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Autore: SaYaN_GiRL    23/01/2010    2 recensioni
Maka e Soul a confronto: riusciranno a capire ciò che provano veramente l'uno per l'altra?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ne, Soru... Mi capita spesso, quando non percepisco più il calore della tua anima che dorme nell'altra stanza, di sognare quell'orribile diavoletto in smoking, i suoi occhi rossi, il modo in cui sogghignava in quella stanza buia senza finestre, il suo sangue nero scorrermi nelle vene. E, inevitabilmente, il respiro inizia a farsi affannoso al ricordo di quel giorno in cui persi completamente il lume della ragione. Lo so, Soul. Ti avevo assicurato che non avrei permesso a quel demone di rubarmi il senno, che avrei resistito e lottato fino all'ultimo pur di non diventare come Krona, pur di proteggere te che sei una componente indissolubile della mia anima, una parte di cui non posso e non voglio fare a meno. Eppure non ho mantenuto la mia promessa, non perchè non volessi farlo, Soul, no, ma perchè mi sono resa conto di non essere abbastanza forte per occuparmi di entrambi. Devi solo perdonarmi per essermene accorta troppo tardi. Per essere stata così maledettamente ingenua. Chissà cosa avrai pensato, in seguito, quando ti accorgesti che io non ero stata in grado di mantere la promessa che ti avevo fatto? Guardandomi e non riconoscendo in me la tua compagna di sempre, quella che aveva condiviso con te i biscotti e il letto, che ti aveva visto crescere? In un flash denso di terrore, ricordo me stessa, con quel sorriso folle a trentadue denti, gli occhi fuori dalle orbite, il mio corpo muoversi scomposto ma letale, arrampicarsi freneticamente, come una scimmia impazzita, in cerca di un appiglio che non esiste. Il ricordo peggiore, però, è di aver riso sguaiatamente percependo la tua paura, Soul, dentro di me. La tua voce angosciata che gridava:"Maka, non voglio perderti così!" E contemporaneamente quella del disgustoso demone:"Folli ignoranti! Qui il capo sono io!" Ed accorgermi di esser stata ferita da Krona ad una spalla e sentire me stessa dire:"Uh, sangue nero! Il nero sta bene su tutto!" Perdonami. Non riuscivo a ragionare, nè a formulare una frase di senso compiuto, nè a smettere di ridere... Quel che desideravo in quel momento non era salvarci entrambi e purificare il nostro sangue da quella presenza maligna, ma uccidere Krona e squartare le sue membra con le mie mani per il semplice gusto di farlo. Non so quanto rimasi in quello stato pietoso. Non so quanti colpi di falce diedi a quel povero ragazzo incompreso. So solo che, improvvisamente, non ero più la Maka impazzita che portava avanti quel combattimento senza senso, ma la Maka all'interno della mia coscienza, la Maka che aveva conservato un briciolo di lucidità in quel mare di follia. E' in quel momento che, annaspando per non affogare, mi guardai intorno disorientata, sperando di scorgerti da qualche parte in quel fitto buio, e sentii la tua voce provenire dall'alto. "Soul! Dove sei?" "Maka!" "Riportami alla normalità, Soul!" "Aspettami!" Ti vidi, metri e metri più sopra, stare carponi sulla superficie dell'acqua. Mi guardasti apprensivo e desti a pugni quella densa prigione che mi aveva lambito. Tentasti di penetrare al suo interno, digrignando i denti, mettendoci tutte le tue forze, finchè alla fine scorsi le tue dita affusolate, poi la tua mano e infine l'intero braccio. Solo quando sentii la tua presa ferrea sul mio polso, compresi che mi sarei salvata. Pochi secondi dopo, mi ritrovai di nuovo libera. La Maka che stava leccando la testa di Krona e che contemporaneamente ti impugnava come se fossi un giocattolo, si drizzò improvvisamente, ti fece cadere rumorosamente a terra, Soul, e rimase a fissare il vuoto...rimasi a fissare il vuoto, finchè non riacquistai pieno controllo del mio corpo. In quel momento il diavoletto in smoking, sconfitto, abbandonò definitivamente la mia anima e la tua, così strettamente collegate. In seguito, io e te tornammo a casa distrutti, ma felici. Non ricordo cosa ci dicemmo. Probabilmente parlammo del più e del meno, come se non avessimo rischiato di morire quel giorno e ne fossimo usciti perfettamente indenni. Però nei nostri sguardi leggevo tutto quel che non riuscivamo ad esprimere a parole. Per questo non mi meravigliai affatto quando, richiudendoci la porta alle spalle, tu ti avvicinasti e mi abbracciasti. Io mi aggrappai a te come se fossi in punto di morte, come se volessi conservare la sensazione di stringere il tuo corpo per l'eternità. Soul, tu sei molto più che una Falce, per me. E io sono molto più che una Maestra di Falce, per te. Entrambi sappiamo di essere molto più di questo l'uno per l'altra.
  
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