22/01/2010
3 recensioniYou’re Wind
Il vento soffia.
Anche tu soffiavi, come il vento.
Mi spettina i capelli, insolitamente sciolti.
A te piaceva infilarci dentro le mani, me lo ricordo.
Guardo l’acqua che riluce sotto il sole inclemente, ed incurante della ragazza dal cuore infranto che sono diventata.
Perché tu te ne sei andato, e per sempre.
Il vento vortica intorno a me.
Il tuo sguardo, blu come l’acqua che ora rimiro, mi bruciava come il più ardente dei fuochi.
Una lacrima mi scende sulla guancia.
Me lo ricordo ancora, anche se è passato un anno. E?
Naraku è morto da un anno.
E tu non sei qui per festeggiare con noi.
Un’altra lacrima sul mio viso.
Con me. Due lacrime luccicano nel mio palmo. Una folata le spazza via.
Il vento ha spazzato via tutta la mia vita. E te, soprattutto te, con essa.
Sul mio viso rotolano, con lentezza, tre lacrime, fresche sopra la mia pelle accaldata.
Il vento soffiava impetuoso in quell’alba bigia, il cielo era gonfio di nuvole portatrici di pioggia, come ora i miei occhi di lacrime.
In rapida successione, vedo cinque lacrime cadere sull’erba verde ai miei piedi. Potrebbero sembrare gocce di rugiada, ma io so che non lo sono.
Inizialmente non capimmo cosa fosse. Poi ci voltammo verso di te, lì, al centro del vortice, terrorizzato.
Anch’io avevo paura, perché avevo capito: la fine. Quella era la fine. Mia, tua, di entrambi, anche se io sono ancora qui. Però, se guardi bene, non ci sono.
La mia mente era tornata a quella promessa che c’eravamo scambiati nel prato vicino al villaggio delle ormai non più donne-orco.
Otto lacrime mi luccicano in grembo, come piccoli diamanti.
Credevi di proteggermi dal dolore, con quelle parole? Finché non avessimo sconfitto il nemico, solo amici e alleati, e poi, se ancora fossimo stati vivi, insieme.
Rabbia invade il mio corpo, le lacrime si bloccano sulle mie gote.
Non avevo mai pensato che non ce l’avresti fatta; nonostante tutto, mi sembravi indistruttibile.
E poi riprendono a scorrere, e ora sono tredici, le gocce di diamante sulla mia gonna.
Ma quando voltasti il tuo sguardo verso di me, sorridesti, perché credevi che così la mia sofferenza sarebbe stata minore.
Un riso amaro mi sale in gola, spezza le lacrime; davvero credevi che un sorriso avrebbe mitigato il mio dolore, Miroku?
Mentre io mi lanciavo verso di te, pronta a morire con e, tu ancora, sorridevi, prima di svanire, in un ultimo soffio, quasi beffardo, di vento.
Ventuno lacrime sul mio volto distrutto, pensando al nulla che ti sei lasciato dietro. Dentro di me. Nel resto della compagnia. Nel mondo che avevi conosciuto, amato e vissuto il più possibile, prima di svanire in quell’ultima brezza.
E tu…
Vento attorno alle mie trentaquattro lacrime.
Cosa sei adesso?
Vento che mi alza i capelli verso l’alto, verso l’azzurro del cielo, per la prima volta da un anno intero, perché questo è l’anniversario della tua morte, Miroku, vedo davvero quel colore così vivido.
E ora, lo so, cosa sei.
Cinquantacinque lacrime sul mio grembo, mentre sorrido allo stesso suo modo quand’è morto. So che ormai non piangerò più così tanto per lui. Perché ora lo so.
Sei vento…
Lo so, lo so, è insignificante e si potrebbe applicare anche per la morte di Kagura. A mia discolpa, ho da dire che avevo appena letto l’episodio dove Miroku fa a Sango la proposta, ed ero rincitrullita dall’esultanza che finalmente si fosse dichiarato. Che scema, eh?
Inoltre, mi sento molto crudele ad averla scritta perché, se devo essere sincera, le ff dove muore un personaggio che nella vera storia in realtà sopravvive mi mettono mooolta tristezza. Ma che ci posso fare? Ultimamente ho un debole per le storie col finale alla “Titanic”. Anche se a me, sinceramente, non me ne può fregare di meno, che Jack sia morto.
*Si guarda attorno in cerca di fan di Jack che la vogliano uccidere*.
Ah, dimenticavo, in quel periodo stavo leggendo "Maya Fox", ed ero ossessionata dal codice di Fibonacci. I numeri sottolineati infatti sono proprio quelli della famosa(?) sequenza.
Che altro posso dire? Enjoy!