Proposta di matrimonio in sala operatoria - 23 Gennaio.

Lexie si stava sciacquando le mani nel lavabo, sospirando di sollievo per l'intervento ben riuscito. Nella sala non v'era anima viva, l'unica cosa che le faceva compagnia era lo scroscio dell'acqua tiepida, ma non vi diede più di tanto peso. Constatò che le sue mani erano veramente pulite quando non distinse più sfumature più accese del normale colorito della sua pelle; indi usufruì di uno straccio e, lanciando in malo modo la mascherina, s'accasciò su una sedia.

Non poteva dimenticare cosa le era successo alcuni attimi prima: il ricordo era ancora vivo e, suo malgrado, non era un sogno. Avevano perso ogni speranza, ormai, osservando i battiti dell'uomo disteso sul letto ospedaliero calare, la pressione scendere vertiginosamente, ogni cosa improvvisamente cadeva e tutte le operazioni studiate e architettate ormai da giorni erano andare cordialmente a puttane. Era così, in sala operatoria.

Vita o morte, tutto nelle mani del destino, che faceva un gran bel baffo alla scienza; Mark Sloan partecipava attivamente al caso assieme a Derek Sheperd mentre lei, la piccola Grey, se ne stava quatta ad ascoltare le spiegazioni pressoché esaurienti dei suoi mentori, passando qualche bisturi, ogni tanto.

Si sporgeva con la coda dell'occhio, al fine di osservare meglio le dita divine dei chirurghi più famosi di Seattle – chi per un motivo, chi per l'altro – finché una sola mossa sbagliata non aveva alterato completamente il sistema dell'uomo.

«Lo stiamo perdendo!»

Gridò Sheperd, modificando improvvisamente l'espressione imperturbabile che da sempre lo contraddistingueva. Una serie di intricate operazioni permisero di riprendere in mano la situazione, restava solo un'arteria da risistemare, e, caso voleva, che se ne occupasse Sloan. Per un momento si tradì Mark, il volto orgoglioso ora era diventato un lenzuolo di lino, le mani un po' tremolanti trattenevano a stento un bisturi coperto di sangue, gli occhi fissavano il vuoto, il nulla.

«Ce la puoi fare»

Lexie cercava di infondergli un po' di coraggio, quel poco che bastava affinché Mark ritrovasse il senno e operasse come mai in vita sua.

In quel momento Mark varcò la porta, osservando una Lexie alquanto stremata; con il cuore in mano e un sorriso ambiguo sulle labbra le proferì le parole più semplici del mondo: «Sposami.»

La ragazza strabuzzò un paio di volte le palpebre ma la risposta le si leggeva negli occhi. Mark, dal canto suo, capì che lei era l'unica che poteva dargli quella forza di cui aveva bisogno, le sue parole erano più importanti di quelle di tanti altri. Capì che avrebbe voluto convivere con quelle labbra per il resto dei suoi giorni.

~ Fine.

Qualche attimo prima della mezzanotte pubblico una MarkLexie **

Ipoteticamente Mark chiede a Lexie di sposarlo in sala operatoria, ho immaginato una situazione simile – vedete, questi due mi ispirano ogni tipo di fantasia.

La frase è ispirata al prompt: “Proposta di matrimonio in sala operatoria”.

Questa storia partecipa al progetto: "2010 - A year Together" del Collection of Starlight.

Grazie a quanti si fermeranno a leggere e, nel caso, a commentare. MarkLexie Power *_*

Kiki.