.Capitolo 1.
“indovina chi suona al Rainbow mercoledì?”
“chi suona al Rainbow mercoledì, James?”
“hey, non chiamarmi James,
bambola.”
“d’accordo PAPA’ – il mio tono di
voce suonò a dir poco disgustato - chi suona al Rainbow mercoledì?” mi voltai
verso di lui sorridendo angelicamente.
“noi!”
si battè una mano sul petto, a dir poco su di giri. Alzai gli occhi al cielo
“oh sul serio? Non ne avevo idea! è soltanto la
dodicesima volta in mezzora che lo ripeti…” mi ignorò completamente e si sporse
dal materassino su cui era sdraiato
“dici che dovrei tagliarmi i
baffi?” chiese rimirandosi nello specchio dell’acqua trasparente della piscina,
si passò una mano sui quindici metri di baffi biondi che gli arrivavano a metà
petto (quasi) e scosse la testa “naah” prese un sorso di birra e tornò in
posizione comoda.
“Jim, sei consapevole del fatto che
avrò bisogno di un vestito nuovo per il grande evento, vero?” allungai un piede
in sua direzione, dando una leggera spinta al materassino a forma di chitarra
elettrica su cui era appollaiato. Tirò su gli occhiali da sole e mi fissò
dritto negli occhi
“non contare su di me, bambola.”
Fece schioccare la lingua e distolse lo sguardo.
“che diavolo vuol dire non contare
su di me, Hetfield?! E su chi dovrei contare, se non
sul mio fottuto padre?!”
“sulla tua
fottuta madre, direi. O sui tuoi fottuti fratelli!” diede un altro sorso alla sua
Guinness e si sistemò sul materassino, chiudendo gli occhi. Sospirai e
mi alzai dal bordo della piscina, dirigendomi in casa. Presi una birra dal
frigo e proprio mentre stavo per buttarmi sul divano a sonnecchiare, qualcuno
suonò il campanello di casa.
“Hey Vix!” tutti i componenti
della band di mio fratello Vincent, mi salutarono con un cenno ed entrarono in
casa senza troppi complimenti. Alex, il bassista, prese 5 o 6 birre dal frigo e
le lanciò ai ragazzi che si erano già sistemati comodamente sul divano. “come
se foste a casa vostra ragazzi, mi raccomando!” mi chiusi la porta alle spalle,
ripresi la mia birra dal tavolino della sala e mi accomodai sul tappeto.
“allora piccola, novità?”
Benjamin, il migliore amico di sempre del mio caro fratellino, mi fissò da sopra
la sua Corona in attesa di una risposta.
“niente di
particolare Ben… nuovi concerti in programma? Oh, a proposito, è ovvio che venite
tutti al Rainbow mercoledì!” indicai tutti i ragazzi con un cenno e loro
annuirono vigorosamente.
“vuoi scherzare?!
E secondo te ci perdiamo i Metallica a Los Angeles?!”
Josh scosse la testa, probabilmente chiedendosi il motivo per cui Lars odiasse
talmente tanto LA da rinunciare ad ogni show programmato sulle colline di
Hollywood…
Già, me lo chiedevo anche io.
Ma soprattutto mi sorprendeva il
fatto che mio padre fosse riuscito a convincerlo a suonare al Rainbow proprio
per il venticinquesimo anniversario dalla formazione della band. “insomma è
chiaro che saremo in prima fila!” Josh mi sorrise e mi fece cenno di
accomodarmi accanto a lui sul divano, ora che Alex era andato in giardino a
fare una telefonata. Mi accomodai tra le sue braccia e il suo odore di
sigarette e popcorn (Josh lavorava in un cinema a West Hollywood) mi trasportò
immediatamente a quel 12 ottobre dell’anno precedente: era il primo vero
concerto dei Riot Van (il nome, ovviamente, l’avevo scelto io. Direttamente
dalla mia canzone preferita degli Arctic Monkeys) e, come sempre, ci eravamo
ritrovati a bere una quantità esagerata di tequila per scaricare la tensione.
Poco prima di salire sul palco, Josh mi aveva sfiorato la guancia con una delle
sue bacchette nere e mi aveva stampato un bacio al sapore di menta dritto in
bocca, a pochi centimetri da mio fratello che il secondo dopo gli aveva
sferrato un pugno sul labbro, intimandogli di non avvicinarsi mai più alla sua
‘fottuta sorella’ e che se l’avesse fatto un’altra volta, l’avrebbe appeso
all’asta del microfono per le palle. Purtroppo Vince non aveva idea che la sua
‘fottuta sorella’ si era già fatta praticamente tutti gli altri membri del
gruppo, compreso il manager Thomas, e che mancava ormai solo Josh all’appello.
Inoltre la situazione era alquanto ironica, dato che Madison, l’altra sua
‘fottuta sorella’ era impegnata in un assiduo scambio di saliva e quant’altro
con Alex a pochi metri da lui.
Comunque, il fattaccio non ci
impedì di terminare ciò che avevamo iniziato. Nella Spider blu di Josh, poco
dopo il concerto. E a casa sua la mattina dopo. E dopo il ballo invernale. E
sulla spiaggia di Venice…
“Hey ragazzi! State aspettando Vincent?” la voce
squillante e argentina di mia madre, distrusse la nube di ricordi che stavano
cominciando ad affollarmi la mente e crollai immediatamente con i piedi per
terra, sussultando e ricevendo un’occhiata interrogativa da parte di Josh.
“sì, signora
Hetfield. Anche se doveva essere qui
circa mezzora fa…” mia madre si voltò sorridendo melensa, scosse la sua folta chioma
di capelli biondi e fece una composta risata
“oh ti prego Ben! Quante volte devo dirtelo di chiamarmi Carrie e di darmi
del tu?!” Benjamin arrossì vistosamente e si passò una
mano sulla fronte. Mia madre era sicuramente ciò che si usa definire una MILF,
per questo casa nostra era sempre affollata degli amici maschi di Vincent e
William, a cui sembrava persino fare piacere che i loro amici arrapati
fantasticassero su nostra madre. Ma guai a toccare le loro sorelle 22enni, per
carità.
“Hayley che ne dici di venire a
darmi una mano con la spesa?” mia madre si rivolse a me, gentilmente, ricevendo
un’occhiata confusa ed incredula subito dopo
“la spesa?!”
alzai un sopracciglio “e da quando TU fai la spesa?!” si strinse nelle spalle
“beh, mi andava di provare,
allora?” mi fece la linguaccia e si diresse sinuosamente verso l’uscita.
Sospirai e la seguii, rassegnata.
“forza Vix, vai ad aiutare
mammina!” Alex scoppiò a ridere, facendomi un osceno occhiolino.
D’accordo.
Appena arrivai davanti al
fuoristrada rosso fuoco di mia madre, notai il numero infinito di buste
marroncine che giacevano a terra, accanto al bagagliaio.
“hai svaligiato il supermarket,
Caroline?!” lei si fermò di scatto e mi fissò con aria
severa e le mani sui fianchi “cosa?” domandai, confusa.
“innanzitutto, puoi dire ai tuoi
amici di smetterla di chiamarti Vix, è davvero troppo trash. Persino per te.
Seconda cosa, guarda cosa ti ho preso!” il bagliore del suo sorriso quasi mi
accecò, quando mi lanciò una bustina contenente un adesivo che diceva “i sleep with rockstarZ”.
Alzai lo sguardo
lentamente verso di lei “Sai Caroline, dovresti seriamente evitare di istigare
i tuoi figli al sesso libero… ma grazie comunque! Lo attaccherò sulla macchina assieme a tutti gli altri!”
le sorrisi quando la vidi alzare gli occhi al cielo e proseguii “ah, e Vix mi
piace. Suona bene. E di certo non sono stata io a scegliere
di chiamarmi Hayley Victoria, ricordi?” sbuffò, gesticolando e probabilmente
cercando di comunicarmi qualcosa nella sua lingua… poi sospirò rassegnata e si
limitò ad indicarmi prima le buste e poi l’ingresso.
Ok.
Carissimi lettori e
lettrici! Eccomi qua con la mia “nuova” FF (si fa per dire, diciamo che ho
modificato un pochettino quella originale e ho deciso di ripostarla! :D)
Insomma i personaggi
sono del tutto inventati… apparte James Hetfield, cantante-chitarrista dei
Metallica, che ovviamente esiste davvero… ma la sua intera famiglia è
ipotetica! Chiaro che ho inventato tutto di sana pianta, anche perché la sua
vera moglie si chiama Francesca e…
Ma vabè non credo vi
interessi la sua storia! XD
Spero vi
piaaaaaaaaccia :D e mi raccomando recensiiiiite! Vipregovipregoviprego
ho bisogno di pareri :D [ah, i Green Day nel prossimo
capitolo credo ._.]
Tanto love <3
-valush-