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Autore: Koori_chan    08/01/2010    1 recensioni
Alaska salì lenta le scale diretta in camera di suo fratello, ma si bloccò a metà del corridoio. Il suo sguardo incrociò quello arrossato di Arthur, fu un attimo, ma sentì piombare su di se tutta la stanchezza di quei giorni. [...]Lo aveva capito, ormai: l’era dell’espansionismo era finita da un pezzo.
!!ATTENZIONE!! Presenza OC--> Alaska!!
Fic dedicata alla mia Ame-chan... hope you enjoy! ^^ by Koori-chan
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Te lo prometto, ti proteggerò sempre. –

Quei limpidi occhi azzurri le sembravano così sinceri…






Alaska buttò giù l’ennesima sorsata di vodka come se fosse acqua, ci era abituata ormai.

Camminava distratta per la casa, fermandosi ogni tanto per bere ancora un po’; c’era freddo in inverno, la neve ghiacciava i cuori, e cosa meglio dell’alcool per riscaldarli?

Rallentò davanti alla mensola con le foto di famigia: lei e il suo jii-chan al suo dodicesimo compleanno, una fotografia il cui soggetto doveva probabilmente essere Canada, prontamente coperto dal berretto di Sealand… forse erano a uno dei vecchi cenoni di Natale dove si riuniva tutta la famiglia… sorrise vedendo suo fratello che faceva le corna a un ignaro Igirisu, tutto tronfio nel suo –orrido- nuovo vestito verde muschio.

Si sorprese ad accorgersi che ormai nemmeno pensare al tempo passato a casa di Russia e Siberia le suscitava particolari reazioni.

Quando era ancora una ragazzina aveva l’abitudine di rintanarsi nel letto di suo fratello e di farsi rassicurare dai suoi caldi abbracci… già, America aveva sempre avuto la capacità di metterla di buonumore.

Il suo sguardo si posò su un vecchio ritratto che la raffigurava sontuosamente vestita e adorna di gioielli, proprio come dovrebbe essere una signorina per bene.

Ricordò la promessa che si erano scambiati lei e Alfred un giorno di primavera: “io mi vesto bene se tu smetti di portare gli occhiali”.

Inutile dire che il patto non era durato più di una settimana.

Non che fosse la prima volta che America non stava ad un patto; ad esempio quando Alaska era da poco entrata nella sua fase adolescenziale, il ragazzo trovava sempre qualche scusa per tenerla lontana dalla sua cameretta, sgusciandoci dentro e cercando nel diario segreto della ragazzina informazioni su un presunto spasimante. Alaska aveva riso fino a farsi venire il mal di pancia quando l’aveva scoperto: “non si sa mai un ragazzino in piena crisi ormonale cosa potrebbe farti! Tu, così tenera e innocente…”.

Si era dovuto però ricredere quando aveva trovato sotto il suo letto scorte a vita di una strana polverina bianca che le passava di nascosto Igirisu. Ecco spiegata la strana passione della sorellina per le creature “immaginarie”…

Alaska salì lenta le scale diretta in camera di suo fratello, ma si bloccò a metà del corridoio.

Il suo sguardo incrociò quello arrossato di Arthur, fu un attimo, ma sentì piombare su di se tutta la stanchezza di quei giorni.

- Jii-chan? – chiese fingendosi forte.

L’uomo scosse la testa, sorpassandola. Si fermò prima di imboccare le scale.

- Io vado a casa… Buon… buon anno piccola… -

E scomparve scendendo i gradini di corsa.

La porta della stanza di America era socchiusa, un piccolo spiraglio di luce filtrava sul grande tappeto rosso.

Un brivido di freddo e paura percorse rapido la schiena di Alaska.

- Coraggio, Alaska, sei una donna ormai… lui… lui te l’ha promesso… -

E inspirando profondamente si fece forza ed entrò.

America era ancora lì come l’aveva lasciato, nella stessa posizione ormai da giorni. Solo il leggero alzarsi e abbassarsi del lenzuolo dava segno di vita.

La coscienza annullata della ragazza venne riscossa dai ritmici bip dei macchinari medici presenti nella stanza.

Igirisu aveva speso più di quanto potesse permettersi, indebitandosi con mezzo mondo per avere gli strumenti più all’avanguardia, ma lei lo aveva capito, ormai: l’era dell’espansionismo era finita da un pezzo.

Prese una sedia e si sedette accanto al letto del fratello, accarezzandogli i capelli con fare materno.

- Ti sei sempre preso cura di me… -

Ma lei non era stata in grado di ricambiare.

La guerra con l’Iran, che idea stupida… glielo aveva detto subito che non aveva niente da guadagnarci, ma lui non l’aveva ascoltata.

- Io sono un Eroe, e gli Eroi vincono sempre, no? Non è il caso di preoccuparsi, sorellina… - aveva sorriso spavaldo come sempre.

Ma adesso, a guardarlo così spento, in un letto, tenuto in vita da dei freddi macchinari, America dava tutt’altro che un’idea di spavalderia.

Il respiro lento e il viso scarno e pallido erano solo lo spettro di ciò che era stato; Alaska represse un conato di vomito, stringendo la mano del fratello e ripetendosi che erano forti entrambi, che avrebbero superato anche quel problema.

Ricordò di quando viveva da Russia e il suo unico desiderio era quello di morire il prima possibile, ricordava la paura di entrare in casa di sera, il terrore cieco di chiudere la porta di camera sua.

Il rumore metallico della chiave che girava nella toppa e le forti mani di Russia ogni tanto tornavano a disturbare i suoi sogni, ma America l’aveva aiutata a superare la faccenda.

L’aveva salvata, l’aveva fatta rinascere, più bella, più vera, più viva.

Era diventata la vera Alaska, non un tremante fagotto di stracci.

Tutto grazie a suo fratello.

- Alfred… ti prego… io ho fiducia in te! – gli sussurrò all’orecchio, ben conscia di non essere udita.

La pendola in corridoio scoccò la mezzanotte, la bottiglia di vodka le cadde di mano, rompendosi al suolo in tanti cocci che riflettevano i fuochi d’artificio al di fuori della villa.

L’odore acre dell’alcolico si diffuse nella stanza, mischiandosi alle lacrime della ragazza.

Solo un ultimo bacio prima del buio.

- Buon anno, fratellone… -





- Te lo prometto, ti proteggerò sempre. –

Quei limpidi occhi azzurri erano veramente belli, ma lei lo sapeva…

Anche gli Eroi mentono.






Note dell’autrice:
Buon Anno a Tutti!!!
Dedico questa … fanfiction? Storiella? Cosa?... Si, cosa…
Dedico questa cosa alla mia adorata Ame-chan, ben sapendo che mi odierà per quello che ho fatto… ^^
Ti voglio bene, Ame, perché ci sei sempre quando ho bisogno, perché chiudi un occhio quando di notte mi addormento e ti lascio sul più bello di una conversazione, perché senza SDUNDFE e AZEIRD5:14 la mia vita sarebbe una palla mostruosa… Ti voglio bene anche se mi sputi e mi gridi di tutto quando ho il blocco dello scrittore… ma lo so che lo fai in buona fede! XD
Il personaggio di Alaska è nato dalla mente malsana di Ame, io mi sono limitata a utilizzarlo nella mia fanfiction.
Perché Alaska chiama Igirisu “Jii-chan”? Mistero che deve essere ancora svelato… XD
La storia è ambientata in un ipotetico futuro che non ci auguro proprio…
Davvero, basta conflitti, non servono a nessuno…
Spero che la fanfiction vi sia piaciuta… lasciate qualche commento!
Kisses by Koori-chan =D
  
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