Fanfic su attori
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Autore: cucciola 91    16/01/2010    1 recensioni
Un normale viaggio studio. Milena ha un amico che le vuole bene e la famiglia che la ospita la tratta come una nipote, ma una persona andrà a turbare tutto questo... "..QUEL VIAGGIO CHE AVREBBE CAMBIATO UN Pò DI COSE NELLA MIA VITA! "
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap 27 " Uff " sbuffai dopo aver guardato nell'ultima stanza. Matteo non si trovava era come volatilizzato. Percorsi quel corridoio ricoperto da una moquette rosa antico. I quadri appesi erano grandi e raffiguravano paesaggi e corpi nudi. Quello non era un Hotel era un castello! Il lusso che mi circondava mi faceva sgranare di continuo gli occhi. Vidi un balcone aperto e andai per prendere una boccata d’aria, dato che Matteo era introvabile. Non riuscivo a capire il perché di questa sorpresa, se sorpresa si poteva chiamare.
" Alla faccia dello streep " dissi ad alta voce e leggermente infastidita.
Quando aprii gli occhi mi ritrovai davanti una miriade di persone vestite in maniera elegante che parlavano tra loro e di tanto in tanto sorseggiavano la propria bevanda alcolica. C'era anche chi alzava i toni a causa di una discussione in corso, ma il brusio era talmente forte che nessuno ci faceva poi tanto caso.
Sembrava un incontro tra persone ricche. I miei occhi percorrevano e perlustravano ogni minimo angolo, oggetto e persona. Ondeggiavano a destra e sinistra,
scrutando meglio quell'inaspettata situazione e sentendomi un po' fuori luogo.
Ad un tratto vidi una persona che conoscevo, che non solo io conoscevo, che tutti conoscevano. D'improvviso notai che in quel posto non c'erano persone in un certo senso ' normali ' , ma  pullulava anche di attori.
Oh mio Dio! Pensai incredula.
Non capii cosa ci facessi io lì. Mi girai per parlare con Matteo, per avere una spiegazione e cantagliene di santa ragione, ma lui non c'era!
Mi aveva lasciata sola. Sola in mezzo a tutta quella gente in realtà sconosciuta. E che avrei fatto? E' da quel momento che iniziai a cercarlo, allontanandomi dall'enorme sala.
Girai quasi tutto l'Hotel e nonostante fosse passata un'ora ancora non lo trovavo. Era tardi e volevo tornare a casa.
" Forse doveva fare qualcosa di importante per lui e non mi ha voluto dire niente per non farmi preoccupare. O perché…comunque…è da poco che ci siamo riavvicinati ed è normale che insomma…non si senta ancora pronto di dirmi determinate cose private " dissi sottovoce in quel momento tra me e me. Non sapevo cosa fare e pensare. Guardai il cielo ormai nero come la pece, era notte fonda.
" Sarà meglio ritornare alla sala grande ed aspettarlo lì " distolsi i miei occhi da quel nero che per un breve istante mi ipnotizzò.
Ripercorsi i vari corridoi cercando di non perdermi. I tacchi risuonavano leggermente sulla moquette e questo rumorino sembrò farmi compagnia. Alla fine scorsi un arco con un'intensa e forte  luce, mi avvicinai ritornando a vedere quell'immensa sala e non solo quella…

Il mio respiro si bloccò. Tutte le mie forze mi abbandonarono. Tutte le mie forze vennero rubate dal mio cuore che batteva all'impazzata.
Non mi sentii più le gambe e tremavo. Tremavo come una foglia. La mia bocca non riusciva a chiudersi e i miei occhi erano inchiodati su quella figura che tanto amarono. Ero come impietrita. Non pensavo più a niente. Mi venne da piangere e urlare di gioia, ma cercai di reprimere quelle lacrime mentre un nodo mi strinse la gola. Lui non mi guardava.
Stava al centro della sala con gli attori che facevano parte del cast e alcuni impazienti di conoscerlo, andava stringendo mani a chiunque si presentasse e gli facesse complimenti. Era imbarazzato ma al contempo felice. Lo capii da come sorrideva, da come annuiva, dalle sue movenze, espressioni.
Istintivamente mi diressi verso di lui passando prepotentemente tra le persone che intralciavano il passaggio tracciato dal mio cuore.
I miei occhi non si distoglievano da lui,  per troppo tempo li avevo privati di quella bellissima figura. Il cuore aveva preso il comando del mio corpo. E pian piano riuscii ad avvicinarmi con le continue proteste e rimproveri causate dal mio spintonare. Lui si era voltato per parlare con qualcuno ed io mi ero avvicinata sempre di più. Oramai eravamo a pochi metri di distanza. La giacca che delineava le sue spalle gli stava a pennello. Ma in quel momento la mia mente
comandò ai miei occhi di guardare qualcos'altro. Essi si posarono su due mani, due mani che si tenevano, che si abbracciavano, che aderivano perfettamente l'un l'altra. Vidi di chi fosse quella mano, alzai lo sguardo e il volto di quella ragazza o meglio della sua fidanzata mi piombò davanti. Sembrò darmi fastidio agli occhi. Era felice e come non esserlo? stava con la persona che amava, con la persona che io amavo. Ad un tratto sentii spintonarmi.
Qualcuno mi colpì involontariamente alla spalla e cominciò a gridare " Robert Pattinson- Robert Pattinson- Robert "
Lui si girò e un fascio di luce riempì il piccolo spazio che ci divideva. Seguirono altri fasci di luce, altri flash, non lo vedevo molto bene, potevo solo intravedere il sorriso.
Mi girai per dire al tizio di smetterla di spintonarmi e massacrarmi. Nel momento in cui mi girai smise. Meno male pensai esausta e indispettita.
Il paparazzo o chi che sia, allora urlò fortemente ' Thank you ' e scomparve come se fosse stato risucchiato.
Mi voltai per vedere di nuovo il mio amore impossibile.
Il mio cuore ora era incontrollabile, batteva all'impazzata, lo sentivo pulsare anche in ogni minuscola vena del mio corpo. Nuovamente smisi di respirare. Robert mi stava fissando. La sorpresa fusa alla rabbia raffiguravano il suo volto. I nostri occhi dopo mesi si incontrarono di nuovo. Respiravo  a fatica. Non riuscivo a smettere di guardarlo e lui mi fissava, mi fulminava, mi guardava attentamente, per un attimo mi sembrò che mi stesse riassaporando come un tempo, ma queste erano solo illusioni di una persona perdutamente innamorata.
" Lo devi lasciare capisci? Lo devi lasciare "
 Lo devi lasciare- lo devi lasciare- lo devi lasciare
Quelle parole e quel ricordo come formichine si insinuarono nella mia testa e rimbombavano così tanto che mi parve stesse per scoppiare. Fu come una scossa elettrica: nuovamente imposi il mio dovere, la mia promessa, la mia ragione sui sentimenti.
Ma il mio cuore non voleva mollare, batté fino all'ultimo ma alla fine perse. Corsi via verso l’arco che mi portò  in quella sala. Correvo, correvo, correvo senza una meta. Aprii di istinto una porta. Non guardai che stanza fosse, non accesi neanche la luce. Mi accasciai lì al buio e  premendomi fortemente le mani all'orecchie cominciai a combattere quello stupido cuore e quei stupidi residui del mio amore per Robert Pattinson.


Riuscii a riconoscerla dai capelli biondi, dal suo corpo slanciato che era visibile sotto quel vestito. Non so cosa mi prese. Era di spalle e stavo esplodendo dalla voglia di guardarla. Stavo impazzendo già solo vedendola voltata. Ma quella pazzia fu subito repressa dalla rabbia. Quando  si girò e potei vederla in volto, sentii il cuore pulsare forte, ma riuscii solo a fulminarla con lo sguardo. Era bellissima: i suoi occhi, le sue mani, la sua pelle, il suo volto, nulla era cambiato. Il mio sguardo andò a scrutare il suo corpo coperto da quel meraviglioso vestito che...Dio quanto le stava bene e quanti impulsi di desiderio mi stavano prendendo nella mente e nel corpo!  Il mio istinto l’avrebbe abbracciata, baciata, travolta. Ma le ferite che mi provocò facevano male.
La vidi sgranare gli occhi e rimanere a guardarmi con la bocca leggermente aperta. Le sue labbra...quelle labbra che una volta toccai e assaporai. Il mio cuore si contorse dal dolore. Volli voltarmi per non darle importanza ma non ci riuscii. Per un attimo l’assaporai come un tempo. Mi era troppo mancata. La fulminai maggiormente scaricandole tutto il mio rancore. Ero un pazzo. Ero un pazzo perché ero felice, felice di rivederla, una felicità che mi ribolliva nelle vene.
" Robert " Nikki mi chiamò sussurrandomi all'orecchio, ma non mi interessò. La mia mente era occupata da lei. Ad un tratto vidi le sue labbra chiudersi in una linea retta. Il suo volto si irrigidì. Mi accorsi dai suoi occhi che stava ricordando qualcosa, un qualcosa di spiacevole... a me inspiegabile.
Poi ad un tratto la vidi correre via. Istintivamente lasciai la mano di Nikki , lei mi guardò non capendo ma io ritornai a guardare Milena che correva facendosi largo tra la folla, spintonando di qua e di là mentre diverse persone si lamentavano.
Non sapevo...non sapevo se dar retta al mio istinto o alla mia ragione guidata dal rancore. Sentii chiamarmi da qualcuno dalla voce possente. Sicuramente un altra di quelle persone che non vedeva l'ora di conoscermi e di stringermi la mano, come se fossi un Dio. Quella situazione mi sembrava orribile e avevo poco tempo...
Istinto o ragione?


Silenzio.
Silenzio.
 Solo silenzio intorno a me. Il mio cuore si era placato, il mio corpo aveva residui della forte trepidazione e di quel tremolio alla vista di lui. Liberai le orecchie dalle mie mani. Ora che ragionavo di più, riuscii a capire tutto il piano di Matteo. Maledettopensai furiosa. Stetti lì ancora per un po' e  pensai di nuovo a Robert, ai suoi occhi, alle sue labbra. Era mesi che cercavo di non pensarci: non volli sapere più niente di lui, non andavo più su internet per vedere le news che lo riguardavano, non guardavo, leggevo e compravo più i giornali, e quando al telegiornale parlavano del vampiro Pattinson cambiavo canale o mi rinchiudevo camera mia. Se mia sorella parlava o anche solo accennava a Robert, scappavo e mettendomi le cuffiette, sentivo la musica con il volume al massimo. Più non lo vedevo e più stavo meglio. Ma la mia fatica servita a costruire una corazza, venne distrutta in due secondi quella stessa sera.  Aspettai lì ancora per qualche minuto.
" Devo andarmene, devo andarmene " ripetevo agitata. Presi coraggio ed uscii dalla stanza. Non vidi nessuno. Pian Piano mi diressi di nuovo alla grande sala. Mi sarei nascosta da qualche parte, non mi sarei fatta vedere. Mi affacciai e guardai attentamente, c'era tutto il cast ma lui no, ne approfittai. Corsi rapidamente verso l'uscita. Quando attraversai la porta mi trovai delle persone in servizio vestite di nero e gente elegante sparsa di qua e di là. Che stupida! Come faccio a trovare l'uscita se io ero bendata? Pensai dandomi delle pacche sulla fronte. Mi rivolsi ad una persona in nero, sicuramente faceva parte della sicurezza.
" Scusi l'uscita? " chiesi sentendomi un po' sciocca. L'uomo mi guardò in modo strano non capendo come mai non sapessi l'uscita.
" Deve andare dritta per il corridoio e girare a destra si ritroverà all'ingresso dell'hotel "  mi disse brusco.
" Grazie " gli dissi dolcemente. L'uomo ritornò alla sua posizione netta  e cruda. Metteva paura.
Veloce percorsi il corridoio e girai l'angolo, ce l'avevo quasi fatta, ma qualcuno mi bloccò.
" Dove pensi di andare? "
Mi voltai di scatto e vidi il volto di Robert infuriato.
" Lasciami " dissi dimenandomi. Lui strinse ancora di più.
" Piombi qui di punto in bianco, mi stravolgi la serata e poi te ne vai così? "
Non riuscii a quantificare la rabbia e la presa in giro di quelle parole. Stavo per rispondergli che ero stata portata lì non sapendo, ma lui continuò " Eh ma che stupido! Tu sei così no? Entri nella vita di una persona, la stravolgi e poi te ne vai...tipico di te! "
Le sue accuse mi ferirono. Ma questo alla fine era da metterlo in conto, questo faceva parte delle conseguenze della mia promessa. Provai a liberarmi dalla sua stretta ma mi bloccò anche l'altra mano.
" Ho detto di lasciarmi " cercai di essere arrabbiata e minacciosa.
" Tutto qui quello che hai da dirmi? Io penso che tu debba raccontarmi tante di quelle cose che.. "
Lo interruppi: " Ora basta Robert! tu non fai più parte della mia vita, tu non mi piaci, cerca di fartene una ragione e smettila di assillarmi " gli buttai quelle parole in due secondi. Non volevo questo ma fu  lui a costringermi. La sua rabbia crebbe come crebbe la stretta, non mi sentivo quasi più i polsi e le mani. Lo vidi cercare di calmarsi e ragionare. Mi lasciò una sola mano e di impulso chiamò l'ascensore.
" Che stai facendo? " dissi leggermente impaurita. Non mi rispose, stavo formulando di nuovo la domanda quando l'ascensore si aprì. Mi spinse per farmi entrare ma io feci resistenza.
" Entra…per favore " il suo tono fu principalmente duro  ma poi si addolcì. Feci come mi disse sorpresa da quell'atteggiamento.
Appena l'ascensore si chiuse lui mi bloccò con le braccia ed io mi poggiai di più allo specchio situato in quella minuscola scatoletta di lusso. Mi guardava intensamente e non potei non perdermi nei suoi occhi azzurri, non accorgendomi però di quello che gli stavo trasmettendo.
" Perché mi stai dicendo di salvarti? " mi disse in modo dolce.
" Io non ti sto dicendo proprio niente " dissi frettolosamente accorgendomi di aver avuto un'espressione supplichevole, piena di amore represso e voglia di lui.  Ritornai dunque ad avere uno sguardo adirato. Mi sorrise in modo beffardo, con quel sorriso sghembo che solo Robert Pattinson sapeva fare. Il silenzio come sempre era spezzato dal mio cuore, cercai di mantenere la calma e respirare a fondo. Robert non la smetteva di guardarmi. La vicinanza del suo corpo mi fece tremare e se ne accorse. Mancava poco finalmente.Usciti dall'ascensore lui mi diresse verso una porta che aprì. Mi fece entrare e la luce si accese.
Una suiteCerto mica una camera normale! Pensai un po' delusa.
" Accomodati " mi disse indicandomi un divanetto. Ero tremendamente agitata.
" No " mi schiarii la voce " no grazie…preferisco stare in piedi "
Robert sospirò. " Come vuoi! staremo in piedi " si avvicinò ed io lo guardai indietreggiando di un passo. Perché staremo? Lui poteva mettersi seduto no?! Ci guardammo intensamente negli occhi.
" Allora… " disse iniziando a parlare.
" Cosa vuoi? " gli dissi timorosa ma con delle briciole di coraggio. Lui si avvicinò ulteriormente e fulminò i miei occhi.
" Sai cosa voglio...la verità "
" Te l'ho detta " lo fulminai a mia volta 
" Milena non saresti mai venuta qui se non… "
" Non sapevo che tu fossi qui! " lo interruppi. Il suo sorriso sghembo riaffiorò di nuovo sul suo volto.
" Andiamo Milena tutto il mondo sapeva che sarei venuto in Italia per la premiere "
" Non io. Qui mi ci ha portata Matteo  "
" Si si " mi disse guardandomi in modo strano " ..e tu lo sapevi "
Scoppiai stufa di ripetergli la verità " Ti ho detto di no! Io è da mesi che non so più niente di te "
Ma non ci credette e rise di nuovo. " I giornali " mi disse sorridendo,  non parlai e lui continuò.
" I telegiornali, le radio, Internet …tutti i… "
" Asc… " cercai di interromperlo di nuovo ma lui fu più veloce.
" Tutti i mass media parlavano di questa premiere e tu non sapevi?! " alzò leggermente la voce ed un sopracciglio ma era apparentemente tranquillo.
" No ok! Io non sapevo…non sapevo perché mi rifiutavo di sentire cose su di  t.. " mi bloccai non controllando quelle parole e al contempo mi tradii. Roberti non solo se ne accorse ma era quello che stava aspettando. Sorrise di nuovo e sembrò che si stesse divertendo. Mi sentivo confusa. 
" E per quale motivo? Voglio dire…eri tu quella che non provava niente, quella che si era divertita… "
" Ora basta basta! Lasciami in pace. Non mi pento di quello che ho fatto " gli dissi furiosa e digrignando quasi i denti. Lui si divertì a quella mia reazione e con questo mi andò ancora  il sangue al cervello.
" Infatti non ti sto dicendo questo! Quello che voglio dirti è che…voglio la verità…ora! Tutto qui "  sorrise ancora, quell'atteggiamento mi diede ancora di più sui nervi e questo mi fece perdere il controllo.
" Vuoi la verità? ECCOTELA!!!! … " gridai " Ero innamorata di te, ti ho pensato in ogni istante, ho pianto, ho urlato, ho tirato pugni al muro quando ti ho lasciato. E per star meglio ho cercato di non vederti ne sui giornali, telegiornali, internet o chichessia. Ho cominciato a vivere come se tu non esistessi e non fossi mai esistito! Matteo mi ha portata qui dopo una serata a teatro ed io non sapevo che ci fossi tu altrimenti… " abbassai la voce " non sarei venuta! " presi un pò di coraggio " Io e te non  possiamo stare insieme…due mondi diversi! "
Lui ora non rideva più, era arrivato al suo obiettivo. Ed era arrivata la verità. Vera verità per Robert. Falsa verità per me. Non parlava, mi solo guardava, all'inizio dolcemente ma poi con rabbia. Pensai di essermi esposta troppo, di avergli fatto capire che ero ancora totalmente innamorata di lui, lo guardai con occhi freddi  ma pieni d'amore. Il suo volto pian piano cominciò a rilassarsi, era teso ma non più adirato
" Non me lo potevi dire quel giorno a Londra? Quando… " respirò a fondo " ...quando mi hai detto ' ti amo ' non sapevi che lo dicevi a Robert Pattinson, non solo al ragazzo conosciuto a Londra ma all'attore famoso? Non sapevi a cosa andassi incontro? " la sua voce era calma ma attendeva una risposta, una risposta che  non riuscivo a dare. Aveva ragione, non potevo dargli torto ma non dovevo dirgli la verità. Avrei sofferto ma non potevo, non dovevo per lui. Non riuscendo a parlare decisi di trasmettere con gli occhi quella risposta. Lo guardai e lui rispose dolcemente al mio sguardo, il mio era fermo, crudo e glaciale e il suo dolce, arrendevole e ferito. Ecco la nostra lotta invisibile. Quante ne avevamo avute a Londra. Cercai di non pensare per mantenere un’espressione dura. Alla fine lui si voltò ed appena vidi le sue spalle, rilassai il mio volto per un attimo.
" Mi tormentai per giorni. Non volevo coinvolgerti nel mio mondo, troppo pesante, opprimente. Non volevo dirti che mi ero innamorato di te per questo motivo. Però mi accorsi che non ce la facevo, che se non ti avevo vicino diventavo frenetico, volevo farmi amare da te e mi sarei battuto per non farti pesare questo mio…se lo voliamo chiamare…modo di vivere "
Rabbrividii a quelle parole. Volevo abbracciarlo ma mi controllai. Continuò " Pensavo che saresti stata pronta a tutto come lo sarei stato io! " fece una pausa. Non riuscivo a parlare, mi sentivo uno schifo. Si uno schifo! Ormai apparivo ai suoi occhi una persona che in realtà non ero, ma non potevo biasimarlo. Sospirò " Purtroppo non posso cambiare. Sono un attore e sono famoso...e ...si può considerare una maledizione?!? "
Il suo sorriso sghembo mi riempì la mente, le sue parole bloccarono le mie ed un forte desiderio si impossessò di me.
Volevo dirglielo, volevo dirgli tutto. Dirgli che non lo avrei mai lasciato, che avrei affrontato l'inferno per lui, dirgli della promessa che feci, di quel giorno all'aeroporto, di quella persona che mi costrinse a prendere una decisione, della mia rabbia, della mia frustrazione, di quelle lacrime versate su di un aereo mentre mi preparavo psicologicamente a come lasciarlo e alle parole da dire, ma a cosa sarebbe servito ormai?
Decisi di porre fine a quella tortura.
" Addio Robert " dissi decisa. La verità sarebbe morta in quel momento, in quella sera.
Lui mi guardò e provò a sorridermi. Fece cenno di si con la testa. Approvò la mia decisione. A che pro continuare? Robert si era arreso ad un amore non corrisposto ed io al mio tentativo di nasconderglielo. Mi aprì la porta e mi guardò dolcemente per l'ultima volta.
 " Secondo piano " disse a mezza bocca. Non sorrisi, il mio volto era inespressivo. Mi voltai velocemente, passandomi una mano sulla fronte come per sorreggere la testa ormai stanca e appesantita da tutte quelle falsità. Quanto mi sarebbe piaciuto andare lì, abbracciarlo e baciarlo, per poi sussurrargli all'orecchio : " Ti amo " , sentirmi stretta tra le sue braccia, avere lui. Sono ancora in tempo pensai incredula a quel mio pensiero. Più in quegli attimi mi veniva in mente questa possibilità e più acceleravo il passo. Non doveva succedere una cosa del genere. Però questa possibilità diventò così tentatrice che stetti per crollare e mandare all'aria tutto...
Invece rallentai, sentendo la porta chiudersi, ormai sicura di averlo perduto.




  
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