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Autore: DreamWanderer    30/12/2009    7 recensioni
Una sorta di déjà-vu, come se la storia si ripetesse... gli alieni sono tornati per altra AcquaMew, ma l'opposizione degli Angeli Protettori della Terra causerà delle nuove ostilità, delle nuove battaglie... e nuovi amori. Tutto a causa di una tigrotta dagli occhi tali e quali alla notte __ "Aveva visto quegli occhi sorprendenti accendersi, oltraggiati, e non era riuscito ad evitare il calcio che lei gli aveva tirato per liberarsi. Poi la ragazza si era trasformata... in una MewMew."
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera, carissimi!

Eccovi qui un capitolo appena terminato. C’è voluto un po’ per scriverlo, e spero che apprezzerete i cambiamenti di punti di vista (tanto per variare un po’…). Un avviso importante: domani mattina parto per le vacanze, quindi non ci sentiremo almeno fino al dieci di gennaio perché sono ancora via!

 neko_girl96: grazie mille per i complimenti! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto.

 Raspberry Akay: grazie per gli auguri e per i complimenti! Non ti preoccupare per aver saltato una recensione: eri in vacanza! Spero che tu ti sia divertita ^^. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto.

yuri5: grazie mille per i complimenti, ricambio gli auguri. Mi spiace di averti intristita un po’ con il capitolo…

 

    Fiori dal rovo

-

Kish non udì il grido disperato di Paddy, come non udì il gemito di Alex mentre cadeva in ginocchio o il pianto soffocato di Strawberry. Non vide Lory appoggiarsi al muro in cerca di sostegno, non vide Pam abbassare la testa con rassegnazione.

Non guardava niente, non sentiva niente. Si limitava a fissare il viso esangue di Iris e ad ascoltare l’assenza del suo respiro. Nient’altro gli importava, non in quel momento. Si sentiva come se gli fosse stato appena strappato il cuore, solo che non aveva fatto tanto male: rimaneva solo un senso di vuoto desolante, che lo rendeva incapace di abbandonare la sua posizione rannicchiata.

La sua Iris, la sua tigrotta, la sua dolcezza… morta. Perduta. Spezzata. A causa di quel suo cuore gentile e cocciuto, incapace di arrendersi anche di fronte all’abbandono. Aveva preferito andarsene per renderlo felice e non soffrire più.

Kish non aveva capito niente. Era ovvio che fosse rimasto shockato, ma non era normale il vuoto che sentiva dentro: lui era stato pronto ad abbandonarla, e una volta sul suo pianeta le condizioni di Iris non avrebbero mai potuto raggiungerlo. Ma ora capiva. Ora capiva che non l’avrebbe mai abbandonata, che a metà strada avrebbe chiesto a Pai di riportarlo indietro perché avrebbe improvvisamente compreso cos’avrebbe significato vivere senza lei. Invece, non ce n’era stato bisogno: Iris aveva risolto il problema da sola.

Lei, generosa egoista. Aveva dato la sua vita per non costringere lui a scegliere, aveva deciso di abbandonare la sua vita per non dover più combattere la sua battaglia.

Pai osservava lo sguardo fisso di Kish, in silenzio. Non osò nemmeno pensare di dirgli “ti capisco”, dato che non lo capiva per niente. Si chiese cosa sarebbe successo se Kish avesse obbedito all’ultima richiesta di Iris e non fosse entrato in cucina. Sarebbe riuscito a partire? Forse sarebbe addirittura riuscito a spezzare l’incantesimo prima che si compisse. Ma in ogni caso non importava: niente di tutto ciò era successo, e ora Iris era morta.

Quella constatazione lo costrinse a staccare gli occhi dal divano: faceva troppo male, saperla senza vita. Quella vita che lei aveva donato loro. A lui l’idea non era piaciuta molto, ma aveva cambiato opinione quando lei aveva detto:

“Morirò in ogni caso: non voglio vivere senza Kish. Ma se muoio così, almeno avrò fatto qualcosa di buono.”

Coraggiosa codarda. Aveva affrontato la morte a testa alta per amore, aveva scelto la morte facile anziché la vita dolorosa.

L’alieno prese in mano la lettera di Iris e la porse a Mina, la più vicina a lui: era giusto che le ragazze avessero una spiegazione, ma nessuno di loro riusciva a parlare in quel momento.

La Mewlorichetto prese il foglio e cominciò a leggere, incuriosita. Man mano che gli occhi grandi scorrevano quelle ultime righe, scritte in una calligrafia tremolante, si riempivano di lucciconi. Una lacrima solitaria le solcò lentamente la guancia e rotolò morbida sulle linee del viso, per trovare porto tra le labbra semiaperte. La ragazza si accorse del sapore salato in bocca e leccò via la lacrima dalle labbra.

Il movimento produsse un suono lievissimo, che però non sfuggì ad Alex. Il ragazzo alzò lo sguardo e notò la traccia umida sul volto della MewMew, così le chiese cosa non andasse con un cenno. Lei non riuscì a parlare, impegnata a finire la lettera. Il giovane, incuriosito, cominciò a leggere.

Mina terminò e allungò il foglio di carta a Lory, in modo che capisse anche lei. Alex non era riuscito a vedere le ultime righe, ma aveva letto abbastanza. La rabbia cominciò a montargli dentro, un’onda cieca di dolore, frustrazione e furia.

--VOI!-- esplose, facendo sobbalzare tutti per lo sfogo improvviso che aveva lacerato il silenzio, fino ad allora sovrano nell’appartamento. Pai e Tart alzarono gli occhi su di lui, mentre tutti gli altri guardavano la scena stupefatti. Solo Lory non staccò lo sguardo dalla lettera tra le sue mani. --Siete stati voi… è COLPA VOSTRA SE è MORTA!--

Mina cercò di prenderlo per le spalle per calmarlo, ma il ragazzo se la scrollò di dosso senza delicatezza a causa del dolore che lo accecava.

--Sarete fieri di voi stessi immagino! Beh, invece siete solo dei bastardi! Era questo il piano fin dall’inizio, non è vero? Farla innamorare di questo disgraziato e poi mettere su la partenza, in modo che si uccidesse nell’estremo sacrificio per lui?--

Kish, sentendosi chiamato in causa, alzò gli occhi sul ragazzo che lo stava accusando. Questi incontrò le iridi dell’alieno, e tutta la sua ira svaporò improvvisamente: quelle iridi erano lo specchio stesso della disperazione. Come potevano certi occhi appartenere a un cinico che voleva che accadesse ciò che era accaduto?

--Non era un piano.-- disse improvvisamente Lory con grande sorpresa di tutti, camminando verso Pai e porgendo la lettera a Pam. --Gli alieni non sapevano nemmeno dell’esistenza di Iris quando sono venuti qui. E Iris era perfettamente cosciente di ciò che sarebbe successo. Non si è lasciata spaventare, quella pazza… però so che Kish l’amava davvero. Altrimenti non sarebbe qui in questo stato: se ne sarebbe già andato via, senza perdere tempo a disperarsi.-- la ragazza prese fiato, poi fissò il suo sguardo gentile e determinato in quello viola e cupo di Pai. Fece un altro passo verso di lui. --So che non volevi farle del male.--

L’alieno la osservò zitto per un secondo, poi annuì e disse: --Grazie, Lory.--

Il tempo di un battito di ciglia, e poi i due si abbracciarono. Si stringevano forte, consolando a vicenda il proprio dolore e sfogando in quel momento ciò che entrambi provavano e avevano provato nel silenzio, inconsci di esso. Ma ora, la morte di Iris li avvicinava improvvisamente, rendendoli complici.

--Lory ha ragione.-- disse Pam con voce cupa, passando la lettera a Mark. --Non è stata colpa degli alieni se Iris ha fatto quello che ha fatto.--

La Mewlupo voltò le spalle al divano, girandosi invece verso Ryan. Il biondo se ne stava appoggiato alla parete, gli occhi vitrei fissi di fronte a sé. Non aveva ancora detto una parola a causa del suo stato di shock, ma alzò gli occhi sul viso della modella quando se la trovò davanti.

Lei lo guardò con iridi dure e implacabili. Rimasero occhi negli occhi per un secondo, poi la ragazza alzò un braccio verso di lui… e gli girò la faccia con uno schiaffo.

--È colpa tua se lei è morta!-- imprecò la MewMew furibonda, tra gli sguardi sbigottiti degli altri.

Ryan sentì il dolore dell’accusa bruciargli sulla pelle, come se lo avesse colpito di nuovo. --Pam_-- cominciò con un sospiro, cercando di farla ragionare.

Lei lo zittì subito, con un ceffone ancora più violento del precendente.

--Taci.-- intimò. --Se tu non fossi stato così cattivo, così cocciuto e così stupido, lei ora avrebbe ancora un punto di riferimento: avrebbe noi. Invece tu hai dovuto cacciarla!--

Ryan aprì bocca.

--E non provare a dirmi “pensavo di farle un favore e salvarle la vita”, altrimenti giuro che non sopravviverai abbastanza a lungo per uscire da questa stanza.-- minacciò la modella.

Il biondo tacque. Sapeva che Pam aveva ragione, che il suo comportamento egoistico aveva sicuramente avuto il suo peso nella scelta di Iris. La Mewlupo dovette rimanere parecchio irritata dal suo silenzio ostinato, perché fece per schiaffeggiarlo una terza volta.

Alzò la mano per colpire, ma Ryan fu più veloce e le bloccò il polso. Il ghiaccio si fuse allo zaffiro, l’orgoglio dei due li costrinse a combattere occhi negli occhi. Sorprendentemente, non fu l’americano a cedere.

Pam distolse lo sguardo per prima, abbassando il volto e nascondendolo nell’incavo della spalla del biondo. I singhiozzi cominciarono a scuoterle violentemente le spalle forti, mentre gemiti smorzati le scivolavano a forza dalle labbra strette. Fece effetto a tutti vedere la modella in quello stato: lei era quella forte, quella che non piangeva, quella che trovava il modo di superare le situazioni più difficili senza perdere la calma.

Invece ora la ragazza era accasciata su Ryan, che l’abbracciava dolcemente cercando di confortare quel dolore inconsolabile, scossa da tremiti incontrollabili e incapace di soffocare il pianto.

--Non se lo meritava.-- mormorò piano, il viso ancora nascosto nella spalla del biondo. --Scusa, non volev_--

--Lo so, Pam. Non ce l’ho con te.--

Tart udì solo per caso quello scambio sussurrato di battute, e si alzò in piedi.

--A che serve accusarci a vicenda?-- domandò, ottenendo subito l’attenzione di tutti. --Non la farà tornare indietro. Guardatevi! Siete divisi, state a farvi la guerra tra di voi. Lei aveva appianato tutto, ma ora avete ricominciato… rendendo vano tutto quello che ha fatto. Eppure, non siamo tutti qui per lo stesso motivo? Non siamo tutti qui perché stiamo male come dei cani a causa del dolore che ci sta dilaniando dentro? Cos’è, pensate che trovare un colpevole serva a qualcosa? Beh, vi sbagliate! Io non capisco perché ha voluto fare quello che ha fatto, ma l’ha fatto… e non c’è nulla che nessuno di noi possa fare.--

Il ragazzino guardò con severità i presenti, tutti impressionati dalle verità da lui messe in evidenza, poi si voltò verso Paddy, ancora stesa sul pavimento a causa della disperazione che la schiacciava. L’aiutò ad alzarsi in piedi e la costrinse a distogliere gli occhi pieni di lacrime dal divano, abbracciandola stretta in modo che nascondesse il viso nella sua spalla.

--Pam, Ryan.-- continuò poi senza abbandonare il suo cipiglio risentito. --Se volete litigare ulteriormente, ve ne andate nella stanza degli ospiti. Mina, porta Alex in bagno e costringilo a sciacquarsi la faccia con l’acqua fredda, così si dà una calmata. Io porto Paddy in cucina e le faccio una tazza di camomilla.--

Il gruppo guardò i due più piccoli attraversare la porta e sbatterla con irritazione, e abbassarono lo sguardo.

--Ha ragione, sapete?-- disse infine Lory. --Stiamo tutti male, e ci diamo addosso a vicenda.--

Pai le si avvicinò di un passo verso e l’abbracciò dolcemente, cercando di alleviare il dolore inconsolabile e il senso di colpa che stavano attanagliando la bella ragazza. Lei gli si strinse contro, trovando conforto in quel corpo forte e rassicurante.

E pianse. Pianse come una bambina, stringendo convulsamente la stoffa calda della maglietta dell’alieno e nascondendo il volto tra le pieghe che vi creava. Avrebbe voluto ringraziarlo per il sostegno che le stava dando, ma le parole le affogavano in gola. Riuscì solo a sfiorargli piano la mano con dita tremanti.

Lui la lasciò fare, accarezzandole dolcemente i capelli e mormorando parole dolci per cercare di calmarne i singhiozzi sconsolati. Nonostante la tragicità del momento, il contatto del corpo morbido e dolce di Lory avvinghiato al proprio non poteva che procurargli piacere, facendo partire caldi brividi in ogni punto in cui avvertiva il contatto con la sua pelle vellutata.

--Non piangere, Lory. Ci sono qui io, per te.--

La MewMew alzò lo sguardo, ancora lucido di lacrime. Sapeva che non sarebbe stata in grado di mormorare una frase di senso compiuto in risposta… così gli lasciò un timido bacio sulla guancia.

Nemmeno Pam riusciva a smettere di piangere, e teneva il viso affondato nella spalla del biondo che aveva preso a ceffoni non più di pochi minuti prima. Si scusava continuamente, mormorii strozzati che evadevano dai suoi denti stretti. Stava aggrappata a lui come se minacciasse di cadere a terra da un momento all’altro, schiacciata dal dolore.

Ryan l’aiutava a reggersi in piedi, tenendola tra sé e il muro. Le sfiorava il viso dolcemente con la punta delle dita, raccogliendo amorevolmente ogni lacrima che scivolava dai suoi meravigliosi occhi color zaffiro cupo. Rispondeva alle sue frasi sconnesse con sussurri di rassicurazione.

--Mi spiace c_così tan_t_-- ripetè ancora.

Solo che stavolta, furono le labbra di Ryan a spegnere quelle insensate scuse sul nascere. Fu un bacio molto casto, nient’altro che un leggero sfiorarsi… ma bastò. I due si guardarono senza proferire parola, poi si abbracciarono per confortarsi.

Mina, nonostante il dolore che provava, sorrise con sincerità vedendo quei semplici, minuscoli squarci di pace nella tempesta di sofferenza. Ritornò a concentrarsi su Alex, sfiorandogli il braccio. Quello si voltò verso di lei, lasciandosi accarezzare. Lei gli prese piano la mano, trascinandolo dolcemente con sé verso il bagno. Una volta richiusasi la porta alle spalle andò a sedersi sul bordo della vasca, mentre il ragazzo aprì il rubinetto e cominciò a passarsi sul volto le mani bagnate dal trasparente liquido gelido.

--Ho esagerato, non è vero?-- chiese poi, senza asciugarsi il volto.

Teneva la testa china sul lavandino, gli occhi spenti, mentre alcune stille d’acqua gocciolavano dalla punta del naso per poi infrangersi contro il marmo con un tonfo ovattato. Ma diverse erano quelle che colavano dai suoi occhi al mento, segnandogli le gote con la loro traccia bagnata.

Mina si alzò e si portò accanto a lui, abbracciandolo teneramente da dietro.

--Siamo tutti molto tesi. Sei solamente esploso.-- lo rassicurò, accarezzandogli piano il braccio. Poi gli chiese: --La conoscevi da molto?--

Alex sospirò. --Abbastanza da affezionarmi parecchio a lei. Ero l’unico, assieme a mio padre, a conoscenza del suo “problema genetico”, come lo chiamavamo noi per gioco. Ci eravamo incontrati da piccoli, in uno dei tanti giri di suo padre. Casualmente a una delle riunioni ero stato portato anche io. E sai com’è… eravamo gli unici due bambini, e abbiamo stretto subito amicizia.--

--Le volevi molto bene.-- dedusse la ragazza, notando il tono nostalgico con cui aveva raccontato.

Lui annuì, e si strusciò dolcemente contro di lei cercando calore e conforto. Quella gli passò la mano sul viso piano, accarezzandolo.

Il giovano alzò appena gli occhi, osservando il loro riflesso nello specchio; e gli piacque. Mina aveva i capelli corvini, pieni di riflessi violetti, e gli occhi grandi e dolci, castani. La sua pelle era candida ed eterea, così pallida che pareva di porcellana e contrastava apertamente con la sua, più ambrata e abbronzata. Gli occhi del ragazzo erano sempre scuri, ma con alcuni guizzi più mielati all’interno dell’iride, e i suoi capelli erano castani. Però stavano bene insieme, si completavano.

Sospirò più forte e si diede una spinta sulle braccia per raddrizzare la schiena. La MewMew lo guardò e gli sorrise debolmente, giusto per dimostrargli quanto fosse fiera di lui per la forza che stava dimostrando. Lui ricambiò e le posò un bacio sulla fronte, tenendola stretta a sé per qualche attimo più del necessario. Guardò di nuovo nello specchio e rimase compiaciuto e interenerito dal rossore che cominciò a imporporare timidamente le gote della ragazza, che sembrava faticare a mantenere una certa regolarità nel respiro.

*****

In cucina, Tart stava ancora imprecando contro i fornelli terrestri del piano cottura: non riusciva ad alzare la fiamma decentemente, così l’acqua nel pentolino si stava scaldando con parecchia lentezza. Comunque, non sembrava che ha Paddy importasse troppo.

La ragazzina era seduta al tavolo, ma teneva la testa appoggiata sul ripiano di legno. Aveva smesso di singhiozzare alcuni minuti prima, però non era ancora in grado di fermare le lacrime silenziose che continuavano a rigarle il viso innocente.

L’alieno la guardò dispiaciuto, poi si dedicò a cercare le bustine di camomilla. La rabbia che aveva provato prima verso gli altri a causa dei loro stupidi litigi stava sfumando lentamente, lasciando di nuovo il posto al dolore. Un po’ si era sentito tradito quando era venuto fuori che Pai sapeva già tutto, ma poi aveva capito il motivo della sua scelta: se lui avesse saputo tutto sarebbe andato dritto a riferire a Kish, e l’avrebbero fermata. Solo che lei non si sarebbe fermata, e avrebbe comunque trovato un modo per_

L’alieno serrò le palpebre per scacciare quelle immagini, mentre le dita si contraevano improvvisamente sulla bustina di camomilla.

--Taru-Taru?-- lo chiamò piano Paddy, la voce ridotta a un mormorio spezzato.

Lui si voltò e rimase a guardarla, mentre versava l’acqua in una tazza dove aveva immerso la camomilla insieme a un cucchiaio di miele.

--Perché l’ha fatto?-- chiese la biondina guardandolo supplichevole.

Il ragazzino le sorrise debolmente e le si avvicinò, posandole davanti la tazza. --Non la capisco nemmeno io. Credo che non sopportasse l’idea di vivere lontana da Kish.--

Lei annuì assorta, mentre prendeva un sorso della domanda dolce e fumante. --Credi che sia colpa nostra?--

Tart la guardò sbigottito. --Assolutamente no! Perché l’hai anche solo pensato?--

Le spalle della piccolina si curvarono leggermente, mentre un singhiozzo moriva sulle sue labbra. --Beh, perché l’abbiamo esclusa, e non l’abbiamo difesa da Ryan. Forse, se l’avessimo fatto lei ora non sarebbe_--

L’alieno si portò subito dall’altra parte del tavolo e le prese il viso minuto tra le mani. --Non pensarci nemmeno. A dirtela tutta, credo che alla fine avrebbe fatto questa scelta lo stesso. Certo, magari non in questo modo e non subito, ma non penso che sarebbe mai riuscita a superare la perdita.--

--Ma perché?-- sbottò Paddy.

Il ragazzino la guardò, comprendendo il suo dolore. --Perché l’amava troppo.--

La biondina lo guardò con i suoi grandi occhi dolci, di nuovo pieni di lacrime, e annuì. --Qualche volta, è pericoloso donare il cuore.--

Le labbra dell’alieno si stirarono in un sorriso amaro, mentre le sue braccia si avvolgevano attorno alla MewMew. Rimasero a coccolarsi per un po’, confortandosi a vicenda, poi si separarono.

--Forza, torniamo di là.--

I due giovani lasciarono la cucina e rientrarono in salotto.

Kyle li notò e diede aver dato un’occhiata alla stanza, notando alcuni cambiamenti: Pam si era seduta a terra, appoggiata a Ryan che l’abbracciava da dietro, e teneva gli occhi chiusi come se si stesse riposando; Straberry si era seduta su una sedia, e Mark era inginocchiato davanti a lei accarezzandole amorevolmente le mani; Lory e Pai erano ancora stretti l’uno all’altra e se una rara lacrima che scendeva a solcare le gote della ragazza, essa veniva prontamente raccolta da lui; Mina e Alex erano appena usciti dal bagno, lui soddisfatto malgrado il dolore e lei ancora rossa come un pomodoro; Tart sorreggeva Paddy mentre camminava, abbracciandola e ricambiando la stretta gentile di lei sulla sua mano.

Kyle, malgrado il dolore che gli attanagliava il petto, sorrise. Alla fine, Iris c’era riuscita: aveva appianato ogni tipo di contrasto, di antipatia, sostituendoli con amicizia e affetto profondo. Peccato solo per il metodo che aveva usato per compiere il cambiamento… però era contento.

Pam e Ryan si erano trovati. Erano entrambi soli, entrambi freddi, entrambi conoscevano il dolore di perdere tutto… ed erano anche gli unici che fossero in grado di tenersi testa a vicenda.

Lory, con la sua dolcezza, era riuscita a spingere l’algido Pai a seppellire l’ascia di guerra. Era l’unica che avrebbe potuto farlo, perché era la sua nemesi: lei sorridente, lui imbronciato; lei generosa, lui egoista; lei timida, lui deciso; lei pacifista, lui combattivo… si bilanciavano.

Mark e Strawberry_ beh, loro non erano una novità. Però era bello vederli ancora insieme, ancora uniti. Aveva sopportato di tutto un anno prima, e in quello a seguire il loro rapporto non si era indebolito nemmeno di una virgola. Dava molta speranza per il futuro.

Alex sembrava aver fatto crollare anche la severità di Mina. Che la causa scatenante fosse la parità di grado sociale, non c’era dubbio: nessuno dei due avrebbe avuto il permesso di frequentare l’altro se fosse stato altrimenti. Stavano bene insieme: erano opposti fisicamente, ma caratterialmente si assomigliavano. Entrambi ironici, determinati, belli, snob in superficie ma gentili sotto sotto… e pieni di amore da dare.

Anche l’amicizia di Paddy e Tart sembrava andandosi rafforzando. I due piccoli del gruppo erano accomunati dall’innocenza della loro età, anche se non erano estranei al peso di responsabilità eccessive sulle loro giovani spalle: Paddy faceva da mamma ai suoi fratelli ed era una MewMew, Tart era stato incaricato di salvare il suo pianeta. Eppure nessuno dei due aveva perso la propria freschezza e il proprio sorriso.

Infine, il suo sguardo scuro inciampò nella figura di Kish. L’alieno era ancora inginocchiato di fronte al divano, i pugni stretti per la rabbia dovuta all’impotenza e i denti stretti per non cedere al pianto. Stava male, era impossibile negarlo… se chicchessia avesse osato tentare di fare congetture e incolparlo per la scelta della dolce Mewtigre, quegli occhi disperati avrebbero fatto cadere ogni possibile accusa.

Improvvisamente, le iridi dorate dell’alieno furono attraversate da un lampo color miele vivo. Kish si alzò in piedi senza barcollare, come se qualcosa dentro di lui fosse scattato improvvisamente. Mise una mano su quella gelida della ragazza distesa sul divano, come per tenere un contatto con lei in mancanza di quello visivo, e si volse verso Pai.

Schiuse le labbra sottili e parlò, la voce leggermente roca a causa del silenzio prolungato e dei singhiozzi che aveva imprigionato in gola. Disse solo due parole:

--Riportala indietro.--

-

-

-

ANGOLETTO!

Allora, vi è piaciuto? Ho cercato di scriverlo in maniera scorrevole, quindi spero che si capiscano i cambi di punti di vista!

Buone vacanze, ci risentiamo dopo il dieci! Un bacio,

Clarisse

   
 
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