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Autore: dio_niso    02/01/2010    4 recensioni
“Con andatura barcollante arriva allo specchio posto nel bagno della stanza del motel. Il suo corpo non reagisce come vorrebbe. I sensi non sono del tutto attivi, e il corpo non è al pieno delle sue forze. Arrivato allo specchio posa i suoi occhi in quelli riflessi dall’altra parte. Un grido strozzato gli esce dalle labbra quando vede il viso di un bambino invece del suo.”
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Famiglia Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Tra sogno e realtà

Titolo: Tra sogno e realtà

Fandom:  Supernatural

Autore: dodo

Rating: generale

Avvertimenti: SPOILER, OOC, AU

Personaggi:  Dean Winchester, Sam Winchester, John Winchester, Castiel, Bobby Singer, Nuovo Personaggio

Note: SPOILER fino alla quarta stagione. Questa storia è pura follia, nasce dopo aver visto la puntata in cui Castiel riporta indietro Dean fino a conoscere sua madre da giovane. La storia non riprende nulla di quell’episodio, tutto quello che leggerete è frutto della mia fantasia e si ricollega più o meno all’ultima puntata della quarta stagione. Leggete a vostro pericolo!!

Disclaimer :  Supernatural e tutti i suoi personaggi appartengono a quel genio di Eric Kripke e alla CW. Non ci guadagno nulla pubblicando questi scritti e i fatti riportati di sotto sono frutta della mia mente malata, non rispecchiano i veri gusti dei personaggi o delle persone citate.

Capitoli: 7

 

Introduzione:

 

“Con andatura barcollante arriva allo specchio posto nel bagno della stanza del motel. Il suo corpo non reagisce come vorrebbe. I sensi non sono del tutto attivi, e il corpo non è al pieno delle sue forze. Arrivato allo specchio posa i suoi occhi in quelli riflessi dall’altra parte. Un grido strozzato gli esce dalle labbra quando vede il viso di un bambino invece del suo.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1

 

Una forte luce aveva ricoperto la chiesa.

L’ultima cosa che ricorda è il viso di suo fratello che lo guarda preoccupato per ciò che di lì a poco sarebbe accaduto.

Lucifero era risorto.

Poi il nulla.

Non ricorda come sia finito in quella camera di motel né il perché Sam non sia con lui.

Un altro scherzo degli angeli?

Di certo era di pessimo gusto.

Con andatura barcollante arriva allo specchio posto nel bagno della stanza del motel.

Il suo corpo non reagisce come vorrebbe.

I sensi non sono del tutto attivi, e il corpo non è al pieno delle sue forze.

Arrivato allo specchio posa i suoi occhi in quelli riflessi dall’altra parte.

Un grido strozzato gli esce dalle labbra quando vede il viso di un bambino invece del suo.

Un bambino, e non un semplice bambino, ma lui.

Il suo corpo è tornato all’età di dieci anni, ma la sua mente è quella di un trentenne andato all’inferno e tornato per fermare l’apocalisse.

I suoi ricordi sono intatti, ma il corpo è diverso.

Se è uno scherzo è davvero di pessimo gusto, soprattutto in un momento così importante, come la fine del mondo.

Infondo non vuole perdersela, l’ha innescata lui questa bomba!

I muscoli del corpo sono ancora intorpiditi così ci mette un po’ ad arrivare su uno dei tre letti presenti nella stanza e stendersi.

Non sa cosa stia succedendo né cosa l’abbia trasformato in un poppante, ma sa che se non chiude gli occhi almeno due minuti cadrà a terra privo di sensi.

 

 

Quando si risveglia un dolce profumo di caffè si propaga per la stanza destandolo molto velocemente.

Nota sul tavolo della stanza un bicchiere di caffè, e di fianco dei cornetti al cioccolato.

Ma nella stanza non c’è nessuno, almeno lui ancora non ha visto nessuno.

Si alza molto rapidamente, e rovistato in una delle borse poste vicino al letto prende una pistola.

Cammina verso il bagno da cui provengono dei rumori di voci attutite, e molto lentamente apre la porta.

Le braccia sono tese e la pistola è puntata pronta a sparare,ma lui non è pronto alla visione che gli si para dinanzi.

Seduto sul lavandino con le mani sotto l’acqua vi è un Sam decisamente più piccolo dei suoi ventisei anni attuali, e John, suo padre, intento a ripulirgli la maglia che probabilmente si era sporcato con il latte.

Quando Sam si accorge della nuova presenza nella stanza sgrana gli occhi notando la pistola puntata verso di loro.

- Dean ma che fai, vuoi spararci?

John mi sfila di fretta l’arma dalle mani guardandomi in malo modo, intimandomi di uscire dal bagno e di darmi una calmata.

Cosa credeva, che volessi spaventare il figlio preferito?

Il mio adorato Sammy?

Come mi conosci poco papà.

Ma non dico nulla, esco dalla stanza e mi risiedo sul letto con pesantezza.

E’ tutto così assurdo.

Non può essere reale, forse è solo un altro dei tanti demoni che abbiamo sconfitto, ma di certo non è la realtà.

Mi vesto in tutta fretta ed in silenzio, non voglio che quei due si accorgano di nulla.

Esco dalla stanza diretto al primo bar nelle vicinanze.

Ho bisogno di schiarirmi le idee, e anche se sono poco più di un undicenne, ho proprio voglia di una birra.

Mi siedo al bancone del bar, ma come ovvio che fosse, il barista non mi serve una bevanda alcolica, ma una semplice bottiglia di Sprite.

Così decido di andare in un supermercato, infondo sono un bambino, è probabile che la scusa del “sono per mio padre” funzioni.

Detto fatto, finalmente bevo una deliziosa birra dal gusto amarognolo.

Non c’è niente di meglio per il momento.

Così me ne sto solo, seduto su una panchina di chissà quale città, a bere birra.

Passano pochi minuti e al mio fianco appare Castiel.

-Sei solo un bambino, non dovresti bere alcolici.-

-Cosa ci faccio qui Cass, è un altro viaggio nel passato? O solo un incubo?-

-Non lo so Dean, l’ultima cosa che ricordo è l’arcangelo che si preparava ad attaccare nella casa del profeta, poi più nulla, mi sono ritrovato in questa città, come te. –

-Quindi io e te qui cosa ci stiamo a fare? Un viaggio nel mio passato? No grazie, è l’ultima cosa che voglio. Lucifero è tornato-

-Non sei riuscito a fermare Samuel?-

-Lo avrei fatto se solo quella puttanella di Ruby non me lo avesse impedito. Ma ora che si fa? Cioè, intendo una volta tornati, cosa faremo? Chi combatterà la guerra?-

-Non lo so Dean, ormai non so più nulla. Tutto quello in cui credevo è svanito. Pensavo che questo fosse una Sua volontà, ma ora capisco che non era così, che altri angeli mi hanno usato, e che forse Anna aveva davvero ragione.

Io non so cosa accadrà, Dean. –

Neanche il tempo di finire la mia birra che mi sento strattonare da qualcuno.

E allora vedo i suoi occhi.

John è davvero incazzato.

-Ora bevi anche la birra Dean?-

Mi giro verso Cass e gli dico semplicemente:

-Devo andare-

E mi avvio verso il motel.

Mio padre continua a urlarmi contro, ma al dire il vero non presto molta attenzione, voglio solo trovare il modo di tornare alla realtà, devo trovare il modo di tornare da Sam.

Entrati nella stanza vi trovo Sammy seduto al tavolo che fa colazione.

Mi guarda con i suoi grandi occhi castani, ed il suo viso piccolo e dai lineamenti dolci di bambino.

Questo è il mio Sammy, quello per cui sono morto.

Si è sporcato un angolo della bocca con la cioccolata, e un sorriso mi sorge spontaneo sul viso.

Da quanto non lo facevo?

Ormai non ricordo …

Sento la porta alle mie spalle che viene sbattuta, e solo allora mi rendo conto che mio padre ancora non mi ha dato neanche uno schiaffo, così mi giro e mi preparo a riceverlo.

Ma non arriva …

Lo vedo lì, contro la porta con la testa china che non parla, mi fissa solo.

-Pensavo di averti insegnato a non parlare ne dare confidenza agli estranei, Dean -

Sta parlando di Cass?

Mi ha visto bere birra e si preoccupa che parlassi con un estraneo?

-Non è un estraneo, è un amico-

-E da quando i tuoi amici sono adulti, Dean?-

-Da quando mi hai insegnato ad usare un arma, papà-

Non voglio essere acido, ma non ho tempo per queste stronzate.

Mio fratello è da solo con Lucifero, ed io sono qui, intrappolato nel corpo di un moccioso.

Ho bisogno di Bobby, lui saprebbe aiutarmi.

Non attendo risposte da mio padre, che sorpreso per la mia uscita, mi fissa con gli occhi leggermente sgranati e con un accenno di lacrime.

Io non perdo tempo, prendo il telefono di John e lo chiamo.

- Dean sei tu?-

- Bobby, come facevi  a saper-

- Hai la voce di un bambino!-

-Perché sono un bambino!-

-Che diamine è successo? Che ci facciamo in questo posto?-

-Non lo so, ma so che Lucifero è risorto-

A quella mia affermazione sento John ridere e poi strapparmi il telefono di mano.

Sento che parla con Bobby, ma non riesco ad ascoltare nulla perché Sam mi si para davanti con dei biscotti e la faccia tutta sporca di cioccolata.

Lo porto in bagno e con dolcezza lo ripulisco.

Mi è mancato tutto ciò, mi è mancato prendermi cura di mio fratello.

Mi è mancato lui.

Una volta ripulito mi mette le mani al collo, e se non ricordo male, tutto quello che Sam decide, Sam ottiene.

In un modo o nell’altro.

Quindi a me mi si presentavano due opzioni, o lo scansavo e beh ascoltavo il suo pianto, o lo prendevo in braccio.

La seconda era decisamente più allettante.

Usciti dal bagno, con Sam legato a me come un koala, sento mio padre parlare con Bobby di un incontro, quindi mi preparo ad un imminente viaggio.

Mentre poso Sam davanti alla televisione, noto Castiel  fuori dalla stanza.

Gli faccio cenno in direzione del bagno, sperando che mi capisca.

Quando appare mi dice che non riesce a contattare nessun angelo, né riesce ad accedere ai “piani alti”.

Si può sapere che diamine succede?

E’ tutto così ridicolo!

Io non sono più abituato a questa vita, rivoglio la mia.

Voglio tornare da Sam e rispedire all’inferno Lucifero.

Voglio riuscire finalmente ad avere una vita normale.

Ma questo non è il momento adatto per pensare queste cose.

Dico a Cass di seguirmi e di non farsi notare da mio padre, che potrebbe insospettirsi.

Intanto sento papà che dice a Sam di prendere le poche cose sparse nella stanza, così da preparare nuovamente i borsoni.

Lascio Cass l e torno da loro.

Non impiego molto a preparare la mia borsa, e solo quando è tutto pronto e siamo seduti in auto, chiedo dove siamo diretti.

Bobby ci sta aspettando.

Così partiamo: papà alla guida e Sammy che mi tiene la mano.







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