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Autore: Beliar    06/01/2010    0 recensioni
Patrick sembrava volerlo picchiare, e Andy sentiva di essere d'accordo con lui; perché Pete li aveva fatti scapezzare fin lì solo per “Passiamo la vigilia insieme! Non l'abbiamo mai fatto!”

Scritta per il C.U.M.! Andy/Pete, Joe/Patrick.
Autrice: L i a r
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer:Oh, no, non è mai successo.
Pairing(s)/Personaggi:Lista n.3; numeri 5 e 13, rispettivamente Pete Wentz e Andy Hurley. Quindi, Andy/Pete e un pochino di Joe/Patrick \o/
Prompt:addobbi, vigilia di Natale, lista buoni/cattivi, regali.
Note:Scritta per il C.U.M.!
OMG, la mia prima fiction su Fall Out Boy è una Andy/Pete! OMGOMGOMG. Oh, la prima parte del titolo ovviamente è presa da "G.I.N.A.S.F.S." dei FOB : D (ho dei problemi coi titoli, really).
Ringraziamo anche il cioccolato della mia calza che mi ha sostenuta in questa impresa, e Ory <3










Things aren't the same anymore, but it's not so bad at all.





“Andy, vai a cercare quel coglione.”
Checcos...?” Oh, no - Patrick non poteva chiedergli di muoversi di nuovo.
Era arrivato al limite di sopportazione massimo già da qualche ora – da quando Pete l'aveva chiamato ad un'ora improponibile del mattino supplicandolo di correre a casa sua.

E Andy si era precipitato, già figurandosi ogni possibile catastrofe (ancora non aveva superato del tutto lo shock per quella volta in cui il bassista aveva mandato a fuoco la cucina e aveva chiamato lui invece dei vigili del fuoco) ed era rimasto basito trovando gli altri due componenti dei Fall Out Boy in attesa davanti l'appartamento del suddetto Wentz; quest'ultimo aveva aperto solo dopo mezz'ora (mezz'ora! d'orologio!) e li aveva fatti entrare, entusiasta, spiegando loro la sua geniale idea.
Patrick sembrava volerlo picchiare, e Andy sentiva di essere d'accordo con lui; perché Pete li aveva fatti scapezzare fin lì solo per “Passiamo la vigilia insieme! Non l'abbiamo mai fatto!”
E poi avevano scoperto che non c'era nulla di commestibile in casa – salvo una scatoletta di tonno, un baratto di maionese muffito e mezzo litro di un qualche vino non meglio identificato, di cui era decomposta anche l'etichetta – ed erano stati costretti a uscire di nuovo, prendere la macchina, trovare un fottuto supermarket aperto e fare la spesa (“No, Pete, non ci servono quelle merendine. Lo so che è casa tua ma – cazzo! Stiamo dividendo le spese no?! Posa quel barattolo di cioccolato!”).
E poi, tornati sul pianerottolo di casa il bassista si era grattato la testa, aveva riso e aveva dichiarato di aver dimenticato le chiavi – e Patrick voleva tanto tirargli in testa un uovo, o una bottiglia d'olio.
“Non vi preoccupate! - sorrideva ancora, il deficiente – la mia vicina ha la copia delle chiavi!”
Dopo aver bussato alla vecchina – e aver trascorso un buon quarto d'ora per farle capire cosa le stavano chiedendo – tornò sventolando il mazzo di chiavi e provò a infilarle una a una nella toppa (Patrick era rosso, Joe si era messo fra lui e Pete per evitare risse) ma nessuna era quella giusta. Pete sbatté le palpebre, confuso, e bussò di nuovo alla cara signora; quest'ultima cominciò a sbraitare “Giovine! Ma insomma, cosa vuole ancora a quest'ora! Io devo cucinare per i miei nipotini, sa? Ma certo che le ho dato le chiavi giuste, come si permette! Io ci vedo ancora benissimo, io! - e sottolineò, dopo un'attenta analisi del mazzo di chiavi in questione che, ovviamente, era colpa del ragazzo perché – veda, sul portachiavi c'è scritto cinque! Significa che sono della signora del quinto piano! E poi la vecchia sono io...” gli gettò il mazzo giusto e gli sbatté la porta sul naso.

Comunque. Erano tutti in cucina ora, Patrick alle prese coi fornelli e Joe con la pila enorme di piatti incrostati nel lavello; e c'erano dei rumori sinistri provenienti dalla stanza accanto.
Andy decise di smuoversi, infine, perché non sarebbe stato carino regalare ai signori Wentz uno scatolo coi pezzettini del loro caro figlio per Natale.
Si diresse verso la fonte del rumore ed esclamò: "Pete, cosa cazzo stai facendo?"; pensava fosse una domanda legittima considerando la scena che gli si parava davanti: il suddetto bassista era aggrappato ad uno  scaletto, che barcollava pericolosamente, cercando di raggiungere uno scatolone in alto, su uno scaffale del ripostiglio.
“Prendo gli addobbi, no?”
Il batterista sospirò, gli chiese gentilmente di scendere, avvicinò lo scaletto allo scaffale e prese lo scatolone molto, molto più facilmente di quanto l'intelligenza di Pete potesse concepire.
“Ecco fatto.” mollò lo scatolo a terra e adocchiò il divano.
“Benissimo! - l'altro batté le mani come un bimbo – ora possiamo decorare la casa insieme!”
Oh, merda.

Andy lo sapeva. Aveva capito subito, quel mattino, che avrebbe fatto meglio a spegnere il cellulare e morire sotto le coperte fino alla sera, quando sarebbe dovuto andare a trovare i genitori.
Oh, quanto sarebbe stato meglio la vigilia a casa dei suoi! Sapeva che avrebbe dovuto rifiutare la proposta dell'amico; lo sapeva, dannazione, e invece si ritrovava in bilico su una sedia, attaccando con lo scotch degli orribili barboni panciuti ovunque, con folletti annessi. Roba che non aveva fatto nemmeno all'età di cinque anni.
“Ohhh, Andy! Andy! Guarda cosa c'è qui, guarda cos'ho trovato!” era una mini-slitta, con tanto di Babbo Natale, renne e sacco con piccoli pacchettini incollati tutto attorno.
“Lo metto sul tavolino, qui!” scaraventò con naturalezza lattine vuote, riviste e il telecomando a terra e posizionò al centro dello spazio appena liberato l'opera d'arte.
L'altro, nel frattempo, aveva finito le figure di cartone che l'altro gli aveva implorato di appendere e gli lanciò lo scotch, sospirando: finalmente avevano finito.
O forse no. “Oh! Eccole, erano sepolte sotto tutta l'altra roba! Ora possiamo fare l'albero, ho trovato le palline!”
“...” a Natale si è tutti più buoni – non proprio; Andy lo sopportava da anni, e in nome della loro amicizia lo assecondava, sempre. Non era questione di spirito natalizio, era Andy ad essere un santo – quindi il più piccolo annuì, sorridendo appena di riflesso alla faccia contenta dell'altro cretino.

Patrick non era un gran cuoco ma era evidente che si era sforzato enormemente; anche se, forse, la roba vegetariana non era proprio il suo forte. Andy, stoicamente, ingollò la poltiglia composta da ingredienti sconosciuti per non offenderlo. La cacciagione, però, non sembrava male visto quanto gli altri tre stavano mangiando, tutti contenti.
A metà di un boccone, Pete si alzò di scatto – facendo sputare vino a Patrick per lo spavento – e fece “Oh, merda, ho dimenticato i Crackers!”
Gli altri tre si guardarono, la stessa espressione perplessa, mentre lui correva nella sua stanza e tornava con quattro involucri di carta.
“Li ho fatti io, con le mie manine!” trillò, mentre ne lanciava uno a tutti i presenti. Che continuavano ad avere facce da triglie.
“Avanti! Apriamoli!” Pete afferrò un'estremità del cracker di Andy, e gli porse una del suo. Joe e Patrick li imitarono “Tirate!”
I quattro cilindri esplosero con un sonoro crack! e la tavola fu ricoperta da una miriade di coriandoli.
Joe trovò un paio di occhiali da sole enormi, di plastica rossa e senza le lenti; Patrick due paia di corna da renna, e Pete una coroncina rosa con tanto di diamanti di plastica incastonata.
Andy invece ebbe un cerchietto con due cuoricini attaccati a due molle, e quando muoveva la testa li sentiva rimbalzare – Pete li obbligò a indossarli fino alla fine della cena.
Alle dieci erano tutti completamente sbronzi (tranne Andy) e avevano iniziato a cantare Jingle Bells (tranne Andy, che si era stravaccato sul divano mangiando arachidi).
Ad un certo punto mentre Joe limonava con Patrick - Joe! Con Patrick! Dovevano essere totalmente fusi – Pete si sedette accanto a lui, ridendo come un matto.
“Aaaahndy, guarda cos'ho qui.” gli sventolò davanti al naso un qualcosa verde.
“Cos'è?”
“Vischio!” lo mise sopra le loro teste e si avvicinò di più “Ora dobbiamo baciarci! Per forza!” rideva ancora.
Andy roteò gli occhi. Era ubriaco, e se non l'avesse assecondato...l'avrebbe fatto lo stesso. Quindi, meglio farla finita e toglierselo di torno. Un bacetto non l'avrebbe di certo ucciso.
Solo che non era un bacetto, visto che Pete aveva buttato il rametto sintetico a terra e gli stava slacciando i pantaloni, e Andy. Andy avrebbe dovuto vomitare per il puzzo di alcool, gli suggerì una vocina da qualche parte della sua coscienza, e invece no; non gli faceva proprio ribrezzo se si considerava che aveva infilato le mani sotto la maglia di Pete e glie la stava sfilando.
Poi una lampadina si accese nel suo cervellino ubriaco - senza aver bevuto altro che acqua - e una parola lampeggiò davanti ai suoi occhi. Straigh edge. Ah, già, niente sesso occasionale.
“Pete. Pete.” lo trattenne per le spalle
“Cosa?”  aveva i capelli spettinati, e le labbra turgide.
Uhm. Straight edge. “Straight edge, ricordi? Niente sesso occasionale.”
“Ah, già.” annuì, improvvisamente più lucido. “Beh, allora tu non farlo! Sono io che faccio sesso occasionale con te!”
Andy rifletté. “Non credo vada bene.”
“Capisco.” mormorò, corrugando la fronte in un'espressione concentrata.
“Ok! Ho trovato la soluzione, fidati di me!”
“Che signif-” ma la domanda di Andy fu interrotta sul nascere perché la sua bocca era abbastanza impegnata, e non vi fu il tempo di formularla, dopo.

Probabilmente aveva sognato.
Ma certo; anche perché una stronzata del genere non era da lui, davvero,
Doveva avere i sensi in tilt, pure, perché quello non sembrava esattamente il suo letto ma doveva esserlo.
E comunque, le braccia che lo stavano soffocando potevano non essere reali; doveva capire prima che Patrick aveva intenzione di drogarlo con quel piatto...dannazione.
Prese coraggio e spalancò gli occhi; individuò gli occhiali, a destra (su un comodino che non era il suo) e li inforcò. Guardò alla sua sinistra solo dopo un sospiro; Pete si stava sfregando gli occhi con una mano e aveva la testa poggiata sul suo petto, l'altro braccio attorno al suo collo.
“'Giorno.” disse, con naturalezza, quasi fosse normale dormire col suo batterista.
Merda. "Pete, non so se ricordi quello che è successo stanotte visto che eri totalmente ubriaco, ma-"
"Certo che mi ricordo! - saltò su quello, ghignando - non ero così ubriaco."
"Oh. - era...inaspettato, ecco. Significava che una parte di lui l'aveva fatto volontariamente? Si grattò la testa, perplesso - Beh. Quindi cosa-"
L'altro si tirò a sedere di scatto "Lascia perdere. Piuttosto, ti ho fatto un regalo!"
Pete saltò giù dal letto, entusiasta, e si abbassò per prendere qualcosa dietro la porta.
"Ma non avevamo deciso di sbattercene dei regali, noi quattro?" fece il batterista, sollevando il busto.
"Si!Ma io ve li ho presi lo stesso, così potevo cogliervi davvero di sorpresa!" glie lo porse e, vedendo che Andy non lo afferrava, tolse la carta sbuffando e gli drappeggiò una lunga sciarpa attorno al collo, l'aria seria rovinata dagli occhi scintillanti.
Poi tornò a sorridere di nuovo e lo baciò "Buon Natale!"
Andy sorrise di rimando e mormorò un grazie, poi qualcosa sembrò passargli in mente d'improvviso "Patrick e Joe!"
"Cosa?"
"Ieri sera erano totalmente andati, e stavano...beh, insomma, scambiandosi auguri molto calorosi."
"Ah, quello! Mi sembra normale visto che stanno insieme da, uhm? Un anno, forse."
"COS?" rischiava di affogarsi con la propria saliva, e sentiva male agli occhi per quanto li aveva spalancati.
Pete rise - ma era normale che i denti gli brillassero così tanto? - e lo trascinò fuori la stanza. "Andiamo a svegliarli! Voglio dar loro i regali!"
Andy sospirò, portandosi una mano alla fronte. La sua band era totalmente ed irrimediabilmente destinata ad andare a puttane. Erano un covo di pazzi.
Sorrise ancora però; alla fin fine, non aveva mai sperato di trovarvi un briciolo di sanità mentale.
  
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