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Autore: Rin Hisegawa    17/01/2010    2 recensioni
Un giorno sarebbe andato via da quel luogo sempre uguale, dove anche i fenomeni naturali non avevano modo di mostrarsi in tutta la loro potenza. Un giorno avrebbe visto le vere tempeste, e la superficie del sole, ed i mostri marini dimenticati nelle profondità dell'oceano. Avrebbe imparato a curare ed uccidere, a generare la vita da un brandello di carne e una goccia di sangue; avrebbe toccato con mano l'energia che muove tutte le cose, e l'avrebbe plasmata a suo piacimento come fosse una mollica di pane. [MAYURI KUROTSUCHI x OC]
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The Bleeding Saga'
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Evviva! La prof ci ha annullato il compito di sociologia, quindi ora ho molto più tempo libero! *salta. Beh, quindi... capitolo 17 in arrivo! °A°
Hi fis ~ Oddio, ti prego, non esagerare coi complimenti sennò poi ci credo e comincio a gasarmi! XD Per quanto riguarda la parte che mi hai detto, hai perfettamente ragione. Mi è costato molta fatica scriverla perché volevo dare un'impressione diversa, come a dire "guarda, là fuori c'è tutto un mondo felice e normale che Rin si lascia sfuggire", ma non sapevo bene come farlo e ho ripiegato sulla prima cosa che mi è venuta in mente. Magari fra qualche tempo, rileggendo il capitolo, mi verranno in mente delle frasi migliori e modificherò... tuttavia fino ad ora non posso far altro che lasciarcele, perché se la buona idea non c'è.. beh, non la si può inventare. C:
Yoko_kun Venti punti! Ci hai azzeccato! Spero quindi di coglierti un po' di sorpresa almeno nel modo in cui ho sviluppato l'azione... sai, sapere che avevi capito mi ha costretto ad inventarmi un secondo mini-colpo di scena per fare un po' suspence, quindi mi hai un sacco aiutato (anche se inconsapevolmente) spronandomi a fare di più. Ecco che ricomincio coi discorsi da protagonista shoujo. Cari lettori, mi fate male alla salute! XD
Felio86 Haha grazie! owo Ti conosco troppo bene! Scoccia! Però ~ Mayu-kun non può morire, è il protagonista strafigo! Davvero, dovresti cominciare anche tu a tifare per lui! XD *corre via terrorizzata.


« So I spy on her, I lie to her, I make promises I cannot keep
then I hear her laughter rising, rising from the deep.
And I make her prove her love for me, I take all that I can take
I push her to the limit to see if she will break. »

[Pink Floyd, "Take it Back"]

La porta cigolò impercettibilmente, mentre la lama di luce giallastra si ampliava sempre di più rischiarando la penombra del corridoio. Mayuri si voltò appena, lanciando una rapida occhiata in direzione del rumore: non aveva paura di essere scoperto, non c'era sufficiente materiale per poterlo accusare. Gli esperimenti seri, quelli li lasciava alla notte quando nessuno lo poteva vedere.
Non appena ebbe individuato la figura esile che faceva capolino nella stanza, il ragazzo spostò rapidamente lo sguardo di nuovo al proprio lavoro: qualsiasi cosa volesse, avrebbe dovuto farsi coraggio e domandare. Lui non era intenzionato a semplificarle la vita; non aveva nessuna responsabilità, dal momento che era stata lei a decidere di ficcare il naso.
Sollevando la fialetta del preparato che stava analizzando, Kurotsuchi la portò a pochi centimetri dal volto e ci guardò attraverso. Era di un brillante azzurro chiaro, esattamente il colore che si aspettava. Versò di nuovo il contenuto nella beuta assieme al resto del liquido stando ben attento che nemmeno una goccia scivolasse sul tavolo, fingendo ostinatamente di non essersi accorto della giovane che lo spiava.
Senza dire una parola, Rin si fece coraggio e scivolò all'interno del laboratorio. Il suo cuore batteva all'impazzata, ma l'espressione del volto era quella tranquilla e determinata di sempre: negli anni aveva imparato a nascondere il nervosismo in maniera piuttosto efficace, camuffandolo sotto una dose di falsa sicurezza che a volte sfociava nell'aggressività.
Quando raggiunse Mayuri si fermò al suo fianco, appoggiando entrambe le mani sulla fredda superficie del piano da lavoro. Il ragazzo si limitò a lanciarle un rapido sguardo, leggermente in apprensione a causa della sua vicinanza all'esperimento ma ancora deciso ad attendere una reazione da parte di lei. Era troppo curioso di vedere come si sarebbe comportata per essere il primo a parlare.
La Shinigami rimase immobile ancora per qualche istante, osservando con attenzione Kurotsuchi che lavorava. Le sue mani ossute dalle lunghe dita pallide si muovevano rapidamente fra i vari oggetti presenti sul tavolo, ora sigillando un contenitore, ora scaldandone un altro sul fuoco. C'erano numerosi barattoli sparsi in giro, ed alcuni di essi avevano nomi che Rin conosceva; non aveva mai approfondito la chimica per interesse personale, ma le scienze erano state sempre il suo ambito di studio preferito. Per lei era sempre stato più facile intuire ed applicare, piuttosto che combattere o apprendere nozioni di storia. Quello era un aspetto della sua personalità che Hikaru non sarebbe mai riuscito a capire.
Dopo qualche minuto di perfetto silenzio, Mayuri si allontanò verso il lavello e si mise a sciacquare energicamente alcuni degli oggetti che aveva utilizzato.
La ragazza lo stava facendo impazzire! Si presentava così, senza dire o fare niente, impicciandosi nei suoi affari per chissà quale motivo, lasciandogli come unica possibilità quella di essere lui ad intavolare una conversazione. Stava tentando di ricominciare lo stupido gioco degli ultimi mesi, quello fatto di silenzi e frasi dette per metà, di gesti non giustificati e comportamenti che nessuno dei due riusciva a spiegare.
Se anche avesse tentato di mandarla via, lei gli avrebbe domandato il motivo. Tutto si sarebbe ridotto di nuovo ad un niente di fatto, perché nessuno dei due era bravo a definire a parole una linea di demarcazione. Entrambi, tuttavia, avevano bisogno di conoscere il confine e di capire fino a che punto potevano spingersi prima di cominciare ad ignorarsi in un caso o avvicinarsi eccessivamente nell'altro. Mayuri non poteva permettersi né l'una né l'altra cosa.
Osservandolo con un misto di curiosità ed ammirazione dal proprio angolo, Rin aspettava senza dire una parola la reazione di Kurotsuchi. Era necessario procedere per gradi, come con un animale selvaggio, comportarsi con cautela e circospezione. Quando lui si fosse abituato alla presenza di lei, certamente avrebbe accettato anche le sue parole; in ogni caso c'era un momento per ogni cosa, e la Shinigami non aveva il potere di accelerare il corso degli eventi. Non restava che aspettare finché lui non ne avesse avuto abbastanza.

Maledetta ragazzina! Innervosito, Mayuri gettò gli ultimi strumenti nel lavello producendo un gran fragore metallico che fece sussultare la Hisegawa. Voltandosi all'improvviso verso la ragazza, coprì in pochi passi la distanza che li separava. Si soffermò di fronte a lei, scuro in volto, scrutandola dall'alto in basso con i suoi occhi del colore dell'oro.
- Si può sapere che diavolo sei venuta a fare? - sibilò furibondo, serrando i pugni nel tentativo di scaricare la tensione. Non capire lo faceva sentire debole, e la debolezza era una sensazione che detestava. Perché Rin tentava di riavvicinarsi tutto ad un tratto? E soprattutto, perché non parlava con lui, come avrebbe fatto qualsiasi altra sciocca adolescente in una simile situazione?
Kurotsuchi si sarebbe potuto limitare a dirle che voleva essere lasciato in pace, magari minacciarla, e lei avrebbe lasciato perdere la cosa e dimenticato tutto in poche settimane. Al massimo avrebbe parlato male di lui alle sue stupide amichette, ma niente di quello che poteva venir detto da una ragazzina sarebbe riuscito a peggiorare l'orribile opinione che tutti avevano già di lui.
- Se hai intenzione di denunciarmi ad Atashi-sensei sei pregata di farlo subito. Ho già in mente un buon modo per ricambiare la cortesia.
L'espressione sicura di Rin vacillò leggermente sotto quello sguardo ghiacciato. Mayuri vi colse chiaramente collera improvvisa, un leggero stupore e qualcos'altro, qualcosa che non riusciva a comprendere bene. Sembrava dispiacere... ma perché avrebbe dovuto mostrarsi dispiaciuta di fronte a parole tanto crudeli? Tutto ciò che le serviva per distogliersi da quella conversazione era una bella dose di spregiudicatezza: ormai, del resto, aveva in pugno il suo segreto.
- Fenolo, eh? - disse inaspettatamente la ragazza in un sussurro. - Hai usato il fenolo, mescolato al cloruro ferrico. Per questo il veleno che hai creato è blu, vero?
Kurotsuchi sollevò un sopracciglio, scettico e stupefatto, dimenticandosi per un istante di essere in collera con lei. - E' questo che stavi guardando? - domandò con voce tagliente, facendo saettare lo sguardo verso il contenitore sigillato che lo aspettava sul piano da lavoro.
Rin fece segno di sì energicamente, accennando una specie di sorriso. - Hai ragione, Atashi-sensei non sarebbe contento di sapere che sperimenti sostanze nocive. Tuttavia credo che, più di ogni altra cosa, rimarrebbe ammirato dalle tue capacità. - Spiegò semplicemente con un'alzata di spalle, acquistando sicurezza a mano a mano che parlava. - Pensi davvero che sia venuta qui per denunciarti al professore?
Mayuri chiuse gli occhi per un istante, portandosi una mano al volto, e scosse la testa come per scacciare un pensiero fastidioso. Decisamente, quella ragazzina proprio non la capiva. Tuttavia doveva riconoscere che era in gamba, almeno per quanto riguardava la pura teoria e le parole. Riusciva a tenergli testa senza lasciarsi intimorire: gli faceva venire voglia di metterla alla prova, per vedere fino a che punto sarebbe potuta arrivare.
- Penso che tu stia giocando col fuoco, Hisegawa, - quasi ringhiava. Lei si strinse nelle spalle, limitandosi a sorridere di nuovo.
Quanto detestava quel suo atteggiamento impudente! Mayuri socchiuse gli occhi furibondo, sentendo crescere in sé il desiderio di spaventarla, terrorizzarla fino a farle capire quanto potesse essere pericoloso quello che stava facendo. Come osava sottovalutarlo? Credeva di potersi semplicemente presentare di fronte a lui, chiedere la sua amicizia, e ricevere in cambio gesti affettuosi e parole gentili? Lui non era come gli altri, era qualcuno da cui chiunque fosse dotato di buon senso preferiva girare alla larga.
Se Rin questo buon senso non lo possedeva... beh, ci avrebbe pensato lui ad instillargliene quanto bastava. Sorrise, l'ombra di follia nello sguardo resa ancora più inquietante dall'espressione falsamente amichevole che aleggiava sui lineamenti pallidi del suo volto.
- Allora, - disse a voce bassa, chinandosi impercettibilmente verso di lei, - vuoi dirmi cosa stai facendo qui, per favore?
Rin sollevò gli occhi fino ad incontrare quelli di lui, tranquillamente; sembrava quasi divertita, ma anche leggermente in tensione.
- Conosco la teoria, e imparo in fretta. Qualsiasi cosa tu stia facendo qui voglio aiutarti, Kurotsuchi-san.
Dannazione.
Ecco dove lo aveva portato quella stupida idea di procurarsi un aiuto per i propri esperimenti! Nel momento in cui aveva cambiato opinione, qualche settimana prima, era già troppo tardi. Avrebbe fatto meglio a rinunciarci da subito, così adesso non si sarebbe ritrovato fra i piedi una stupida ragazzina in cerca di avventure. Rin si era illusa di essere stata accettata, di poter condividere i suoi segreti, di essere in qualche modo importante per lui. Si era sentita autorizzata ad accampare delle pretese, perché era stato lui a cercarla per primo.
"Lavorare per me?" rifletté il ragazzo aggrottando le sopracciglia, senza curarsi di nascondere la confusione dei propri pensieri. "Immagino che la consideri una buona idea, non è vero? Beh, ti farò cambiare parere, piccola insolente. Garantisco che te ne pentirai."
Rin lo osservava pacificamente, in attesa, senza aggiungere una parola. Kurotsuchi sollevò un angolo della bocca in un ghigno malvagio, mentre elaborava una possibile soluzione al problema. Doveva dissuaderla, in un modo o nell'altro, meglio se attraverso una minaccia: inculcarle bene nella mente quanto fosse pericoloso, folle e privo di moralità il lavoro che con tanta leggerezza aveva chiesto di svolgere.
- Aiutarmi, - la voce era gelida, priva di inflessione. Mayuri si voltò verso il tavolo alle sue spalle, raccogliendo uno degli strumenti che aveva appena finito di lavare. La lama lucente del bisturi colpì la luce artificiale del neon, gettando una rete di bagliori attraverso la stanza asettica e impersonale. - Sei consapevole di quello che mi stai chiedendo, non è vero?
Inclinò la testa da un lato, senza smettere di fissarla col suo sguardo penetrante e gelido. Rin deglutì, gli occhi che saettavano dal bisturi al volto del ragazzo, non riuscendo a decidere quale dei due fosse più pericoloso. Il suo istinto le gridava di ritrarsi, correre verso la porta e scappare; era la creatura atavica dentro di lei che aveva visto la lama, aveva percepito il pericolo, era pronta a mettersi in salvo e tener bene stretta la propria vita.
Tuttavia al contempo il buon senso le lanciava messaggi tranquillizzanti, seguendo la logica dell'animo umano. Kurotsuchi non le avrebbe fatto niente, non all'interno della scuola, non senza una valida motivazione. Lo conosceva, una volta l'aveva persino difesa. Magari non se ne rendeva conto neppure lui, ma non sarebbe stato in grado di sollevare quel bisturi contro un'amica.
- Lo sono, - la sua voce era appena incrinata, più per l'emozione che per la paura vera e propria. - come tu sei consapevole del fatto che posso darti una mano. Sei stato il primo a volerlo, Kurotsuchi-san, mi hai chiamato ed io ho risposto. Lo sai.
Il ghigno scomparve lentamente dalle labbra di Mayuri. Aveva capito. Nonostante lui non avesse mai giocato a carte scoperte, Rin Hisegawa era riuscita ad intuire il suo piano e lo aveva seguito, solo per scoprire dove portava. Era stata lei a tenere le redini del gioco, quasi inconsapevolmente, per tutti quei mesi. Adesso era il momento di rovesciare la situazione.
Il ragazzo fece un passo avanti, accorciando la distanza già esigua che li separava. Strinse le dita attorno al manico del bisturi, e sentì il freddo metallo a contatto con la pelle tiepida del palmo. Sollevò il braccio, rapidamente, mentre con l'altro la immobilizzava contro la parete. La lama appuntita sfiorò il collo di lei, fermandosi ad un passo dalla vena che pulsava proprio  sotto la gola.
- Potrei aver cambiato idea, - bisbigliò, cercando  nei suoi occhi un segno che rivelasse la sua paura.
Rin lo guardò a sua volta, cercando di restare immobile e non gridare: il gesto di Kurotsuchi l'aveva colta di sorpresa, ma era stato troppo rapido perché potesse anche solo sognarsi di reagire. A mano a mano che i secondi passavano, si rendeva conto che il ragazzo non aveva ancora piantato il bisturi nella sua carne: non doveva allontanarsi, né dare segno di essere preoccupata. Se lo avesse fatto lui avrebbe vinto, e questo non lo poteva accettare. Del resto, resistergli era abbastanza semplice una volta fatte le dovute considerazioni: se Mayuri non l'aveva ferita fin ora, difficilmente avrebbe potuto farlo poi.
- Non hai cambiato idea, - sogghignò, sentendosi più sicura a mano a mano che il tempo trascorreva. Il desiderio di stringere le sue mani attorno al polso di lui e allontanare la lama c'era ancora, ma si era fatto meno impellente di fronte all'espressione stupita del ragazzo.
Mayuri non sapeva come reagire a quella provocazione; da un lato era convinto che Rin parlasse solo per orgoglio e sfacciataggine, dall'altro tuttavia si rendeva conto che la Shinigami era riuscita fino a quel momento a prevedere ogni sua mossa successiva. La mano tremò leggermente, allontanandosi di un millimetro dal collo di lei: che fare? La provocazione non era stata sufficiente; era necessario farle capire al più presto, e in altro modo, che era lui a reggere il gioco.
Sarebbe stato facile, del resto: bastava rincarare la dose. Era solo una ragazzina, prima o poi sarebbe crollata. Si avvicinò ancora, il ghigno crudele di nuovo sulle sue labbra, finché il volto di lei non fu a pochi centimetri dal suo. Premette appena il bisturi contro la sua pelle; qualche goccia di sangue tinse la lama di scarlatto, scivolando lungo il manico fino a sfiorargli dita.
Sarebbe stato facile, certo... se solo lo avesse desiderato. Il sangue di Rin era tiepido a contatto con la pelle, e scintillava come una pietra preziosa nella luce del neon. Kurotsuchi rimase per un attimo immobile ad osservare la traccia rossa e sottile, cercando un valido motivo per continuare. Si sentiva la testa vuota, sgombra da qualsiasi pensiero, come quella volta in cui, da bambino, era caduto nel lago.
Un valido motivo. Non ne esistevano. Non c'era giustificazione per sprecare così una mente come quella di lei, abbastanza folle da vedere oltre la maschera che le altre persone avevano dipinto su di lui. Rin non si lasciava incantare, non si fidava di niente che non avesse visto coi propri occhi. Il suo sangue era caldo fra le dita... era viva, e lo guardava con un misto di preoccupazione e tristezza negli occhi eterocromatici.
Mayuri chiuse i suoi, color oro, e si allontanò con un unico movimento nervoso. Non sopportava quell'espressione, come se fosse dispiaciuta per lui. Come poteva provar pena per la persona che la aveva appena minacciata puntandole una lama alla gola? Non riusciva a smettere di fissare le proprie mani tinte di scarlatto.
Rin si passò il palmo sul collo, asciugando inutilmente il liquido denso che subito riprese a gocciolare. Non sarebbe servito a niente, del resto: la ferita era aperta e non restava nient'altro da fare che attendere pazientemente fino alla sua completa guarigione.
Entrambi alzarono lo sguardo: combattuto quello di lui, sereno quello di lei. Istintivamente la ragazza allungò il braccio, accarezzando con i polpastrelli la guancia di Mayuri.
- Pace? - chiese in un sussurro appena udibile mentre ritraeva la mano.
Kurotsuchi si limitò ad annuire, serio, senza dire una parola. Del resto era fatto così, non avrebbe avuto senso domandargli qualcosa di più. Si voltò per tornare a lavoro, consapevole della ragazza al suo fianco che sarebbe diventata la sua nuova complice, e sfiorò con le dita la guancia che lei gli aveva accarezzato.
Che strano.
Stavolta non aveva provato l'istinto di scansarsi, quando aveva sentito la pelle di Rin entrare in contatto con la sua.

1. "Allora la spio, le racconto menzogne, faccio promesse che non posso rispettare / poi sento la sua risata crescere, crescere dal profondo. / E la costringo a dimostrare il suo amore per me, prendo tutto ciò che posso / la spingo al limite per vedere quando si romperà." ("Take it Back", The Division Bell, Pink Floyd 1994). A parte il fatto che è una canzone che amo, questa parte di testo sta benissimo col capitolo (lunghissimo, eh? :D) che avete appena letto. Anzi, forse (ma non ne sono sicura) mi sono anche lasciata un po' influenzare. Comunque è a questo che serve la musica, no? E poi mi considero perdonata, perché i Pink Floyd sono pur sempre i Pink Floyd. ♥
2. Fenolo. Mescolato al cloruro ferrico, diventa azzurro-blu. Wikipedia dice che ho ragione (a meno che non abbia capito male io, ovviamente. A chimica avevo cinque alle superiori - ma andavo forte a fisica, invece). u.u Come al solito, mi sono servita delle nobili fonti attendibili-sama. XD Se non vi fidate, dateci un'occhiata anche voi.
3. La maschera, beh, chiaramente è solo una maschera "psicologica" e astratta. Mayuri non indossa mai una maschera ma bensì del painting facciale. Che, in questa fase della storia, ancora non ha. Comunque scrivendo questo capitolo mi è venuta un'idea piuttosto buona, quindi credo che la sfrutterò. C:
  
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