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Autore: Tikkia    21/01/2010    1 recensioni
Gli ultimi giorni di Matt e Mello. NON è uno yaoi, io credo fermamente che l'amore tra Matt e Mello sia l' amore che lega due migliori amici.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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1. Scelta “…Allora dovrò farlo io.”
Click.
Mello posò il cellulare sul tavolino di fronte a lui e rimase a fissare l’apparecchio, seduto su una vecchia poltrona.
Near voleva permettere a Kira, o meglio, a X-Kira di scrivere i nomi degli agenti del quartier generale giapponese e quelli dell’SPK, compreso il suo, sul quaderno della morte. L’unico nome che sarebbe venuto a mancare sarebbe stato senza alcun dubbio il nome di Kira. Questo era il suo piano. Un piano ben congegnato, Mello doveva ammetterlo, ma sarebbe bastata una minima dimenticanza, un minimo errore per far firmare a Near la propria condanna a morte e decretare la vittoria di Kira.
Che cosa posso fare? Si chiese Mello. Non voleva allearsi con Near, ma non poteva nemmeno starsene a guardare Kira che ammazzava tutti con le mani in mano. Prima o poi sarebbe toccato anche a lui. E a Matt. Per questo doveva pensare ad un piano, un piano che avrebbe assicurato la vittoria a Near al 100%.
Ma più di cercare di catturare Kira ed X-Kira non posso fare niente. Non so nemmeno chi sia X-Kira. Misa Amane è stata il secondo Kira, ai tempi di L, ma ora è chiaro che non è più così. Però…il nuovo portavoce di Kira è una donna chiamata Kyomi Takada. Se riuscissi ad ottenere più informazioni su di lei, forse…
Mello riprese il cellulare e digitò velocemente l’unico numero che conosceva a memoria senza aver bisogno di controllare la rubrica. Si portò il telefono all’orecchio ed attese.
In quel momento la porta si aprì.
“Bè, alcuni lo chiamano tempismo…” disse Matt guardando il suo cellulare che squillava con un sorrisino ironico.
“Già. Dove sei stato tutto questo tempo?” chiese Mello chiudendo di scatto l’apparecchio.
Matt indicò con un cenno la sigaretta che stava fumando e una borsa della spesa piena di viveri.
“Avevo finito le sigarette e poi il cibo stava iniziando a scarseggiare.” Disse andando a posare la borsa in cucina.
“Sei stato attento a non farti seguire?”
“Come sempre, amico. Ora scusa, ma vado subito a farmi una doccia.”
“Ok. Fa in fretta.”
Mello seguì con lo sguardo il suo amico rosso che entrava in bagno. Dopo un paio di secondi si sentì il rumore dell’acqua che scorreva e la porta della doccia che si chiudeva.
Il biondo non aveva dubbi sul fatto che Matt l’avrebbe aiutato. Era sempre stato così, fin da bambini.
 
Mello è alla Wammy’s House, in camera sua, la porta chiusa e le tende tirate. Vuole stare solo, non vuole che nessuno lo veda piangere. Near lo ha battuto di nuovo, Near ha di nuovo preso un voto più alto del suo nonostante tutti i suoi sforzi. E lui non lo può sopportare. Si sente una nullità, un fallimento. Da fuori provengono le risate degli altri bambini. A loro non importa se sono peggio di Near. A loro basta prendere un voto buono o sufficiente. Loro ammirano Near per la sua intelligenza. Loro si complimentano con Near dei suoi buoni voti. Loro vorrebbero essere come Near. Loro non hanno capito niente.
Mello si tira le coperte fin sopra la testa, non gli importa se fa caldo. Vuole solo dormire e dimenticare per un attimo quella sgradevole sensazione di essere un rifiuto, di aver deluso sé stesso.
“Mello?” la porta si apre piano piano e un bambino ne entra. Mello sa anche senza guardare chi è quel bambino.
Matt cammina fino al letto di Mello e si siede sul margine.
“Mello, sono tutti fuori…vieni anche tu, dai.” Gli dice il rosso.
“Non ne ho voglia.” Mello cerca di mascherare il tremolio della sua voce, ma non ci riesce.
Matt rimane in silenzio per alcuni secondi. Poi prende le coperte e le toglie bruscamente dalla testa di Mello.
Il biondino si rende conto di essere allo scoperto e, arrabbiato, si alza in piedi e tira un pugno sulla guancia a Matt.
L’amico si massaggia distrattamente il punto colpito e intanto guarda il ragazzino tremante in piedi di fronte a lui. Sta piangendo.
Mello vorrebbe ricacciare indietro le lacrime, mostrarsi forte. Ma non può negare anche a sé stesso di sentirsi malissimo per aver picchiato il suo unico amico. Il suo migliore amico.
“S-scusa…” prova a dire il piccolo.
Matt si alza e si mette di fronte a lui. Ha i pugni chiusi e sembra arrabbiato.
“Scusami, M-Matt…n-non volevo farti ma-male, veramente!” prova a dire Mello.
Matt alza una mano, come per schiaffeggiarlo. Mello chiude gli occhi. E sente una mano fredda che gli asciuga delicatamente le lacrime. Poi Matt lo abbraccia.
“Non devi sentirti così solo perché Near ha preso un voto migliore del tuo, Mels. Tu sei migliore di lui in altri campi e lo sai.” Matt lo consola. Non può sopportare di vedere il suo migliore amico in quello stato.
“Ma è più forte di me. Per quanti sforzi faccia, lui è sempre un gradino più in su di me. Non sarò mai migliore di lui e questo mi fa male. Mi fa dannatamente male, Matt!” Mello inizia a singhiozzare e si abbandona all’abbraccio fraterno del suo amico.
Rimangono così per qualche minuto. Dopo un po’ Mello smette di piangere, ma Matt non scioglie l’abbraccio, perché sa che quello di cui il suo amico ora ha più bisogno è l’affetto che solo lui gli può dare. Poi Mello si stacca e sorride. Anche Matt sorride. Finalmente è riuscito a renderlo felice.
“Ora ti va di uscire?” chiede il rosso.
“Ma si, dai. Andiamo allo stagno a prendere un rospo da mettere in camera a Near?” propone Mello sogghignando.
“Andata.” Annuisce Matt.
I due escono dalla stanza in silenzio. Poi Mello si blocca improvvisamente.
“Matt…” chiama il ragazzo.
“Si?”
“Grazie.”
“E di cosa?”
“Di essere il mio migliore amico.”
Mello sorride e Matt fa lo stesso.
“Figurati. Andiamo a  prendere questo rospo!”
La sera stessa vengono chiamati nell’ufficio di Roger che assegna ad entrambi un mese di pulizia dei vestiti di tutti come punizione per aver infilato in camera di Near un rospo. I due ridono mentre Roger li rimprovera, e rideranno mentre si schizzeranno di acqua e sapone in lavanderia. Questa punizione non servirà a niente, Matt e Mello continueranno a fare scherzi e a scontare punizioni. Insieme.
I due escono dall’ufficio di Roger a braccetto.
“Sai Matt, sono felice di averti incontrato!”
“Anche io, Mels. Saremo amici per sempre!”
“Sì, per sempre.”
 
“Sveglia bell’addormentato!” Mello aprì gli occhi e trovò davanti a sé Matt che tratteneva le risate.
“Scusa, non ho dormito molto ieri sera…” borbottò il biondo incapace di capire come mai si fosse addormentato così.
 “Ti credo, amico. Allora, perché mi hai chiamato prima?” chiese Matt sedendosi sul divano di fronte al ragazzo.
Mello lo fissò per qualche secondo.
“Ho bisogno che tu mi faccia un favore, Matt. Devi spiare Kyomi Takada.”
“Evvai, un’altra bella donna!” esultò il rosso.
“Matt, è una cosa seria.”
Matt guardò il compagno, stupito dal tono tremendamente serio che aveva usato.
“Mello, mi dici che succede?”
“Ancora non ne sono sicuro. Se con il tuo aiuto scoprirò qualcosa te ne metterò al corrente, ma per ora è inutile crearti allarmismi inutili.”
Matt fissò l’amico per un po’ di minuti. Il biondo, sentendosi a disagio, scartò una tavoletta di cioccolato e iniziò a mangiarla.
“Mello, io ho sempre fatto tutto quello che mi hai chiesto. Sempre. E continuerò a farlo finché potrò. Ma perché non vuoi spiegarmi che cosa succede?”
Mello sussultò nel sentire il tono ferito dell’amico.
“Matt…non è perché non ho fiducia in te. Lo sai anche tu che sei l’unica persona di cui io mi fidi. Ma è una cosa molto seria e prima di dirti qualunque cosa, devo essere sicuro di quello che voglio fare, ok?”
Silenzio. Lunghi attimi di silenzio. Alla fine Matt distolse lo sguardo e sospirò.
“Va bene. Inizierò domani con Takada ma, Mello.” Disse il rosso piantando i suoi occhi verdi in quelli azzurri dell’amico. “Promettimi che mi dirai tutto.”
Mello si alzò e andò davanti a Matt prendendolo per le spalle.
“Sulla nostra amicizia, Matt. Te lo prometto sulla nostra amicizia.”
  
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