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Autore: Rain e Ren    30/12/2009    4 recensioni
“ …quando la Morte viene per prendere qualcuno, gli si avvicina lentamente… …il Condannato chiude gli occhi per non farli bruciare da quelli terribilmente affascinanti e inumani di Lei… …e lei poggia le sue labbra su quelle del Condannato. E così facendo gli succhia via l’anima dal corpo…” Ok ok ok. Non prendete paura fin da subito. Non è come sembra. È veramente una storia di Natale…anche se un po’ particolare. Spero che leggere e che, magari, mi lascherete un commentino. Grazie. Baci Baci…Rain!!!
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pegasus Seiya, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ok, il Natale è passato, ma ho trovato solo ora il tempo per postare questa storiellina di un capitolo

ok, il Natale è passato, ma ho trovato solo ora il tempo per postare questa storiellina di un capitolo. Spero che vi possa piacere e che, per certi versi, vi faccia divertire come ha fatto divertire me nel scriverla.

Spero anche che non mi prenderete per pazza, ma m’ispirava troppo come idea…

E ora…

Buona lettura!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

Piccolo segreto di Natale

 

 

 

 

Ok. Va bene. Ora era affermativo! Aveva fatto un enorme cazzata alzandosi dal letto quella notte! Una cazzata con la C maiuscola! Ma, santa Dea, non era proprio riuscito a trattenersi. E Atena sola sapeva per quale assurdo motivo.

Maledì per un numero infinito di volte e in tutte le lingue conosciute e non quella decisione che lo aveva portato in una situazione come quella. Una situazione di stallo. Una situazione dal quale difficilmente sarebbe uscito incolume. Si sarebbe ferito, si sarebbe ferito eccome. E avrebbe sofferto come un cane quando l’alba avesse colorato Atene e il Grande Tempio con le sue tinte calde, con i suoi giochi di luce solare. Se poi avesse trovato quella grandissima testa di cazzo che aveva avuto un’idea imbecille come quella…peggio per lui. Sarebbe servita da lezione per la volta successiva.

Ma in quel momento poco importava chi era quel grandissimo imbecille dalla testa piena solo di segatura e mosche ronzanti. Perché solo una zucca irrimediabilmente vuota poteva attuare un simile piano malefico. E tutto a suo discapito oltretutto. Tuttavia poco importava in quel dannatissimo istante. Ciò che importava era la sua presenza davanti a lui, e soprattutto la condanna che pendeva come una ghigliottina sopra le loro teste. Gli sembrava quasi di poterla distinguere nettamente: una lama lucente che cadeva veloce e indolore a segnare la fine!

Per un momento ripensò a tutto ciò ch’era successo nell’ultimo periodo della sua vita. La battaglia alle 12 Case, Asgard e Nettuno, Hades… Aveva dimostrato di aver fegato, di non essere un poppante cacasotto che prende a tremare come una femminuccia (e maledì immediatamente quel pensiero al ricordo di quanto potessero essere assai pericolose le donne).  Aveva combattuto contro tanti nemici, e li aveva cinti tutti. Aveva affrontato sfide e battaglie in cui la sua vita era stata appesa ad un sottilissimo filo, ed era sopravvissuto. Tutta la sua vita era corsa sul filo del rasoio, ma lui era ancora lì. E allora per quale accidenti di ragione gli tremavano le ginocchia???

Avrebbe tanto voluto usare la velocità della luce e scappare a gambe levate fino ad arrivare il più lontano possibile da lì. Certo, avrebbe voluto... E avrebbe potuto farlo benissimo…se le sue gambe non si fossero trasformate in gelatina!

Solo le scamorze hanno paura…

Solo le scamorze hanno paura…

Chissà poi per quale motivo gli era venuta in mente quella cosa. Non ricordava nemmeno da chi l’avesse sentito pronunciato per la prima volta. Forse…all’orfanotrofio? Ma che importanza aveva in quel momento cruciale della sua vita? Quale importanza? Semplice: nessuna!

Guardò la donna – ormai lo era diventata – che gli stava davanti.

Era bella, non poteva negarlo. Ma era anche pericolosa. Soprattutto per lui. Lui, il  Cavaliere della Speranza per eccellenza! Ebbene si, signori, il grande Pegasus tremava davanti a quella figura minuta, piccola a suo confronto. Avrebbe potuto combatterla, ma era una donna. Capito? Una donna! E lui aveva un codice personale da onorare!

Oh, cazzate! Pure e semplici cazzate! La verità, caro Pegasus, è che tu la temi più di ogni altro nemico! Perché sai che contro di lei non hai difese… Lei ti ucciderà!

Finalmente lo aveva ammesso: contro di lei la sconfitta era assicurata! Sarebbe morto! Poco ma sicuro. Contro di lei non aveva scampo, e lei non glielo avrebbe certo lasciato.

Guardo i suoi incredibili occhi. No, quelli non erano occhi umani. Nessun essere umano può avere occhi simili. Eppure era una donna quella che aveva davanti a se. La donna che avrebbe firmato la sua condanna.

La vide avvicinarsi piano, quasi timorosa. Cos’è? Sfotteva pure? Sapeva che lui non aveva possibilità, che la sua falce sarebbe calata lenta e dolorosa su di lui, che l’avrebbe ucciso. E allora perché era così bastarda da rendere l’attimo ancora peggiore del dovuto?

Chiuse gli occhi. Non poteva più guardare i suoi. Non c’è la faceva. Erano troppo affascinanti per poter essere osservati a lungo da una sola persona. Nessuno aveva mai avuto quest’onore. E nessuno mai l’avrebbe avuto.

Sentì il suo respiro fresco sulle labbra ora bollenti e gelide al contempo.

Ecco. È finita. È giunta la mia ora…!

 

“ …quando la Morte viene per prendere qualcuno, gli si avvicina lentamente, quasi con paura…

 

Si, era successo giusto un attimo prima. L’aveva anche maledetta per questo.

 

“ …il Condannato chiude gli occhi per non farli bruciare da quelli terribilmente affascinanti e inumani di Lei…

 

Si, fatto anche questo. E non meno di due secondi prima.

 

“ …e lei poggia le sue labbra su quelle del Condannato. E così facendo gli succhia via l’anima dal corpo…

 

Cazzo! Cazzo! Cazzo e ancora cazzo!

Si, l’aveva baciato. Ed era stato beato l’oblio. La più bella sensazione che avesse mai provato della sua vita. Era come se tutto il dolore fosse scivolato via dalle sue ferite, come se qualcuno vi avesse spalmato sopra un balsamo dolcissimo. Anzi no, non era un balsamo. Era qualcosa di meglio.

Erano le sue labbra, soffici e carnose, poggiate dolcemente sulle sue. E quando se ne accorse qualcosa s’impadronì di lui. Mandò tutto al diavolo. Il dolore che sarebbe venuto nell’attimo successivo in cui Lei l’avesse lasciato andare, la pena che avrebbe dovuto scontare per essersi macchiato di quella colpa imperdonabile… Perché lui la voleva. Lì, in quel momento. Voleva le sue labbra dolci e succosa. E poco importava se subito sarebbe morto dal dolore.

Strinse quel fragile corpo di più a se, approfondendo quel contatto unico. Quella sarebbe stata la prima ed ultima volta. Poi solo il Buio.

 

“ …staccandosi da lui, la Morte condanna l’Uomo all’oblio eterno. Nessuno è come lei. Nessuno lo sarà mai…

…e rimando con le labbra che ancora si sfiorano, Lei pronuncia una frase, una frase che al Condannato soltanto è dato sapere…

 

Forza. Dai. Dilla. Dì quella dannatissima frase e poi lasciami morire in pace, perché le tue labbra gia mi mancano…

La sentì cingerli il collo con più forse, gli occhi ancora ben chiusi. Non poteva…non voleva…guardarla. Sarebbe stato davvero troppo.

“ Questo…sarà il nostro Piccolo Segreto di Natale…Pegasus…

E mai il suo nome ebbe un suono più dolce se non sussurrato della di lei labbra.

Un leggero spostamento d’aria e seppe che lei se n’era andata.

Da quel momento era Morto. Dopo aver provato il duo sapore non c’era altro per cui vivere se non per lei…e in modo totalmente diverso da come aveva fatto sino a quel momento. E forse sarebbe morto davvero proprio perché lei gli sarebbe per sempre stata negata da quel momento…

 

TTTTTT

 

Andromeda scoccò un’occhiataccia ai suoi due amici e a suo fratello che, tranquillamente appollaiati dietro al muro più vicino, avevano l’aria di divertirsi un mondo. Persino Phoenix…

“ Ehm…ragazzi…” Tentò di richiamarli parlando a bassa voce. “ Non vi sembra di essere stati un po’ troppo bastardi con questa trovata?” Chiese alludendo alla scena a cui avevano appena assistito. Pegasus non si era ancora mosso dalla sua posizione.

“ Affatto!” Rispose laconico e freddo Cristal. Ah, era proprio il padrone delle energie fredde lui…

“ Non vi preoccupate delle conseguenze che si ripercuoteranno da questo momento?” Chiese nuovamente nella vana speranza che la smettessero di sogghignare come delle iene.

“ Per niente!” Disse Sirio cercando di non strozzarsi nelle sue stesse risate incontrollabili.

“ E delle forti conseguenze che questo avrà su Pegasus e suoi sentimenti?” Tentò per la terza volta, inutilmente, di far pressione sulla parte più sensibile ed emotiva di quei tre beoti che sembravano aver dimenticato le regole della buona creanza.

“ Eddai Andromeda!” Sbottò infine Phoenix con aria spazientita. “ Qualcosa si doveva pur fare! Quei due erano diventati insopportabili con quelle occhiate tutto e niente.

“ Ma era proprio necessario arrivare a tanto?” Chiese ancora il più giovane fra loro.

Cristal ghignò, malefico. “ Hai per caso paura delle conseguenze che potrebbero arrivare se mai si venisse a sapere – cosa assai improbabile – che siamo stati noi a mettere quel rametto di vischio proprio in quel punto? Hai forse paura di Pegasus?”

Andromeda sospirò sconsolato. “ Di Pegasus no…ma di Isabel si!” E detto ciò rabbrividì terrificato.

 

 

 

 

Allora???? Che ne pensate???? Vi ha sorpreso almeno un pochino???

Spero proprio di si…

e

me lo lasciate un commentino????? Anche piccolo piccola va bene…eh?

Alla prossima.

Baci Baci…Rain!!!

   
 
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