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Autore: iceriel    29/12/2009    11 recensioni
Merlin non è più il servitore di Arthur. Al sol sentirne il nome il giovane Pendragon alza un muro invalicabile per chiunque. Ma dietro quelle mura il principe si perde nei ricordi. Perchè Merlin non è più al suo fianco? Cosa erano l'uno per l'altro prima che qualcosa li dividesse?
Genere: Malinconico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ed eccomi qui con una nuova storia!:3

Dunque... questa sarà una storia a capitoli. Ebbene sì, ci sono cascata alla fine. Non fraintendetemi, io SONO una da fic chilometriche a capitoli, fino ad ora ero riuscita a trattenermi, ma questa, ohoho, questa voglio godermela.

Adorerò per la maggior parte del tempo scrivere questa storia, seriamente.

Mel, tesoro, lo so che stai sorridendo perché sai cosa mi piace scrivere!XD E so che a te piace leggere queste cose, quindi...hihihih.

Ok, smetto di anticipare, giuro!

Dedico questa fic alla mia carissima Mel, un'autrice geniale e spettacolare, una carissima amica e un tesoro di persona. Se ancora non avete letto nulla di suo (ma dubito) beh, rimediate subito.

Per la cronaca, no, non è uno di quei 5 parti precedenti a “behind blue eyes the darkside of the moon”, è molto più vecchio!:3

Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto e commentato l'altra fic, sono felice che l'abbiate gradita e prometto di trovarmi una beta reader. Lo confesso: ho problemi seri a relazionarmi con le virgole!>_>



Note: allora... temporalmente parlando può essere collocata tranquillamente dopo la fine della seconda serie, con una piccola modifica: Sir Leon non è morto. Per due semplici ragioni: la prima è che adoro quel cavaliere! È bellissimo, dolcissimo e non meritava una tale morte! La seconda ragione è perché io scrivo e io decido! E lo voglio vivo! E questo ci riporta alla prima motivazione!u.uXD

Altra cosa... la struttura di questa fic sarà un pochino particolare. Spero di riuscire nell'impresa e che risulti comunque scorrevole e leggibile. È una sfida personale che spero di vincere. Quindi se un giorno sparisco saprete che probabilmente sono esplosa in mille pezzi!XD Il mio tentativo è quello di.. beh renderla comunque piacevole stuzzicando la curiosità e la suspance. Secondo i miei calcoli ( e qui informo che studio lingue... giusto perché sappiate che se i miei calcoli fanno cilecca non è proprio colpa mia...) alla fine dovrebbe incastrarsi tutto... spero... O.O Dovrei prepararmi una scaletta, lo so, ma nemmeno questo mi risulta fattibile... se voi vedeste la mia ultima scaletta ( un post it con 2 frasi e una carota che balla), capireste perché!XD

Beh, la pianto di allarmarvi e vi lascio alla storia!:3



Grazie mille alla mia beta: moony90





How you remind me

Capitolo I – Impudence


Arthur chiuse la porta alle sue spalle con estrema cautela, facendo precipitare la piccola stanza in una scura penombra. La falce di luna nel cielo illuminava meramente il letto di Merlin nel quale egli dormiva.

Il principe vi si avvicinò con cautela ma inciampò in quello che sembrava uno sgabello.

Trattenne una violenta imprecazione mentre si teneva il piede dolorante.

Indispettito dal fatto che il disordine del servo fosse stata la causa del suo incidente, si sfilò lo stivale del piede offeso e lo scagliò sul letto del mago che si ridestò con un sussulto scattando seduto.

Chi va là?” domandò con la voce impastata dal sonno.

Io, pezzo di somaro!” ringhiò a bassa voce Arthur riprendendosi la calzatura e indossandola nuovamente.

Arthur?!”la sua voce si afflosciò con un sospiro, la minaccia di pericolo sfumata.

Che intuito!”

Che ci fate qui a quest'ora? Non è nemmeno l'alba!” protestò sbadigliando.

Non riesco a prendere sonno, quindi ho pensato di cacciare. Le prede migliori si catturano di notte!” sentenziò a bassa voce per non svegliare Gaius.

Come volete, lo riferirò a vostro padre domattina, divertitevi e state attento.” si raggomitolò sotto le coperte con la seria intenzione di riprendere esattamente dal punto in cui lo stivale di Arthur l'aveva, così poco gentilmente, interrotto.

Il principe sospirò sprezzante prima di dare un buffetto sulla testa del servo per richiamarlo dal mondo dei sogni.

Tu vieni con me, Merlin!” sottolineò calcando sul nome.

Cosa?!” Il suo sguattero si rimise seduto sul letto e, anche se non poteva vederlo Arthur ne era certo, aveva l’espressione oltraggiata e sonnolenta.

Tu vieni con me.” ribadì il concetto.

Ma se non riuscite ad assopirvi non potreste contare le pecore come tutti i comuni mortali?- lo rimproverò lamentoso - E soprattutto io invece riesco benissimo a prendere sonno.”

Riprovò nuovamente a nascondersi sotto la coltre ma il principe afferrò la coperta scoprendolo completamente, ricevendo un gemito di disappunto che lo fece, sadicamente, sorridere.

I principi non contano le pecore. Su, in piedi! Vestiti!” ordinò.

Contate draghi, allora!” protestò.

Merlin!” sbottò con tono imperioso.

Il servo ubbidì con un basso ringhio.

Detestava alzarsi troppo presto, soprattutto quando per studiare i libri che Gaius gli passava in segreto si coricava a luna già alta.

Arthur... è il principiare dell'inverno... gli animali saranno già in letargo...” provò a blandirlo strofinandosi gli occhi, cercando di liberarsi da quella fastidiosa sensazione che si ha quando le palpebre rifiutano di staccarsi l'una dall'altra.

Proprio perché è il principiare dell'inverno saranno a caccia di più provviste possibili in previsione del grande sonno.- gli spiegò annoiato - Muoviti a prepararti: i cavalli non si sellano da soli.” lo incalzò.

Sì, d'accordo...” Arthur rimase a guardare l'ombra di fronte a sé con le braccia incrociate aspettando che il servo trovasse a tentoni i suoi vestiti.

Dovresti rassettare questa stanza, Merlin: è semplicemente un disastro.” commentò mentre il ragazzo dai capelli scuri si vestiva velocemente.

Me l'avete già ricordato svariate lune fa, Sire.”

E perché ancora versa in queste condizioni?”

Siamo nel cuore della notte Arthur, mi avete svegliato per portarmi a caccia con voi, la mia risposta potrebbe risultare più sfrontata del solito. Siete sicuro di volerla sentire?”

Arthur gli diede un altro scapaccione sulla testa.

Ahio!” si lamentò.

Che ti serva di lezione: forse la prossima volta imparerai a tenere a freno la tua impertinenza!”

Ma è esattamente quello che ho fatto!”

Vuoi muoverti?!” il mago sbuffò ancora alzandosi in piedi.

Sono pronto!” brontolò.

Arthur si voltò dirigendosi verso la porta con passo spedito ma, di nuovo, inciampò nello sgabello picchiando violentemente una gamba.

Si tappò la bocca con la mano mangiandosi ogni insulto che rischiava di violare la soglia delle sue labbra.

Oh, Vostra Altezza, attenzione allo sgabello.” lo avvertì con tono decisamente ironico il mago prima di oltrepassarlo uscendo dalla stanza.



**



Arthur? Arthur, mi stai ascoltando?”

La voce di Uther lo ridestò.

Sì padre, certamente.”

Il Re sospirò rassegnato.

Arthur ascoltami...- lo blandì alzandosi dallo scranno, congedò con un gesto della mano i cavalieri presenti e si avvicinò al figlio che lo guardava corrucciato senza capire il perché di quel repentino mutamento da sovrano imperioso a padre affettuoso – Sono ormai trascorse lune intere...”

Il principe si alzò dallo scranno legnoso dirigendosi verso il portone del salone con passo fermo.

Controllerò i campi a nord, padre, come avete chiesto.” disse e si congedò senza lasciare al Re possibilità di replica.



Percorse i corridoi di pietra fino al cortile interno dove i cavalieri lo aspettavano in sella ai loro destrieri.

Ci dirigeremo ai campi a nord. I violenti temporali hanno danneggiato parte del raccolto e delle case. Dobbiamo assicurarci di impedire qualsiasi atto di sciacallaggio fino a che non saranno ricostruite le abitazioni.”

Si guardò intorno con le mani sui fianchi. I cavalieri si lanciarono occhiate cupe.

Dove è il mio cavallo?!” tuonò.

Sire, il vostro servo lo sta sellando.” Rispose titubante Sir Leon. Arthur imprecò a mezza voce dirigendosi a passo spedito verso le scuderie.

I cavalieri si guardarono sconsolati.

Stava per succedere.

Di nuovo.



Il principe entrò nelle stalle furibondo.

I suoi passi scricchiolavano minacciosi sugli steli di paglia.

Per quanto credi dovrò attendere la mia cavalcatura? Credi che il principe di Camelot abbia tempo da sprecare ad aspettare i comodi del suo servo?” tuonò al ragazzo impegnato ad assicurare le cinghie della sella. Egli si voltò, gli occhi azzurri sgranati.

Arthur aggrottò maggiormente le sopracciglia: detestava quegli occhi.

Ve lo stavo portando, Sire...” provò a difendersi.

No, il mio destriero avrebbe dovuto essere nella piazza d'armi al mio arrivo!” tuonò afferrando le briglie.

Mi hanno avvisato solo pochi minuti fa...” spiegò.

Non mi interessa.” montò a cavallo.

Sire...”

I tuoi servigi non sono più richiesti. Sei congedato, Thomas.” concluse gelido senza nemmeno voltarsi. Spronò il cavallo e lasciò le scuderie.

Mi chiamo Benjamin...” sussurrò sconsolato lo sguattero prima di lasciare a capo chino le stalle.



Arthur raggiunse i cavalieri e senza nemmeno fermarsi ordinò loro di partire e si pose alla testa della spedizione.

Cavalcarono per qualche minuto prima che Sir Leon, spronato dagli sguardi perentori degli altri cavalieri, trovasse l'ardire di affiancare il principe.

Sire...” cominciò con voce incerta.

Sì?” Arthur nemmeno voltò il capo verso di lui.

Ci... stavamo domandando come mai il vostro servo non è con voi. Ci assenteremo da Camelot per alcuni giorni...”

Non ho alcun bisogno dei servigi di un tale incompetente.”

Sire... è il quarto servitore che congedate in poco più di una luna. Con gli altri che avete cacciato... mio Signore, si è perso il conto e...”

Sir Leon, non ricordo di avervi nominato mio personale consigliere o confidente.” replicò tagliente rivolgendo al cavaliere biondo uno sguardo decisamente poco benevolo.

No, certo che no. È solo che siamo preoccupati per voi, Altezza...”

La risata che il principe gli rivolse era graffiante, senza ombra di divertimento alcuno.

Preoccupati, Sir Leon?” commentò ironico “Non vedo la ragione di tale disturbo. Se sono circondato da inetti mi riserbo il diritto di congedarli qualora la loro incapacità mi rechi danno e disturbo.”

Certo mio Signore. Tuttavia da quando Merlin è...”

Vi state spingendo oltre il consentito, Sir Leon.- lo interruppe bruscamente il principe. - Fareste meglio a ricordare che siete il cavaliere ed io il principe. Gli affari che mi concernono sono e restano questioni che non vi devono riguardare e se non rammenterete con la sufficiente cautela le mie parole mi vedrò costretto a considerarvi uno di quei fastidi che non sono solito tollerare più del minimo necessario.” lo avvertì, per poi spronare maggiormente il cavallo e porre tra lui e l'insolente cavaliere la distanza necessaria per rimarcare la conclusione della conversazione.

Arthur cavalcava battendo il sentiero.

Il sole era alto in cielo, attorno a lui il suono delle cicale.

Il vento portava l’odore di campi fioriti e il suono delle fronde degli alberi che danzavano sotto il tocco della brezza.

Il cielo terso e azzurro catturò il suo sguardo.

Chiuse gli occhi abbagliato dal sole di inizio estate.

Con un sospiro si sfilò la giacca di pelle che aveva indossato stupidamente quella mattina.

Si guardò intorno, catturando ogni dettaglio che prima aveva ignorato: l'erba verde, le distese a perdita d'occhio di campi dorati, le farfalle variopinte.



Quando era arrivata l'estate?





Giunsero ai campi quando il sole della terza veglia brillava alto.

Nessuno osò rivolgere la parola al principe: ognuno si limitava ad eseguire gli ordini che egli impartiva.

Compirono giri di ricognizione attorno alle distese di grano, alcuni cavalieri aiutarono a ricostruire capanne divelte.

Arthur decise di inoltrarsi nei boschi che delimitavano la zona coltivata, da solo, specificò ai suoi uomini.

Appena varcò la soglia della macchia boscosa lo accolse la pace: nessun suono molesto, solo i fruscii delle fronde, qualche cinguettio, in lontananza il ruscello che scorreva.

Nessun cavaliere ad importunarlo, nessuna dama civettuola che copriva con la mano una sciocca risata.

Nessun brindisi ad onorare insignificanti ricorrenze, nessun banchetto rumoroso e fastidioso che si prolungava oltre la sua soglia di sopportazione.

Nessuna servizievole sguattera che gli chiedeva se stesse comodo, al caldo, se desiderava altro vino o altre coperte.

Solo il silenzio.

Dio quanto lo amava…

Lo amava quanto il fragore assordante delle lame che si incrociavano e degli zoccoli degli stalloni che saturavano l'aria: entrambi coprivano ogni altro suono molesto e fastidioso.

Il suo cavallo incontrò un tronco ad intralciare il sentiero.

Arthur smontò senza scomporsi, diede qualche pacca al destriero per tranquillizzarlo e lo guidò verso il ruscello.

Si sedette sulla riva del corso d'acqua e sospirò silenziosamente.

Allungò una gamba ed il piede sprofondò leggermente nella fanghiglia.

Il giovane Pendragon osservò l'estremità del suo arto venir inglobata dalla melma.

Ne rimase come ipnotizzato… gli occhi socchiusi ad osservare la punta dello stivale venir divorata dal fango umido…

Stai ridendo, Merlin?” un sussurrò violò le sue labbra, richiamato da un tempo antico e lontano, trasportato dalla marea dei ricordi, dalla corrente dei pensieri.

Come se fosse un'eco venuta da molto lontano, che aveva viaggiato a lungo prima di trovare la sua strada e finalmente aveva raggiunto la fine del suo cammino.

Sfociò dalle giovani labbra senza sentimento ma finalmente libero di riempire l'aria con il ricordo che trasportava.

Il principe chiuse gli occhi.



Merlin!” tuonò.

Il giovane servo non era in condizioni di rispondere piegato a metà com'era dalle risate. Almeno aveva avuto l’accortezza di voltargli le spalle.

Stai ridendo, Merlin?” domandò con ironica minaccia nella voce.

Il servo si voltò verso di lui, l'ilarità decisamente malcelata, gli occhi resi lucidi da un lucore tutt'altro che malinconico.

No...” il suo tentativo di non sghignazzare mentre rispondeva fallì miseramente. Tuttavia si morse l'interno guancia provando a darsi un contegno.

Arthur lo guardò aggrottando le sopracciglia ponendosi le mani sui fianchi immersi nel fango.

Merlin...” lo avvertì con tono basso e incredibilmente minaccioso.

Il servo alzò le mani senza rispondere per evitare di esplodere nell'evidente risata che gli forzava i muscoli del volto.

Vuoi degnarti di farmi uscire da qui o hai intenzione di restare lì immobile a fissarmi?” lo incalzò.

Tuttavia egli vide il ragazzo alzare un sopracciglio e sorridere di un ghigno decisamente troppo divertito.

Ovviamente era una domanda retorica!” ringhiò sapendo, fin troppo bene, quanto quell'espressione valesse più di ogni risposta affermativa.

Il mago sorrise nuovamente prendendo dalla bisaccia, assicurata alla sella della sua cavalcatura, una corda che legò con cura ad un tronco abbastanza giovane ma sufficientemente robusto.

Con calma Merlin, non v'è alcuna fretta! Lo sai quanto attendere immerso nel fango mi esalti!” ribadì con evidente sarcasmo guardando disgustato la melma color marcio che lo avviluppava fino alla vita. Fece un verso ripugnato quando, muovendo una gamba, sentì la viscida sostanza insinuarsi negli stivali e nei pantaloni.

La corda che il servo gli aveva lanciato lo colpì in testa ma egli non disse nulla limitandosi a fulminare il ragazzo a riva che rispose porgendogli il migliore dei suoi sorrisi innocenti.

Il principe afferrò la cima strattonandola un paio di volte, assicurandosi che reggesse, poi lentamente cominciò a trascinarsi a riva aiutato da Merlin che lo tirava, a sua volta, verso di sé.

Una volta guadagnata la salvezza, Arthur guardò la parte inferiore del suo corpo con cipiglio tutt'altro che entusiasta.

Il suo sguardo saettò verso il servo.

Non proferiva verbo, ma questo non significava che non si stesse sollazzando più del lecito alla vista del principe ereditario così poco elegantemente coperto di melma dall'odore decisamente poco gradevole.

Ti ordino di smetterla!” sibilò.

Di fare cosa?” rispose il giovane mago con tono volutamente di falsa innocenza mentre slegava la fune dall'albero.

Di trovarlo divertente!”

Merlin rise ancora senza trattenersi oltre: percorse il suo corpo per metà sporco di fango e commentò con voce rotta dall'ilarità:

Oh credetemi Arthur, non vi è nulla al momento che potrebbe rendere la cosa meno divertente!”

Merlin!”

Il modo con cui il principe era solito utilizzare il suo nome come una sorta di severo rimprovero era il chiaro segnale che egli non sapeva cosa ribattere e perciò utilizzava la sua regale autorità per farcire ogni parola proferita e farla risuonare come un ordine perentorio.

Vedete il lato positivo- cercò di blandirlo per nulla convinto del potere consolatorio che il suo pensiero avrebbe avuto sul biondo – poteva essere molto più divertente!” e rise di nuovo riponendo la fune nella sacca.

Arthur usò la mano per raccogliere un po' della fanghiglia che gli era rimasta addosso e, quando Merlin si voltò, gliela spalmò con aria divertita e strafottente sulla casacca badando bene di lasciarne il meno possibile sul suo guanto.

Il mago lo guardò con gli occhi socchiusi, piccato.

Lo trovi ancora così esilarante, Merlin?” domandò scuotendo con noncuranza la mano per liberarsi dei residui.

Lo sguardo passò dalla chiazza sulla sua logora maglia azzurra alle gambe e alla vita del principe.

Sorrise sfrontato.

Sì, infinitamente!” rispose prendendo le briglie del suo cavallo e conducendolo tra le fronde continuando imperterrito a sghignazzare.

Merlin! Ti ordino di smetterla immediatamente o la gogna godrà della tua compagnia per tutta la prossima settimana!” ruggì il principe conducendo, a sua volta, il suo destriero per il sentiero tra i boschi.



**



Arthur riaprì gli occhi.

Gli sembrò di essersi svegliato da un sonno che, invece di ristorarlo, l'aveva sfinito.

Osservò la punta del suo stivale ancora lordata di melma.

Si alzò con calma, ripulendo svogliatamente la sua calzatura tra i fili d'erba.

Recuperò la sua cavalcatura e vi montò sopra.

Diede una rapida occhiata tra le fronde cercando di capire che veglia fosse.

Dedusse che ormai il vespro era prossimo.

Spronò quindi il cavallo in direzione dell'accampamento.



Capitolo I – Impudence



Continua...



Bene! Il primo capitolo è ultimato.

Sono abbastanza soddisfatta, devo dire, molto più di quanto non mi aspettassi quando mi sono lanciata nell'impresa. Spero di continuare così e, soprattutto, che sia di vostro gradimento.

Mi auguro, inoltre, di avervi incuriosito quel che basta!:3

A molto presto con il secondo capitolo, promesso. Penso andrò abbastanza spedita, esami permettendo, s'intende, visto che ho le idee sufficientemente chiare in testa!^^

Buon anno a tutti!^^

  
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