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Autore: vavuz92    03/01/2010    0 recensioni
Salve a tutti.. Beh, effettivamente è la prima storia che pubblico su EFP, e non so come mai ho deciso proprio oggi. Era lì fra le ragnatele dei miei file (e soprattutto nascosta dal mio ragazzo) e mi sono detta "ma sì, proviamoci." Spero davvero che vi piaccia!
Genere: Romantico, Suspence, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Un Jack Daniel’s grazie.»
Quanti Jack Daniel’s venderà questo bar?
Centinaia, migliaia?
Guarda, ce ne saranno almeno una ventina in quei tavoli laggiù. Ed eccone un altro proprio là infondo. Cos’ha di così tanto esclusivo poi questo whisky?
Lo vedono solo qui? Eppure sembra un covo di inebriati dal whisky del Tennessee.
Stanno tutti a consumarlo come fosse nettare, appoggiati al bancone di massello intagliato, reso vecchio dai migliaia di bicchieri alcolici e fegati spezzati passatici sopra.
Che stupida, dovevo saperlo. Un covo di legno, raffinato, a luci soffuse, poltroncine agli angoli, sottofondo di piano. Come ho fatto a non pensarci..
Quello non era un posto per te.
Quello era te.
Sapeva di te il legno, la tappezzeria e il vecchio pianoforte a coda. E anche quel Jack Daniel’s non era comune: aveva il tuo aroma, il tuo sapore.
Non era sorda la barista, anzi probabilmente sapeva già cos’avresti ordinato con quella faccia, in quel posto. No, non era lei che doveva sentirlo.

Mi voltai, come se avessi già visto quel momento. Come se facessimo parte di un film anni 80, o uno di quelli in bianco e nero. Come se l’avessimo già vissuto. Con l’espressione di due che lo sapevano, che non era un’incontro casuale. Era lo scontro di due anime.
«Buonasera.»
«Buonasera carissima..»
Dolce melliflua voce, come mai ne avevo sentite. Non fastidiosa, non viscida. Di quelli che non aprivano bocca se non dopo aver calcolato in un solo millesimo di secondo, le precise parole scenografiche da incastrare nella frase.
E quegli occhi.. Come facevo a non fissarli?! Lo sguardo di chi sapeva cosa avrei detto, e già ghignava. Lo sguardo di chi sa che il nostro è un gioco, da cui siamo avidamente dipendenti.

«E questo deve essere il tuo ragazzo giusto?..mm, Davide?»
«Riccardo»
«Ah beh.. molto piacere.»
L’uno con tono freddo ed incisivo, di chi aveva capito che c’era qualcosa sotto e che non gli piaceva, L’altro con quello di uno che non gli importava né come si chiamasse né che faccia avesse, soprattutto dopo essersi, per giunta, trovato davanti un gigante di ragazzo. Si strinsero la mano tagliando l’aria, come all’inizio di una guerra fredda.

Più ti guardo e più penso che siamo perfetti, mio dio. Siamo così meschinamente a nostro agio davanti a tutti, non ci importa quello che c’è intorno. Tu provochi e io ribatto, reggiamo il gioco, spegniamo l’uno le battute dell’altro e buttiamo giù un altro drink. Tutto così naturale. E mentre gli altri cercano di entrare inutilmente nei discorsi, li cacciamo fuori. E’ solo per noi, è una sorta di nostra prerogativa questa. Ci guardano ammutoliti ma non ce ne curiamo. Lì, davanti a tutti, ai due lati del tavolo, ci stiamo spogliando, stiamo facendo l’amore. E nessuno ci interromperà.

Ed è ora di una sigaretta, per spezzare la tensione che si è creata come la nebbia di novembre sulla pianura. Riccardo mi prende per un fianco, pensando di potermi avere almeno in quella pausa, mentre io tiro fuori due sigarette.
«No amore, ce l’ho.»
«E’ per me.»
Mi strappi la sigaretta dalla punta delle dita mentre la infili in bocca, tenendo testa dal basso a quello sguardo glaciale che lui ti sta lanciando. Quando sei infido, quanto sei terribilmente adorabile così. Con quella barba incolta, maledettamente sexy. Con lo sguardo da cattivo ragazzo incarnato alla perfezione dentro il bravo universitario ben vestito. Con quel fare da chi riesce ad avere in pugno ogni santa situazione senza muovere un muscolo in più. Come uno di quelli che non riuscirebbe neanche la tormenta a buttarli giù.
Ci avviamo alla porta, Riccardo davanti, io e te dietro.
«Grazie cara» sussurri: un soffio sul collo le tue parole, per farmi venire i brividi, per farmi venir voglia di te, è il nostro momento di intimità.
«Lo so che non fumi.»
  
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