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Autore: mery_wolf    13/01/2010    3 recensioni
Improvvisamente mi chiesi come mai avevo avuto la buona volontà di insegnargli il complicato gioco degli scacchi. Ah già.
Volevo che cambiasse: che divenisse più riflessivo e tranquillo.
Ma non lo era divenuto affatto. Era molto più esaltato di prima.
Ma mi andava bene così. A me piaceva così.
[...]"Adesso Edward trasmuterà l’auto-mail in una lama affilata e mi farà a pezzettini senza pensarci due volte!", pensai. La sua impulsività non mi piaceva più così tanto...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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a effe_95, perchè ha sempre creduto in me...

Fin dal primo momento

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TWO REQUESTS

Needless Plan: use Chess.

 

 

 

 

Il biondo che avevo davanti era perso nelle sue riflessioni, talmente concentrato da non accorgersi nemmeno del mio respiro.

Secondo me si era dimenticato anche che fossi solo io, con lui, nella stanza.

Già. Solo io.

<< Ehi, ti dai una mossa? >>, sbotto all’improvviso, facendolo sobbalzare.

Ed mi guardò smarrito, poi assumendo un’espressione sfrontata. << Se non ha pazienza... >>, inizia col dire, mentre muove una pedina degli scacchi. << Non otterrà mai niente >>.

Sbuffai, scocciato.

Oh, aveva ragione, non lo negavo.

Ma da che pulpito la predica, poi! Era a parlare il Re degli Impazienti e Impulsivi.

Avevo già pianificato tutto – il prima e il dopo – e mossi la mia pedina con sicurezza. Un sorriso maligno mi si allargò sul volto mentre lui spalancava gli occhi. << Scacco Matto! >>, esclamai, con un senso di superiorità.

Lui si schiaffò entrambe le mani in faccia, in una buffa disperazione. << Non è possibile! >>, urlò buttando la testa all’indietro. Ammirai il suo collo magro e, riscuotendoti, feci in modo che Ed – occhi di falco – Elric non mi sorprenda a fissarlo.

<< E invece sì! >>, incrocai le braccia al petto, compiaciuto.

<< Stupido Colonnello, voglio la rivincita! >>, balzò sulla sua sedia, vivace, e rimettendo tutte le sue pedine al posto di partenza.

Alzai gli occhi al cielo, esasperato e divertito. << Ancora? Ma non ne hai abbastanza? È la terza volta che ti ho stracciato, e vuoi ancora una rivincita >>, non me a senti affatto di fare anche una battuta scarcastica sul suo conto.

Mi sorpresi di come quel fagiolo mal cresciuto non si stanchi mai di ragionare, ragionare e ragionare.

Sempre in azione, quel cervello che si ritrovava.

<< Mai arrendersi! >>, ringhiò, sorridendo determinato.

Le sue parole erano vere e sorrisi anch'io, intenerito. Ed fece per sistemare anche le mie pedine, ma fermai le sue mani con pacatezza.

<< Ed... >>, il mio piano era in bilico. Il suo sguardo stranito e un po’ infastidito mi fece capire che non gli piaceva affatto l'essere bloccato.

Non si è accorto neanche che lo avevo chiamato per nome...

Forse il mio complotto non era servito a niente. Forse dirglielo con calma non serviva a niente.

Perché se glielo avessi detto in quel modo, di sicuro non mi avrebbe creduto.

Mi darebbe del maniaco. Avrebbe pensato che lo avrei usato solo come un gioco, per alternare le notti con le mie altre belle compagnie.

E non mi perdonerebbe mai, anche se ricambiasse, per aver anche solo provato a prendermi gioco di lui. Avere a che fare con un tipo tutto orgoglio come lui, mi spaventava un po’, eh sì.

Ma l’aveva detto lui: mai arrendersi.

E improvvisamente mi chiesi come mai avessi avuto la buona volontà di insegnargli il complicato gioco degli scacchi. Ah già. Volevo che cambiasse: che divenisse più riflessivo e tranquillo.

Ma non lo era divenuto affatto. Anzi era molto più esaltato di prima, con quei suoi occhi accessi e vivi.

Ma sì, dai. A me andava bene così. A me piaceva così.

<< Devi pagare pegno >>, gli dissi approfittando del momento.

<< C’è qualcosa sotto... Non mi chiederà del lavoro sporco, vero? >>, mi mandò un’occhiata divertita. Deglutii a vuoto, preoccupato.

Adesso Edward trasmuterà l’auto-mail in una lama affilata e mi farà a pezzettini senza pensarci due volte!, pensai. La sua impulsività non mi piaceva più così tanto...

<< No, prima devo chiederti una cosa >>, precisai, rimandando.

<< Cioè? >>, inarcò un sopracciglio, curioso e diffidente.

<< Adesso ti chiederò due cose >>.

<< Mi devo preoccupare? >>, sbottò, sospettoso.

Non risposi e sorrisi.

Vidi Ed sbattere le palpebre più volte, abbagliato. Perché, sì, era la prima volta da non sapevo quanti secoli che sorridevo diversamente.

Perché il mio sorriso non voleva ammaliare, non voleva ingannare nessuno.

Era sincero, tutto qui. Perciò era diverso.

<< Tu sarai libero di farlo oppure no. Quelle che ti farò saranno richieste. Non ordini >>.

Ed annuì, serio. Cominciava a sospettare qualcosa...

<< Abbracciami >>.

Passarono minuti interminabili mentre lui mi guardava, impassibile.

Poi mi prese il colletto della camicia e mi portò vicino al suo corpo, concondandomi il collo con le braccia.

Nella mia testa ripetevo come una mantra: una richiesta da bambino, fatta da un adulto fatto e finito.

Questo avevo fatto. Diamine, ma perché non tenevo quella boccaccia chiusa?!

Rilassai le spalle, tenendole basse e il dolore – stupida vecchiaia – alla schiena curvata non lo sentii più. Inspirando a fondo, poggai una guancia sulla sua testa bionda.

Non avrebbe importato che cosa avrebbe pensato, poi.

Era già un miracolo che non mi avesse preso a pugni.

<< Baciami >>, chiesi poi.

Forse chiedevo troppo.

Ma il ragazzino che fino ad un momento fa mi stringeva a sé si allontanò di poco.

M'inginocchiai e quella posizione mi fece venire in mente una richiesta di matrimonio – cosa che io non farò mai.

Al contrario delle mie aspettative l’auto-mail rimase immobile. Ed sorrise stranamente arrendevole.

Quasi non sembrava lui... << Ma fallo come se mi stessi perdonando >>, chiarii.

<< Perdonato.. .>>, ripeté, gustando la parola a fior di labbra, gli occhi luminosi e di un oro liquido e splendente.

<< Fallo con tutte le emozioni che senti. Baciami come baceresti chi hai perdonato >>.

Quindi ero sicuro che avrebb preso le mie labbra tra le sue... le avrebbe dovute baciare con passione, rabbia e tutte le forti emozioni che avrei voluto ch mi trasmettesse.

Dovevo ammettere che mi sentii quasi ridicolo, mentre Ed avvolgeva il mio volto con le sue mani senza guanti - il contrasto delle sue mani sulla pelle era elettrizzante. Mi sentii ridicolo a desiderare spasmodicamente un singolo bacio.

Fui un pò deluso quando Ed mi scostò i capelli dalla fronte, senza sorridere, stavolta. Il calore di entrambe le sue mani mi sciolse.

E non potei far a meno di cedere ed aggrappami a quel ragazzino tanto sfrontato quanto sfuggente; quando mi diede un bacio sulla fronte.

Come se fosse lui, l’adulto in questione, che accontenta i capricci di un bambino.

Non mi sentii affatto pentito, però, e non m'importava che prima o poi l’idillio di quel momento si sarebbe dovuto spezzare.

Non c'era niente a fare.

Era la prima volta, mi accorsi, che avevo ricevuto qualcosa senza pretenderla davvero.

Fine.

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Note:

Forse ho stravolto un pò i caratteri dei due personaggi... ops!

Perdonatemi per questa cretinata un pò smielata, ma a volte non so davvero trattenermi XD

Oggi mi sentivo particolarmente romantica e malinconica, anche perchè ho imparato sulla mia pelle che è inutile far piani. Alla fine si stravolgerà sempre tutto. Piuttosto dobbiamo pianificare di lasciarci sorprendere, per dirla tutta. Sapete mi trovo molto bene nei panni di Roy, mi ci rivedo molto in lui! ^^

Il colore del titolo - per quanto sia strano - richiama il colore bianco e nero della scacchiera! E il sottotitolo significa inutile piano: usa scacchi.

Un grazie particolare anche a Setsuka: non so se l'ho migliorata, ma è senza'altro un passo avanti, no?

  
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