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Autore: Fiery    20/01/2010    5 recensioni
Non faccio in tempo a far partire un po’ di musica per evitare di addormentarmi che sento bussare. Mi volto verso la porta, corrucciata: quando mai bussano i miei genitori e mia sorella? Al massimo mi chiedono di aprire.
-Sì?- domando nel silenzio della stanza.
Un’altra volta sento un piccolo tocco, ma non proviene dalla porta alla mia sinistra, bensì dalla sinistra della stanza. Mi volto lentamente, incontrando gli occhi castani di un ragazzo che conosco troppo bene.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui!

Anche questa iniziata ieri sera e finita poco più di un’ora fa, spinta da nessuna idea di base. Ho aperto il mio bellissimo programmino di scrittura e ho scritto, senza sapere né da dove partire né con cosa concludere. E se pubblico è perché Marta mi ha convinta *rotea gli occhi divertita*.

Quindi… ecco qui! Una Joe/Mary <3

-Disclaimers: Joe come al solito non mi appartiene e non ci tengo a dare rappresentazione veritiera del suo carattere originale, mentre Mary… beh, diciamo che è un mio personaggio, che avete già avuto modo di incontrare in altre one-shot e in “Il diario segreto” (per il quale ringrazio chi ha già commentato *w*)-

La canzone è “La notte sul tetto” di Matteo Branciamore, che accompagna ogni scena e dà il titolo alla storia stessa.

Ci si può auto-dedicare le storie? Beh… credo di averne abbastanza bisogno. Quindi me la auto-dedico. E la dedico anche a Joseph, ovviamente <3

Buona lettura e fatemi sapere che ne pensate!

Love <3

×××

 

La notte sul tetto

 

 

Entro nella mia camera, chiudendomi immediatamente la porta alle spalle. Mi ci appoggio qualche secondo, respirando quell’aria di quiete e calma che mi invade quando entro in camera mia.

Silenzio.

Il più bello dei suoni.

Sorrido, quasi inconsapevolmente, lasciandomi andare seduta per terra, schiena e testa appoggiate alla porta chiusa dietro di me. Porto le gambe al petto e permetto alla tracolla di scivolarmi dalla spalla, ricadendo pesantemente al mio fianco.

Mi guardo intorno: è tutto come l’ho lasciato questa mattina. La scrivania disordinata, con il computer acceso, e il quaderno a spirale appoggiato al suo fianco, con tutti gli appunti della tesi di laurea, ho iniziato da appena qualche mese psicologia ma non ho perso tempo. Forse… ne ho perso fin troppo nel precedente anno, che mi sono presa per pensare.

Il letto è sfatto, mai che mia sorella passa da camera mia a farlo, quando pulisce. Figuriamoci, penso con una smorfia di disappunto.

L’armadio ancora con le ante aperte, davanti ad esso una serie di magliette che questa mattina ho scartato, troppo presa dal fatto che ero in dannato ritardo come ogni mattina.

Sospiro, tirandomi su e chiudendo a chiave la porta: fino a domani mattina non voglio sentire niente. Voglio isolarmi. Con questo pensiero riprendo la tracolla con i libri e la butto sul letto, sedendomi stancamente alla scrivania.

Dieci conversazioni.

A quanto pare l’avviso “Università” non ha funzionato. Sistemo i file che ho aperto quando sono tornata a pranzo oggi pomeriggio, per poi ritornare dritta all’università, il mento appoggiato stancamente sul pugno chiuso della mano sinistra. Penso, seriamente, che potrei addormentarmi. Non dormo da tre notti. Una tragedia per me.

Guardo l’ora: le nove.

Sollevo un sopracciglio: così presto?

Non faccio in tempo a far partire un po’ di musica per evitare di addormentarmi che sento bussare. Mi volto verso la porta, corrucciata: quando mai bussano i miei genitori e mia sorella? Al massimo mi chiedono di aprire.

-Sì?- domando nel silenzio della stanza.

Un’altra volta sento un piccolo tocco, ma non proviene dalla porta alla mia sinistra, bensì dalla sinistra della stanza. Mi volto lentamente, incontrando gli occhi castani di un ragazzo che conosco troppo bene.

 

Sdraiati sul tetto
La notte io e te
A stretto contatto

 

Appena apro la finestra Joe poggia le sue labbra sulle mie baciandomi dolcemente. Non riesco a reprimere una risata, mentre lo osservo sedersi sul divanetto che ho fatto mettere davanti alla grande vetrata, che dà sulla vista della città.

-Che ci fai qui?- domando a bassa voce, in modo che di sotto non sentano che il ragazzo è in camera mia: venire a sapere che Joe Jonas era il mio ragazzo li aveva abbastanza scioccati, non voglio che scoprano che entra di nascosto in camera mia, di sera, da soli.

-Passavo di qui…- butta casuale.

Lo guardo eloquentemente, -Joe… New York è abbastanza lontana da casa mia, ne sono più che certa.- gli faccio notare, -Sono quasi sicura che disti almeno trecento chilometri.-

Joe mi sorride, sollevando un sopracciglio, -Mi mancavi.- ammette, porgendomi una mano. Io scuoto la testa, afferrandola e lasciando che lui mi avvolga la vita con le braccia, appoggiando la testa al mio petto. Sorrido, adagiando la testa sulla sua e accarezzandogli i capelli piano.

Situazione insostenibile.

Non sopporto l’idea di vederlo così poco. L’ultima volta che l’ho visto è stata due settimane fa, prima che partisse per presenziare alcuni eventi. È la vita di una rockstar famosa, fidanzata con la ragazza più normale del mondo. E io non ho intenzione di lamentarmi… quando cinque mesi fa ci siamo messi insieme ho promesso a me stessa di non fargli mai pesare quanto mi manca: i suoi sogni si devono realizzare… tutti.

Non concepisco ancora come fra tante abbia potuto scegliere proprio me. Sono decisamente anonima. Capelli castano scuro, occhi marroni e decisamente non ho il fisico di una modella. Sono una ragazza normale, eppure quando lui mi ha stretto la mano la prima volta che ci siamo visti ha continuato a guardarmi negli occhi. E in qualche modo è iniziata la nostra storia.

 

Siamo qui
Nessuno che ci cerca
Niente più del cielo
Un bacio e noi
Io e te sul fondo di una barca
Che ci culla in un mare di guai

 

Qualche minuto dopo siamo stesi sul tetto di casa. Non so come ha fatto a convincermi, ha continuato a stringere la mia mano nella sua e mi ha fatto scavalcare la finestra, per poi aiutarmi a salire sul tetto di casa. Da lì la visuale della città in cui è vivo è fantastica: non si sente niente, se non il rumore di qualche macchina. Solo la luna sopra di noi.

-Quando riparti?- domando, continuando ad osservare il cielo, soffermandomi ad ammirare le stelle che si vedono, luminose e minuscole, proprio sopra alle nostre teste.

-Appena vai a dormire.- risponde lui.

-Allora stanotte non dormo.- decido. Joe scoppia a ridere, stringendo di più la presa attorno alle mie spalle, in modo che io possa più essere comoda, su quella coperta blu notte che ci siamo portati sul tetto, -Non ridere! Guarda che lo faccio.- metto il broncio.

-Io dico che è meglio che ti saluto già ora, perché fra cinque minuti starai dormendo.- mi prende in giro.

-Spiritoso. Io studio, per tua informazione.-

Joe soffoca le risate nei miei capelli, -Lo so, è tre notti che mi mandi messaggi con scritto che la tesina sta venendo uno schifo.- scherza nuovamente.

Gli do un pugno leggero sul braccio, che non lo smuove per niente, -Prendi poco in giro, Joseph! Se ti scoccio così tanto spegni il cellulare.- gli faccio la lingua.

-E rinunciare ai tuoi messaggi da studentessa schizzata? Non ci penso nemmeno!- non mi dà modo di ribattere, poiché dopo l’ennesimo spinta mi prende il mento con due dita, dandomi un bacio. Sospiro contro le sue labbra, stringendo la sua maglietta tra le mie dita, come a sentirlo più vicino a me. Come se ne avessi bisogno.

 

Ma perché non lo possiamo dire
Cosa c’è in noi due che non va
Forse è che ci invidiano l’amore
E ne fanno un problema di età

 

-Ti detesto.- soffio contro le sue labbra.

-Anche io ti voglio bene.- ridacchia, dandomi un leggero quanto veloce bacio a stampo sulle labbra ancora dischiuse, -Si sta scomodi.- si lamenta.

-L’idea di salire sul tetto è stata tua.- faccio notare immediatamente.

-Mary… se i tuoi genitori mi scoprono in camera tua come minimo vado a cantare nel coro delle voci bianche.- indica il cielo, guadagnandosi un mio sorriso divertito, -Vorrei continuare a cantare per i comuni mortali, sai com’è. Non credo di essere ancora pronto a mettere le ali d’angioletto.-

-Al massimo da diavoletto.-

Joe fa una smorfia offesa, -Io non sono cattivo!-

Lo fisso seria, -Joe… nell’angolo.- dico con enfasi, per poi scoppiare a ridere di gusto, godendomi la sua espressione di puro stupore.

-Ero un cherubino fantastico.- ribatte con aria fiera, ma quando non accenno a smettere di ridere, scuote la testa e mi sorride, per poi ridere a sua volta.

 

E noi non lo diciamo
E noi ci nascondiamo
Se il mondo non è ancora pronto per noi

 

-Vorrei tanto condividere la tua risata con tutto il mondo.- mi sorride, sfiorandomi appena la guancia con il suo naso freddo, in contrasto con il suo respiro caldo, -Ma non troppo… tu sei mia.- la sicurezza nella sua voce mi fa sorridere. L’accelerazione del mio cuore aumenta di un battito.

-Il mondo non è ancora pronto per noi.- ribatto, sospirando.

-Lo sarà presto.- promette, avvolgendomi la vita con il braccio libero. Mi aggrappo alle sue spalle e rifugio la testa nel suo petto, lasciandomi cullare dal suo respiro calmo e leggero. E inspirando il suo profumo. Inconfondibile.

 

Senza lasciare segni
Viviamo i nostri sogni
Come due gatti il nostro regno è lassù

 

-Joe…-

-Mhm?-

-Stai dormendo?-

-Forse.-

Roteo gli occhi, nonostante tutto divertita, -E meno male che dovevo addormentarmi io!- gli faccio notare, tirandomi su a sedere. Lui fa lo stesso, strofinando il viso contro la mia spalla, -Mi sembri un gatto.-

Il sorriso che spunta sul suo viso è pieno di maliziosità, -Vuoi che faccio le fusa?- domanda infatti. Arrossisco di botto, facendolo ridere, -Lo prendo come un sì.- bisbiglia, affondando il viso nel mio collo a posarci qualche bacio. Cerco di allontanarlo, avvampando sempre di più: quando sento che inizia ad imitare i versi che fanno i gatti durante le fusa sgrano gli occhi, sbattendo poi un poco le ciglia.

Ho un ragazzo idiota.

Posa un bacio sui miei capelli, per poi scostarli e rimpossessarsi delle mie labbra. Non posso fare a meno di sorridere.

Un idiota adorabile.

 

Sdraiati sul tetto
La notte io e te
A stretto contatto

 

-Senti un po’, gatto dei miei stivali, hai finito di fare le fusa?- gli chiedo ridendo.

Joe annuisce velocemente, -Però ora voglio che mi fai le coccole!- asserisce, poggiando la testa sulle mie gambe. Alzo gli occhi al cielo ridendo, -Su, fai felice il tuo gatto preferito.-

-Che sei scemo lo sai, vero?- domando, iniziando ad accarezzargli piano i corti capelli neri, soffermandomi su quelle ciocche più lunghe che posso attorcigliare intorno alle dita.

Lui ride, mettendosi a pancia in su, così può guardare il cielo appoggiato alle mie gambe, -Me lo dicono in tanti, ma sentirmelo dire ogni volta da te è una sensazione fantastica!- gli prendo il naso tra due dita, pizzicandoglielo leggermente, -Ahio!- si lamenta, portandosi una mano al naso.

-Piccolo gattino indifeso.- dico con voce forzatamente dolce. Lui mi fa lingua, -Ricapitoliamo: sei un cherubino, un diavoletto, un gatto e ora anche un bambino.- elenco, una mano per tenere il conto e l’altra a continuare ad accarezzarli i capelli, sorreggendogli in questo modo la testa, -Ho dimenticato qualcosa?-

-No, dovrebbe esserci tutto.- una smorfia di concentrazione sul viso che mi fa ridere.

 

E così ridiamo col destino
Perché è lui che ci ha portati qui
Questo è un amore clandestino
Lo balliamo e cantiamo così

 

-Joe è mezzanotte.- guardo l’orologio al suo polso, -E’ il caso che tu vada.- dico, nonostante lui si faccia serio. Troppo serio.

-Posso dormire con te?- chiede, lasciandomi del tutto spiazzata.

-Cosa?- biascico, ringraziando l’oscurità: maledetta mania di arrossire per ogni cosa che dice questo ragazzo.

-Dormire.- ripete Joe, -Posso andarmene domattina, prima che i tuoi genitori si sveglino.- si alza da sopra di me, -Prometto di fare il bravo.- ecco, ci mancava solo l’occhiolino.

-Non mi sembra esattamente una buona idea.- ribatto scotendo il capo. Lui mi guarda supplicante, gli occhi improvvisamente simili a quelli di un cucciolo indifeso.

-Non vorrai che io salga a mezzanotte su un treno soffocante e pieno dei pendolari del mercoledì notte.- mi fa notare.

-Sei venuto in treno?!- domando sbalordita, -Joe, sei venuto fino a qui in treno, poteva vederti chiunque, potevi essere assalito da delle fans schizzate, te ne rendi conto?- lo rimprovero.

-Punto primo… non penso che ragazze dai dieci ai diciannove anni prendano il treno di mercoledì notte da New York fino a qui. Punto secondo: nessuna fan è più schizzata di te.- scrolla le spalle, guadagnandosi una mia occhiataccia, -Ma…- aggiunge, cercando di salvare il riparabile, -Avevo una voglia assurda di vederti… la macchina non era disponibile, così ho preso il primo treno.-

-Tu sei pazzo.- mormoro.

Joe ride, scostandomi un boccolo da davanti agli occhi, per sistemarlo dietro al mio orecchio. Sfiora con la sua mano calda la mia guancia, fredda, -Le persone fanno sempre cose pazze… quando sono innamorate.-

Un sorriso mi compare sul volto, senza che io lo possa evitare, -Ecco a voi Hercules proiettato nel ventunesimo secolo.-

-Facciamo passi da gigante, visto? Da un semplice cherubino sono passato ad un eroe greco.- afferma con disinvoltura, provocando di nuovo le mie risate.

 

 

E noi non lo diciamo
E noi ci nascondiamo
Se il mondo non è ancora pronto per noi
Magari verrà il giorno
E finirà l’inverno
Ma intanto noi comunichiamo così

 

-Shht, fai silenzio.- mi premo un dito sulle labbra, quando Joe richiude la finestra troppo forte, -Ti ho dato il permesso di restare qui, ma se mi scoprono sono morta, chiaro?- bisbiglio.

Joe ridacchia, -Ok, sergente!- esclama, togliendosi le scarpe. Sorrido e torno alla scrivania, per spegnere il computer. Mi soffermo più del dovuto a fissare lo schermo del mio notebook spegnersi piano, giusto per riprendere fiato: non è la prima volta che io e Joe dormiamo insieme, ma non è mai capitato con in casa i miei genitori. E sì… dormiamo e basta. Quindi niente pensieri maliziosi o altro. Lui non può, per via dell’anello, e io sono sicura di non sentirmi ancora pronta per un passo del genere, -Ti sei incantata?- mi chiede, facendomi sobbalzare sulla sedia. Mi volto e lo vedo a gambe incrociate sul mio letto, la testa piegata verso sinistra come a studiarmi.

-Girati, devo mettermi il pigiama.- gli ordino. Lui alza le mani e fa mezzo giro su sé stesso, dandomi le spalle. Mi metto il pigiama velocemente e lo raggiungo a letto, dopo essermi assicurata di aver chiuso bene la porta e aver spento la luce. Dopo esserci messi entrambi sotto le coperte poggio la testa sul cuscino e sento immediatamente le braccia di Joe avvolgermi la vita e portarmi indietro, per far aderire la mia schiena al suo petto.

 

Sole sulle tegole di terra cotta
Finché scotta il tetto miagola la gatta
Ma ad un tratto scende il fresco della notte
E sotto le stelle ci facciamo il letto

 

-Ci stavi pensando anche tu, vero?- bisbiglia dopo qualche minuto passato in silenzio.

-A cosa?- domando mettendomi a pancia in su per poterlo guardare negli occhi, per quanto il buio della stanza lo possa permettere.

Joe mi guarda, ridendo del mio imbarazzo, -Al fatto che siamo da soli, a letto, con i tuoi genitori nella stanza di fronte.- afferma, facendomi sospirare, -E soprattutto a una cosa che di solito si fa a letto.- ridacchia maliziosamente.

-Altro che Hercules, tu sei il mago dell’imbarazzo.- soffio arrossendo, -Non ridere, Joe!- lo rimbecco, quando lui continua a ridacchiare, -Puoi piantarla per un nanosecondo di mettermi in imbarazzo, come tuo solito?- sbotto.

-No, perché sei stupenda quando arrossisci.- sostiene accarezzando le mie guance ora troppo calde, rispetto a prima.

 

Dentro il cuore batte
Qui tutto è perfetto
Sei talmente bella
Eh, lo so che io mi sento brutto
Solo per un bacio rido come un matto
Perché mi ritrovo innamorato cotto

 

-Ricapitoliamo di nuovo.- penso distrattamente, cercando di dissimulare il mio imbarazzo, -Cherubino, diavoletto, gatto, bambino, eroe greco, mago dell’imbarazzo.- conto sulle dita.

-Non hai dimenticato niente.- annuisce Joe, stringendomi forte contro di lui, -Sono tutto questo.-

-Sempre pensato che soffri di personalità multipla.- lo prendo in giro, per poi posargli una bacio stampo sulle labbra, -Molto multipla.- ridacchio, ad un soffio dalle sue labbra. Lui alza un angolo della bocca, in un sorrisetto, prima di rimpossessarsi ancora una volta delle mie labbra. Un brivido percorre la mia schiena e lui passa una mano su di essa, sfiorandola piano con le dita, in una morsa che fa accelerare ancora di più i battiti già veloci del mio cuore.

È inconcepibile che lui mi faccia questo effetto.

Sento una risata uscire dalle sue labbra quando si stacca leggermente, -Perché ridi?- domando confusa.

-Mi hai trasformato, Mary.-

-Altra personalità in arrivo?-

-No, questa c’era già da un po’.- ammette Joe, intrecciando le nostre dita. Rimane ad osservare le nostre mani unite, per un attimo, per poi rivolgersi di nuovo a me, -Mi sono indubbiamente innamorato di te. E questo ha portato fuori la mia personalità principale: solo e semplicemente Joe.-

 

E noi non lo diciamo
E noi ci nascondiamo
Se il mondo non è ancora pronto per noi
Magari verrà il giorno
E finirà l’inverno
Ma intanto noi comunichiamo così

 

-Troppo, troppo, troppo romantico, Joseph.- lo ammonisco.

-Dici?-

-Oh, sì.- annuisco lentamente, -Il Joe Jonas di cui sono innamorata mi avrebbe già fatto il solletico, costringendomi a prenderlo a cuscinate.- gli poso un dito sulle labbra, prima che possa ribattere, -Ma…- sorrido, -Questi tuoi momenti da “Joe il fidanzato perfetto” mi piacciono.- ammetto.

-Beh… tanto non uscirà prima di altre due settimane questo mio lato.- scrolla le spalle noncurante, -Quindi…- mi lancia uno sguardo enigmatico, che mi fa sbarrare gli occhi.

-Non ti azzardare a…- vengo bloccata dalle sue mani che, agili, iniziano a farmi il solletico, facendomi scoppiare a ridere di gusto.

 

E noi non lo diciamo
E noi ci nascondiamo
Se il mondo non è ancora pronto per noi
Senza lasciare segni
Viviamo i nostri sogni
Come due gatti il nostro regno è lassù



Gli pianto una cuscinata in faccia, quando la luce in corridoio si accende, -Stai zitto!- intimo, alzandomi in piedi e avvicinandomi alla porta.

-Mary, tutto bene?- domanda mio padre.

-Sì, sì, tutto bene.-

-E allora perché ridevi? È mezzanotte e mezza!-

Mi mordo un labbro, quando all’improvviso sento come un miagolio. Mi volto scioccata verso Joe, che sta imitando un gatto, -E’… è entrato un gatto in camera mia, ho lasciato per sbaglio la finestra aperta.- invento di sana pianta.

-Ok… vai a dormire, ora.- la luce in corridoio si spegne e io sbuffo, tornando a letto.

-Il gatto ti ha salvata.- dice Joe quando torno sotto le coperte, -Mi merito altre coccole, non credi?-

Sollevo un sopracciglio, -Ti meriti un’altra cuscinata invece!- stabilisco, prendendo il cuscino e lanciandoglielo in pieno viso, soffocando le risate per non venire beccata di nuovo dai miei genitori, -E ora dormiamo, per favore.- intimo, rimettendomi comoda sul materasso.

 

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-Buonanotte, Mary.- sussurra contro il mio collo, per poi depositarci un leggero bacio.

-Buonanotte, Joe.- auguro, per poi stringere una sua mano e accoccolarmi contro il suo petto. Ascoltare il battito del suo cuore è il modo migliore per addormentarmi felice.

 

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