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Autore: Ernil    28/12/2009    2 recensioni
« Oh, Clipton, è lei ». Tornò a guardare il fiume. « Ammiravo il fiume Kwai ».
Clipton lo affiancò.
« Se mi si permette l’osservazione, Sir, niente a che vedere col Tamigi ».
[Il ponte sul fiume Kwai]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sommario: « Oh, Clipton, è lei ». Tornò a guardare il fiume. « Ammiravo il fiume Kwai ».

Clipton lo affiancò.

« Se mi si permette l’osservazione, Sir, niente a che vedere col Tamigi ».

[Il ponte sul fiume Kwai]

Pairing: Nicholson/Clipton

Rating: verde. C’è giusto un assaggino di shonen-ai. Poco, pochino.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia appartengono a Pierre Boulle, l’autore del libro “Il ponte sul fiume Kwai”, e a chi ne detiene i diritti.

Beta: Geilie ^___^ Che ringrazio dal più profondo del cuore, perché si è presa il libro e se lo è letto, per Betarmi questa storia. Grazie, grazie, grazie.

Note dell’Autrice/1: questa storia partecipa alla Criticombola indetta da Criticoni, prompt 47 [Luoghi]: “Ponte”.

 

[Siamo nati per girovagare su quelle colline,

senza donne, e le mani tenercele dietro la schiena.

 

Antenati, Cesare Pavese]

 

 

La figura del colonnello Nicholson si stagliava dritta sul ponte: il sole calante delineava le spalle dritte, il mento alto e la postura perfetta tipicamente inglese.

Clipton spese un attimo a guardarlo: i brillanti occhi azzurri del colonnello erano fissi sul fiume, e Clipton lo conosceva abbastanza bene da saper identificare, dalla curva delle labbra, l’umore del maggior ufficiale inglese presente in quel posto dimenticato da Iddio: pensieroso.   

« Procede bene » disse Clipton cautamente. Nicholson si voltò, senza fretta, e gli rivolse un educato cenno del capo.

« Oh, Clipton, è lei ». Tornò a guardare il fiume. « Ammiravo il fiume Kwai ».

Clipton lo affiancò.

« Se mi si permette l’osservazione, Sir, niente a che vedere col Tamigi ».

« Ho paura di no, Clipton » ammise il colonnello Nicholson, congiungendo le mani dietro la schiena. « Ma, in un certo senso, credo che questo fiume ci appartenga quasi quanto l’amato rivo patrio ».

Clipton avrebbe alzato le sopracciglia, se non avesse temuto di mancare di rispetto.

« Non capisco in che modo, Sir. Siamo prigionieri in terra straniera. Questo non è il nostro Paese, e questo » guardò le acque limacciose del Kwai « non è il nostro fiume ».

Le labbra di Nicholson, sotto i baffi, si piegarono leggermente verso l’alto, mentre il colonnello guardava il medico.

« Ma il ponte è nostro ».

« Mi permetto di farle notare, Sir, che sarà Saito a prendersi il merito dell’opera ».

Nicholson si accarezzò i baffi.

« Chiederò al colonnello Saito che il contributo dei nostri uomini venga preso in considerazione e ufficialmente riconosciuto quando il ponte sarà concluso ».

Clipton chinò il capo per non far vedere la smorfia del suo viso.

« Colonnello, temo che la sua giusta osservazione non troverà ascolto ».

Nicholson lo guardò indulgente.

« Sono sicuro, al contrario, che il colonnello Saito approverà questo pensiero, se gliene sarà fatta notare la rettitudine. Ma in fondo » aggiunse, « vuole davvero fregiarsi del riconoscimento nipponico? Noi sapremo, a ogni modo, che il ponte è stato costruito con il sudore, l’ingegno e lo sforzo anglosassone. Ciò basta a rendere nostro questo ponte ».

« Sir » disse Clipton, sforzandosi di non sembrare polemico, « è un ponte per il nemico. Aprirà la strada ai rifornimenti nipponici. Consentirà ai Giapponesi di trasportare truppe verso nuove terre da conquistare ».

« Ma è il nostro ponte, Clipton, nessuno potrà mai dubitarne! Solo dal genio occidentale poteva nascere una simile struttura. Pensi, come lei ha detto: procede bene. È quasi completo. Resisterà per sei secoli, come i piloni del London Bridge. Fra sei secoli, questo ponte sarà ancora qui, a maggior gloria dell’ingegno britannico ».

« Me ne rallegrerei, Sir, se solo si trovasse in terra amica! » gemette Clipton. Nicholson sorrise, e nonostante le percosse di Saito e la pessima dieta approvvigionata dall’esercito nipponico avessero rovinato lo smalto dei denti, Clipton pensò che era un bel sorriso.

Pieno di speranza e gloria e consapevolezza. Colmo di puro orgoglio anglosassone.

« Forse che le belle cose costruite in terra straniera sono meno apprezzabili di quelle edificate nel nostro amato paese? Clipton, amico mio, allora anche i rapporti umani nati in queste tristi circostanze dovrebbero subire, secondo lei, questo annichilimento? »

Clipton dilatò gli occhi e un vago rossore ricoprì le sue guance rese scarne dalla prigionia.

« No, Sir ».

Il sorriso del colonnello Nicholson si fece più dolce.

« Vede, allora. Ciò che è nostro per diritto, rimane nostro, in qualsiasi circostanza questo diritto abbia agito. Il ponte è su terra nipponica, non lo nego. Ma la sua struttura è inglese, la sua proporzione è inglese, la sua forza stessa inglese! E vivrà ben oltre noi, Clipton. Ben oltre, a testimoniare la grandezza anglosassone nei secoli ».

« E ciò si può dire anche dei... delle amicizie sorte in questa terra, dunque, Sir? »

C’era una nota di malcelata speranza nella voce del medico inglese, e Nicholson lo guardò con il suo cipiglio più serio.

« Tutto ciò che riguarda l’uomo è destinato a durare ben più che qualsiasi cosa dall’uomo costruita, Clipton, confido che lei lo sappia e che il nostro obbligato soggiorno in regioni barbare non glielo abbia fatto dimenticare ». Poi, d’improvviso, sorrise leggermente e mise una mano sulla spalla dell’altro. « Torniamo al campo, Clipton. È scesa la notte ed è inutile rimanere a contemplare il buio. Ormai il fiume è invisibile. Torneremo domani ».

« Sì, Sir ».

In silenzio, si incamminarono verso l’accampamento, reso visibile dalle flebili luci delle sentinelle e della tenda di Saito, dove sicuramente il colonnello Giapponese stava rimirando il fondo di una bottiglia.

Giunti alla fine del ponte, si voltarono insieme a osservare la struttura, a mala pena visibile anche per un occhio abituato alle tenebre.

Nicholson annuì in segno di muta approvazione all’opera.

« È un bel ponte, Clipton. Domani lo dirò ai nostri uomini. Un bel ponte ».

Clipton sorrise nell’ombra.

« Il migliore mai costruito, Sir ». 

 

 

Note dell’Autrice:

Ammettiamolo, Clipton, come dice la mia Beta, Geilie, parla di Nicholson come se ne fosse innamorato. E lo è, non è evidente? *^*

 

   
 
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