Eccomi qui!
Anche questa iniziata ieri sera e finita poco più di un’ora fa,
spinta da nessuna idea di base. Ho aperto il mio bellissimo programmino di
scrittura e ho scritto, senza sapere né da dove partire né con cosa concludere.
E se pubblico è perché Marta mi ha convinta *rotea gli occhi divertita*.
Quindi… ecco qui! Una Joe/Mary <3
-Disclaimers: Joe come al solito non mi appartiene e non ci tengo a
dare rappresentazione veritiera del suo carattere originale, mentre Mary… beh, diciamo
che è un mio personaggio, che avete
già avuto modo di incontrare in altre one-shot e in “Il diario segreto” (per il
quale ringrazio chi ha già commentato *w*)-
La canzone è “La notte sul
tetto” di Matteo Branciamore, che accompagna ogni scena e dà il titolo alla
storia stessa.
Ci si può auto-dedicare le storie? Beh… credo di averne abbastanza
bisogno. Quindi me la auto-dedico. E
la dedico anche a Joseph, ovviamente <3
Buona lettura e fatemi sapere che ne pensate!
Love <3
×××
La notte sul tetto
Entro
nella mia camera, chiudendomi immediatamente la porta alle spalle. Mi ci
appoggio qualche secondo, respirando quell’aria di quiete e calma che mi invade
quando entro in camera mia.
Silenzio.
Il
più bello dei suoni.
Sorrido,
quasi inconsapevolmente, lasciandomi andare seduta per terra, schiena e testa
appoggiate alla porta chiusa dietro di me. Porto le gambe al petto e permetto
alla tracolla di scivolarmi dalla spalla, ricadendo pesantemente al mio fianco.
Mi
guardo intorno: è tutto come l’ho lasciato questa mattina. La scrivania
disordinata, con il computer acceso, e il quaderno a spirale appoggiato al suo
fianco, con tutti gli appunti della tesi di laurea, ho iniziato da appena
qualche mese psicologia ma non ho
perso tempo. Forse… ne ho perso fin troppo nel precedente anno, che mi sono
presa per pensare.
Il
letto è sfatto, mai che mia sorella passa da camera mia a farlo, quando
pulisce. Figuriamoci, penso con una
smorfia di disappunto.
L’armadio
ancora con le ante aperte, davanti ad esso una serie di magliette che questa
mattina ho scartato, troppo presa dal fatto che ero in dannato ritardo come
ogni mattina.
Sospiro,
tirandomi su e chiudendo a chiave la porta: fino a domani mattina non voglio
sentire niente. Voglio isolarmi. Con
questo pensiero riprendo la tracolla con i libri e la butto sul letto,
sedendomi stancamente alla scrivania.
Dieci conversazioni.
A
quanto pare l’avviso “Università” non ha funzionato. Sistemo i file che ho
aperto quando sono tornata a pranzo oggi pomeriggio, per poi ritornare dritta
all’università, il mento appoggiato stancamente sul pugno chiuso della mano
sinistra. Penso, seriamente, che potrei addormentarmi. Non dormo da tre notti. Una tragedia per me.
Guardo
l’ora: le nove.
Sollevo
un sopracciglio: così presto?
Non
faccio in tempo a far partire un po’ di musica per evitare di addormentarmi che
sento bussare. Mi volto verso la porta, corrucciata: quando mai bussano i miei
genitori e mia sorella? Al massimo mi chiedono di aprire.
-Sì?-
domando nel silenzio della stanza.
Un’altra
volta sento un piccolo tocco, ma non proviene dalla porta alla mia sinistra,
bensì dalla sinistra della stanza. Mi volto lentamente, incontrando gli occhi
castani di un ragazzo che conosco troppo
bene.
Sdraiati sul tetto
La notte io e te
A stretto contatto
Appena
apro la finestra Joe poggia le sue labbra sulle mie baciandomi dolcemente. Non
riesco a reprimere una risata, mentre lo osservo sedersi sul divanetto che ho
fatto mettere davanti alla grande vetrata, che dà sulla vista della città.
-Che
ci fai qui?- domando a bassa voce, in modo che di sotto non sentano che il
ragazzo è in camera mia: venire a sapere che Joe Jonas era il mio ragazzo li aveva abbastanza scioccati, non
voglio che scoprano che entra di nascosto in camera mia, di sera, da soli.
-Passavo
di qui…- butta casuale.
Lo
guardo eloquentemente, -Joe… New York è abbastanza lontana da casa mia, ne sono
più che certa.- gli faccio notare, -Sono quasi sicura che disti almeno trecento
chilometri.-
Joe
mi sorride, sollevando un sopracciglio, -Mi mancavi.- ammette, porgendomi una
mano. Io scuoto la testa, afferrandola e lasciando che lui mi avvolga la vita
con le braccia, appoggiando la testa al mio petto. Sorrido, adagiando la testa
sulla sua e accarezzandogli i capelli piano.
Situazione
insostenibile.
Non
sopporto l’idea di vederlo così poco. L’ultima volta che l’ho visto è stata due
settimane fa, prima che partisse per presenziare alcuni eventi. È la vita di
una rockstar famosa, fidanzata con la ragazza più normale del mondo. E io non
ho intenzione di lamentarmi… quando cinque mesi fa ci siamo messi insieme ho
promesso a me stessa di non fargli mai pesare quanto mi manca: i suoi sogni si
devono realizzare… tutti.
Non
concepisco ancora come fra tante abbia potuto scegliere proprio me. Sono decisamente anonima. Capelli castano scuro, occhi
marroni e decisamente non ho il fisico di una modella. Sono una ragazza normale, eppure quando lui mi ha stretto
la mano la prima volta che ci siamo visti ha continuato a guardarmi negli
occhi. E in qualche modo è iniziata la nostra storia.
Siamo qui
Nessuno che ci cerca
Niente più del cielo
Un bacio e noi
Io e te sul fondo di una barca
Che ci culla in un mare di guai
Qualche
minuto dopo siamo stesi sul tetto di casa. Non so come ha fatto a convincermi,
ha continuato a stringere la mia mano nella sua e mi ha fatto scavalcare la
finestra, per poi aiutarmi a salire sul tetto di casa. Da lì la visuale della
città in cui è vivo è fantastica: non si sente niente, se non il rumore di
qualche macchina. Solo la luna sopra di noi.
-Quando
riparti?- domando, continuando ad osservare il cielo, soffermandomi ad ammirare
le stelle che si vedono, luminose e minuscole, proprio sopra alle nostre teste.
-Appena
vai a dormire.- risponde lui.
-Allora
stanotte non dormo.- decido. Joe scoppia a ridere, stringendo di più la presa
attorno alle mie spalle, in modo che io possa più essere comoda, su quella
coperta blu notte che ci siamo portati sul tetto, -Non ridere! Guarda che lo
faccio.- metto il broncio.
-Io
dico che è meglio che ti saluto già ora, perché fra cinque minuti starai
dormendo.- mi prende in giro.
-Spiritoso.
Io studio, per tua informazione.-
Joe
soffoca le risate nei miei capelli, -Lo so, è tre notti che mi mandi messaggi
con scritto che la tesina sta venendo uno schifo.- scherza nuovamente.
Gli
do un pugno leggero sul braccio, che non lo smuove per niente, -Prendi poco in
giro, Joseph! Se ti scoccio così tanto spegni il cellulare.- gli faccio la
lingua.
-E
rinunciare ai tuoi messaggi da studentessa schizzata? Non ci penso nemmeno!-
non mi dà modo di ribattere, poiché dopo l’ennesimo spinta mi prende il mento
con due dita, dandomi un bacio. Sospiro contro le sue labbra, stringendo la sua
maglietta tra le mie dita, come a sentirlo più vicino a me. Come se ne avessi bisogno.
Ma perché non lo
possiamo dire
Cosa c’è in noi due che non va
Forse è che ci invidiano l’amore
E ne fanno un problema di età
-Ti
detesto.- soffio contro le sue labbra.
-Anche
io ti voglio bene.- ridacchia, dandomi un leggero quanto veloce bacio a stampo
sulle labbra ancora dischiuse, -Si sta scomodi.- si lamenta.
-L’idea
di salire sul tetto è stata tua.- faccio notare immediatamente.
-Mary…
se i tuoi genitori mi scoprono in camera tua come minimo vado a cantare nel
coro delle voci bianche.- indica il cielo, guadagnandosi un mio sorriso
divertito, -Vorrei continuare a cantare per i comuni mortali, sai com’è. Non
credo di essere ancora pronto a mettere le ali d’angioletto.-
-Al
massimo da diavoletto.-
Joe
fa una smorfia offesa, -Io non sono cattivo!-
Lo
fisso seria, -Joe… nell’angolo.- dico con enfasi, per poi scoppiare a ridere di
gusto, godendomi la sua espressione di puro stupore.
-Ero
un cherubino fantastico.- ribatte con aria fiera, ma quando non accenno a
smettere di ridere, scuote la testa e mi sorride, per poi ridere a sua volta.
E noi non lo diciamo
E noi ci nascondiamo
Se il mondo non è ancora pronto per noi
-Vorrei
tanto condividere la tua risata con tutto il mondo.- mi sorride, sfiorandomi
appena la guancia con il suo naso freddo, in contrasto con il suo respiro
caldo, -Ma non troppo… tu sei mia.-
la sicurezza nella sua voce mi fa sorridere. L’accelerazione del mio cuore
aumenta di un battito.
-Il
mondo non è ancora pronto per noi.- ribatto, sospirando.
-Lo
sarà presto.- promette, avvolgendomi la vita con il braccio libero. Mi aggrappo
alle sue spalle e rifugio la testa nel suo petto, lasciandomi cullare dal suo
respiro calmo e leggero. E inspirando il suo profumo. Inconfondibile.
Senza lasciare segni
Viviamo i nostri sogni
Come due gatti il nostro regno è lassù
-Joe…-
-Mhm?-
-Stai
dormendo?-
-Forse.-
Roteo
gli occhi, nonostante tutto divertita, -E meno male che dovevo addormentarmi
io!- gli faccio notare, tirandomi su a sedere. Lui fa lo stesso, strofinando il
viso contro la mia spalla, -Mi sembri un gatto.-
Il
sorriso che spunta sul suo viso è pieno di maliziosità, -Vuoi che faccio le
fusa?- domanda infatti. Arrossisco di botto, facendolo ridere, -Lo prendo come
un sì.- bisbiglia, affondando il viso nel mio collo a posarci qualche bacio.
Cerco di allontanarlo, avvampando sempre di più: quando sento che inizia ad
imitare i versi che fanno i gatti durante le fusa sgrano gli occhi, sbattendo
poi un poco le ciglia.
Ho
un ragazzo idiota.
Posa
un bacio sui miei capelli, per poi scostarli e rimpossessarsi delle mie labbra.
Non posso fare a meno di sorridere.
Un
idiota adorabile.
Sdraiati sul tetto
La notte io e te
A stretto contatto
-Senti
un po’, gatto dei miei stivali, hai finito di fare le fusa?- gli chiedo
ridendo.
Joe
annuisce velocemente, -Però ora voglio che mi fai le coccole!- asserisce,
poggiando la testa sulle mie gambe. Alzo gli occhi al cielo ridendo, -Su, fai
felice il tuo gatto preferito.-
-Che
sei scemo lo sai, vero?- domando, iniziando ad accarezzargli piano i corti capelli
neri, soffermandomi su quelle ciocche più lunghe che posso attorcigliare
intorno alle dita.
Lui
ride, mettendosi a pancia in su, così può guardare il cielo appoggiato alle mie
gambe, -Me lo dicono in tanti, ma sentirmelo dire ogni volta da te è una sensazione
fantastica!- gli prendo il naso tra due dita, pizzicandoglielo leggermente,
-Ahio!- si lamenta, portandosi una mano al naso.
-Piccolo
gattino indifeso.- dico con voce forzatamente dolce. Lui mi fa lingua,
-Ricapitoliamo: sei un cherubino, un diavoletto, un gatto e ora anche un
bambino.- elenco, una mano per tenere il conto e l’altra a continuare ad
accarezzarli i capelli, sorreggendogli in questo modo la testa, -Ho dimenticato
qualcosa?-
-No,
dovrebbe esserci tutto.- una smorfia di concentrazione sul viso che mi fa
ridere.
E così ridiamo col
destino
Perché è lui che ci ha portati qui
Questo è un amore clandestino
Lo balliamo e cantiamo così
-Joe
è mezzanotte.- guardo l’orologio al suo polso, -E’ il caso che tu vada.- dico,
nonostante lui si faccia serio. Troppo
serio.
-Posso
dormire con te?- chiede, lasciandomi del tutto spiazzata.
-Cosa?-
biascico, ringraziando l’oscurità: maledetta mania di arrossire per ogni cosa
che dice questo ragazzo.
-Dormire.-
ripete Joe, -Posso andarmene domattina, prima che i tuoi genitori si sveglino.-
si alza da sopra di me, -Prometto di fare il bravo.- ecco, ci mancava solo
l’occhiolino.
-Non
mi sembra esattamente una buona idea.- ribatto scotendo il capo. Lui mi guarda
supplicante, gli occhi improvvisamente simili a quelli di un cucciolo indifeso.
-Non
vorrai che io salga a mezzanotte su un treno soffocante e pieno dei pendolari
del mercoledì notte.- mi fa notare.
-Sei
venuto in treno?!- domando sbalordita, -Joe, sei venuto fino a qui in treno,
poteva vederti chiunque, potevi essere assalito da delle fans schizzate, te ne
rendi conto?- lo rimprovero.
-Punto
primo… non penso che ragazze dai dieci ai diciannove anni prendano il treno di
mercoledì notte da New York fino a qui. Punto secondo: nessuna fan è più
schizzata di te.- scrolla le spalle, guadagnandosi una mia occhiataccia, -Ma…-
aggiunge, cercando di salvare il riparabile, -Avevo una voglia assurda di
vederti… la macchina non era disponibile, così ho preso il primo treno.-
-Tu
sei pazzo.- mormoro.
Joe
ride, scostandomi un boccolo da davanti agli occhi, per sistemarlo dietro al
mio orecchio. Sfiora con la sua mano calda la mia guancia, fredda, -Le persone
fanno sempre cose pazze… quando sono innamorate.-
Un
sorriso mi compare sul volto, senza che io lo possa evitare, -Ecco a voi
Hercules proiettato nel ventunesimo secolo.-
-Facciamo
passi da gigante, visto? Da un semplice cherubino sono passato ad un eroe
greco.- afferma con disinvoltura, provocando di nuovo le mie risate.
E noi non lo diciamo
E noi ci nascondiamo
Se il mondo non è ancora pronto per noi
Magari verrà il giorno
E finirà l’inverno
Ma intanto noi comunichiamo così
-Shht,
fai silenzio.- mi premo un dito sulle labbra, quando Joe richiude la finestra
troppo forte, -Ti ho dato il permesso di restare qui, ma se mi scoprono sono
morta, chiaro?- bisbiglio.
Joe
ridacchia, -Ok, sergente!- esclama, togliendosi le scarpe. Sorrido e torno alla
scrivania, per spegnere il computer. Mi soffermo più del dovuto a fissare lo
schermo del mio notebook spegnersi piano, giusto per riprendere fiato: non è la
prima volta che io e Joe dormiamo insieme, ma non è mai capitato con in casa i
miei genitori. E sì… dormiamo e
basta. Quindi niente pensieri maliziosi o altro. Lui non può, per via
dell’anello, e io sono sicura di non sentirmi ancora pronta per un passo del
genere, -Ti sei incantata?- mi chiede, facendomi sobbalzare sulla sedia. Mi
volto e lo vedo a gambe incrociate sul mio letto, la testa piegata verso
sinistra come a studiarmi.
-Girati,
devo mettermi il pigiama.- gli ordino. Lui alza le mani e fa mezzo giro su sé
stesso, dandomi le spalle. Mi metto il pigiama velocemente e lo raggiungo a
letto, dopo essermi assicurata di aver chiuso bene la porta e aver spento la
luce. Dopo esserci messi entrambi sotto le coperte poggio la testa sul cuscino
e sento immediatamente le braccia di Joe avvolgermi la vita e portarmi
indietro, per far aderire la mia schiena al suo petto.
Sole sulle tegole di terra cotta
Finché scotta il tetto miagola la gatta
Ma ad un tratto scende il fresco della notte
E sotto le stelle ci facciamo il letto
-Ci
stavi pensando anche tu, vero?- bisbiglia dopo qualche minuto passato in
silenzio.
-A
cosa?- domando mettendomi a pancia in su per poterlo guardare negli occhi, per
quanto il buio della stanza lo possa permettere.
Joe
mi guarda, ridendo del mio imbarazzo, -Al fatto che siamo da soli, a letto, con i tuoi genitori nella stanza
di fronte.- afferma, facendomi sospirare, -E soprattutto a una cosa che di
solito si fa a letto.- ridacchia maliziosamente.
-Altro
che Hercules, tu sei il mago dell’imbarazzo.- soffio arrossendo, -Non ridere,
Joe!- lo rimbecco, quando lui continua a ridacchiare, -Puoi piantarla per un
nanosecondo di mettermi in imbarazzo, come tuo solito?- sbotto.
-No,
perché sei stupenda quando arrossisci.- sostiene accarezzando le mie guance ora
troppo calde, rispetto a prima.
Dentro il cuore batte
Qui tutto è perfetto
Sei talmente bella
Eh, lo so che io mi sento brutto
Solo per un bacio rido come un matto
Perché mi ritrovo innamorato cotto
-Ricapitoliamo
di nuovo.- penso distrattamente, cercando di dissimulare il mio imbarazzo,
-Cherubino, diavoletto, gatto, bambino, eroe greco, mago dell’imbarazzo.- conto
sulle dita.
-Non
hai dimenticato niente.- annuisce Joe, stringendomi forte contro di lui, -Sono
tutto questo.-
-Sempre
pensato che soffri di personalità multipla.- lo prendo in giro, per poi
posargli una bacio stampo sulle labbra, -Molto
multipla.- ridacchio, ad un soffio dalle sue labbra. Lui alza un angolo della
bocca, in un sorrisetto, prima di rimpossessarsi ancora una volta delle mie
labbra. Un brivido percorre la mia schiena e lui passa una mano su di essa,
sfiorandola piano con le dita, in una morsa che fa accelerare ancora di più i
battiti già veloci del mio cuore.
È
inconcepibile che lui mi faccia
questo effetto.
Sento
una risata uscire dalle sue labbra quando si stacca leggermente, -Perché ridi?-
domando confusa.
-Mi
hai trasformato, Mary.-
-Altra
personalità in arrivo?-
-No,
questa c’era già da un po’.- ammette Joe, intrecciando le nostre dita. Rimane
ad osservare le nostre mani unite, per un attimo, per poi rivolgersi di nuovo a
me, -Mi sono indubbiamente innamorato di te. E questo ha portato fuori la mia
personalità principale: solo e semplicemente Joe.-
E noi non lo diciamo
E noi ci nascondiamo
Se il mondo non è ancora pronto per noi
Magari verrà il giorno
E finirà l’inverno
Ma intanto noi comunichiamo così
-Troppo,
troppo, troppo romantico, Joseph.- lo ammonisco.
-Dici?-
-Oh,
sì.- annuisco lentamente, -Il Joe Jonas di cui sono innamorata mi avrebbe già
fatto il solletico, costringendomi a prenderlo a cuscinate.- gli poso un dito
sulle labbra, prima che possa ribattere, -Ma…- sorrido, -Questi tuoi momenti da
“Joe il fidanzato perfetto” mi piacciono.- ammetto.
-Beh…
tanto non uscirà prima di altre due settimane questo mio lato.- scrolla le
spalle noncurante, -Quindi…- mi lancia uno sguardo enigmatico, che mi fa
sbarrare gli occhi.
-Non
ti azzardare a…- vengo bloccata dalle sue mani che, agili, iniziano a farmi il
solletico, facendomi scoppiare a ridere di gusto.
E noi non lo diciamo
E noi ci nascondiamo
Se il mondo non è ancora pronto per noi
Senza lasciare segni
Viviamo i nostri sogni
Come due gatti il nostro regno è lassù
Gli
pianto una cuscinata in faccia, quando la luce in corridoio si accende, -Stai
zitto!- intimo, alzandomi in piedi e avvicinandomi alla porta.
-Mary,
tutto bene?- domanda mio padre.
-Sì,
sì, tutto bene.-
-E
allora perché ridevi? È mezzanotte e mezza!-
Mi
mordo un labbro, quando all’improvviso sento come un miagolio. Mi volto
scioccata verso Joe, che sta imitando un gatto, -E’… è entrato un gatto in
camera mia, ho lasciato per sbaglio la finestra aperta.- invento di sana
pianta.
-Ok…
vai a dormire, ora.- la luce in corridoio si spegne e io sbuffo, tornando a
letto.
-Il
gatto ti ha salvata.- dice Joe quando torno sotto le coperte, -Mi merito altre
coccole, non credi?-
Sollevo
un sopracciglio, -Ti meriti un’altra cuscinata invece!- stabilisco, prendendo
il cuscino e lanciandoglielo in pieno viso, soffocando le risate per non venire
beccata di nuovo dai miei genitori, -E ora dormiamo, per favore.- intimo,
rimettendomi comoda sul materasso.
Sdraiati sul tetto
Mi piace stare con te
A stretto contatto
-Buonanotte,
Mary.- sussurra contro il mio collo, per poi depositarci un leggero bacio.
-Buonanotte,
Joe.- auguro, per poi stringere una sua mano e accoccolarmi contro il suo
petto. Ascoltare il battito del suo cuore è il modo migliore per addormentarmi
felice.
Sdraiati sul tetto
Mi piace stare con te
A stretto contatto
Sdraiati sul tetto