Anime & Manga > Anna dai capelli rossi
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Autore: Kirby    07/07/2005    1 recensioni
Com'è nata la storia d'amore tra Diana Barry e Fred Wright? Com'è andata avanti la vita per Diana dopo che Anna è andata all'accademia? Leggete e lo saprete. Grazie a chi legge.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima svolta e nuove conoscenze

Era passato un mese ed il lavoro procedeva per il meglio: Diana era soddisfatta.

Le capitava, oramai sempre più spesso, d’esser avvicinata dai suoi compaesani che le facevano i complimenti per quanto era riuscita a fare con i bambini in così poco tempo.

Diana e la signora Allan si fermavano, ogni domenica al termine della suola domenicale, per discutere del programma settimanale dell’asilo.

E molto spesso, oltre a parlare di lavoro, si confidavano. Già, in assenza di Anna, era alla signora Allan che Diana confidava le sue ansie ed i suoi dubbi.

 

Da due settimane oramai gestiva l’asilo da sola. La signora Allan aveva notato che Diana era diventata più sicura di se e che ce la faceva benissimo da sola. La domenica si erano quindi incontrate per la solita riunione.

“Diana, sei molto maturata in questo ultimo periodo. Penso che tu sia pronta per occuparti dell’asilo da sola. Sappi che, in caso di dubbi o timori, troverai la mia porta sempre aperta” disse la signora Allan con dolcezza.

Diana rimase inizialmente stupita della decisione, ma poi si era resa conto che già le ultime settimane era stata lei a gestire il tutto, soprattutto per non affaticare la signora Allan.

“Va bene, però le riunioni domenicali le manteniamo? Mi piace sapere cosa ne pensa del programma della settimana.” disse Diana con sguardo implorante, accompagnato da un sorriso.

“E va bene.” concesse la signora Allan.

 

In quei giorni arrivò una lettera di Anna.

Diana aveva dovuto aspettare la sera per poterla leggere, in quanto lavorava durante il giorno.

Appena arrivata a casa, andò in camera e iniziò a leggere la lettera: Anna sembrava trovarsi bene all’accademia e si era già fatta qualche altra amica oltre a Jane e Ruby.

Questo non le dette il fastidio che aveva pensato di provare fin dall’inizio: certo, sapeva che essendo in una nuova scuola non poteva rimanere sola, non sarebbe stato giusto.

Anna era e sarebbe stata sempre per Diana la sua migliore amica ed Anna pensava la stessa cosa.

Diana era serena. Una serenità data dalla consapevolezza che, nonostante avessero intrapreso strade diverse, non si sarebbero mai perse. L’una avrebbe sempre potuto contare sull’amicizia e sull’affetto dell’altra, ovunque il destino le avesse portate.

Continuò con la lettura: “Oh, Anna! Sono felice che tu mi approvi” disse come se avesse Anna accanto a se “Temevo un po’ il tuo giudizio, ma in fondo sapevo che quando io sono felice tu lo sei per me… Con me. Ti voglio bene Anna!” disse con gli occhi umidi.

La lettera continuava parlando della sistemazione dell’amica, della differenza tra la città e la piccola e graziosa Avonlea, delle amiche e degli amici. Di tutto insomma. A Diana sembrava quasi d’essere lì con loro. Non provò invidia, come s’era aspettata. Terminò di leggere la lettera e si preparò per la notte.

 

Giunse l’ora del risveglio e, dopo essersi preparata con cura, Diana iniziò a scrivere la risposta per Anna: ieri sera aveva fatto troppo tardi ed oggi avendo a disposizione un po’ di tempo decise di approfittarne.

Sentì l’odore della colazione e capì che era meglio scendere, se non voleva arrivare in ritardo al lavoro.

Quella mattina Diana ebbe una sgradita sorpresa: le scale d’ingresso dell’asilo si erano rotte, forse a causa del tempo e dell’usura o forse a causa dei temporali notturni che, durante l’ultimo mese, avevano imperversato nella zona.

Con molta attenzione si riusciva ad entrare ed uscire, ma non era il caso di rischiare, quindi decise di far entrare ed uscire i bambini dalla porta della chiesa.

Riaccompagnò a casa i bambini e, sulla via del rientro a casa, decise di passare ad avvisare il reverendo affinché mandasse qualcuno ad effettuare le riparazioni del caso.

Si avviò con passo sicuro verso la canonica.

Giunse a pochi metri dalla casa del reverendo e di sua moglie quando notò un calesse.

Lo guardò, “Hanno gente, forse non è il caso di disturbarli ora…” si disse parlando tra se…

“Diana, che gioia vederti, come mai da queste parti?” le chiese cordialmente la signora Allan.

Diana non l’aveva vista in giardino. “Ero venuta a parlare con lei ed il reverendo… ma se avete ospiti, non vorrei disturbare… Anzi potrei dirglielo a lei” disse dopo un esitazione iniziale.

“Accomodati Diana, tu non disturbi mai, e poi mio marito è in casa. Sono sicura che se sei venuta fin qua un motivo dev’esserci” disse apprensiva

Le due donne entrarono in casa e videro il reverendo in compagnia di un uomo sui quarant’anni, molto distinto.

Diana l’osservò di sottecchi: era vestito in modo elegante e curato, senza ostentare l’agio che lo contraddistingueva, aveva i capelli folti, corti e ben curati e sembrava essere a suo agio in casa Allan.

Chissà chi è… fu il pensiero di Diana.

“Caro, posso interromperti? Diana è venuta per parlarti…” disse dolcemente al marito

“Grazie reverendo, penso che non ci sia altro da aggiungere. Inizieremo il trasloco il mese prossimo…” disse l’interlocutore del reverendo.

Che bella voce profonda pensò Diana osservandolo.

“Dimmi pure Diana, ci sono problemi con l’asilo?” chiese il reverendo scrutando Diana.

“Le scale d’ingresso si sono rotte: oggi ho fatto entrare i bambini dalla porta della chiesa” disse timidamente Diana.

“Reverendo, lei è stato così gentile con me… Posso mandare mio figlio a prender visione dei danni domattina e nel pomeriggio od al più tardi domani, potrebbe iniziare le riparazioni se siete d’accordo… Sa ho una segheria ed una falegnameria” disse l’uomo del calesse all’indirizzo della signora Allan e di Diana che lo guardavano.

Diana non stava capendo molto, ma la decisione non sarebbe spettata a lei e quindi si limitò ad attendere.

“Scusate sono un maleducato, non mi sono presentato, mi chiamo Thomas Wright. A mia discolpa posso solo dire che sono rimasto affascinato da due dame belle come voi” disse il signor Wright con un sorriso cordiale.

 “Va bene allora. Diana, potresti domani mostrare le scale da riparare al figlio del signor Wright?” chiese il reverendo.

“Certamente” rispose prontamente la giovane.

Quando il signor Wright se ne andò Diana era prossima a fare altrettanto quando il reverendo le chiese “Scusami se ti ho costretto a prendere il mio posto domani con il giovane Wright, ma avevo già preso impegni che non potevo rimandare così su due piedi…” disse il reverendo con aria colpevole.

“Non si preoccupi. E poi mi è sembrato di capire che si trasferiranno ad Avonlea. Sto solo facendo la buona compaesana” disse sorridendo.

“Allora farai la buona vicina. Sai hanno acquistato la vecchia casa degli Hamilton” aggiunse il reverendo vedendo il visino stupido della ragazza.

“Finalmente è stata comprata quella casa! Era troppo bella per essere lasciata chiusa.” disse Diana.

Parlarono un altro po’, poi Diana salutò cordialmente il reverendo e la moglie e si avviò verso casa.

 

Peccato! pensò la ragazza, mi mancheranno le passeggiate che facevo lungo il fiume. Però sono felice, già… è una casa troppo bella per essere lasciata chiusa.

Potrei fare una piccola deviazione e vederla per l’ultima volta…

Detto fatto, Diana s’incamminò verso la vecchia casa degli Hamilton.

Dopo dieci minuti arrivò a destinazione e poté ammirare lo splendido tramonto che si rifletteva lungo il fiume accanto alla casa.

La casa era in stile coloniale di colore bianca, con una deliziosa veranda sul lato sinistro, accanto al fiume. Dei glicini si erano insediati sul pergolato d’ingresso e, benché da quasi un anno nessuno li curasse, crescevano rigogliosi. 

Il portone era sormontato da un’arcata dove un tempo, non molto lontano, c’erano state delle rose che davano un’aria vivace all’ambiente, mentre ora c’erano rametti secchi ed avvizziti poco propensi a lasciarsi cadere nel vuoto. Un boschetto di aceri incorniciava la casa sul retro.

Diana fissava il panorama incantata quando un rumore catturò la sua attenzione.

S’incamminò nella direzione dove aveva sentito il rumore… Anzi da dove continuava a sentire rumori…

 

 

 

Un altro capitolo è finito… Sono stata gentile, avete conosciuto il padre di Fred. Nel prossimo capitolo, se magari lasciate qualche recensioncina… vi faccio conoscere Fred.

Ok, fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.

Ciao Kirby!!

  
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