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Autore: Beliar    06/01/2010    1 recensioni
Chi gli aveva donato il ciondolo, d’altronde, non si era fatto scrupoli di gettare il suo cuore. Non aveva controllato nemmeno che fosse intatto e intanto pulsava e sguazzava nel sangue, che si disperdeva e marciva.
Slash accennato, Rating Giallo soltanto per la violenza.
Autrice: Beesp
Genere: Drammatico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Max Green , Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La collana finisce sul pavimento, con un rumore dell’acciaio contro il marmo.
La tentazione è di sollevarla e controllare che non si sia graffiata – in cinque anni non era mai successo che la trattasse con disattenzione – ma la ignora e rimane lì, al posticino che le è sempre spettato, la catena d’argento arrotolata e distesa, infilata nel passante decorato.

Chi gli aveva donato il ciondolo, d’altronde, non si era fatto scrupoli di gettare il suo cuore. Non aveva controllato nemmeno che fosse intatto e intanto pulsava e sguazzava nel sangue, che si disperdeva e marciva.

Max non è fiero, affatto.
Si rosicchia le unghie sul divano, in cerca di un’attività che lo distragga, distolga i suoi pensieri dall’amuleto morto. Sa per certo che nel momento in cui la sua rabbia si è scatenata, ancor prima che gli occhi di sparissero e che la porta fosse chiusa alle sue spalle, ha spezzato la magia che v’era all’interno. Anche se fosse rimasta stretta al suo collo, dondolando e attendendo di essere accarezzata ancora, non avrebbe ricevuto ciò per cui raschiava la pelle con la propria freddezza con perseveranza… dopo tutto quel tempo.

Si alza, scaraventa contro i muri i cuscini, le piume iniziano a volare nella stanza, fino a crollare al suolo. Tutto vi si rovina, una maledizione che colpisce la razionalità di Max. Anche lui appoggia la guancia contro la superficie gelida. “Aspetta…”. Quasi fosse ancora accanto a lui.
Intravede una sagoma evanescente, se si allungasse potrebbe quanto meno sfiorarla. Il suo cervello suggerisce “disintegrala”.
Cerca con gli occhi un’arma, anche una semplice paletta che gli permetta di colpirlo.
Quando trova la forza di poggiare il suo peso sugli avambracci, però, è già scomparso con un ghigno.

“Stupida tartaruga”. Sibila.
Un mattarello di legno, l’unico utensile a portata di mano, s’infrange sull’animaletto portafortuna. Quello non si scalfisce, rimbalza contro le mattonelle della cucina e fa piegare con la sua irruenza Max in due, arrivando contro la sua pancia.
Controlla che non sia forata, anche se ne è quasi sicuro. E invece no, alcun buco.

Ringhia mentre riprende a picchiare forte il tavolo con l’arnese, aumenta l’intensità delle vibrazioni assieme a quella che percuote i muscoli. Nemmeno Max avrebbe mai potuto credere di lasciar fuoriuscire tanto ardore.
Solleva una caraffa di vetro, si divide in mille spicchi, uno si conficca nel piede. Riprende dopo aver bestemmiato; il martello nello schermo del televisore e nella finestra della camera da letto, le lenzuola si strappano nel centro, tenute a un capo e all’altro dalle dita macchiate di sangue e smalto nero di Max. I libri e i CD si riversano sul tappeto della sua stanza, frantumazioni di copertine e plastica.

Una cuccia nel bagno. Qualche istante in cui respira, affannosamente, velocemente. Gli vortica la testa, ma quando quella sensazione passa…
La pioggia si propaga dalla doccia, inzuppa l’intero bagno e Maxwell, che getta ripetutamente il pugno contro il vetro. Ancora e ancora. “Perché?” Trova la forza di urlare.
Gli pare quasi che la tartaruga stia sgattaiolando verso di lui, mentre perde i sensi e arriva il puzzo di polvere tipico del pavimento di casa sua, come se voglia sorreggergli la testa e proteggerlo – ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice: [Beesp; Prompt #6: Maledizione; 530 parole]
Il titolo e la storia sono ispirati alla canzone dei Nirvana “Heart Shaped Box”.
Ancora, ancora, ancora… depressioni su questi due. Il ciondolo esiste davvero, e pare che veramente Ronnie l’abbia regalato a Max.
I personaggi non mi appartengono e la storia, scritta non a scopo di lucro né commerciale, non intende dare rappresentazione veritiera della realtà, i fatti narrati sono inventati e mai accaduti – né mai accadranno.
Una tartaruga davvero antipatica, però la voglio anche io.

  
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