Io
non potevo ammazzarti.
No,
dannazione!
E
allora perché te ne stavi lì con quegli occhi di
ghiaccio che mi mettevano i
brividi, una coperta ammuffita e
puzzolente stretta tra le dita ormai nerastre, a implorarmi di darti:
“il riposo eterno”, come lo chiami tu?
-
Ammazzami, Matt, o giuro che ammazzo te! Giuro che ti prendo a calci in
culo fino a farti vomitare, che suono tutta la scala delle note sulle
tue costole, se non mi ammazzi ora!-
Cristo,
che periodo di merda. Era in quei momenti, quelli in cui ti mettevi a
sclerale, che io prendevo una siringa colma di sonnifero e te la
iniettavo nel braccio.
E
non ti racconterò cazzate, non lo facevo per te, farti
riposare dato che non chiudevi mai occhio.
Lo
facevo per me, perché eri un vero rompimento di palle!
Io
me ne stavo in piedi di fronte al divano, impotente, senza saper bene
cose fare.
Quando
dormivi potevo accarezzarti piano la guancia sana e i capelli. Se ci
provavo mentre eri sveglio, mi arrivava un: “- Se avvicini di
nuovo quel dito te lo stacco a morsi e te lo infilo dritto nel
culo!”-
E
io allontanavo la mano, lo sguardo basso.
Quando
non mi minacciavi, pregavi.
Stringevi
forte il tuo rosario, gli occhi spalancati fissi nel vuoto.
-
Angele Dei, qui custos es
mei…-
Pregavi
e non capivo un cazzo di quello che dicevi. Però mi
spaventavi.
Spegnevo
la play, interrompendo qualsiasi gioco stessi sperimentando, anche se
ero a 10 secondi dal completare il livello e ti correvo accanto,
stringendoti le mani.
-
Mello, zitto!- Ti imploravo, e ogni tanto i miei occhi luccicavano di
lacrime.
A
volte smettevi, esausto e privo di forze.
A
volte no .
E
quelli erano i momenti peggiori.
-
Mello, basta ora, che palle!- Ti gridavo, stanco dei tuoi sproloqui
assolutamente insensati.
-
MATT, SEI UNO STRONZO!- Esplodevi, e io mi tiravo indietro per evitare
di essere colpito da un calcio o da una manata.
-
Non capisci che stiamo per crepare? Non capisci proprio un cazzo di
quanto faccia male? Dio… almeno la nostra anima deve essere
in pace, non lo capisci?-
E
stringevi il rosario, fissando la Vergine scolpita nella tua mente, o
l’angelo che porta il tuo nome che probabilmente vedevi
volare in quei momenti in qualche angolo ammuffito di quella casa di
merda.
-
Rèquiem aetèrnam dona eis, domine… -
Capisci
che sacrificio sia stato per me, vederti in quello stato pietoso?
Ogni
tanto avevo proprio voglia di prendere la tua Sig- Sauser P22O e
spararti un colpo in fronte.
L’avrei
fatto per il tuo bene, credimi. Ma il punto è che non potevo
farlo. Non volevo.
Poi
mi sarei sparato un colpo e sarebbe finito tutto lì.
Ma
perché sei così impulsivo? Perché
cazzo non hai pensato a cosa sarebbe successo dopo che tu avessi
premuto quel fottuto detonatore?
E
se io non mi fossi lanciato in mezzo all’inferno stesso per
venirti ad acchiappare che avresti fatto? Saresti crepato lì
come un idiota?
Dio,
Mello… ti ho trovato mezzo morto, tanto per cambiare
stringevi convulsamente il rosario e deliravi.
Appena
mi hai visto mi hai chiamato: “Angelo di Dio”
Ho
sorriso, evidentemente deliravi.
Sì,
deliravi, me ne sono reso conto quando mi hai mandato cortesemente a
fanculo 5 minuti dopo, quando ti avevo ormai portato fuori dalle fiamme
e dalle macerie, quando avevi capito che ti aveva salvato non era un
angelo, ma ero io.
Mail
Jeevas, meglio conosciuto come Matt.
Mi
hai inveito contro per giorni, accusandomi di averti sottratto
all’Angelo del Signore.
Sai
una cosa? Me ne frego! Chiamami pure eretico del cazzo come fai sempre,
ma è così.
Intanto
mi pare che l’inferno andata e ritorno l’ho fatto
io, al cesso ti ci ho accompagnato io, il tuo piscio nella coperta
l’ho lavato io, i tuoi sproloqui me li sono sorbiti io, non
l’Angelo del Signore!
Fosse
dipeso da lui saresti già morto.
Passavo
le giornate giocando a Prince of
Persia e a fumare sigaretta dopo sigaretta (eri stato non so quante ore
tra le fiamme, che male ti avrebbe fatto un po’ di fumo?)
Tu
eri lì, la pelle morta ancora appiccicata al corpo che
veniva man mano portata via dal sudore che quel dolore ti provocava.
Eri
tutto tranne che un angelo, fattelo dire. Eri una massa informe e
bruciata, un essere esile e tremante bisognoso d’aiuto anche
per le più piccole azioni.
Che
botta terribile deve essere stata questa per il tuo dannato orgoglio,
Mel…
Finché
un giorno apristi piano gli occhi celesti, quegli occhi in cui
è inglobato l’odio che
hanno sparso e ricevuto.
Ti
guardai, in silenzio. Eri tranquillo. Per la prima volta dopo giorni (o
mesi?) non tremavi e non ti contorcevi, non tormentavi la coperta con
le lunghe dita pallide, non gridavi, non m’insultavi.
Alzasti
gli occhi verso il soffitto. Mi bastò avvicinarmi un
po’ per capire che eri tornato in te, e credimi, avevo quasi
le lacrime agli occhi per il sollievo e la felicità.
Tu
ti limitasti a lanciarmi uno sguardo distratto.
-
Matt, apri la finestra.-
Il
tuo tono di voce era tranquillo, e forse le ustioni ti facevano un
po’ meno male.
Corsi
alla finestra e la spalancai, lanciandoti dei sorrisi sollevati.
Lasciai
che il sole e l’aria fresca entrassero nella stanza,
cacciando quell’oscurità colma delle tue grida,
del tuo sudore, delle tue preghiere vecchie come il mondo.
Tu
ti alzasti in piedi. Corsi verso di te a sostenerti, ma mi allontanasti
sbuffando.
Ti
lasciasti cadere in ginocchio davanti alla finestra e congiungesti le
mani.
-
Purificami, Signore, perché ho peccato, e non sono degno
della salvezza che mi hai concesso…-
Battei
a terra un piede con forza, stringendo i pugni.
Mi
avvicinai e ti strattonai. Gemesti di dolore.
-
L’hai capito o no che sono stato IO a salvarti, brutta testa
di cazzo?-
Mi
guardasti.
-
Matt… Dio ha agito attraverso di te.-
Mi
morsi le labbra. No, non avresti capito…
Non
avresti capito i miei sforzi e le mie sofferenze.
-
Va a comprarmi il cioccolato.-
Mormorasti
senza voltarti e senza alzarti da terra.
Uscii
di casa, lasciandoti solo con le tue preghiere.
E
poi arrivò la sera prima della nostra morte.
O
meglio, a noi piaceva chiamarla la “sera prima della
sconfitta di Kira”.
Una
sera che io, onestamente, avrei apprezzato trascorrere tra sigarette e
videogame, tra gemiti di puro piacere carnale.
Il
sesso tra noi è sempre stato essenziale, era ciò
che ci riappacificava nei momenti di crisi.
Anche
quella sera avrei voluto farti mio, Mel…
Ma
non eri dello stesso parere.
-
Stasera si prega, Matty…- Mi dicesti, sorridendo affabile.
Sgranai
gli occhi e rimasi a bocca aperta come un ebete per un minuto buono.
-
Ma… ma… ma perché cazzo vuoi pregare,
scusa? Non eri sicurissimo che ce la saremmo cavata?-
Mi
guardasti come una madre guarda sua figlia vantarsi di aver scovato un
nido di unicorni rosa nel bosco.
-
Certo, Matt, certo…- Mi
desti spago, sbrigativo.
Abbassai
lo sguardo.
-
Non è così, eh?-
Ti
portasti davanti a me, inginocchiandoti e poggiasti la testa sulle mie
gambe.
-
Sai guidare, Matt?- Mi domandasti, come se la risposa fosse stata ovvia.
E
in effetti lo era.
-
Sì. Ma…-
-
Allora non hai nulla da temere.- Alzasti lo sguardo su di me e mi
baciasti, castamente.
-
Fa come se fossi nei tuoi videogiochi. Ma attento a non sbagliare. Qui
non si riavvia niente, Matt… qui non si ricomincia. Vai Game
Over e stop.-
Mi
baciasti di nuovo, leggero, sulle labbra.
Cercai
di approfondire il contatto. Rifiutasti.
-
Dobbiamo garantirci un posto insieme in Paradiso, nel caso le cose
andassero… beh, male.-
Scossi
la testa, esasperato. Ne avevo abbastanza delle tue preghiere.
Non
credo esista nessuno più bigotto di te, Mel!
Spegnesti
tutte le luci e accendesti una piccola candelina rossa.
-
Hai intenzione di dar fuoco alla casa?- Ti domandai, ghignando.
Mi
intimasti di tacere e andasti a recuperare un crocifisso da sotto il
materasso.
Dio…
ma quello era sempre stato lì? In quel momento mi sentii in
colpa per tutte le cose oscene che avevo fatto con e senza di te in
quel letto.
Beh,
ma se non dava fastidio a te…
Ti
sfilasti il rosario dal collo e lo
intrecciasti tra le tue dita.
-
Prega con me, Matt… prega per me. Io
pregherò per te.-
-
Mel, io…-
-
Per favore.-
Sospirai,
intrecciando le mie mani alle tue, fredde e pallide, il rosario rosso
sopra e tra le nostre dita strette in una morsa ferrea.
Mi
insegnasti a pregare.
-
Mater Christi…- Iniziasti, fissando la luce fioca della
candela che danzava accanto a noi.
-
Ora pro nobis – Risposi, socchiudendo appena gli occhi.
Mi
sorridesti, credo, per la prima volta da quando ci conosciamo.
Stringesti
di più le mie mani.
- Mater
Purissima…-
- Ora pro nobis –
Il
buio si avvicinava e si allontanava da noi al ritmo danzante della
candela.
-
Andrà bene, Matt… andrà tutto bene.-
-
Lo so.-
- Mater
Castissima…-
- Ora pro nobis -
Non
era proprio così che pensavo di passare la sera prima della
mia morte, ma volevo farti felice, volevo vederti felice.
- Mater
Inviolata…-
- Ora pro nobis-
Sorrisi.
Era un po’ come parlare. Un po’ come fare
l’amore. Una cosa musicale e naturale…
ovviamente non la stavo vivendo appieno come te. Era la prima volta che
mi mettevo a pregare, credo…
- Rosa Mystica…-
- Ora pro nobis -
-
Mello…-
-
Sta zitto!-
-
…-
-
Scusa.-
- Regina sine labe
originale concepta-
- Ora pro nobis -
-
Volevo dirti che ti amo.-
-
Prega, Matt!-
-
Ma Mello…-
-
PREGA!-
- Stella
Matutìna…-
- Ora pro nobis –
Secundum
Mysterium Gloriosum
Qui in coelium
ascendit
E
ora sto correndo la mia corsa.
Quella
mia corsa folle verso la vita, verso la fuga...
Premo
l’ acceleratore, seminando di un altro poco le scorte di
Takada.
Ridacchio.
- Regina
Martyrum…-
- Ora pro nobis –
-
Credete di battere me? Ah ah… ma con chi credete di
competere? Io sono Mail Jeevas, ho terminato Need for Speed
Carbon in
un’ora, e Driver 4 in ancor meno tempo!
Io sono Tanner! L’infiltrazione è riuscita alla
grande, ora devo catturare questi dannati criminali!-
Ok,
mi sento dannatamente idiota.
Avanti,
Matty…
Ignoro
completamente i freni concentrandomi sul pedale dell’
acceleratore. Prendo una curva, sgommando.
- Auxilium
Christianorum…-
- Ora pro nobis-
Niente
panico.
Non
mi possono sparare sul serio.
Glielo
dico chiaramente.
-
…quindi non vi conviene…-
Agnus Deis, qui
tollis peccata mundis
Miserère
nobis
Perfetto,
Mello.
Non
mi hanno sparato.
Mi
hanno crivellato.
Ora
cado, Mel… cado e penso a te.
Penso
che in questo momento anche tu stai rischiando la vita.
Ce
l’avevo quasi fatta, Mel…
…Il
livello era quasi completato…
…
Ma niente panico…
…ora
riavvio e ci riprovo…
…capita di andare Game Over…
… Allungo una mano nel buio…
…non trovo quel maledetto pulsante…
… Lux
perpetua luceat eis
Requiescan in
Pace…
“Matt… sono
morto… è finita…”
“Tranquillo, Mel. Sono
qui. Ti aspettavo. “
“Meno male,
Matty… avevo scordato di dirti una
cosa…”
Amen
[Fine]
Spazietto di Sasori:Ok, dopo 3 giorni dalla scrittura di questa fict, finalmente mi sono decisa a pubblicarla.
Letta e approvata dalla mia Mel, l'ho postata.
Ho usato un linguaggio più rude rispetto al solito, pensavo creasse un bel contrasto con il rosario (non ci posso credere, il latino si sta impossessando di me!!)
Spero mi facciate sapere qualcosa.
Un bacio e alla prossima storia!