è
la prima volta che scrivo seriamente una storia nata dalla mia mente
contorta,
e mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate! mille grazie in anticipo.
Il
loro
primo incontro non fu proprio quello che le ragazzine potrebbero
definire
romantico…. Anzi nessuno lo potrebbe definire tale.
«Aspetti!!!....dannazione»
Daniela arrivò di corsa, ma ormai
il pullman era partito. Le toccava tornare a casa a piedi, di nuovo!
Con
rassegnazione iniziò a camminare, maledicendosi per essere
sempre in ritardo e
maledicendo il pullman, sempre in ritardo e una volta che le serviva
questo
spacca il minuto!
Mentre
si
perdeva nei suoi
pensieri, non si accorse
di aver sbagliato strada «E
dove diavolo sono finita ora? Non
è possibile! Tutte oggi mi capitano…»
si lasciò sfuggire sconsolata.
“Non
bastava
una brutta giornata a scuola, ho perso il pullman, la strada e ora devo
tornare
indietro e ritrovare la strada giusta! Sono senza
speranza….”
Stava
per girare
l’angolo, quando sentì uno strano
rumore provenire dalla parte opposta “Cosa è
stato? Probabilmente è stata
la mia mente contorta… meglio andare” decise, ma
proprio quando aveva appena
girato l’angolo sentì uno strano verso, appena
sussurrato, terrorizzato e pieno
di dolore, che le fece venire la pelle d’oca…
“Oddio… che cos’era…. Meglio
che
me ne vada al più presto…”
seguì un tonfo sordo. Ormai la curiosità che
cercava
di sopprimere stava prendendo il soppravvento sul suo lato razionale
“Magari do
solo un occhiata…. Può essere qualcuno che si
è sentito male, oppure…” cercava
una ragione per
tranquillizzarsi, ma qualcosa
le urlava di andarsene.
All’improvviso
qualcosa più forte di lei la
spinse dalla parte dove aveva sentito quei suoni,
“E’ proprio qui dietro…” si
appoggiò al muro, e si sporse leggermente per vedere e
ciò che vide la
impietrì, non riusciva a muoversi…. Anche se
tutto le diceva di farlo non
riusciva a togliere lo sguardo da quello spettacolo orribile e allo
stesso
tempo affascinante….
Ciò
che vide
quel giorno non lo dimenticherà mai.
Una
figura
vestita di nero ne sovrastava tre stese ai suoi piedi, immerse nel loro
stesso
sangue, di cui erano sporche anche le pareti dei muri vicino alle
quattro
figure.
Aveva
una
lunga spada in mano, con il filo attraversato da una scia di sangue che
si
raccoglieva in una piccola pozza ai suoi piedi. La figura nera dava le
spalle a
Daniela, ma riuscì lo stesso a vedere che quella
persona… era un ragazzo! E non
doveva essere molto più grande di lei, ma quello che la
colpì maggiormente era
il suo aspetto.
Aveva
la
pelle candida, che risaltava con il cappotto di pelle nera che gli
arrivava
fino ai piedi, con una cintura dello stesso tipo che gli cingeva la
vita a cui
era attaccato il fodero della spada più altri pugnali, con i
capelli d’argento
che gli arrivavano oltre la vita raccolti in una lunga treccia; a quel
che
poteva vedere, aveva un fisico asciutto, molto magro, ma da cui
s’intravvedevano muscoli pronti a scattare… a
uccidere.
«Un
assassino…»
disse in un soffio. Subito si pentì
di quel gesto, perché il ragazzo nero se ne accorse e, molto
lentamente, si
girò verso di lei… e le sembrò che in
quell’istante il cuore le si fermasse…
due occhi rossi, di un rosso scarlatto e gelidi come il ghiaccio si
puntarono
nei suoi, e il terrore la invase completamente, raggelandola.
Rimase a fissarlo
finché lui non mosse un
passo nella sua direzione, si riscosse allora e cominciò a
correre a perdifiato
nella parte opposta, senza guardarsi indietro.
Corse
finché
le gambe non le cedettero, e si accasciò su una panchina.
Con sollievo constatò
che quell’ombra nera non era nei paraggi; forse
l’aveva seminato, oppure non si era
preso nemmeno la briga di seguirla… non lo sapeva e non
gliene importava. Voleva
solo tornare a casa, e dimenticare tutto, anche se quel viso continuava
a
tornarle alla mente. Lineamenti delicati, un ciuffo di capelli sulla
fronte… la
guancia ricoperta di schizzi di sangue… e quegli
occhi… quella era senza alcun
dubbio la visione più terrificante e bellissima che avesse
mai visto… e che non
avrebbe mai voluto rivedere.
All’improvviso
si accorse di essere arrivata vicino a casa sua “Sicuramente
non lo vedrò mai
più… è stato solo un caso, non
dirò nulla a nessuno. Ma
tanto sarebbe impossibile per lui trovarmi,
dopotutto non ha la minima idea di chi io sia…” e
sollevata si alzo e
s’incamminò verso casa, incurante che appena
dietro l’angolo una figura nera la
osservava con un ghigno vagamente divertito.
«Comincia
la caccia….»
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