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Autore: Angel TR    12/01/2010    5 recensioni
Emily Rochefort è impigliata tra la sua migliore amica,
Asuka Kazama, e la sua vecchia fiamma, Hwoarang.
Avrebbe dovuto solo attirarlo per poi stracciargli il cuore,
per vendetta ad Asuka. Ma una volta visto il ragazzo,
non sarà più tanto facile...
{Storia partecipante alla "Le situazioni di lei&lei" indetta su EFP}
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Rochefort, Hwoarang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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Confession of a Wonder Girl.

Prompt: Litigio
Nickname: Angel Texas Ranger
Fandom: Tekken

Residenza Rochefort, ore 17.02, ora del thè pomeridiano.
Emily Rochefort si trovava in una situazione a dir poco imbarazzante. I suoi occhi azzurri ,affinati dalla sottile matita rosa, scrutavano l'espressione divertita della sua neo-migliore amica, Asuka Kazama.
Chi l'avrebbe mai detto che la giapponese, tanto odiata, sarebbe diventata una confidente speciale, una persona con cui condividere i migliori momenti -ma anche i peggiori- della sua giornata? Solo Sebastian.
In quel momento, la proposta della brunetta era più che altro una scommessa per ripicca ad un torto subito. Emily aveva ascoltato con interesse il racconto di Asuka, annuendo con cipiglio corrucciato. Nemmeno la guerra scatenata da Jin Kazama aveva impedito ad Emily e Asuka di vivere la loro vita, di avere amici e di sparlare, soprattutto da parte della bionda, sui ragazzi. Era diventato ancor più divertente quando anche Asuka aveva contratto il "morbo".
Ma adesso la "paladina della giustizia" la stava osservando, in attesa di una risposta.
:-Allora?- Chiese Asuka, la voce intrisa di aspettative. Emily esitò.
La "proposta" era una cosa da trattare con attenzione, perchè metteva in pericolo la sua innocenza. Si meravigliò di sé stessa, dandosi della vigliacca per la propria paura.
:-Solo tu puoi farcela, Lili. Sembri una diva e quel piccolo bastardo di Hwoarang non potrà lasciarti sfuggire.- Continuò la brunetta, scostandosi il ciuffo davanti agli occhi. Emily arrossì e sorrise, compiaciuta del complimento.
:-Lo so.- Disse semplicemente, ma non diede segno di voler cedere. In che ambienti avrebbe dovuto posare piede, per vedere quello lì?
Sollevò la tazzina di porcellana e l'accostò alle labbra, bevendo un piccolo sorso di the, sotto lo sguardo carico d'ansia di Asuka. La monegasca scosse la chioma, un gesto che faceva sempre quando era nervosa. Accavallò le gambe, mettendo in mostra gli stivali appena comprati. Asuka osservò con un pizzico d'invidia la sottile ma luccicante scritta che campeggiava sul bottone della costosa calzatura. Emily sorrise, piegandosi verso la bruna.
:-Ammettiamo che io accetti.- Iniziò, con tono astuto. :-Cosa ci guadagno?- Inarcò un sopracciglio perfetto, mentre Asuka valutava le parole.
:-Tutto il rispetto dei clan a cui appartiene quello smidollato. E poi, è un favore che mi devi.- Fece, con tono seccato. Aveva previsto quella riflessione della bella Rochefort e si era preparata al cipiglio sicuro e al sorriso astuto che stava ostentando. Emily si poggiò sullo schienale della morbida poltrona, prima di sospirare, soddisfatta.
:-Non è che il tizio ti ha dato un brutto smacco, Asuka?- Chiese, con tono ostentatamente disinteressato, mentre mangiucchiava un biscotto.
La bruna fece schioccare la lingua, piccata.
:-Certo che no.- Emily sorrise, in una smorfia divertita, prima di alzare le mani, in segno di arresa. Era evidente che il ragazzo di cui Asuka si voleva vendicare, l'aveva mollata, lasciandola con l'amaro in bocca. La bruna si alzò e afferrò un biscotto, andandosi a sedere sul divano. Emily fece altrettanto, accomodandosi affianco alla giapponese.
:-Dai, Lili. Basta che dici a tuo padre che vai a fare una vacanza in Corea del Sud. Ti assicuro che ti crederà. In fondo, non insisteva tanto sull'importanza della lingua coreana?-
Emily sbuffò :-Della lingua cinese, non coreana.-
Asuka scrollò le spalle, come se la questione non fosse importante. Vagò con lo sguardo per l'enorme salone arredato in stile neo-barocco, per poi riportarlo sul viso aristocratico di Emily.
:-Fa lo stesso. Accetti, quindi?- La ragazza guardò Asuka da sotto gli occhi accentuati dalla frangia ben pettinata e s'intrattenne nello sfogliare una rivista piena di gossip sui VIP del momento. Asuka iniziò a ticchettare la punta del tacco sul pavimento limpido. La giovane Rochefort arricciò le labbra, indispettita. La brunetta registrò un punto per sè. A volte le sembrava che tra lei e Lili ci fosse ancora una scia di quella vecchia rivalità esistita in un'altra epoca, in un'altra vita.
Alla fine, la bionda sospirò e si alzò dalla poltrona, sistemando i vestiti firmati.
:-Va bene, accetto.-

Autostrada Industriale 357, ore 18.52, riunione dei ribelli.
Sollevandosi sul tetto di una macchina rovinata, Hwoarang studiò tutti i membri della sua squadra. Non mancava nessuno all'appello, fortunatamente. Emettendo uno sbuffo d'impazienza, aspettò che tutti i ragazzi si sistemasserò sui sedili delle macchine.
Mentre lo guardavano con rispetto, Hwoarang iniziò a parlare.
:-Quel bastardo di Kazama deve essere fermato, se non vogliamo finire arrostiti e soppressi sotto il suo regime da dittatore.-
I compagni scoppiarono in gridi d'assenzo, come "Sì!" o "Hai ragione!". Hwoarang sorrise orgoglioso; i commenti dei ragazzi gli infusero ancor più coraggio.
:-Non ho alcuna intenzione di vedere ancora una volta quel sorrisetto bastardo,- Continuò :-nè di sottostare alle sue stupide regole. Chi sta con me, si unisca, altrimenti sparisca!- Tutti sollevarono le braccia, e batterono il cinque alle parole di un teppista su cosa avrebbe fatto a Kazama se lo avesse avuto tra le mani.
Hwoarang si complimentò con sé stesso. Aveva avuto un'ottima idea su come battere Jin ed era sicuro di farcela.
Per concentrarsi appieno nel suo progetto ,però, aveva dovuto troncare la sua freschissima relazione con Asuka Kazama, la cugina del suo peggior nemico. Era sicuro di averle dato uno smacco ma poco importava: niente contava di più del pestare la faccia di quel bastardo di Jin.
Sollevò la bottiglia di birra in segno di salute, prima di portarla alle labbra e berne una gran parte.
Gli effetti della birra erano svaniti da un bel po'di tempo ma niente gli impediva di assaporare il gusto amaro di una Heineken. Il compagno più vicino a lui tirò un fischio di approvazione quando Hwoarang finì la birra al secondo sorso.
Il rosso sorrise e ammiccò poi scese dalla macchina con un balzo agile.
Il pugno scherzoso che qualcuno gli sferrò sul braccio gli riportò in mente, per un attimo, le risse che finivano sempre in baci quasi passionali con Asuka.
La ragazza -seppur di sani principi- gli aveva dimostrato di saperci fare, ma non si era mai spinta troppo in là. Sollevò e lasciò ricadere le spalle, in gesto di noncuranza.
:-Hey, Hwoarang, come va con la tua ragazza?- Chiese Jackie Tomomiya, centrando i suoi pensieri.
:-L'ho mollata.- Rispose, guadagnandosi tutta l'attenzione della marmaglia.
:-Hai mollato ,tu, lei o lei a te?- Domandò, divertito, l'altro.
:-Io, ovvio.- Replicò il rosso. Occhiate ammirate e risate sguaiate che, a modo loro, volevano approvare il comportamento del teppista, montarono la testa ad Hwoarang, facendogli impennare l'eco.
:-Non male, ragazzo!- Esclamò uno dei membri più vecchi, puntandogli l'indice contro. Con una mano si portò la bottiglia di birra alla bocca, continuando a puntare il rosso con lo sguardo, poi gliela lanciò contro. Hwoarang l'afferrò prontamente, svuotandola.
:-Sei proprio un'idiota, Jackie.- Il ragazzo lo spinse scherzosamente e poi gli si buttò addosso, fingendo di pestarlo.
:-Era proprio un gran bel pezzo di ragazza, comunque.- Hwoarang arricciò le labbra, con disprezzo.
:-Hey!-
:-Porca pu...è un elicottero quello che sento?- Alcuni s'impaurirono e la spavalderia dimostrata pochi minuti fa svanì, insieme ai commenti su Asuka.
:-Filiamocela!- Gridò Hwoarang e al suo grido, tutti si sparsero per il porto. I più scemi sellarono le motociclette, attirando su di sè il potente riflettore dell'elicottero.
Hwoarang si nascose nella sua brandina, aspettando l'alba e finendo le ultime bottiglie di birra rimaste.

Autostrada Industriale 357, ore 1.25, party clandestino.
Emily fece schioccare rumorosamente la lingua, socchiudendo gli occhi alla vista della scollatura alquanto profonda del suo vestito. Dopo un piccolo sorso di cocktail alla frutta, si morse le labbra - sentendo il sapore della bibita.
Il teppistello che aveva adocchiato aveva tutta l'aria di essere il tizio che aveva mollato Asuka. Corrispondeva perfettamente alla descrizione che le aveva dato la brunetta.
Gli occhi color cioccolato stavano vagando per la sala, e il naso leggermente all'insù s'arricciava alla vista di una coppietta mano nella mano. La dura linea delle labbra non aveva proprio l'aria di volersi piegare.
Era decisamente carino, anche se Emily trovò buffa quella folta massa di capelli arancione-carota, fermati all'inizio dell'attaccatura da un paio di occhiali da motociclista vecchio stile.
Tirò fuori dalla borsetta lo specchietto a forma di cuore e controllò che il trucco non fosse colato. Ammirò la propria immagine nel vetro e si concesse un sorriso di vanità. La frangetta stirata perfettamente risaltava gli occhi, truccati in modo splendente, e lasciava intravede le sopracciglia perfette. Le labbra erano ricoperte da un sottile velo di lucido alla fragola che catturava la luce traballante della disco.
Perfetta, si disse con vanità. Arricciò il nasino perfetto al complimento di un ragazzo, probabilmente appartenente al clan di Hwoarang. Difficile, comunque, passare inosservata.
Il vestito non era troppo aderente, ma evidenziava la pancia piatta e il suo metro e settantasei. Avrebbe stupito Hwoarang, ne era sicura al 100%.
Con questo pensiero, si'incamminò verso il ragazzo, con passo elegante ma senza traccia di narcisismo. Lanciò un sorriso ad Hwoarang prima di affiancarsi a lui.
:-Ciao.- Disse, in una voce che suonava decisamente più grande della sua età. Hwoarang si voltò verso di lei, facendo un cenno con la testa.
:-Ciao.- Rispose, senza guardarla più di tanto. Emily sbuffò, contrariata, ma non si perse d'animo. Inclinò il capo e chiese
:-E'tuo il garage?- Nemmeno questo, però, bastò a catturare l'attenzione del teppista, che afferrò un bicchiere pieno di liquido dal colore poco promettente e si fiondò sulla motocicletta parcheggiata lì vicino.
:-Oh, io non guidare...però so combattere.- Hwoarang alzò lo sguardo verso di lei, e sembrò studiarla attentamente. La squadrò da capo a piede, poi fissò i suoi occhi color cioccolato in quelli azzurri della ragazza.
:-Davvero? Che stile pratichi?- E finalmente, con un sorriso, Emily riuscì a conquistarsi tutta l'attenzione del ragazzo.
Dopo un'accurata scelta di parole, Emily tenne ben stretta la mano di Hwoarang nella sua. Stavano ancora ridendo, quando il cellulare della bionda squillò; lei lo estrasse dalla borsetta, mordendosi il labbro vedendo sul display illuminato di rosa la scritta "Asuka".
:-Chi è?- Chiese con poco interesse Hwoarang, troppo impegnato a giocherellare con le ciocche bionde di Emily, profumate di shampoo al caramello.
Lei non rispose, ma fece un gesto con la mano, come a dire "Aspetta un secondo". Hwoarang smise di arricciare un ciuffo attorno all'indice e lasciò andare Emily. Una volta che si fu allontanata abbastanza, la giovane Rochefort rispose alla chiamata.
:-Asuka?- Domandò a bassa voce, per non farsi sentire.
:-Lili! Quindi? Come sta andando? Lo hai acchiappato?- La voce della giapponese era ansiosa ed Emily avrebbe scommesso tutti i miliardi del padre che Asuka si stava sistemando il ciuffetto.
:-Sì, certo. Stavamo ridendo -anzi, flirtando- fino a quando tu non hai chiamato.- Lo disse come se fosse un rimprovero. Asuka colse il tono e mormorò
:-Mica ti stai lasciando andare?- Mentre la giapponese esprimeva le proprie paure, Emily vide con la coda dell'occhio la sua immagine riflessa allo specchio. Spalancò la bocca per la sorpresa.
Non si era mai vista così strana: gli occhi brillavano, le guancie erano infuocate, e le labbra gonfie. Doveva mentire all'amica. Cosa sarà mai, in fondo, una piccola bugia?
:-Ma no, cosa dici! Lo sto soggiogando, esattamente come volevi tu.- Sentì che la brunetta tirava un sospiro di sollievo.
:-E'un idiota, non ti far prendere. Ricorda che dovrai lasciarlo, dargli uno smacco talmente grande che gli dovrà prendere un'infarto!- Emily ridacchiò. Certo che l'amica era proprio amareggiata.
:-Non ti deluderò.- Disse e chiuse la chiamata. Si girò, con un sospiro e trasalì quando si vide davanti il viso di Hwoarang.
:-Tutto okay?- Chiese lui. :-Sembri strana.- Lei scosse il capo e rise.
:-Una tua svista. Mi porti a bere qualcosa?- Lo prese sottobraccio e s'incamminò verso il bar. Ordinò le prime cose che le vennero in mente, e cercò di dimenticare le parole di Asuka affogandole nel cocktail. Hwoarang la osservò preoccupato, mentre beveva l'ennesimo bicchiere di Vodka.
:-Lili,- Disse quasi con disprezzo, ma si coglieva la nota ansiosa nella voce. :-finiscila di bere. Non è roba per te, la Vodka.- Le strappò il bicchiere di mano, senza troppi complimenti. Lei fece una smorfia contrariata e si lasciò cadere su una sedia, con un tonfo. Lasciò che Hwoarang le si sedesse accanto, cercando una risposta negli occhi annoiati di Emily.
:-Oh, bhe...che ne dici di fare una gara? Ti faccio vedere come si guida una moto!- Finalmente rallegrata, Emily saltò dalla sedia.
:-Sì, dai!-

Strada Industriale 113, ore 2.54, gara di moto clandestina.
La Ducati Monster di Hwoarang ruggiva come una pantera a caccia. Emily ne ebbe quasi paura quando lui la sellò e vi saltò sopra. La bionda arricciò le labbra, capendo che doveva salire da sola sull'enorme motocicletta. Tutte le altre erano dello stesso modello di quella del ragazzo, ma non avevano nulla a che vedere con il motore potentissimo che avrebbe fatto mangiare la polvere di Hwoarang agli altri motociclisti.
Emily sorrise, soddisfatta.
La gonna dell'elegante vestito le si accorciò quando lei sollevò una gamba per montare sulla moto. Hwoarang lanciò un'acuto fischio di ammirazione e la bionda si sentì arrossire di piacere.
Strinse la vita del ragazzo e si preparò a partire.
:-1!...- Emily vagò con lo sguardo per la strada, fissando le altre ragazze sedute al posto del passeggero come lei.
:-2!...- Pensò che lo stava facendo per Asuka e che il battito accellerato fosse solo per l'adrenalina che stava per provocare la corsa.
:-3!Via!- La moto scattò, rombando, finalmente libera di mostrare la propria potenza. Hwoarang la domava con destrezza, piegandosi leggermente alle curve. Era davvero molto bravo, pensò Emily, dopo che il ragazzo ebbe superato un suo compagno.
Gli occhi si erano ormai abituati al buio e la bionda colse il numero che segnava il contachilometri. Il cuore mancò un battito. Non era mai andata così veloce; si sarebbero schiantati? Suo padre cosa avrebbe detto, se l'avesse scoperta? Chiuse gli occhi.
:-Hai paura?- Sentì domandare Hwoarang. Scosse la testa, mentre sentiva le guancie che iniziavano a rigarsi di lacrime. Perchè piangeva? Un effetto ritardato del vento che le pizzicava gli occhi?
:-No!- Replicò, cercando di mostrarsi coraggiosa. Il vestito troppo leggero la stava facendo tremare di freddo. Le aspettative che si era fatta per l'indomani -lasciarlo con l'amaro in bocca- non apparivano più così intelligenti. Si domandò cosa avrebbe fatto, una volta giunto il giorno nuovo.
Avrebbe voluto chiedere ad Hwoarang di rallentare, ma non voleva risultare codarda.
Si voltò indietro, e venne accecata dal faro della moto di un compagno del rosso. Riportò il viso sulla schiena di Hwoarang, trovando sollievo nel buio. Una volta abituatasi alla velocità pazzesca, era davvero piacevole correre in moto come dei pazzi.
Emily applaudì quando arrivarono primi. Scese dalla Ducati, assestandole una sonora pacca sulla sella in pelle e rise, sinceramente divertita.
:-E'stato divertentissimo! Davvero très-magnifique!- Cercò di aggiustarsi i capelli, sicuramente in disordine. Hwoarang sorrise soddisfatto e orgoglioso. Le calò un cappellino nero sportivo sulla testa, prima di rispondere agli amici che lo stavano assalendo.
:-Hey, rosso, hai già trovato una nuova ragazza?- Lo derise un coreano, "Jackie". Emily fu attirata da quelle parole e, da sotto la visiera del cappello, osservò la scena.
:-Certo! E questa è mille volte meglio.- La strinse a sè, complimentandosi con lei per come era stata brava al posto del passeggero. La bella Rochefort si concesse una smorfia di disappunto, facendo schioccare le labbra quando Jackie si allontanò.
:-Che villano.- Commentò, e Hwoarang scoppiò in una risata divertita.
Forse Asuka non sarebbe stata molto contenta a quella visione, ma Emily si sollevò leggermente sulle punte per sfiorare le labbra di Hwoarang con le sue.
:-Te lo meriti, tesoro.- Mormorò, prima di allontanarsi con passo lento ed aristocratico che la distingueva. Lo sguardo di Hwoarang le perforava la schiena. Emily sorrise soddisfatta.
Era riuscita appieno nel suo intento, senza guastare la sua festa ma nemmeno deludere l'amica.


Angolo Autrice
No, non è il mio stile ma alla mia Grenzula piace cosìxD E io lo faccio così à.à
In mostruoso ritardo: Auguri amuraaaaaaaa*__________*
[P.S. Pubblicherò presto una ff su Lars x tributoù.ù]

  
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