Bene, dopo questi secondi di puro e genuino sclero, torno in me! xDD
Ora vi spiego il perché di tutti quegli “Oddio”: può sembrarvi assurdo, ma per me è una giornata memorabile.. Questa è la mia prima Slash *-* Ed è nata per puro caso, ovvero guardando 27354673727 volte questo stupendissimo bellissimissimo video su youtube [vi prego guardatelo anche voi perché è davvero stupendo!], dove ho trovato altri fan di Artù/Merlino! =D
Vi prego siate clementi nelle recensioni (sempre se ne vogliate lasciare qualcuna -.-“) e fatemi sapere se vi è piaciuto il video!!
[Avviso che l’ho scritta alla c***o di cane in meno di 20 minuti xD]
Love you Anyway
♫What you see in
my mind?♪
“I’m delirious.
Are you serious?
What goes on in your head?
I’m just curious,
cos’ I’m hanging here,
got me dangling here.
Think your love, oh your love has got off my head.”
-Boyzone-
Merlino
si contorse da
quella posizione scomoda a cui era sottoposto da cinque minuti a questa
parte:
era così faticoso e umiliante starsene lì, che
chinò il capo più possibile per
cercare almeno di non farsi riconoscere. Ma ormai, a Camelot, tutti
sapevano
che a finire alla gogna c’era
sempre
lui.
Un
pomodoro gli cozzò
addosso.
Si
era più volte chiesto se
alla gente divertiva molto lanciare verdura in testa ad un ragazzo,
oppure se
lo facevano solamente perché veniva loro chiesto; a parer
suo non era granchè
divertente, a meno che alla gogna ci fosse qualcuno di davvero
antipatico.
Lui
era antipatico?
Insomma,
non era poi così
male: sapeva essere simpatico quanto bastava, serio, gentile.. In
generale si sentiva
una persona di cui ci si può fidare.
Una
lattuga gli colpì in
pieno il naso.
Merlino
cercò invano di
pulirsi dal pomodoro che cominciava, piano piano, a colargli
giù dalla fronte,
ma i polsi legati non glielo permisero.
Si
fissò i piedi ed era in
un momento come quello, che sentiva il culmine dell’imbarazzo appropriarsi di lui.
All’improvviso sentì una carezza
dolce sfiorargli la fronte e, fortunatamente, il pomodoro non colava
più.
Alzò
timidamente lo sguardo
e riconobbe immediatamente quegli occhi cerulei che tanto lo facevano
stare
bene, che tanto lo osservavano ogni giorno e in cui si perdeva molto spesso.. Oh, e va bene! Ci si perdeva sempre!
-Non sei stufo,
Merlino- gli domandò con un ghigno, -di
guadagnarti la cena in questo modo?-.
-Diciamo che ci
ho preso l’abitudine, sire- rispose
rassegnato.
Una
melanzana gli sfiorò
pericolosamente l’orecchio destro per poi infrangersi nel
legno. Artù si voltò
di scatto verso alcuni ragazzi che, in quel momento, erano rimasti con
le
“munizioni-ortaggi” strette in mano, pronte al
lancio.
-Ora basta o
quello della frutta marcia sarà l’unico
sapore che sentirete per il resto dei vostri giorni!-
ruggì per poi voltarsi nuovamente verso Merlino.
Il
giovane mago lo fissò
adulante. -Vi ringrazio,
Artù-, si sollevò.
Artù
fece spallucce e si
limitò a fissare un punto lontano da loro e Merlino non
proferì parola finchè
non riuscì a mettere in contatto i loro sguardi.
-Che
c’è?-
domandò
infastidito.
-Niente.. Vi
stavo solo osservando-. Non ci poteva
credere che dalla sua bocca erano uscite proprio quelle
parole. Artù aveva sempre stentato a trattare
Merlino con le
buone maniere, come si fa con un amico, però aveva
dimostrato più volte di esserlo. Lo
era ma lo nascondeva. Ma
perché?
-Ed è
proprio questo che mi preoccupa- inveì Artù, ma
Merlino riuscì a scorgere una nota di ilarità in
quella dichiarazione, cosa che
lo fece sorridere.
-Leggo menzogna
nei vostri occhi- confidò il mago sempre
sorridendo, -Niente di
personale, eh!-.
-In
realtà trovo che in te ci sia qualcosa in più di
un
semplice servo- confessò il giovane Pendragon giocherellando
con l’orlo della
manica, -Insomma, quale
servo rischierebbe la
vita per il suo padrone? No, in te
c’è qualcosa di particolare che io, un giorno o
l’altro, riuscirò a captare!-.
Inutile
dire che Merlino si
sciolse a quelle parole: forse, per una persona qualsiasi, era
solamente parole
gettate al vento, ma per lui valevano come una dichiarazione
d’amore. Era convinto che non sarebbe riuscito ad
avere Artù come qualcosa di più di un amico, ma
anche sentirlo dire quelle cose
era.. Era un onore, per lui. Le persone si dicono “ti
amo”.. Ecco, per lui ciò
che aveva confessato Artù erano più di un
semplice “ti amo”: gli sarebbe
bastato per sempre.
-Chi vi dice che
io mi lasci scoprire così
facilmente?-
lo istigò Merlino ridacchiando sotto i baffi.
Artù lanciò un’occhiata al
ragazzo e poi si mise ad accarezzare dolcemente l’asta in
legno.
-Beh, il fatto
che se non lo fai questa bella gogna sarà
sempre pronta per te: quando, come e dove lo vorrai.. Lei ci
sarà sempre-
rispose Artù ridendo.
-Siete perfido-.
-
Forse-.
-No,
dimenticatevi il forse..-
Artù
diede un’ultima e
fugace occhiata al ragazzo ancora intrappolato, prima di voltarsi e
andarsene.
-Artù!- lo
chiamò
Merlino; il giovane si voltò, un’espressione
serena in volto, un’espressione
che diede al mago un fremito.
-Grazie..- disse
semplicemente.
Passarono
parecchi istanti
prima che il Principe parlasse, parecchi istanti in cui Merlino non
riusciva a
staccargli gli occhi di dosso se non per sbattere le palpebre. Si dice
che gli
occhi siano lo specchio della propria anima e Merlino, in quegli occhi, riusciva a cogliere tutto
ciò che Artù non mostrava
con i gesti.
Grazie
per cosa? Per averti
messo l’ennesima volta alla gogna?-
ridacchiò.
Merlino
si fece serio per la
prima volta.
-No- rispose, -Grazie
per essere il fratello che non ho mai avuto-.
Fratello?
Mmh..
Non
seppe cosa dimostrava lo
sguardo del giovane Principe in quel momento: a tratti sembrava
imbarazzato, a
tratti sembrava che la gioia gli illuminasse il volto. Infine
esibì un sorriso
sincero che Merlino non gli aveva mai visto, che non aveva mai
riservato a
nessuno se non per lui in quel
momento. Un sorriso.. Un sorriso
vale
molto di più che una cosa detta tanto per aprire la bocca.
Per lui, quel
sorriso, valeva tutto.
-Ehi!-
gridò Merlino
quando Artù stava per andarsene di nuovo, -Non
mi tirate giù
da qui?!-.
Artù
fece qualche passo
verso di lui, con le mani sui fianchi e subito dopo si
fermò: squadrò Merlino
sogghignando per poi posare lo sguardo sui ragazzi che aveva minacciato
qualche
minuti prima, ancora intenti a fissarli.
-Oh, no!-
sbraitò
Merlino abbassando la testa.
Zucchine!
-Ci vediamo a
palazzo, Merlino!-
rise Artù facendogli un cenno di saluto.
E
Merlino lo osservò mentre
si allontanava da lui.. Non lo avrebbe fatto per sempre, non si sarebbe
nascosto per sempre.
Ahi!
I cachi no!
Spazio Autrice:
Ecco, dopo di questa me li merito io i cachi in piena faccia! xD