20/01/2010
4 recensioniMonete
e streghe insoddisfatte all'ombra del Deposito
Io odio l'aglio. Lo detesto.
Certo, magari su una pizza marinara potrebbe pure essere piacevole, ma in quel modo, sparatomi addosso, come se fossi un bersaglio, era insopportabile.
Venni sbalzato via, rotolando fin in mezzo ai secchioni dell'immondizia, pieni di scatoloni, fiocchi venuti male e panettoni dell'anno prima ammuffiti.
Riprendendo quota guardai sconfortato la gente brulicante sotto di me: i bambini accalcati sulla pista di pattinaggio, le luci che adornavano l'enorme abete davanti a Cornelius Coot, perfino i Bassotti se la ridevano nella loro roulotte sgangherata.
Erano tutti così spensierati.
Invece io dovevo lavorare, anche quella notte!
Planai fin davanti alla minuscola finestrella, sarebbe bastato pochissimo e il Cent sarebbe stato mio. Solo un minuscolo allungo. Piccolissimo. Infimo.
Tanto quanto lo schioppo di quel taccagno, che rispedì me e la mia padrona dritti sul prato innevato della collinetta del Deposito.
Dannazione.
Mi scrollati la neve piume e guardai Amelia negli occhi: stava piangendo.
Battendo a terra la scopa volante ringhiava contro Paperone, che esultava vittorioso.
Ogni anno la stessa storia. Ogni 25 Dicembre la stessa sconfitta.
«Gennarino! Non vale! Non vale!?» protestò, passandosi le dita piumate tra i capelli color della pece.
Sospirai, mentre mi accoccolai sulla sua spalla, sfiorandole il becco con il mio.
Due colpetti, tanto per ricordarglielo.
Sorrise flebile, mentre mi accarezzava la testa.
«Sì, lo so che mi vuoi bene» mugugnò, cercando di apparire più sincera possibile.
Capii che quello era il momento adatto, sfilai dalla sua borsa il minuscolo dolce, che avevo precedentemente infilato nella taschina nascosta, e glielo porsi.
Rimase interdetta, fissando la piccola moneta di cioccolata. Un cent, per la precisione.
La prese in mano e mi fissò, stupita, sconvolta. Poi fu un attimo, e mi ritrovai stritolato tra le sue braccia, mentre mi baciava contenta.
«Bello guaglioncello mio!» rise, continuando a piangere, sicuramente per un motivo diverso.
Era facile fare felice Amelia, bastava solo darle una monetina, che poi fosse di cioccolato poco importava.
Angolo autrice:
bhà, non mi fa né caldo né freddo. È arrivata 7° al contest Senti chi Parla! indetto da Collection of Starlight.
Potevo fare meglio, ma amen.
Vi lascio di seguito i giudizi:
"Monete e streghe insoddisfatte all'ombra del Deposito", di Ulissae
1. Lessico; grammatica: a) correttezza verbale - b) punteggiatura: 7.65
I periodi sono spesso esageratamente carichi di virgole che li spezzano e ne appesantiscono la lettura. Un esempio di ciò è il seguente periodo: Certo, magari su una pizza marinara potrebbe pure essere piacevole, ma in quel modo, sparatomi addosso, come se fossi un bersaglio, era insopportabile.
- mentre mi accoccolai sulla sua spalla, sarebbe dovuto essere: mentre mi accoccolavo: le proposizioni che cominciano con mentre vogliono l’imperfetto;
- Invece io dovevo lavorare, anche quella notte!, forse sarebbe stato preferibile un punto fermo al posto della virgola.
È presente anche un errore di battitura: Tanto quando lo schioppo di quel taccagno, con un quando al posto di un quanto.
2. Originalità e svolgimento della trama: 7
Molto originale la scelta dei personaggi e del fandom scelto. I protagonisti sono ben trattati, anche se è poco convincente la figura di un'Amelia piangente. Il finale, con il dono di Gennarino, fa recuperare anche a quella piccola pecca, che, però, sembra più che altro una forzatura utile a introdurre il gesto del corvo. La storia sembra essere divisa in due parti ed il passaggio tra l'una e l'altra risulta un po’ forzato e poco chiaro: Due colpetti, tanto per ricordarglielo, ricordarle cosa? Questo passaggio è poco comprensibile, fino a quando non si legge della risposta di Amelia, sarebbe stato meglio renderlo più chiaro ed incisivo, essendo una sequenza fondamentale per lo svolgimento della trama.
3. Utilizzo degli obblighi: 7
Gli obblighi sono generalmente rispettati se non fosse per il luogo che dalle descrizioni risulta variare nella prima parte del testo. Gennarino, infatti, descrive la città come se la sorvolasse, ma il luogo, anche se all’aperto, avrebbe dovuto essere sempre lo stesso.
Totale: 21.65/30
Bà, finito.
Là
Notizia inutile: praticamente l'ho quasi pubblicata a Pasqua XD