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Autore: MrEvilside    18/01/2010    5 recensioni
Sei osceno, immorale, nauseante.
Ah... oh, sì!
Eppure ancora non mi baci, Jack lo Squartatore.

[Sebastian x Grell]
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cyanide [Kiss my Poisonous Lips]

Lo studiava, Grell, increspando le labbra in un beffardo sogghigno.
Studiava i lineamenti del suo viso insolitamente distesi in un’espressione serena: la bocca stirata in una linea perfettamente diritta, le palpebre calate sui petali proibiti d’una rosa pericolosamente spinosa che erano le iridi delle quali si era innamorato, la fronte non aggrottata nel consueto cipiglio gelido che soleva esibire in sua presenza – così fastidiosamente deciso a rifiutarlo.
E godeva di quanto il maggiordomo sembrasse indifeso.
Accostò le labbra alle sue ed inclinò il capo di lato, giungendo quasi a congiungere i loro volti. Poteva sentire l’assenza di respiro del demone ed il proprio fiato che, al pari d’un fiocco di neve, si scioglieva a contatto con la sua pelle.
-Sebastianuccio,- mormorò, impregnando di compiacimento ogni sillaba di quell’irritante soprannome -lo so che sei sveglio. Un metodo d’omicidio tanto volgare quale il veleno non potrebbe mai uccidere un essere ultraterreno quale sei tu: sarà il sangue, il sangue cremisi che sgorgherà dalle ferite a decretare la tua meravigliosa morte. Io volevo soltanto impedirti di sfuggirle-.
-Molto astuto, Grell Sutcliffe.- commentò Sebastian in tono sprezzante, socchiudendo le palpebre per trascinarlo in quei pozzi d’ira scarlatta abilmente mascherata da indifferenza che erano i suoi occhi. -Oppure semplicemente molto fortunato. In fondo è stato un mio errore: non mi sono mai adeguatamente preoccupato dell’effetto che una potente tossina avrebbe potuto avere su di me-.
Si divertiva, lo Shinigami, nel seguitare a sfiorare il corpo del maggiordomo mentre ascoltava la sua voce pacata che sottilmente lo scherniva ed al contempo specchiarsi nelle sue iridi e godere del desiderio che vedeva crescere dentro di esse – il morboso desiderio d’ammazzarlo, di straziare le carni di colui che aveva osato privare della libertà una creatura dell’Inferno – e che non poteva essere soddisfatto.
-È inutile che tenti di nascondere la tua voglia di farmi a pezzi, Sebas-chan.- ribatté, accompagnandosi ad una risatina. -Dopotutto, non puoi farlo.- aggiunse, scandendo una per una le parole nel contemplare assorto il proprio indice che percorreva il suo petto, lasciato scoperto dalla camicia candida alla quale aveva strappato i bottoni, scivolava lungo il fianco ed il braccio e raggiungeva i polsi stretti dalle catene che scendevano ad avvolgere le gambe della sedia sulla quale lo aveva costretto.
-Non nell’immediato futuro, forse.- concesse Sebastian, assentendo col capo. -Ma ti assicuro che il concetto di prigionia è quantomeno ambiguo, riferito ad un demone. Inoltre, sono già molto in ritardo e non amo non rispettare gli orari.- proseguì, distorcendo gli angoli della bocca in un ghigno sgradevolmente sensuale.
Il Dio della Morte contrasse la mascella in un’espressione infastidita. -Non dovresti riporre troppa fiducia in te stesso, Sebastianuccio. Anche tu hai delle debolezze, come abbiamo potuto verificare oggi stesso.- gli fece presente con fare velenoso, nel voltargli le spalle ed avvicinarsi ad un tavolo a poca distanza.
Sollevò all’altezza degli occhi un oggetto che il servitore dei Phantomhive riconobbe come una sorta di contenitore colmo d’un liquido color del vino che scintillò alla poca luce offerta dall’unica lampada ad olio presente, mentre il mietitore lo studiava con attenzione e sussurrava: -Ti ricordo che sei la vittima di Jack lo Squartatore, questa sera-. Immerse uno stiletto nella sostanza scarlatta e la rimestò con cura nel fare ritorno innanzi il maggiordomo.
-Che cosa hai intenzione di fare?- domandò questi, inarcando un sopracciglio.
Il semi Dio abbandonò il pugnale nel recipiente il tempo necessario a chinarsi sul suo volto e posargli un indice sulle labbra. -Ti umilierò, Sebas-chan.- replicò con semplicità, impregnando di malizia il ghigno che si dipinse sul proprio volto, e si accomodò a cavalcioni sulle sue gambe, lasciando aderire con calcolata, volgare lentezza i loro corpi. -Voglio umiliarti e dimostrarti che non sei invulnerabile, né tantomeno perfetto. Ti strapperò quel sorriso compiaciuto, mio caro-. Ripulì la tintura rossa in eccesso sulla lama dello stiletto sul bordo del contenitore ed allungò il braccio in direzione della sua bocca, che si serrò in una smorfia disgustata.
-Non osare.- sibilò il demone, ritraendosi a quel contatto quanto più possibile le catene gli consentivano.
-Oh, non agitarti.- lo rimproverò Grell, accarezzandogli dolcemente una guancia con l’estremità del pugnale, che lasciò una scia cremisi sulla pelle al suo passaggio. -Non vorrai che lo stiletto mi scivoli di mano e rovini questo splendido viso, vero? Sarebbe un peccato…- aggiunse in poco più d’un mormorio, stringendo il suo mento fra due dita e dipingendo le sue labbra con un’attenzione perversa a non far sbavare il colore.
-Sai, mi piaceva truccare quelle donne ed in seguito ucciderle. Le immergevo nel rosso dei rossetti, degli ombretti e del loro sangue, nella speranza di renderle più attraenti. Erano terribilmente ordinarie, noiose. Al contrario, tu sei così bello, Sebastianuccio, ed il rosso contribuisce ad esaltare enormemente il tuo fascino…- commentò in tono rapito, totalmente assorbito dalla contemplazione dei contorni perfetti di quel corpo, sui quali faceva scorrere le dita e la lama del pugnale macchiate dal pigmento scarlatto, senza curarsi che anch’essi venissero sporcati – non era già imbrattato di nero peccato dentro, dopotutto, Sebastian? Non avrebbe avuto importanza se l’avesse insudiciato solo un poco di sanguinosa passione, almeno all’esterno.
-Sei indecente.- l’accusò il maggiordomo nel seguirlo con lo sguardo – per la prima volta impotente – mentre si chinava, incapace di resistere ulteriormente alla tentazione che lo dilaniava, e leccava la candida pelle del suo petto. La lingua si insinuava fra le chiazze color del vino, si nutriva del sapore della carne soffice, giocava con i capezzoli che si intumidivano al suo tocco ed il mietitore rispondeva, con la voce gravida di puro desiderio ed una punta di divertito sarcasmo, che sì, era una creatura tremendamente indecente.
-Sei osceno, immorale, nauseante.- proseguì il demone, monocorde.
-Ah… oh, sì!- confermò nuovamente lo Shinigami, strappandogli di dosso la camicia e succhiando voracemente quella pelle che così a lungo aveva sognato di toccare.
E adesso era sua e lui aveva perso sin troppo tempo nei suoi giochi depravati, nei trucchi e nei discorsi che d’improvviso apparivano privi d’un qualunque significato se paragonati al morboso splendore dell’essere che ora gli apparteneva.
-Eppure ancora non mi baci, Jack lo Squartatore-. Prontamente svanì, il ghigno pericoloso che aveva piegato la bocca del servitore per un effimero istante, sostituito dalla consueta distaccata smorfia ben costruita, quando il Dio della Morte sollevò gli occhi screziati di sgomento sul suo volto.
Ed un violento fremito d’eccitazione gli attraversò la schiena nel rendersi conto che Sebastian si trovava fra le sue gambe – indissolubilmente suo, imprigionato su quella sedia ed indebolito dal veleno – e gli stava chiedendo di baciarlo.
-Sarà un piacere accontentarti immediatamente.- acconsentì, ogni parola roca di bramosia, ogni gesto necessario per accostarsi alle sue labbra insopportabilmente rallentato dall’intossicazione che si diffondeva nelle sue membra come foschia che gli ottenebrava i sensi – quell’oscuro maggiordomo era il suo personale veleno.
Infine fuse la propria bocca con quella del demone, che sembrava incresparsi in un canzonatorio Quanto sei sciocco – ma non poteva prestarvi attenzione, non adesso che stava quasi venendo soffocato dal suo stesso corrotto sentimento.
Si sfogò su quelle labbra tanto ambite che, adornate del rossetto scarlatto, danzavano sulle proprie, cercò la lingua che si nascondeva oltre esse e l’intrattenne con la propria in beffarde movenze che d’amore non avevano nulla, ansimò affannosamente e spinse il proprio fiato all’interno di quella bocca nel sentire i palmi bollenti del servitore sulla propria schiena, che si insinuavano al di sotto dei vestiti.
E non lo sapeva, come si fossero liberati delle catene, né aveva un qualche ricordo d’esse; sentiva soltanto il proprio annullarsi in quel bacio lussurioso, solo le labbra di Sebastian su di sé e la presenza del suo corpo a contatto con il proprio.
E poi, lentamente, avvertì l’aroma di mandorle amare che gli pungeva la gola, straziava la mente e gli faceva mancare il fiato.
Tentò di ritrarsi, di sfuggire alla stretta del maggiordomo, conficcando le unghie nel suo petto nella speranza d’allontanarsi; e tuttavia il demone lo trattenne, costringendolo contro di sé, intrecciando la lingua alla sua ed affondando i denti nell’umida carne della sua bocca sino a sentirlo soffocare un grido a metà fra il sofferente ed il disperato in quel bacio che era divenuto una tortura.
Lo stiletto cadde a terra, accompagnato da un cristallino suono metallico.
-N-no… no…!- gemette il semi Dio, divincolandosi ogni istante più debolmente.
La tetra risata del servitore dei Phantomhive echeggiò nelle sue orecchie al pari d’un requiem funebre. -Qual è il problema? Non era questo che volevi?- lo schernì, leccando il sangue che stillava dai segni lasciati dai suoi morsi. -Hai forse compreso il perché poco fa ti abbia avvertito di quanto possa essere ambiguo il significato di prigionia presso i demoni?-.
Infine gli permise di sfuggire alla sua stretta e Grell indietreggiò il più possibile, malfermo sulle gambe, boccheggiando e comprimendosi la testa dolorante con le mani.
Sebastian si portò in posizione eretta, estrasse un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni, lavò via la tintura cremisi dalle labbra, dal viso e dal petto e, fermandosi a raccogliere il pugnale abbandonato al suolo, mosse qualche calmo passo in direzione dello Shinigami, che si accasciò tremante contro la parete opposta.
Il maggiordomo si portò su un ginocchio innanzi a lui ed incurvò gli angoli della bocca nel consueto ghigno compiaciuto, osservando in tono serafico: -Sei davvero ingenuo, Dio della Morte. È stato molto semplice radunare le particelle di veleno, mescolarle alla saliva e spezzare le catene mentre tu ti illudevi di stare conducendo il tuo gioco rivoltante-. Tese un braccio ed appoggiò con delicata derisione il palmo sulla guancia del mietitore, sollevandogli il viso per poter gustare la paura ed il dolore che intorbidivano il suo sguardo color smeraldo. -Sembra che tu abbia compiuto il mio medesimo errore. Avresti dovuto preoccuparti dell’effetto che il cianuro avrebbe potuto avere sul tuo corpo, poiché immagino ti sia reso conto che adesso sei totalmente alla mia mercé.- aggiunse, agitando con noncuranza lo stiletto – erano gocce di sangue, quelle che ne imbrattavano la lama, oppure era la sostanza che aveva utilizzato per decorare le labbra del demone? Il semi Dio non riusciva a capirlo, non con la tossina che gli divorava la mente.
-S-Sebastian… ti prego…- lo implorò, sforzandosi di rimanere cosciente malgrado le palpebre che si abbassavano sui suoi occhi ed il veleno che gli impastava la voce.
-Oh, no, signor Squartatore.- sorrise serenamente Sebastian, scuotendo il capo con falsa benevolenza. -Non dovresti essere tu a supplicare una tua vittima, non trovi?-.
Grell immaginava che l’Inferno dovesse avere la scarlatta sfumatura delle iridi del suo amato demone.
Ma quando lo vide per la prima volta, era tutto nero.



Il cianuro.
Nel link soprastante troverete tutte le informazioni riguardo al cianuro che ho utilizzato per questa FanFiction - che, alla fin fine, si riducono a qualche sintomo ed agli effetti, ovviamente ridimensionati in quanto parlo di Sebastian e Grell e si tratta pur sempre di creature sovrannaturali, esterne al mondo umano ed alle sue debolezze.
Inoltre, c'è un passaggio - dal momento in cui Grell trucca Sebastian a quello in cui si avventa sul suo corpo - che è volutamente accelerato: volevo sottolineare l'imprevedibilità e l'impulsività dello Shinigami, che non ha molta pazienza e cede in fretta ai suoi oscuri desideri.
Cos'altro, se non che questo scritto è stato straziante? Il primo e l'ultimo che scriverò nel quale sarà Grell a morire, sicuramente. A meno che non mi ammali improvvisamente di autolesionismo.
Prima d'andare, un'ultima cosa: seriamente, avere quattro/cinque persone che inseriscono nei Preferiti ed un unico commento sta diventando una moda, nonché una seccatura.
Io accetto anche un "mi ha fatto schifo", eh, purché me ne spieghiate i motivi <3.
Chu.
  
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