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Autore: ScudoDiTiglio    23/01/2010    2 recensioni
Un sogno fatto una notte d'estate su cosa in parte potrebbe accadere nel 2012...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bonsoir a tout le monde!!! XD
Questa mia prima fanfiction è estratta da un sogno fatto durante una notte d'estate. In origine la “guida” se così vogliamo chiamarla era mia madre, però io vi ho inserito mio zio, che ricordo molto bene pur avendolo perso quand'ero molto piccola, a cui voglio dedicare questa breve one-shot... Spero tantissimo che sia anche di vostro gradimento ^^ Au Revoir!!!

IL SOGNO SARÀ UNA REALTÀ...

[C] A Olbia è notte e la piazza principale, Piazza Regina Margherita è particolarmente affollata. Non c'è spazio per uno spillo e la gente, che alzando lo sguardo non fa che indicare il cielo, fatica a farsi strada.
Io però no. Io cammino tranquillamente tra quella confusa folla di Olbiesi e prendo il loro esempio osservando il cielo notturno.
Vedo parecchi oggetti volanti fluttuare nella nebbia e scomparire in una frazione di secondo. Ad un certo punto mio zio mi raggiunge in cima a Via Porto Romano, a due passi dalla piazza e mi dice:
 – Guarda! Un UFO!
Io punto lo sguardo verso il cielo ma inizialmente vedo soltanto la nebbia.
– Dove? - domando.
– Di là – mi risponde mio zio indicando il cielo verso il centro della piazza. Allora lo vedo.
Un enorme globo con due anelli a croce intorno ad esso, però è molto sfocato.
- Ecco! Quello vero? - domando ancora. Mio zio annuisce, poi però il globo scompare, così vengo condotta verso il centro della piazza, ma sempre tenendomi sulla strada piena di gente.
- Guarda lì! - dice ancora mio zio.
Mentre cammino, alzo nuovamente lo sguardo e vedo un contorno luminoso: sembrerebbe... il contorno di una macchina aerea! Lo guardo stupita ma mio zio mi fa notare che ancora non vedo perfettamente ciò che c'è da vedere.
 Ci spostiamo ancora un poco e finalmente, dopo parecchio scrutare il cielo, lo vedo bene: è proprio un disco volante! Con tanto di finestrini illuminati! Lo osservo estasiata, senza la forza di dire una sola parola, “É proprio autentico!” penso soltanto.
Finalmente un disco volante vero e proprio!
Non più dei velivoli oppure soltanto luci che poi finiscono per rivelarsi fasulli!
Improvvisamente l'astronave aliena emette una potente luce che va a finire proprio sopra di noi e sento che i miei piedi si staccano dal suolo.
Inizialmente mi sento spiazzata ma mio zio mi dice tranquillamente che ci teletrasportano verso la loro astronave e chiude gli occhi con un'espressione rilassata.
Allora ricordo le frasi dei Nordici Pleiadiani che ho letto e trascritto al riguardo:

[/C] ... Ovunque si renderà necessario, gli umani verranno sollevati e fatti levitare verso le nostre navette spola, che come dei taxi trasferiranno le persone sulle astronavi madri stazionanti negli strati più alti dell'atmosfera, dove ci sono spazio e vettovagliamenti per ospitare e nutrire milioni di persone

Quindi chiudo gli occhi e mi lascio andare, so perfettamente che devo lasciare che lo facciano e basta....

[C] Riapro gli occhi e mi trovo seduta sul finestrino della grande astronave che staziona nel cosmo. Enormemente stupita mi metto le mani attorno al viso a mo' di schermo per vedere meglio l'interno del velivolo spaziale.
L'atmosfera è azzurrina e la stanza pare un mix tra un ambulatorio medico, un salone del parrucchiere e un centro estetico, “Strano...”
 Può apparire strano ma so perfettamente che mio zio è già dentro, “Perché io invece sono seduta qui fuori?” mi domando.
Ma non ho paura. Quasi come se fosse un gesto automatico, premo un pulsante che neutralizza del tutto il vetro lasciandomi libero l'accesso.
Adesso posso entrare, sto per farlo ma l'istinto mi blocca, non chiedetemi come può essere, però qualcosa mi dice che se mi fanno aspettare lì ci sarà un motivo, più tardi di sicuro mi faranno entrare, non mi lasceranno certamente aspettare fuori...
Nell'attesa faccio spaziare lo sguardo sul cosmo intorno a me, “Tanto non mi dà fastidio...” penso, ed è vero, non temo affatto di cadere di sotto, anche perchè nello spazio non c'è la forza di gravità!
Qualcosa mi spinge a voltarmi verso l'interno dell'astronave. Uno di loro entra nella stanza.
Non è il classico bellissimo Nordico Umano biondo e con grandi occhi azzurri ma in apparenza un normalissimo uomo, la cui veste può sembrare nera o di un blu scurissimo a seconda della luce, i capelli neri sono corti e mossi, gli occhi sono ugualmente molto scuri. Diciamo che quest'alieno non ha proprio l'aspetto da dio che si può immaginare, però io so che è buono, lo sento...
Non ricordo bene se sono io a bussare al finestrino per fargli notare la mia presenza, oppure se è lui a percepirla per primo.
Sta di fatto che alza lo sguardo e, come mi vede li fuori ha un sussulto, - Perchè non entri?
Non so se abbia detto proprio così, se l'ha detto con le parole o con i pensieri, però anche lui non capisce come mai sto lì fuori anziché entrare, comunque mi invita a farlo.
Premo nuovamente il pulsante e, proprio come prima, il finestrino sparisce del tutto, allora entro dentro e, stranamente mi sento un po'... bagnata, credo.
In quel momento entra una donna vestita più o meno come l'uomo, con i capelli lunghi e castano chiari o biondo scuri, anche lei è stupita che sia entrata solo adesso.
É gentilissima, mi comunica che mio zio è nell'altra stanza e mi chiede scusa per il fatto che io sia bagnata, mi spiega che è l'effetto dei raggi di levitazione dell'astronave.
– Purtroppo è l'unica cosa che possiamo fare per attirarvi qui, e quel che mi dispiace è che dovremo farlo con tutti gli umani. Non posso garantire che l'intera frase sia esatta ma, ricordo bene la parte sul fatto che è l'effetto dei raggi di levitazione e che devono farlo a tutti gli umani.
In ogni modo comincia a farmi dei trattamenti per asciugarmi come ha già fatto con mio zio e, stranamente non devo né sdraiarmi né sedermi, posso passeggiare per la stanza.
Sorrido e le dico di non preoccuparsi, so perfettamente che lo fanno per il nostro bene e cerco di rassicurarla dicendo che anche gli altri umani capiranno.
Dopodiché i miei pensieri vanno in Piazza Regina Margherita, è strano pensare di non tornarci più, ma non triste, perchè ho la segreta consapevolezza che abiteremo un mondo migliore.
Penso alla moltitudine di Olbiesi che ancora sono lì e ricordo uno dei primi testi che ho letto sul passaggio alla Quarta Dimensione che per chi rimane nella Terza, sarà come se milioni di persone siano improvvisamente spariti nel nulla. “Anche mio zio e io per loro siamo improvvisamente spariti” comprendendo ciò penso a parenti e amici che di sicuro saranno preoccupati e ci staranno cercando.
 Però non sono preoccupata per loro, perchè so che appena saliranno anche loro sulle astronavi ci rivedranno. Anche loro staranno bene come me. LO SO.
  
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