo sapere al più presto per favore, così saprò se vale la pena continuare!^^

Grazie di aver letto!

Oliver