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Autore: annina94    23/01/2010    2 recensioni
Premetto che non è nulla di profondo, solo una shot comica. -Già con te ho fatto un'eccezione. - Nicholas/Sara.
Genere: Generale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'e'
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in piscina

Hey Girls! Come vi avevo promesso, presto o tardi vi troverete il sito ingolfato dalle mie shot.

Premetto che questa shottina è la rielaborazione di un tema di italiano, di cui prende anche il titolo.

La coppia è una Sara/Nicholas, ma non c'è niente di profondo o sentimentale.

Quindi, non aspettatevi cose come “La Scogliera”, ma piuttosto un “Fra Greco e Jonas”.

Hope you like it!

Baci a tutti!



Uno, due, tre, quattro, cinque, sei. No! Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette!



- Va bene, contiamo fino a sette e poi ci buttiamo. - disse un tremolante Nicholas, sbirciando al di sotto della pedana di lancio.

La ragazza che era con lui lo guardò molto male, inclinò la testa di lato e aggrottò le sopracciglia.

- Perché fino a sette? Di solito si conta fino a tre e poi si va. - osservò, assumendo un tono di ovvietà misto a stupore.

Lui si voltò nella sua direzione e la supplicò con lo sguardo.

Era famoso, insieme ai suoi fratelli, per la sua innata capacità di fare gli occhi dolci e riuscire quindi a convincere chiunque a fare qualsiasi cosa.

Ma lei non era chiunque.

Quella strana ragazza di cui si era innamorato aveva uno straordinario controllo delle proprie emozioni e vanificava completamente gli effetti della sua faccia-da-cucciolo-abbandonato.

- Lo sai benissimo che quella faccia da disperato non ha alcun ascendente su di me, quindi sii uomo e tira fuori le palle. - lo fulminò lei, con un gergo tipico di quando si stava spazientendo, assottigliando pericolosamente gli occhi.

- Ma Sara... - balbettò lui, avvinghiandosi saldamente alla ringhiera.

- Ma Sara questo paio di scatole! Ti concedo sei secondi di tempo, poi prendi coraggio e ti butti, altrimenti lo faccio io. - ordinò la ragazza, usando il miglior tono autoritario.

Nicholas sbiancò, poiché sapeva che “ Se Sara lo dice, Sara lo fa”.

- Che poi, fosse stata una mia idea affittare l'intero lido di Los Angeles per una giornata intera per sei persone, ma è stata tua, così come quella di lanciarsi da dieci metri di trampolino. - lo riprese lei, facendo schioccare la lingua, infastidita.

Nicholas non si poteva tirare indietro, ma poteva sempre provare a contrattare il numero di secondi antecedenti alla fine.

- Fino a sette. - pigolò lui, trovando da qualche parte il coraggio di contrastarla.

- Sei. - Ribatté serafica la cinerea, puntando i pugni chiusi sui fianchi.

- Sette. - mormorò lui, già più sicuro di sé.

Sara chiuse gli occhi, rilassò gli arti contratti e reclinò la testa all'indietro.

Poi si eresse in tutta la sua altezza, drizzò fieramente la testa sul collo, facendo sporgere il mento e riaprì lentamente gli occhi.

Lo fissò malignamente per qualche secondo e poi sorrise, mostrando i denti bianchi.

Con un'esasperante lentezza studiata si avvicinò alla sua vittima, appoggiano con disinvoltura una mano su un fianco, facendo ondeggiare il bacino in maniera provocante ad ogni passo.

Gli si fermò davanti e prese a mordicchiarsi sensualmente una ciocca di capelli bagnati, guardandolo maliziosamente.

Lui si pietrificò sul colpo.

Ormai la conosceva da due anni e sapeva che lei non avrebbe mai fatto la gatta morta né con lui né con chiunque altro.

Quindi previde i prossimi dieci minuti pieni di insulti o, in alternativa, carichi di pungente sarcasmo.

- Nicholas. - la sua voce innaturalmente sensuale lo destò dai propri pensieri, facendolo arrossire più di quanto non lo fosse già.

- Credo che le tue nocche ti sarebbero molto grate se mollassi quella ringhiera. - soffiò, alludendo al colorito pallido che le sue dita avevano assunto, dato che stringeva l'asta di metallo con una forza eccessiva.

Mollando di colpo la presa, Nicholas avvertì nuovamente il calore del sangue inondare le sue mani.

Massaggiandosi i polsi per riattivare la circolazione, spostò lo sguardo sulla ragazza, che nel frattempo si era pericolosamente avvicinata al suo viso già troppo paonazzo.

Spalancò gli occhi e istintivamente fece un passo indietro, accorgendosi che dietro di lui c'era il vuoto.

Era in trappola: dietro il nulla e davanti Sara.

Ma qual'era il peggio?

Sara sorrise compiaciuta e alzò il mento, rivelando la sottile pelle del collo.

Poi appoggiò l'indice destro sul petto di Nicholas, facendolo scorrere lentamente verso il basso, fino ad arrivare all'addome e fermando la sua avanzata dannata.

- Ora ti spiego una cosa – profuse con voce maliziosa - le persone normali contano fino a tre, quindi è già tanto che ti permetta di contare fino a sei. In secondo luogo, il sette è un numero dispari, quindi sfigato, e oggi è venerdì. Non che io sia particolarmente scaramantica, però quando posso evitare di attirarmi addosso la sfiga lo faccio più che volentieri. Quindi ora conto fino a sei e poi ci buttiamo. Non accetto repliche e tanto meno rifiuti, sono stata sufficientemente chiara? - asserì, elencando i punti del suo mini discorso persuasivo e abbandonando la maschera da gatta morta, ritornando al suo carattere spinoso e acido.

In un primo momento Nicholas se ne rallegrò, poi si atterrì ancora di più, dato che Sara era tornata quella di sempre.

Senza aspettare una risposta da parte sua, iniziò a contare alla rovescia, tenendo lo sguardo fisso su un punto alle sue spalle.

Nicholas tentava inutilmente di confondersi con la pedana, e si accorse che effettivamente era bianca come la sua faccia, che era sbiancata dalla paura.

- 5...4...3... - Sara sembrava un orologio svizzero, tanto era precisa nello scandire i secondi.

Il ragazzo stava seriamente pensando di gettarsi ai suoi piedi implorando perdono e magari scongiurarla, addirittura accozzarsi alle sue gambe pur di non dover fare quella pazzia della quale lui stesso era stato promotore.

Purtroppo per lui quei rimanenti tre secondi erano passati troppo in fretta, quindi non ebbe il tempo di mettere in pratica i propri piani, che Sara era a pochi centimetri dal suo viso e lo guardava con l'aria di chi la sa lunga.

Non riuscì a proferire verbo, che la ragazza gli posò un leggero bacio a fior di labbra, prima di appoggiare la mano intera sul suo petto e spingerlo all'indietro.

L'ultima cosa che vide fu un sorrisino malizioso sul suo viso.

Nicholas cacciò un urlo disumano e precipitò rovinosamente nei dieci metri di vuoto sottostante.

Nella caduta pensò ad un modo molto, ma molto crudele di farla pagare a quel diavolo di ragazza di cui si era andato ad innamorare.



The End



Ovviamente ringrazio le due ragazze che mi hanno recensito “Let's Dance”

jonas_princess: sì, la sala con gli specchi esiste veramente e te ne accorgerai martedì prossimo quando cominceremo con la danza. Il resto me lo hai già fatto sapere!!

Abigailw13: Beh, a te piace come scrivo io e a me piace come scrivi tu, direi che ci equipariamo. Per questa storia della danza, ho scritto esattamente quello che penso e che provo mentre ballo, ho solo cambiato il nome della ragazza, perché scrivere sempre Anna (per quanto sia un bellissimo e santissimo nome XD) mi sembrava troppo da spocchiosi. Credo che ora andrò a leggere “Fearless” e poi la commenterò. Grazie ancora e un bacio!

  
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