Fumetti/Cartoni americani > Batman
Ricorda la storia  |      
Autore: KittyPryde    10/01/2010    5 recensioni
[Barbara Gordon]
- after/ispirata a Batman Chronicles #5
Mettere il freno alle ruote è la prima cosa di cui deve preoccuparsi, lo ha già imparato in ospedale questo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
« Mi permetta di aiutarla. » Il ragazzo in uniforme verde riesce a malapena ad avvicinarsi alla sedia a rotelle di Barbara prima che lei si allontani con un gesto di stizza.

“mi permetta di aiutarla” non è un affermazione con la quale sia ancora riuscita a fare pace, né quando è suo padre a offrirle sostegno, né tantomeno quando si tratta di una sconosciuto infermiere dell’ospedale dove era ricoverata fino a qualche ora prima.
Barbara appoggia entrambe le mani sugli anelli delle ruote e spinge con forza, snobbando la cortesia del paramedico e dirigendosi verso la rampa di discesa, ma è quando si immerge nella folla di giornalisti, accalcati nella speranza di strappare qualche parola alla figlia del commissario Gordon, che Barbara si trova di colpo costretta ad affrontare la realtà alla quale gli psicologi dell’ospedale la avevano preparata durante i giorni di degenza, ma sulla quale non aveva riflettuto abbastanza per scendere a patti con lei.

Gordon cerca di tenere al guinzaglio i giornalisti con frasi di repertorio e decisi gesti di negazione, Barbara fissa la portiera spalancata dell’auto di suo padre.
Lo scivolo per disabili non era stato che il primo, fastidioso ostacolo tra quelli che avrebbe dovuto affrontare da allora in poi
Avrebbe imparato a sentire la mancanza di ognuno di quei movimenti automatici che fino a poche settimane prima compiva senza pensare e dava per scontati. La meccanicità spontanea con la quale si alzava dal letto la mattina o si vestiva sarebbe stata sostituita da una faticosa e misurata programmazione quotidiana; gesti involontari come attraversare una porta o salire su un auto, dovevano adesso essere pensati, diventando esercizi intenzionali, calcolati nel minimo dettaglio, innaturali e difficili da gestire.

Con la stessa scortesia che ha riservato all’infermiere, Barbara ignora apertamente i cacciatori di scoop che la accerchiano senza rivolgere loro nemmeno una parola e si avvicina all’automobile scura parcheggiata davanti all’ospedale, ostentando una confidenza inesistente tra lei e la sua sedia a rotelle.
Gordon è troppo impegnato a imboccare i giornalisti con le sue richieste di privacy per dedicarsi al conflitto che si sta scatenando tra sua figlia e la difficoltà di adeguarsi al suo nuovo stile di vita.
Allunga solo una mano, per proporle il suo appoggio, ma l’espressione amareggiata di lei è già una risposta; non avrà bisogno dell’aiuto di nessuno.

Mettere il freno alle ruote è la prima cosa di cui deve preoccuparsi, lo ha già imparato in ospedale questo. Estrae le pedane lasciando i piedi a terra, molli, come pesi all’estremità di una corda, poi sposta le gambe dentro l’auto e l’innaturalezza con la quale è costretta a compiere quel gesto le risulta insopportabile.
E’ solo quando si trova costretta a sollevarsi, appoggiandosi ai braccioli della sedia e contando esclusivamente sulla forza degli unici arti che ancora rispondono ai suoi comandi, che a Barbara sembra di recuperare il possesso del suo corpo renitente.
Prova una sensazione inebriante, come se stesse sedando una rivolta, quando grazie alla potenza accumulata nei muscoli dei suoi avambracci durante gli anni che la avevano vista proteggere Gotham come vigilante, riesce ad alzarsi sulla sedia mantenendosi salda sulle braccia e spostando tutto il suo peso sul sedile dell'auto il cui sportello si richiude immediatamente, ma l’euforia si esaurisce velocemente quando lo sguardo cade sulle sue ginocchia inerti, abbandonate, come qualcosa che non è più parte di lei.

« Sei stata brava, hai fatto del tuo meglio... stai bene tesoro? »

Barbara aggiusta le gambe, riprende il controllo della sua posizione, il dominio di un corpo che sembra rivoltarsi contro di lei. Della sensazione di trionfo provata poc’anzi non resta nulla, il suo corpo continua a ribellarsi.

« No papà, non sto bene. »
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: KittyPryde