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Autore: ballerinaclassica    06/01/2010    3 recensioni
Allora Francia se ne rendeva conto, in quei rari momenti in cui la brutta faccia di Inghilterra diventava più chiara da leggere, si adagiava verso ovest (talvolta sotto le proteste di Andorra) e poggiava la testa sulla spalla di Spagna.
Francia/Spagna [Accenni di Francia/Inghilterra e Spagna/Romano]
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il bello era che ogni volta non riusciva nemmeno a capire dove di preciso avesse sbagliato. Si limitava a fissare di fianco a sé, lasciare che la luce dorata lo costringesse ad assottigliare gli occhi e poi sorridere, rendendosi conto che lui c'era sempre.
Francia, nonostante si dicesse che era un subdolo imbroglio, che tutti i suoi fili finivano sempre per essere brutalmente spezzati (le cesoie di Inghilterra, dovevano per forza essere le cesoie di Inghilterra), continuava a commettere sempre lo stesso, fatidico errore. Quello che ormai era diventato come una droga, gli sfilava davanti agli occhi e lui, esattamente come chi era dipendente da quella sostanza, non riusciva a fare a meno di cercarla di nuovo, tendendo le braccia in un disperato tentativo di acchiapparla.
La mattina dopo le forbici agivano ancora e ancora e non sempre erano quelle di Inghilterra, che provava una sorta di piacere perverso a vederlo estraniato dal mondo, completamente avulso da tutte le faccende che mandavano avanti quelli come loro.
Spagna si alzava dal letto e si rivestiva, mormorava qualcosa nella sua lingua, Francia a volte lo capiva e a volte no. Oppure faceva semplicemente finta di non averlo ascoltato o di rifiutarsi categoricamente di rispondere a qualsivoglia richiamo che non fosse in un elegante e suadente francese. Però era palese che fosse una bugia, Francia non ammetteva un sacco di cose.
E a fargli più male di tutte era il restar solo, a causa di un paio di forbici che provavano a spezzare anche gli ultimi legami che aveva attorno.
Perché se sopra di sé Francia vedeva solo Inghilterra e le bianche scogliere di Dover, dentro di sé non desiderava altro che accorgersi di come lui cedesse, lasciandosi trasportare dalle dolci onde della manica, fino a ritrovarsi tra le sue braccia, oltrepassato Calais e raggiunto finalmente l'Ile de France.

La malattia degli amori non ricambiati si era diffusa a macchia d'olio in tutta l'Europa. Aveva coinvolto le Italie, una delle quali non faceva altro che protestare, pazzo di gelosia nei confronti di un fratello infatuato di quello che avrebbe dovuto essere il loro peggior nemico; aveva contagiato lui stesso, che alla fine non aveva potuto fare altro che cominciare a litigare con l'oggetto del suo amore, giusto per non essere dimenticato, tanto per poter essere ancora qualcuno, anche solo una “stupida rana”.
Francia però era almeno compiaciuto di qualcosa; cinico ed imperturbabile, anche Inghilterra aveva finito col cedere e col diventare vittima di quella bizzarra malattia. Il suo, tra tutti gli amori, forse era il più caparbio, così forte e (solo da una parte) così indissolubile da sfidare addirittura un oceano.
Allora Francia se ne rendeva conto, in quei rari momenti in cui la brutta faccia di Inghilterra diventata più chiara da leggere, si adagiava verso ovest (talvolta sotto le proteste di Andorra) e poggiava la testa sulla spalla di Spagna.

"Stai andando via?"
Spagna si voltò e lo guardò, con le lenzuola che coprivano Francia davvero poco mentre teneva le mani giunte sul grembo. Sembrava addirittura tranquillo.
"
Romano mi starà cercando, non voglio che si preoccupi.
"
Pensi sempre a Romano."
E allora sorrise, dicendo, tra sé e sé, che Francia talvolta era proprio un incapace. Almeno tutte le volte che si sforzava di dirsi che non c'era niente a turbarlo, che lui era l'onnipotente Francia e sapeva benissimo andare avanti da solo. Che dunque Spagna pensava a Romano e allora era un debole, perché doveva capire che non c'era bisogno dell'aiuto di nessun altro per riuscire a rotolare ancora in qualche direzione, a vivere senza aggrapparsi spasmodicamente a qualche corda. Perché tanto sarebbe arrivato qualcuno (forse Inghilterra, forse proprio Romano) e avrebbe usato le sue forbici per tagliarla.

"Lo so."
"Romano è una persona importante per te."
Spagna si stupì, non tanto per il tono che Francia aveva usato (un po' malinconico, un po' sovrappensiero), quanto per il fatto che sembrava sottolineare ancora una volta quale fosse il male che li univa.

Spagna lo sapeva bene, lo ammetteva anche ma non demordeva.
Trotterellava con Romano, ogni giorno, davanti a lui, accanto a lui, alle sue spalle. Se soltanto avesse avuto una coda, probabilmente Spagna avrebbe anche scodinzolato. Di tanto in tanto Romano si voltava a guardarlo o affrettava il passo; tutte le volte che lo faceva, però, il suo intento non era tanto quello di seguire Spagna, quanto quello di non staccarsi e rischiare accidentalmente di restare senza nessuno che lo proteggesse, senza nessuno che si prendesse cura di lui.
Sparito Veneziano, se anche Spagna fosse andato via, lui sarebbe stato ancora più solo.
Spagna aveva capito ogni intento di Romano, più che altro non ci badava e invece gli rivolgeva un altro bel sorriso, di quelli leggeri, che sembravano alienarlo da ogni tipo di preoccupazione.


"Lo so."
Francia rimase steso a letto, a ripetersi nella mente le ultime parole di quello scambio di battute. E allora tornava Inghilterra, che con le sue forbici tentava brutalmente di recidere il filo dei suoi pensieri, non sopportando per niente il fatto di esserne l'oggetto.
Eppure Francia l'avrebbe voluto così tanto. Avrebbe voluto seguire le onde e schiantarsi contro Dover. Gli accadeva fin troppo spesso di desiderare ardentemente di poter esplorare Inghilterra, sebbene molti la trovassero ostile come terra, Francia aveva sempre voluto conquistarla (forse per averlo dalla sua). O magari semplicemente entrare. Ma probabilmente non gli sarebbe mai stato permesso.
E allora Francia se lo diceva ancora, che accanto a lui, fedelmente incollato al suo confine ovest, Spagna lo aspettava a braccia aperte, pronto a fargli da appiglio, a proteggere il loro legame da qualsiasi lama indiscreta.


"Mh-"
Spagna finse di guardare l'orologio, in un gesto inutile quanto buffo, visto che nemmeno lo aveva un orologio. E poi tornò ad avvicinarsi al letto, sedendosi accanto a Francia.
Quello non ci mise molto a passargli un braccio attorno ai fianchi, allungando il collo subito dopo e arricciando le labbra, fino a raggiungere la sua gamba e a baciarla. E notò con disappunto che la frizione dei suoi vestiti contro la bocca gli dava davvero una pessima sensazione.
"Credo che Romano-"
Allora Francia decise bene di portare le mani ai bottoni, facendo sfregare le dita tra le sue gambe anche più del necessario, mentre Spagna abbassava il viso e lo guardava.
"Credo... Credo che Roma-"
Chissà quale bella scusa stava per inventarsi Spagna, pur di restare con lui (e probabilmente la cosa avrebbe fatto male ad entrambi, ma avrebbero cercato di non darle troppo peso), a letto insieme, fino a tarda mattinata.
"Romano?"
Proprio mentre aveva pensato bene di poggiare le labbra su lidi migliori, Francia alzò la testa e lo guardò sorridendo, scostando subito dopo una ciocca di capelli biondi che era ricaduta sulla fronte.
"Credo che Romano dovrà aspettare."
Francia sorrise di nuovo, abbassando il viso subito dopo, riportando l'attenzione sull'inguine di Spagna. Intanto le sue mani si muovevano quasi da sole, arpionavano il bordo dei pantaloni e li trascinavano fino alle ginocchia, scoprendo che Spagna aveva meravigliosamente pensato che fosse totalmente inutile indossare biancheria intima quando a casa avrebbe dovuto spogliarsi un'altra volta (Francia era pienamente d'accordo su questo punto). Le sue labbra, invece, avevano cominciato ad alternare i baci e a succhiare un po' il suo ventre, le anche spigolose e le gambe morbide.

Romano, Romano, Spagna ci pensava così tanto. Francia sperava che almeno ora nella sua testa non ci fosse che lui, con le sue mani, le sue labbra e il suo profumo all'ultima moda.
Poi, però, Francia si rese anche conto che ogni volta che sfiorava la pelle di Spagna, calda, testa e terribilmente vicina alla sua, nella sua testa non vedeva altro che folte sopracciglia, pioggia e le onde della Manica.
Diamine, qualche volta avrebbe pagato finanche in natura (a dire la verità la cosa non gli sembrava granché negativa) pur di avere anche lui un paio di quelle forbici che odiava tanto.


"Meglio così."
Francia tornò alla realtà (più che altro gli era stata sbattuta in faccia da Spagna che aveva sollevato il bacino per andare incontro a lui) e riprese con i baci e con le carezze. Nell'interno coscia, salendo lentamente dal ginocchio verso l'alto.
Ogni tanto sentiva Spagna chiamare il suo nome. Sì, sì, il suo, proprio il suo, proprio quello di Francia che apriva la bocca e cominciava a muoverla, cercando forse di avere per sé tutte le attenzioni e allo stesso tempo di succhiare via da Spagna ogni pensiero che non fosse rivolto a lui, solo a lui. Non voleva che ci fosse alcun paio di forbici, lì, a spezzare quel legame.





Niente Inghilterra, niente Romano.

Spagna restò con Francia ancora a lungo. Nella bocca sentiva quasi un sapore amaro mentre all'altezza dello stomaco c'era una specie di peso. Sul petto, leggermente spostata a sinistra, una sensazione di vuoto.
La malattia degli amori non ricambiati, forse per la vicinanza, forse per l'influenza che riuscivano ad avere l'uno sull'altro, alla fine aveva contagiato anche lui stesso. Non gli era bastato, probabilmente, vedere Francia struggersi per quel muro fatto d'acqua che lo separava dalla sua amata isola, non gli era bastato nemmeno accorgersi di vedere la delusione calare sugli occhi di Romano ogni volta che Veneziano arrivava tenendo a braccetto Germania.
Magari sarebbe rimasto lì ancora un po', pensò mentre Francia lo trascinava di nuovo a letto, baciandogli le spalle e poi le clavicole e poi lo sterno.

Niente Inghilterra, niente Romano.
















Scritta per la Criticombola con il Prompt 9, Forbici.
[Può essere considerata un spin-off dello spin-off di L'amour comme s'il en pleuvait, nu sur le galets.]

E dedicata alla mia Claire, che deve smetterla di farsi piacere coppie che non siano usuk.

Fanfiction ~ libera la tua immaginazione

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