Disclaimer: i personaggi non sono miei ma di Hidekaz Himaruya.
La notte senza guerra
La conclusione di un giorno come
tanti. Quegl’occhi d’ambra sembrano simili al tramonto della calura d’estate di
fronte a te. L’ambra, un colore caldo, rassicurante in certo senso, occhi
chiari e semplicemente belli. Pensare questo di lui è strano, ma così usuale da
tanto tempo oramai, chissà perché, del resto è soltanto uno stupido Stato.
Che da anni non ti fa dormire.
Che è sempre petulante, ed è un ficcanaso.
Si sposta, il tuo sguardo,
dall’infuocato tramonto adesso d’un arancione più cupo, all’essere sperso in
contemplazione di fianco a te, che sono dieci minuti forse che non parla.
Questo silenzio è così strano al presente, ma allo stesso tempo sembra il
sussurro della speranza. Senti che c’è qualcosa che non ti è chiaro, non sei
abituato ai suoi mutismi, ci pensi e ripensi ma nessuna risposta, quel che
senti è che tutto questo sa d’estate e… d’Italia. Basterebbe soltanto allungare
il braccio, per toccare quei capelli castani schiariti dal sole. Ma tu non ne
senti il coraggio, e poi non sono da te simili melensaggini. Desideri soltanto
che questa quiete duri in eterno.
Con lui qui al tuo fianco.
Fortuna che detesti le
smancerie, e continui a tratteggiare simili pensieri.
Germania t’impacci
perfino nei pensieri ad essere gentile, che stupido, un dannato sentimentale
represso. Respiri a fondo, ti senti come una scolaretta al primo appuntamento,
ti fai tanti di quei dubbi, ed è soltanto colpa sua, quello sciocco magia pasta
a tradimento.
Si gira e ti sorride distratto,
quando il sole è sparito sotto l’orizzonte.
Sorride, sorride sempre. Ma tu
rimani fermo senza fare niente. Sono anni ormai ed è sempre la stessa storia.
– Com’è bello… non è romantico ?
–
– Sì. – rispondi tornando a
guardare il globo di fuoco.
L’eco del vento serale fruscia
nell’erba, fendendo le foglie degli alberi. Un’altra parentesi di silenzio.
– Sono triste, lo sai. –
Chissà se questa tristezza assomiglia
alla tua, forse non sapresti che fare comunque. Se un giorno lo perdessi, ti
sentiresti con qualcosa in meno. Ma tu sai che succederà un giorno, e sai anche
che lo lascerai andare, e continui a chiederti cosa potresti fare per lui.
– La sera ci penso sempre, non
riesco a darmi pace. –
– Di che si tratta ? –
– Di noi. – risponde conciso il
tuo piccolo compagno e ti senti irrigidire.
– Dimmi che non ti perderò. – e
prima che tu possa rispondere ti si aggrappa alle braccia, come un bambino e tu
gli cingi le spalle esili, sospirando malinconico. Sai che non puoi
prometterlo, ma lo fai comunque.
– Lo prometto, non preoccuparti.
– bugiardo.
– Grazie. – e lui si sporge ma non riesce a
raggiungerti. Sei tu a separare quella distanza, come in altre occasioni
passate. Raggiunte le sue labbra fresche come pianure d’erbe appena nate, tutto
ti sembra meno complicato. Sarebbero apparse le prime stelle, spiando quel
mondo tanto piccolo, e te, che baci Feliciano. Sotto quel cielo cosparso d’oro
farete l’amore anche stanotte, mentre
le mille braccia di un’altra guerra si allungano sempre di più. Un’altra notte
d’illusione.
Grazie per l’attenzione,
Lenais