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Autore: eiden    12/01/2010    9 recensioni
Certe volte ti domandi seriamente cosa ti abbia portato a stare con un uomo del genere.
[Settima classificata al contest indetto da Princess21ssj per il Lost in Yaoiland Forum]
Genere: Romantico, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, un'altra fic anche oggi. Sì, sì, ne ho postata un'altra non più di tre ore fa, ma non è colpa mia se le giudici dei contest sono veloci *W*

Quindi eccomi qui, con un'altra One Shot, questa volta slash. Sappiate che io sono innamorata di questi due storditi, quindi trattameli bene xD

Partecipante, e settima classificata, del contest indetto dal Lost in Yaoiland Forum, con giudice Princess21ssj (tanto amore a quella donna), non sono contenta, di più, per il giudizio. Ve lo lascio alla fine, ora buona lettura^^


Certe volte ti domandi seriamente cosa ti abbia portato a stare con un uomo del genere.
Lo guardi dormire scompostamente sul letto, dopo aver colonizzato ovviamente anche la tua metà quando ti sei alzato, russando piano e con la bocca spalancata. I capelli sono una massa informe e arricciata sul fondo, la barba di due giorni già pizzica sulla pelle e quelle macchie rosse sul petto, sì, lo sai, è colpa tua, ma non sono esattamente una visione, anzi, ti fanno un po' senso.
Non è particolarmente alto, non è muscoloso e, dio, non sembra affatto un modello delle riviste o un “ragazzo dalla bellezza androgina” per cui tutte le ragazze sembrano andare pazze. Anzi, a voler essere pignoli, quando ci si mette, sa proprio essere uno scaricatore di porto, in tutti i sensi!
Con una spalla appoggiata allo stipite della porta lo fissi mentre dorme, convincendoti di due cose: lo devi assolutamente svegliare, perché se dovesse arrivare tardi all'appuntamento ti farà due mazze quadre quando tornerà, e sì, è veramente troppo da checca perdersi nella contemplazione della sua nemmeno tanto leggiadra figura per dire che è la cosa più bella che ti sia capitata in tutta la tua vita.
A passo deciso, e con un sospiro, ti dirigi verso la finestra per spalancare ante e finestre, sapendo che le maniere forti sono l'unico modo per farlo schiodare dal letto. Davvero, non hai mai visto una persona più pigra di lui e fortuna che la sua mente dovrebbe essere sempre attiva.
Vedendo che l'unica reazione di quella massa informe che dovrebbe essere il tuo ragazzo è quella di girarsi dall'altra parte e avvolgersi nelle coperte come un salame, passi al pugno di ferro. Con uno scatto degno di un centometrista, gli strappi il piumone dalle mani prima che la sua presa te lo impedisca, poi glielo porti via mentre lui si alza con un ruggito. Non è certo colpa tua se lui non si sa svegliare come una persona normale e uno spiffero dell'aria gelida di dicembre gli si è infilato nelle mutande.
-Muoviti che arrivi tardi all'appuntamento. E non ti azzardare a dire che è colpa mia, razza di stordito. Quando ho provato a svegliarti mezz'ora fa mi hai risposto con un “Ancora cinque minuti” come i bambini.-
L'unica risposta che ricevi sembra essere una bestemmia, ma è soffocata dallo scorrere dell'acqua della doccia e quindi non ne sei del tutto sicuro. Nel dubbio, dopotutto di mattina è di una finezza paragonabile a poche cose al mondo, probabilmente lo era.
Con una gentilezza che, tendenzialmente, di mattina non hai (di solito sei troppo impegnato a maledire i tuoi studenti che, in una verifica, cercano di convincerti che Joyce è uno scrittore di horror contemporaneo), cominci ad armeggiare con la macchinetta del caffè per fargli un espresso. Se c'è una cosa che riesce a buttarlo fuori a calci dal mondo dei sogni, a parte te, ovviamente, è proprio una tazza doppia di caffè nero. Tu non sei tipo da caffè, ti schifa proprio, ogni tanto ti chiedi come faccia a bere quella robaccia, sei più una persona che beve the, di quelli più particolari che trovi, da quello alla cannella, a quello alla rosa canina. Ormai sei convinto che nel tuo organismo circoli la teina, altro che l'emoglobina: in periodi di verifiche e interrogazioni arrivi a berne anche dodici mug al giorno, perché le tazzine sono troppo piccole per te, altrimenti potresti diventare intrattabile.
É quindi strano, quanto meno inusuale, che tu prepari il caffè. Ma sai che è una giornata importante, quella. Quell'appuntamento in particolare è importante, per lui, ma anche per te.
Fra pochi giorni è Natale e volevate trascorrerlo insieme, come fate da circa cinque anni a questa parte. E poi è arrivata quella telefonata, all'improvviso.
I suoi genitori, che ovviamente ancora non sanno che il loro figlio prediletto, maschio sottolineerei, è orgogliosamente e virilmente omosessuale (con tanto di ragazzo al seguito!), gli hanno chiesto di passare quella festa particolare insieme e tu, ovviamente, hai optato per un “trova una scusa come tutti gli anni, no?”. Lui invece no, ha deciso di parlargli.
Ha deciso di raccontargli di voi.
E anche se la cosa ti rende una massa gelatinosa di emozioni e aggettivi che finiscono tutti in “oso”, non sai bene come potrebbero prenderla e sei, tutto sommato, abbastanza preoccupato. Potrebbe esordire in qualunque maniera e, conoscendolo come solo tu lo conosci, si preannuncia la catastrofe. Gli scenari più aberranti appaiono, rigorosamente in sequenza, davanti ai tuoi occhi: dall'inizio, “Io amo il culo”, per finire con la diseredazione e la conseguente pubblica fustigazione.
Scuoti la testa, sospirando.
Ci vorrebbe una lezione di buone maniera e una botta in testa per prevenire il danno, ma sai in partenza che non funzionerebbe comunque.
In quell'esatto momento, il tuo “uomo” appare sulla soglia della cucina ciabattando come solo un quarantenne depresso può fare, con la schiena curva e una mano a grattarsi la nuca.
Forse anche due, lezioni di buone maniere e tatto...
Vestito solo per metà, una camicia (allacciata storta) e un paio di pantaloni (con la cerniera abbassata), è proprio il tuo fidanzato.
L'uomo ideale, eh...
-Ognuno ha i suoi gusti, disse Morris quando baciò la vacca.-
Lui ti fissa stralunato, sbuffa e si siede davanti al suo caffè
-Ma dobbiamo proprio cominciare la giornata con una dotta citazione di quell'ubriacone di Joyce? E poi, cosa vorresti dire?
-Stai andando a un appuntamento con i tuoi genitori per parlare della tua relazione omosessuale vestito con un paio di pantaloni verde bosco e una camicia color senape. I tuoi gusti fanno schifo.
-Cosa vorresti dire? Solo perché sono gay non è che devo essere uno stilista di moda, o che so io!
Il tuo sguardo è un filino ironico e compassionevole, ma probabilmente è ancora troppo addormentato per coglierlo.
-Oh, andiamo, Leo, sto parlando di un minimo di senso critico. Ti basta guardarti allo specchio per notare che quello che hai messo ti fa sembrare una tenda canadese! E, ti prego, tirati su la zip prima di arrivare a casa dei tuoi...
Il suo sguardo ti trapana la testa, sa che odi fare il saccente, ma sembra quasi che si metta d'impegno per fartelo fare. Il suo sguardo si assottiglia, mentre ti fissa, ma la linea della sua bocca si addolcisce, mentre guarda come sei vestito tu.
-Puoi sempre vestirmi tu, Chris...-
Ammettilo, ti ha preso alla sprovvista. Pensavi che si sarebbe arrabbiato, andiamo, dopotutto è una domenica mattina in cui si è dovuto svegliare alle otto dopo una notte abbastanza impegnata, e che se ne sarebbe andato a mettersi qualcosa di un po' più decente. Non avevi certo pensato che avrebbe cominciato a spogliarsi nel bel mezzo della cucina solo per provocarti. O in alternativa farti un dispetto, ovviamente.
Cerchi di convincerti che deve andare a un appuntamento importante, che non può certo ritardare con i suoi genitori, che... avrà di sicuro qualcos'altro da fare... magari deve continuare il libro che sta scrivendo nel tempo libero...
Quando si toglie la camicia, la tua testa si svuota come se i tuoi neuroni fossero stati coriandoli a carnevale; ora quei segni rossi, che appena sveglio ti schifavano un po', ti eccitano da morire.
Riesci solo a pensare a quanto sia morbida la pelle delle sue mani, al sapore un po' salato della sua pelle, a quanto sia fottutamente arrapante strusciarsi su di lui.
Davvero, ci provi sul serio, ma non ci riesci, è quasi più forte di te.
Quasi ti slanci su di lui, allacciandogli le mani dietro la nuca e premendo la bocca sulla sua, cercando subito il contatto umido con la sua lingua. Non puoi proprio farne a meno, è più stordente dei tuoi dodici mug ormai quotidiani di the.
Mentre chiudi gli occhi lasciandoti andare alle sue mani (suoi tuoi fianchi, sul tuo petto, sulla schiena... ti sembra di averle dappertutto) l'occhio ti cade sull'orologio a muro, uno di quelli tondi ma che, al posto dei numeri, hanno un dolcetto diverso. Con il cervello ormai in pappa (con la bocca del tuo fidanzato attaccata al collo, cos'altro puoi fare?!?) noti che la lancetta lunga è quasi sul muffin mentre quella corta è praticamente sulla fetta di torta alla panna. Ciò vuol dire che sono... le... 8,45... forse?
Con una forza che di solito non usi, soprattutto non quando il tuo uomo è intento a fare determinate cose con la sua bocca, lo stacchi fissandolo inorridito.
-SONO LE 8,45! Tu non devi essere dai tuoi alle 9?!? Non ci pensare nemmeno ad arrivare in ritardo!
Lo spingi velocemente verso la camera, tirando poi fuori dall'armadio dei vestiti a casaccio.
-Metti questo! E questo! Questo non ti azzardare! Lascia fare a me, sei un disastro, poi mi toccherebbe anche ricucirti i bottoni. Ecco. E ora vai e guai a te se mi fai fare figure di merda. Ti mando in bianco per i prossimi due mesi.
E con questa terribile minaccia (considerando che facevano sesso quasi tutte le sere da cinque anni, sessanta giorni in bianco erano un'eresia, non solo una minaccia!) lo butti fuori di casa a calci.
Lui si ferma, ti fissa con uno sguardo truce e poi torna indietro a passo di carica; tu ti metti sullo stipite a braccia incrociate, lo sguardo fisso. Non ti fai mai mettere i piedi in testa.
Ma lui ti stupisce, ben la seconda volta in pochi minuti. TI abbraccia e ti bacia, un po' come se non vi doveste vedere mai più. Tu lo abbracci, stretto, lo ricambi, e al diavolo il non essere una checca e non fare la donna sentimentale. Un po' ti senti così. Alla fine, è davvero un passo importante.
Non avrebbe minato il vostro rapporto, lo sai, lo senti, ma capisci anche che lui ha bisogno di farlo, e ha paura anche se è grande, grosso, vaccinato e scaricatore di porto.
Ma lo ami.
E non puoi fare altro che supportarlo, stringerlo forte e... oh, andiamo, chissenefrega degli stereotipi, tu lo ami per quello che è, ti fai amare per quello che sei, e gli altri possono anche andare a farsi fottere.
Giusto?
Giusto.


7° - “Ideal Man” di scrittrice88
Trama e originalità: 8
Narrativa e stile: 8
Caratterizzazione dei personaggi: 8,5
Grammatica e morfo-sintassi: 7,5
Media: 8
Totale: 32
La prima cosa che ho pensato, cominciata la lettura della storia, è stata di trovarmi sotto il naso una bella commedia romantica, vagamente ironica, stile film americano. Andando avanti nella lettura è andata persa un po’ quella vena brillante del principio, tratteggiata mirabilmente nella descrizione di due uomini veri, senza tuttavia compromettere la generale opinione positiva.
Questa è una storia che vale la pena di leggere anche solo per rendersi conto di quanto sia difficile rendere i personaggi esseri comuni. L’autrice vi sia pienamente riuscita. Personalmente la caratterizzazione dei personaggi mi è parsa veramente ottima. Non è da tutti, complimenti!
La trama poi è perfettamente incentrata sull’aforisma di Joyce, reso battuta all’interno del dialogo. Ottimo stratagemma.
Stilisticamente parlando, l’ho trovata molto semplice, lineare, pulita. L’unica grave mancanza è stata la resa estemporanea dei testi racchiusi fra le parentesi. L’ultimo inciso in particolare esula completamente dallo stile narrativo, anche a livello di consecutio temporum e tempi verbali. Peccato, perché questa è una storia da leggere. E’ l’unica in cui ho visto per davvero degli uomini, scevri dai soliti stereotipi di natura manga.
Brava!

  
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