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Autore: Tenori Taiga    03/01/2010    1 recensioni
Salve! Ho iniziato a scrivere questa storia.. ehm.. diciamo qualche (pun bel po'! XD) anno fa e ammetto che, soprattutto durante le fasi iniziali, la sintassi è orrida. XD Dopo qualche tempo la pubblicai sullo stupido-Blog-che-ogni-tanto-ricordo-di-avere perchè alcuni amici eran curiosi sapere come avevo conosciuto il mio Danna-sama; ma visto che contrariamente alle aspettative è piacicchiata, ho deciso di provare a postarla anche qui, tanto per passare tempo. Quella che vi apprestate a leggere, ammesso che vogliate DAVVERO farlo, è una sorta di "Fanfic autobiografica", nel senso che molto prende dagli accadimenti da me vissuti. Alcuni personaggi sono stati modificati (chi più, chi meno XD) per enfatizzare la narrazione, così come ho leggermente cambiato la cronologia di certi avvenimenti per renderli adatti alla narrazione velocizzata che ho dovuto adottare. Quindi, per quanto io abbia preso spunto dalla mia vita reale, dichiaro che nessuno dei personaggi presenti in questo racconto è reale. (Non aspettatevi troppo, è solo la stupida storia di due stupide persone e il loro gruppo di stupidi amici. XD) Spero vi divertiate almeno un po', leggendola. ^___^ Post Scriptum: ho tolto alcune parti e cercato di sistemare un po'.. tutto. Ovviamente non ci son riuscita, avrei dovuto riscriverla completamente. ^^'
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non mi sono mai interessati i ragazzi.
(Nemmeno le ragazze, se è per questo.)
Fino all'età di dodici-tredici anni vivevo ancora sperando di diventare Sailor Moon (sì, avete capito bene. Non me ne vanto, ma questa è la realtà.) e mi innamoravo follemente dei personaggi di manga e Anime (Eto. . Un po' lo faccio anche ora. . E mi vanto non poco d'esser riuscita a conservare la mia infantilità.).

La prima volta che lo vidi pensai: -Questo è un cretino!-
Era un giorno d'Estate ed ai Bagni che frequentavo ormai da 12 anni era tempo di Gabbionate, quegli insulsi torneini in cui i maschi della razza umana si dilettano nel mostrare la loro discutibile prestanza fisica alle povere fanciulline svenevoli; io, che non avevo la minima intenzione di partecipare a quella giostra grottesca, ero stata "sorteggiata" (leggasi OBBLIGATA) come addetta alle bevande.
Erano organizzati, questo lo devo ammettere. .
Me ne stavo ferma al banchino improvvisato, bottiglie e bicchierini compresi, le gambette esili (ero magra, checchè ne dica qualcuno!) e appena scurite dal sole (c'è stato un tempo in cui il Sole baciava anche me) avvolte nell'asciugamano da mare, all'ombra della tettoia delle cabine.
In quel momento si stava giocando la partitina ragazzi 16-17enni VS. ragazze della solita età.
-Che idiozia!- pensavo tra me e me, e vista la disparità di forze in campo chiunque sarebbe stato in dubbio sul piangere od il ridere; io non feci nulla, come il mio solito.
Solo dopo un po' che la "partita" era iniziata feci caso ad una cosa: i maschietti non avevano schierato nessuno in Porta?
Mi avvicinai incuriosita; dalla mia postazione ombrosa non si vedeva ma in effetti qualcuno in porta c'era: sdraiato a prendere il sole, barbuto, capelli scuri e ribelli ed un fisico non proprio esile (non nel senso "obeso", intendiamoci. . Ma uno che fa pesi si riconosce, no?), se ne stava sdraiato a prendere il sole, con tanto di occhiali scuri e bandana in testa.
-Ah, sei l'addetta alla roba da bere? Portami qualcosa.- con la sua aria da principino delle folle, buttando poi lì un quasi veemente. . -Grazie.-
Ed eccoci al primo pensiero.
-Questo è un cretino!-
Stetti ferma a fissarlo per un paio d'istanti, indecisa se fargli il favore oppure no, ma a quei tempi ero parecchio ligia al dovere e nonostante il tono odioso (ma lui ancoa insiste che era amichevole. .) di quello, mi avvia a prendergli dell'acqua.
Ovviamente, dato che le ragazze si erano avvicinate alla porta avversaria dopo 10 gol subiti, lui prese l'acqua senza neppure un segno di ringraziamento.
Io me ne tornai imbronciata al mio posto all'ombra, lui continuò la partita finchè la sua squadra non vinse con un punteggio schiacciante e mi dispiace, ma quale fosse non lo ricordo proprio.

Questo fu il nostro primo incontro.
Ancora oggi non riesco davvero a capire come sia venuta fuori tutta la storia seguente.


Per un po' non lo vidi più ed è strano, credetemi. Il posto era piccolo ed era quasi impossibile non incontrarlo di nuovo; non che io ci tenessi particolarmente, comunque.

Fu in quel periodo che incontrai un altro ragazzo, una new entry, se di questo si può parlare.
Biondo, minuto, occhietti azzurri e sguardo vispo, era un "abitudinale" già da qualche anno ma gravitava intorno al "Gruppo dei Grandi", i ragazzi già maggiorenni e per questo non l'avevo mai notato.
A presentarci fu un nostro amico in comune, uno dei miei più cari.

Fortunatamente, questo tizio era simpatico e anche se il mio lato "Tsun" mi dava un'aria forse distaccata, il mio lato "Dere" si divertiva abbastanza, parlottando con lui.
Facemmo amicizia.
Un paio di volte fece dei commenti poco costruttivi su di una vecchia amica che soleva passeggiare con me (e che sopportava il mio essere Tsundere) ed io mi inalberai tanto che arrivai a tirargli contro una ciabatta (una volta) e "quasi" un secchiello (la seconda, ma riuscii a trattenermi); ma per il resto andavamo daccordo, sopratutto considerato il fatto che ci conoscevamo da un paio di settimane.
Fu così che lo invitai nel "Gruppo" che frequentavo nelle serate afose, tutti miei vicini di casa che venivan qualche volta anche ai Bagni (un esempio era colui che ci aveva presentati! XD) e che conoscevo da parecchio tempo, nonostante gli anni di differenza che si sa, a quell'età trovi irritantemente evidenti.
Lui accettò, avvisandoci che avrebbe portato anche suo cugino, che ultimamente non usciva quasi mai, tranne per dei giri con la nuova moto.
-Porta chi vuoi, a me non interessa. .- furono queste le mie parole.

Ci demmo appuntamento per quella sera in un luogo che anche i due nuoi giunti potessero riconoscere e mi recai li in moto (un cinquantino dell'Aprilia), accompagnata dal solito amico.
Ero abbastanza allegrotta; non si può dire che pensassi al ragazzo biondo come un papabile fidanzato ve l'ho detto, al fidanzamento non ci pensavo proprio, ma mi era simpatico e questo bastava.

Quando arrivai al posto fissato, LUI era lì.

Magliettina aderente, Jeans col cavallo basso, Cagiva 125, barba spuntata e capello ribelle: il "Cretino" era lì.
Sì, il tizio con la bandana e l'aria di superiorità che avevo incontrato al mini-torneo di gabbionate tra i Bagni mi guardava dalla sua "Motina" (Moto è davvero troppo, ne?) appena comprata mentre scendevo dall'Aprilia del mio amico.
-Cosa ci fa QUELLO qui?- pensavo e quando lo chiesi al "mio" invitato (nonostante possa sembrare diversamente vi ripeto che provavo solo simpatia, nei suoi confronti.) mi rispose che quello era il suo "famoso" cugino moto-dipendente.
La serata non fu delle più divertenti, sopratutto contando il fatto che fu il "Cretino" in questione ad accompagnarmi a casa per le 22.30, visto che l'amico che mi aveva portata aveva avuto dei problemi con la moto.
Una volta sotto casa, scesi dalla moto di QUELLO e con tutta la grazia di cui ero capace nel momento, lo ringraziai per il favore, borbottando qualcosa su un mio desiderio di non uscire più con lui. . Borbottio che comprese alla perfezione, tra l'altro, tanto che mi chiese spiegazioni.
A quel punto, più he irritata ero imbarazzata; in fin dei conti era stato tanto gentile da riportarmi a casa.
Gli inventai di sana pianta una storiella su un ritardo non permesso (in realtà avevo il coprifuoco alle 23) aggiungendo che i miei genitori non volevano più che uscissi, visto che l'inizio della scuola si avvicinava (eravamo neppure ad Agosto. . Che scusa patetica!).
-Quindi questa sarà la mia ultima uscita.- terminai.
Ora, io non son mai stata brava a recitare; non a caso nelle recite facevo o il fiore o, al massimo del mio climax artistico l'albero che muoveva i rami al vento. .
Ma evidentemente imposi un tono melodrammatico non voluto (forse esasperata dalla sua presenza) e lui ci credette.
Stava per andarsene, ed io mi stavo avvicinando al Portone di casa, quando lo udii chiamarmi.
Tornai da lui, forse un po' stizzita ma non sembrò farci caso, pensando magari alla storia sul ritardo.
-Cosa c'è? Non so se hai capito che sono un po' in ritardo e. .- iniziai, ma lui subito prese a parlare.
-Il numero.- perentorio, tanto che le parole mi morirono in bocca.
-Il. . .COSA??-
-Dammi il tuo numero di cellulare, per scusarmi nel caso tu avessi problemi con i tuoi genitori.- serissimo.
-Il cellulare?? E chi diamine ce l'ha una cosa del genere? Ma allora sei proprio un idiota, io ho solo 13 anni!- ovviamente non lo dissi.

[Se avessi saputo usare il termine Giapponese BAKA, glielo avrei ripetuto mille volte.]

Tuttavia lo pensai mentre declinavo la richiesta con tutto il tatto che ero decisa a rivolgergli.
Mi irritava, lo ammetto, e questo mi portava ad essere odiosa nei suoi confronti.

[All'epoca non me ne resi conto ma di fatto, questa scena fa davvero TROPPO Shojo manga di serie B. . Oddea. U_U''']

Ma dato che era deciso a rimanere lì finchè non avessi accettato almeno il suo numero, presi il bigliettino appena scritto che mi porgeva e mi fiondai in casa.
Passai molto del tempo che mi rimaneva prima di andare a nanna pensando a quanto mi irritasse quel ragazzo ed anche questo, forse, ricorda un po' uno Shojo Manga. .

Fui libera dalla sua presenza per BEN tre giorni ma al quarto me lo ritrovai davanti alla Biglietteria.
Con una certa nonchalance mi eclissai dietro ai cespugli che costeggiavano tutto il muro esterno dei bagni, accompagnata da mia cugina, che qualche volta mi portavo dietro.
Mi sorbii in silenzio le sue lamentele mentre spiavo la situazione dalle foglie.
-Ehi, e te qui cosa ci fai? Giochi a nascondino?-
Dalla voce gioiosa lo riconobbi subito, senza bisogno di voltarmi: era l'allegro cugino di QUELLO, il biondino col quale andavo tanto d'accordo.
-Ah. . ehm, no, stavo solo. .- iniziai, balbettando imbarazzata.
-"Stavo solo" un cavolo, sembri una matta!- queste parole così delicate furono pronunciate da mia cugina.
Borbottando un grazie tante verso di lei, l'altro si mise a ridere, costringendomi ad uscire dal mio nascondiglio, facendomi incontrare LUI.
-Come è andata con i tuoi genitori, l'altra volta?- mi chiese Mister Simpatia, seduto sulla sua Moto.
-Bene grazie. Scusate ma dobbiamo proprio entrare, ci stanno aspettando dentro!- Ignorando irritata le sue domande e le lamentele di mia cugina, entrammo al Mare, dirigendoci verso la cabina dei miei nonni.

Dato che era il terzo, dannato giorno, me ne restai seduta sulla punta (ovvero la colata di cemento e scogli più esterna, che dava direttamente sul mare "aperto"), riparata da un ombrellone, a guardare con non poca invidia mia cugina, che nuotava allegramente nei pressi del trampolino (era bellissimo, il trampolino in mezzo al mare aperto!).
-Ma guarda un po'. . Lei Signorina non nuota, quest'oggi?- a pronunciare queste parole beffarde e giocose era stato il cugino di Mr. Simpatia.
Sorrisi, divertita. Almeno non avrei passato il pomeriggio in solitudine.
-Nossignore, come può vedere anche dai miei pantaloncini, quest'oggi non mi è proprio concesso.- dichiarai con aria falsamente altezzosa.
Andammo avanti con questa serie di "botta e risposta" ancora per un po'; cominciava già a far più fresco ed entro breve mia cugina sarebbe tornata dal suo bagnetto.
-Senti. .- cominciò lui, incerto.
Lo guardai presumibilmente con aria interrogativa e lui guardò verso il mare, imbarazzato, grattandosi la testa.
-Ecco volevo. . C'è una osa che devo dirti, una cosa abbastanza importante e. .-
Il mio sguardo era SICURAMENTE interrogativo. Cosa stava succedendo?
-. . e volevo chiederti se magari.. Ti andasse bene venire in punta, dopo cena..- e ancora guardava il mare, lui!
Lo guardai sbalordita.

Ora, dovete sapere che quando un ragazzo chiedeva ad una ragazza (o viceversa, certo. .) di incontrarsi dopo cena in Punta, questo poteva voler dire SOLO una cosa: proposta di un uscita e/o fidanzamento.
Capirete quindi il mio imbarazzo all'epoca.

Ma lui fu così gentile da andar via prima che io potessi dire qualsiasi cosa, sprofondando nell'imbarazzo, appena prima che mia cugina uscisse dall'acqua.
-Bhè? Che hai fatto, sembri cadaverica, sai?- sempre sveglia. mia cugina.


Se la mia vita fosse stata un manga, in quel momento avrei sicuramente gridato un -COOOOOOOSA???- talmente forte da far tremare la Terra.

Possibile che per me fosse giunta la Primavera in Agosto?!
  
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