Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Any Ikisy    03/01/2010    3 recensioni
"Vi racconto una storia che era e che è; Parmenide non la penserebbe così, però a noi non importa.
Questa storia parla di una felice famiglia di campagna popolata da sei fratelli, una sorella, padre e madre."
[ Cit. ]
[ Dedicata a ryunosuke ]
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una Comune Famiglia di Spasurati

UNA COMUNE FAMIGLIA DI SPASURATI


Vi racconto una storia che era e che è; Parmenide non la penserebbe così, però a noi non importa.


Questa storia parla di una felice famiglia di campagna popolata da sei fratelli, una sorella, padre e madre.


Gaspare era ed è il più vecchio: i suoi baffoni crespi competevano con la sua altezza; egli amava guidare con sicurezza, perciò il suo freno consumato era come una revolver per un assassino dal facile grilletto.

Aldo era ed è secondo nella famiglia: occhi marroni e spalle larghe, si mostrò sempre più carismatico fuori casa che non dentro. Nacque in tempo di guerra, e le strade che percorreva erano incidentate di buche e dossi; lo sono ancora e lo saranno forse in futuro. Egli ha imparato a percorrerle bene, con l’andare del tempo…

Amerigo era ed è –e si spera sarà per lungo tempo!- il terzo in lista: occhi chiari del padre, carnagione e capelli per niente. Sempre fu e sarà uomo di corsa e di mondo, così in macchina percorre con velocità tutte le sue tappe; e così sia.

Antonio era ed è allegro, solare, pimpante di vita. Le sue batterie non si scaricavano mai. Anche se i suoi fari erano perennemente accesi. Giorno o notte che fosse. Tuttavia le luci della macchina da lui guidata non avevano mai fatto restringere le pupille degli altri automobilisti.

Ginevra non era e non sarò un maschio fuori, ma nel suo cuore c’è e ci sarà un pilota di formula uno: i suoi fratelli la portavano dove desiderava, e la loro guida li divertiva. Donna, capì di non aver bisogno di automobili per viaggiare.

Francesco è… e sarà molto probabilmente il più panciuto tra i fratelli, di cui è il numero cinque. E’ matto, oltre che panciuto e barbuto. Come la sua radio, che ha eccessi e difetti di audio. Nel senso che il dal nulla alza e abbassa improvvisamente il suo volume… e Francesco non la smuove: canta con tono più o meno squillante.

Settimo, ma che lo dico a fare che era, fu, è e sarà il settimo ed ultimo fratello di questa fortuita famiglia? Con la guerra ormai la regione in cui viveva era una groviera: bombe e spari ovunque… e lui, nel tentativo di evitarli, imparò come curvare qualsiasi cosa. Le sue ruote consumate possono testimoniare la sua arte nei percorsi in montagna!


Quando i loro genitori morirono, i sette fratelli si inventarono una scommessa: venti anni esatti dopo quel giorno, si sarebbero incontrati per sapere che di loro avrebbe fatto più strada grazie all’automobilismo.


In quei vent’anni successero tante cose. Alcune più folli di altre, ma comunque legittime secondo le leggi del loro stato. Infatti nessuno fu decapitato, né bruciato, né scorticato, né accoltellato, né evirato, né annegato, né bruciato, né avvelenato, né sbranato, né picchiato, né strozzato… pensate: nemmeno investito!

Ogni fratello ebbe due figli, di cui un maschio e una femmina, tranne Antonio, il quale ebbe due femmine e un maschio, e Settimio, che invece ebbe solo un maschietto. Sette figli e sette figlie.


All’incontro che avvenne dopo i venti anni passati, quando ormai le guide si erano più o meno uniformate e completate, Gaspare esordì con: “Io sono ancora vivo: pur usando la mia vecchia carretta, non ci ho lasciato le penne come un qualsiasi drogato o ubriacone. La mia sicurezza non ha per questo ostacolato il mio lavoro, e i miei figli crescono forti e in salute. Chi vanta di meglio?”

La provocazione fu raccolta da Aldo: “Io ho capito che l’economia è come la strada: piena di alti e bassi, buche e dossi. Ho capito come domarli e sono andato avanti, cavalcando con la giusta potenza le altezze più prominenti e fermandomi prima delle buche più profonde e pericolose. I miei averi sono cospicui, i miei figli curiosi e belli, mia moglie al mio fianco. Chi vanta di meglio?”

Amerigo, indispettito, rispose a tono: “Io acquistai una macchina veloce, e con essa uscii rapidamente da questo posto in cui voi invece siete fioriti. Ho radicato altrove, lontano, e con le mie sole forze ho potuto creare alla mia prole una via, distante dalla guerra in cui siamo tutti cresciuti! Ho ricostruito velocemente un percorso che la nostra famiglia impiegò lustri per portare a termine. Ed ora son qui, tornato all’ovile con la stessa mia macchina compagna di vita che fu. Chi vanta di meglio?” e giunse una risata alle orecchie dei presenti: era Antonio, che motivò la sua risata dicendo: “Io vanto tre figli, di cui due splendide fanciulle. Radiosi e luminosi, gareggiano coi raggi del sole in bellezza. Saranno loro il mio avvenire, dopo ch’io li avrò cresciuti e pasciuti. Chi vanta di meglio?” e qui fu silenzio. Ginevra non venne interpellata, e a continuare la sfida tra fratelli fu Francesco: “Io avevo solo una stupida, vecchia radio pazzerella: ora ho moglie e figli, anche se piccoli, e lavoro in una stazione radiofonica.Accompagno i camionisti nei loro lunghi viaggi, e i comuni autisti nei percorsi per le mete di villeggiatura. Chi vanta più di questo?”

Il tono altezzoso con cui lo disse fu supportato da un poderoso sfregamento delle mani sul pancione, ce nel tempo non era variato, come se un terzo figlio fosse sul punto di nascergli da un momento all’altro. Fu Settimio, il settimo fratello, a porre fine alla sua gaiezza: “Tu accompagni i viandanti con la tua voce, ma chi per loro costruisce le strade? Io sono colui che asfalta i sentieri rocciosi, che abbatte gli alberi, che fora le montagne e che crea le curve ch’io stesso imparai ad affrontare.Non solo: mio figlio, anche se unico, studia per diventare ingegnere edile, per progettare le vie su cui viaggeranno le vetture. Dunque, chi fra noi è più vicino all’automobile?”


Lo scoiattolo mordicchiava la sua ghianda su quel ramo spoglio alla sponda del lago di Como, guardandosi attorno in cerca di nemici. Non vedendone, continuò a sgranocchiare con tranquillità la sua amata ghianda, mentre i ghiacciai iniziavano a sciogliersi.


“Io non sono stata interpellata, anche se non ne comprendo il motivo, e credo di avere il diritto di farmi sentire, dato che mio figlio crea automobili, mentre mia figlia si occupa della salute di mio marito.” E fece un sorriso che tutti i fratelli ricordarono come ‘maligno’ e ‘ perfido’.


Allo scoiattolo cadde malauguratamente la ghianda dalle mani.


Per quanto una famiglia possa essere numerosa e strana, ce ne sarà sempre una la generazione dopo. E sarà senz’altro peggiore della prima!


__________


Storia di Any Ikisy e Sniffsniff, che io ribattezzo Shisui >_> non altri che mia cugina. Che quella matta mi sia testimone se questa storia è vera o no! Beh, diciamo che le differenze sono poche: i nostri nonni paterni non sono morti e la scommessa non è mai stata fatta. Tuttavia i nostri zii e padri hanno un particolare tipo di guida, che li distingue da tutti gli altri maschi del mondo!


A: Questa è nata per essere NONSENSE, e ha acquistato senso a lungo andare. Anche se è stata scritta in 2 ore -.-…

S: Non è vero! Non ti ostinare a cercare un senso se non ce l’ha!

A: Sai, essendo la nostra famiglia <_<…

S: Che ci fanno lì tutte quelle foglie?

A: … ma tanto lo so che la mia è un’impresa disperata =_=.

S: Sotto al tuo letto c’è un mondo parallelo, lo sai?

A: Tecnicamente è il TUO letto, visto che siamo nella TUA stanza… e comunque, sì lo so.

S: Saluto il cane con gli occhi viola e il gatto che mi sono morti rispettivamente sei e tre anni fa…

A: … e tu questi li chiami saluti? Faccio io. Grazie per aver letto questo delirio, commentate in tanti (non fatemici ripensare: ogni volta che vedrò questa storia sarò tentata di eliminarla se non mi saranno abbastanza commenti, conoscendomi -_-) e tanti auguri in ritardo. Ero a scrivere però, compatitemi!


PS: dedico questa storia a ryunosuke: mi ha detto che non riesce a trovare nonsense-come-dice-lei, e ho pensato di provarci io ^_^ ti voglio bene, e sono felice di averti rivisto dopo tanti anni!!

Dedico questa produzione anche alla mia famiglia paterna: siamo tanti, siamo belli, vivremo per sempre e dilagheremo come la peste! Vi voglio bene, tanti auguri parenti miei disseminati!

Perchè... è difficile... essere figlia di un uomochecorrecomeunmattonell'autostrada >_< però sono ancora viva, nè? =P


Ciao a tutti, Any & Sniff.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Any Ikisy