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Autore: Lia06    25/01/2010    2 recensioni
Elizabeth "Besty" Bennet odia il proprio nome perché deriva dal romanzo della Austen. Mark F. Williamson è un esperto di Jane Austen famoso in tutto il mondo, e non è molto bravo a rapportarsi con le persone.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione, AU | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Lia06
Titolo originale: Knit'n'Lit
Traduttrice: NimueOfTheLake
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Capitolo I

È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di una grande fortuna debba sentire il bisogno di ammogliarsi.
Jane Austen, Orgoglio e Pregiudizio

È una verità meno conosciuta ma sempre universalmente riconosciuta da chi ne è consapevole che vivere con il nome “Elizabeth Bennet” nel ventunesimo secolo può essere un vero schifo.
Parlo per esperienza personale, approssimativamente ventiquattro anni di esperienza personale. Insomma, mi chiamo Elizabeth Bennet, Elizabeth Louise Bennet. E sono la seconda di cinque figlie di Joel Bennet e Nina Watkins-Bennet. Mio padre è professore di letteratura all'Università del Michigan; Dickens e i suoi contemporanei sono la sua specialità. La specialità di mia madre è irritarsi, preoccuparsi ed interferire nelle vite altrui. Ma ha una laurea in letteratura inglese all'Università del Michigan ad aiutarla in questo.
I miei genitori si sono conosciuti quando mio padre vide mia madre seduta in un caffè a leggere Orgoglio e Pregiudizio per la novantesima volta. È il suo libro preferito da quando aveva tredici anni. E a lui piace. Hanno legato grazie a questo, si sono sposati e hanno avuto cinque figlie. Jenna è la maggiore – dolce e docile; poi ci sono io – eternamente dannata in qualità di seconda sorella Bennet; dopo di me è arrivata Mabel – calma e studiosa; Camilla è la penultima – sempre in cerca di qualcuno che le dica cosa fare e come farlo; e poi c'è Lucy-Maud, determinata ad essere costantemente al centro dell'attenzione e sempre alla disperata ricerca di un uomo.

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“Betsy, dove sei?” chiamò Jenna, appena entrata da Knit'n'Lit, il negozio di libri e cucito che gestivo insieme a Carlyle e Luke Ormond. “Betsy, ho bisogno di parlarti. Mamma ti sta cercando”. “Non preoccuparti, ho il telefono spento” le dissi, sbucando dal retro.
Jenna sospirò e si sedette su una poltrona accanto al fuoco. “Allora verrà qui a cercarti. E' determinata a parlare ad entrambe di qualcosa di 'estremamente importante', o almeno così diceva il suo messaggio”
Sospirai “Avrà trovato un qualche tipo da farci incontrare perché una di noi possa sposarlo”.
Mia sorella maggiore rise e scosse i capelli biondi “Questo, o vuole farci mettere in mostra in qualche festa di facoltà questo weekend.”
“Dannazione” borbottai “Odio le feste di facoltà. Tutti a fare battute sul mio nome. No, ancora non ho incontrato Mr. Darcy, ma se mai dovessi conoscerlo, mi impegnerei a sposarlo solo perché sarebbe divertente. E non trovo attraente Colin Firth.”
“Betsy, ti prometto che un giorno incontrerai qualcuno di incredibilmente favoloso e che ti distoglierà da queste stupide battute”
“È facile dirlo, per te. Tu non ti chiami Elizabeth Bennet”
“Questo perché Dio mi ama più di quanto ami te”
E a questo punto, mia madre irruppe dalla porta. “Jenna, Elizabeth, dove siete? Devo parlarvi immediatamente. È un'emergenza. Elizabeth, perché il tuo telefono è spento?”
“Sto lavorando, mamma” le dissi “tengo il telefono personale spento e accendo quello professionale”
“Elizabeth” sospirò “io non ho il tuo numero professionale”
“Sì che ce l'hai” le dissi “l'ho memorizzato io sul tuo cellulare quando ho attivato il nuovo numero.”
Senza parole, mia madre cominciò a scorrere la rubrica del telefonino per qualche minuto prima di sbottare “Oh, ce l'ho il tuo numero! Che stupida, non lo sapevo!”
“Okay, allora, cosa ti porta qui oggi?” Le domandai.
“Tuo padre ed io diamo un party per il dipartimento d'Inglese, questo weekend, per festeggiare l'inizio del nuovo semestre, e vorremmo che tutte le nostre figlie fossero presenti. Non è niente di che, un semplice cocktail. Ma ci sono dei nuovi professori dall'Inghilterra, e sono giovani e probabilmente affascinanti. Tuo padre ci tiene molto a farveli incontrare.”
“A che ora?”
“Alle sette a casa nostra”
“Ci sarò” le dissi.
“Anche io” replicò Jenna.
“E verrà anche Paul?” chiese mamma con entusiasmo.
“No, mamma, Paul non verrà. Ci siamo lasciati ad aprile, quando si è trasferito a Nashville”
“Avresti potuto seguirlo, Jenna cara. Te l'ha offerto. E ti ha dedicato tante bellissime poesie”
Jenna sospirò “Mamma, sto bene. È successo quattro mesi e non sento la sua mancanza. Non era l'uomo giusto per me. Un po' troppo hippie per i miei gusti.”
“Allora avresti dovuto presentargli Elizabeth. È determinata a ricreare Woodstock nella propria vita”
Ora era il mio turno di sospirare. “Non sto cercando di ricreare Woodstock. È solo che mi piacciono il commercio solidale e le cose biologiche.”
“Ma stai sempre a cucirti da te i vestiti. È così rustico”
Sospirai. “Mi piace cucire. E mamma, gestisco un negozio di cucito. Devo cucire e decorare da me i miei abiti.”
Mamma scosse la testa “Però vestiti carina sabato. È un cocktail. E so che hai dei bei vestiti. Alcuni te li ho comprati io. Stai benissimo con colori scuri come porpora e blu navy. E alza i capelli e tienili via dal viso. Sei più carina così. E non mettete gli occhiali, nessuna di voi. Sei delle belle ragazze. Ricordate di sottolinearlo. Voglio dei nipoti prima di morire. Bene. Devo andare a parlare con Mabel e Milla e Lucy. Ci vediamo sabato.”
Sospirai “Ci vediamo lì, allora”
E se ne andò seguita dal tintinnio delle campanelle sulla porta.

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“Allora, cos'hai intenzione di indossare?” mi chiese Jenna.
Scrollai le spalle. “Una t-shirt vecchia e sudata mi sembra perfetta, al momento”
Rise. “Non prendertela, Betsy-belle. È solo stressata”
“È una vecchia mucca insopportabile” disse Carlyle camminando verso di noi, con una tazza tra le mani.
“Carlyle, non è così male. È solo che si preoccupa troppo” protestò Jenna.
“Ho abitato affianco ai vostri genitori da quando avevo otto anni fino a che non sono andata al college. Nina Bennet è una tremenda rompicoglioni”
“Non preoccuparti Carlyle” dissi alla mia compagna di stanza e socia d'affari “Ti permetterò di rendermi sexy sabato”
“Bene” disse. “Non sto dando ragione a tua madre, ma credo di poterti rendere più sexy di quanto non potresti fare tu da sola”
“So scegliere un bel vestito e sistemarmi capelli e trucco”
“Sì, ma il tutto è molto più gradevole quando ti aiuta qualcuno; è la vita, Betsy-belle”
“Vabbè, se renderà mamma felice, puoi fare di me ciò che vuoi”
“Posso tingerti i capelli di biondo per farti somigliare di più a Jenna?”
Risi. I colleghi di mio padre si chiedevano sempre come mai i miei genitori avessero due figlie bionde, una rossa e due more. Jenna ed io eravamo incredibilmente legate, ma non ci somigliavamo per niente -e sottolineo niente- se non perché avevamo gli stessi occhi, gli occhi di mio padre.
“Non mi farò mai bionda” le dissi “mi piace troppo il mio colore naturale”
“Strano” disse Jenna “gli uomini preferiscono le bionde”
Le feci una linguaccia. “Il fatto che non esca mai con nessuno non vuol dire che gli uomini non siano attratti da me. Significa solo che sono difficile”
“Sai che è difficile conoscere uomini quando lavori in un negozio di cucito. Non è una cosa che attrae molti uomini eterosessuali” commentò Carlyle.
“A parte Luke” disse Jenna.
“Luke è qui per i libri e il caffè. Odia la parte del cucito”
“È vero” sospirai “Ma almeno ci aiuta con la parte economica”
“Faccio schifo con affari e finanza” sospirò Carlyle.
“Anche io” le disse mia sorella.
“Sì, ma tu non sei socia di un'attività”
“Vero” acconsentì Jenna.
“Ehi, Bets, c'è una nel reparto classici che cerca il tuo libro preferito e vuole sapere qual è l'edizione migliore” disse Luke Ormond venendo verso di noi “Le ho detto che le avrei mandato la nostra esperta di Letteratura Britannica ad aiutarla”
Sospirai e gli feci una linguaccia. “Luke, a volte sai essere proprio stronzo”
“Tu sei tremendamente brava con la Letteratura Britannica. Alza il culo da lì e va' ad aiutarla”
“Ti odio”

“Io firmo i tuoi assegni”
“E io i tuoi. Com'è fatta questa donna?”
“Sui quaranta, insipida, probabilmente divorziata da poco e alla ricerca di un buon romanzo rosa che le ridoni fiducia negli uomini.”
“Knightley è più adatto di Darcy, per questo” replicai, prima di allontanarmi.

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Quell'insipida donna sulla quarantina si chiamava Cheryl ed era effettivamente divorziata da poco e alla ricerca di un buon romanzo rosa che le ridonasse fiducia negli uomini. Luke è davvero bravo ad analizzare i clienti. E lavorando in una piccola libreria, posso legare con i clienti ed aiutarli. “Orgoglio e Pregiudizio non è il mio libro preferito.” le dissi “ma mia madre lo adora. Se vuole solo leggerlo, abbiamo varie edizione ottime ed economiche. Ma se vuole analisi e riletture storiche, ci sono un paio di edizioni davvero buone.”
“Voglio l'analisi” disse “Voglio capire come pensano e cose così”
Presi un libro da uno scaffale in alto. “Questo è ottimo. C'è un commento di un professore inglese che ha lavorato a Oxford, Mark F. Williamson. Ha davvero una prospettiva ottima ed unica sulla Austen nel suo contesto storico”
“Ma è un uomo” disse “Come può capire Jane tanto bene?”
Feci spallucce “Conosce il suo mestiere. Sono davvero impressionata dai suoi libri sulla Austen”
Scrollò le spalle e prese il libro “Qual è il suo libro preferito per superare una delusione d'amore?”
Risi. “Ne ho un paio. Ragione e Sentimento di Jane Austen è uno. Adoro leggere Espiazione di Ian McEwan quando sono completamente distrutta ed ho solo bisogno di piangere disperatamente. E poi mi piace qualcosa di Kate Jacobs”
“Cos'ha scritto?”
Il club del cucito del venerdì sera.(1)” dissi. “Uno dei miei preferiti. Ti fa ridere. Ti fa piangere. È grandioso”
Cheryl annuì scrollando le spalle. “Non ho mai provato a cucire prima. Sono venuta qui solo perché una delle mie amiche ama questo posto. Dice che è piccolo, carino e accogliente. E dice che voi siete molto più disponibili di quelli delle grandi catene.”
Sorrisi “Ci proviamo. Ci proviamo davvero.”
“Dove ha imparato a lavorare a maglia?” chiese.

“Mia nonna” replicai. “Amava lavorare a maglia e all'uncinetto”
“È così dolce”
Annuii. “Viveva con noi quand'ero bambina e mi ha insegnato tutto”
“È così dolce” tubò. La gente ha sempre questa reazione quando scopre che Nonna Bennet mi ha insegnato a lavorare a maglia, all'uncinetto e a cucire. Probabilmente era una Figlia dei Fiori tanto quanto lo sono io secondo mia madre, ma tutti parlano di lei solo come un'eccentrica, vecchia signora. Ma mio padre mi dice sempre che somiglio molto a sua madre; ed io lo prendo come un complimento.
“Pensa che potrei imparare a lavorare a maglia?” mi chiese all'improvviso.
“Ma certo” replicai premurosamente “Facciamo lezioni di lavoro a maglia tre sere a settimana. Il programma è accanto al caminetto, se le interessa”
“Oh, sarebbe carino” si entusiasmò Cheryl. E in quel momento capii che avevamo un nuovo cliente a vita.

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Sabato arrivò abbastanza in fretta da accontentare molte persone. La squadra di football del Michigan ebbe la sua prima partita -contro il Western Michigan- e fu una giornata stupenda. Al centro città, tutta Ann Arbor (2) era eccitata.
Verso le cinque e mezza, radunai le mie cose e mi diressi verso casa per agghindarmi per il prezioso party di mia madre. Carlyle era già a casa, stava guardando la partita e facendo qualche ricerca online per la libreria. Stava cercando nuovi libri e articoli di cucito. Eravamo alla ricerca di qualcuno che filasse e tingesse da sé i propri tessuti per poterli comprare e vendere da Knit'n'Lit. Avevamo alcuni fornitori di altri stati, ma volevamo promuovere l'artigianato locale, specialmente visto che l'economia del Michigan era in condizioni schifose.
Per le sei e mezza, indossavo un abito da tè color melanzana ed un coprispalle color crema che avevo fatto io all'uncinetto e un paio di ballerine color crema. “Sei stupenda” mi disse Carlyle. Mi aveva lisciato i capelli, di solito ricci, perché mia madre li preferiva così.
Mi guardai nello specchio. “Odio dirlo, ma spero solo di piacere a mia madre. Si stressa decisamente troppo per queste dannate feste di dipartimento”
Carlyle mi porse un girocollo d'oro e un paio d'orecchini a cerchio. “Metti questi. E pensa ai nuovi professori. Magari farai colpo su uno di loro.”
Risi. “Ne dubito. E comunque non penso di voler uscire con un professore d'inglese. Finirebbe per fare troppi commenti sul mio nome”
“Cos'è un nome?” declamò Carlyle “una rosa, con qualsiasi altro nome, profumerebbe altrettanto”
“E si potrebbero fare molte meno battute se mi chiamassi Rosa Bennet piuttosto che Elizabeth Bennet. Cerco sempre di nascondermi dietro a Betsy, ma mia madre se ne esce puntualmente con Elizabeth, Liz, Eliza e Lizzy”
“Ma tu sei la nostra Betsy. Gli altri nomi non sono adatti a te. Tu sei la mia adorabile Betsy”
Risi e l'abbracciai. “Ci vediamo dopo. E grazie per il tuo aiuto”
“Quando vuoi. Sei la mia coinquilina preferita.”

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Jenna era perfetta, ovviamente. Lei è sempre perfetta. Indossava il suo tubino nero e un filo di perle, e aveva tirato su i capelli in un classico chignon. Grace Kelly sarebbe stata fiera di lei. Mi afferrò non appena arrivai alla porta d'ingresso. “Evita il piano di sopra. Cam e Lu sono entrambe in preda ad una crisi di nervi (3). E Mabel continua a ripetere che non dovrebbe essere qui.
“Dov'è mamma?” chiesi, nascondendo la borsa nell'armadio.
“Di sopra” replicò lei “E papà è nel suo ufficio a parlare a telefono con qualcuno. Puoi parlare tu con quelli del catering? Sei più portata di me con la cucina e robe del genere.”
“Sicuro” risposi. Mia madre si è sempre rivolta allo stesso servizio di catering e ormai conosco tutti molto bene. Mi hanno chiesto spesso di occuparmi di loro perché sono più portata a parlare con la gente rispetto ad altri membri della mia famiglia – o almeno così dice mio padre. Jenna con i bambini è molto meglio di quanto io potrò mai essere.
“Grazie” disse “Io vado a fare i conti con mamma e il Terribile Trio.”
“Le ragazze più stupide d'America” replicai, citando papà.
Lei rise “chi l'avrebbe mai detto che una laurea in educazione primaria mi avrebbe aiutata con mia madre e le mie sorelle”
“Oh, io l'ho sempre saputo. Non dirlo a nessuno, ma io ho ancora cinque anni."
Rise e andò di sopra. Io andai in cucina.

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Intorno alle otto, mio padre finalmente presentò me e Jenna ai due nuovi professori. Kevin Bingham era di media altezza, con capelli castani chiari e gli occhi azzurri; era carino e aveva un adorabile accento britannico, e decisamente non era il mio tipo. La sua sorellastra più giovane, Emily, era venuta con lui. “Sì prenderà cura di Mark e me; dovrà assicurarsi che due poveri scapoli non si lascino morire di fame o roba del genere.” ci disse.
E poi c'era Mark, che era quel Mark F. Williamson che aveva curato tutte le mie edizioni preferite dei romanzi di Jane Austen. “Ho ottenuto il mio dottorato a Cambridge con una tesi sulla Austen” mi disse. E notai che non aveva un accento brittanico; sembrava proprio americano. “Credo di essere considerato un esperto in materia o qualcosa di simile.”
“Di questo devi parlare con mia madre” gli dissi “Jane Austen è la sua autrice preferita”
“Ha addirittura chiamato la nostra povera Betsy come Elizabeth Bennet in onore di Orgoglio e Pregiudizio” disse mio padre.
Sospirai e bevvi un sorso del mio drink. Dio, devo iniziare a bere qualcosa di più forte della limonata alle feste dei miei.
“Meglio questo di altre cose che ho sentito” disse Mark “Uno dei miei studenti, l'anno scorso, a Vanderbilt, pensava che avrei dovuto chiamare tutti i miei figli con nomi degli eroi e delle eroine di Jane Austen. Solo perché studio quella roba, ne scrivo e la insegno mica significa che devo trarre da lì i nomi di tutti i miei figli”
“Uhm, non per offendere” dissi “ma non c'è niente di peggio di quello che mia madre ha fatto a me. Vedi, tu non farai questo a tutti i tuoi figli e, anche se lo facessi, Elinor Williamson non sarebbe un diretto riferimento alla Austen. Elizabeth Bennet può essere citato e riconosciuto come un riferimento diretto. E io sono stata incastrata così”
“Un giorno ti sposerai e potrai cambiare il tuo cognome” Kevin disse con ottimismo e dolcezza. Lui mi piaceva. Mark invece era un po' troppo provocatorio per i miei gusti.
“Penso che in fondo mia madre speri che io possa incontrare qualcuno di nome Darcy per potermi chiamare Elizabeth Darcy” ammisi.
“Se dovessi mai incontrare qualcuno di nome Darcy, scappa dalla parte opposta” mi consigliò Mark. E stava sorridendo mentre lo diceva.
E io non potei evitare di ridere. “Me ne ricorderò” gli dissi.
“Allora Elizabeth” cominciò Kevin.
“Ti prego, chiamami Betsy” lo interruppi “non sopporto di essere chiamata Elizabeth”
“Scusa, Betsy” disse “allora, tua sorella è un'insegnante. Tu cosa fai?”
“Sono la proprietaria di un piccolo negozio di libri e cucito, con una caffetteria”
“Un negozio di cucito?” ripeté Emily Bingham “che cosa bizzarra, non credevo che a qualcuno servisse ancora un posto del genere”
“Oh, lavorare a maglia e all'uncinetto è molto popolare di questi tempi” replicai “Julia Roberts lavora a maglia; sta tornando di moda. Ed è un'arte splendida. Abbiamo filati fatti a mano. È davvero meraviglioso. Oh, e abbiamo libri, moltissimi libri. Abbiamo una gran scelta di libri per ogni personalità e interesse”
“Betsy è così dotata” disse mio padre “Fa cappelli e sciarpe e maglioni e un sacco di bellissime cose”
“Ha fatto lei anche il maglioncino che indossa stasera” aggiunse Jenna.
“Molto carino” disse Kevin “davvero impressionante”
Emily poté solo tirar su con il naso in modo che si potrebbe definire solO "imbronciato". E Mark si limitò ad annuire e bere un sorso di champagne. Si vedeva benissimo che le mie capacità non impressionavano la maggior parte di quelle persone. Ma mi ero abituata a questo, dopo qualche anno passato a frequentare i colleghi di mio padre. Molti di loro pensavano di non dover avere a che fare con persone che gestivano negozi e lavoravano a maglia.

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Un'ora e mezza dopo, ero in salotto a parlare con uno dei miei ex insegnanti quando sentii Mark e Kevin discutere tra loro. Kevin aveva prestato molta attenzione a Jenna e lei sembrava apprezzare molto la cosa. Ma Mark non sembrava molto attivo (4). “Devi smetterla di stare solo con me ed Emily” sentii Kevin dire a Mark.
“Non conosco nessun altro” protestò il suo amico.
“E allora parla con la gente. Il professor Bennet ti ha presentato le sue figlie”
“Kevin, l'attenzione di Jenna è tutta per te”
“C'è sempre l'altra. È uno schianto.”
“Ed è un'artista. Io non frequento artisti”
Kevin sospirò. “Mark, non ti sto chiedendo di sposarla, solo di parlarle”
“Di cosa potrei parlare con lei?”

“Libri” fu la risposta.
“Probabilmente ha un pessimo gusto in fatto di libri”
“Lavora in una libreria”
“Mark, sei patetico”
Mark sospirò “è solo che non voglio con qualche stupido artista con cui non ho nulla in comune”
Scossi la testa e continuai a parlare con il Professor Flaherty. Non avevo bisogno d'esser definita sciocca da qualcuno che non mi capiva affatto.
E poi il culmine “Lasciami in pace, Kevin. Probabilmente è un'hippie o qualcosa del genere, ed io non esco con gli hippie”
E questo fece nascere in me un dubbio: perché tutti pensano che io sia un hippie? Faccio la doccia ogni giorno. È solo che mi piacciono i cibi biologici e gli abiti fatti a mano. Questo non fa di me un'hippie.

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Angolo della traduttrice
Dunque. Questa non è la prima fanfiction di Lia06, né il suo primo tentativo di modernizzare P&P. In realtà è il secondo.

Però boh, è geniale. Adoro i personaggi, lo svolgimento della trama, tutto. E' molto originale e finora non ho trovato nulla di così ben fatto, per cui ho deciso di iniziare la traduzione proprio da questa storia. Siccome, per ora, la versione originale è in via di “svolgimento” (al momento conta cinque capitoli), oltre ad aggiornare questa inizierò a postare almeno una delle altre storie della stessa autrice (che, personalmente, adoro).
Spero in generale che le sue “opere” vi piacciano tanto quanto piacciono a me. Tra l'altro è divertentissimo tradurle.
Per ogni appunto, consiglio sulla traduzione eccetera, mandatemi un fischio. Non sono infallibile e in più, avendo poco tempo, è possibile che mi sfuggano delle imprecisioni (ma anche degli erroracci, eh), quindi non esitate a dirmi chiaro e tondo “hai scritto una vaccata”. Ve ne sono solo grata.
E vi raccomando, recensite; TUTTI i commenti saranno tradotti e riportati a Lia (che, tra l'altro, conosce lo spagnolo quindi un po' l'italiano -quantomeno a senso- direi che può capirlo). E poi faranno un piacere immenso anche a me. Un bacione e, anche se un po' in ritardo, buon anno!
Nimue

NOTE
1 Il titolo originale del libro è “The friday night knitting club”. In italiano è stato tradotto con “Le amiche del venerdì sera” ma, per esigenze “di copione”, ho operato una traduzione letterale.
2 Per chi non lo sapesse, Ann Arbor è il nome di una famosa città del Michigan, ed è la sede dell'Università del Michigan.
3 Ammetto la mia imbranataggine. L'espressione originale è “fashion disaster”, ma non sono riuscita a trovare una traduzione che suonasse decentemente in italiano. Sarà che io per prima sono un fashion disaster vivente e quindi non sono pratica della terminologia LOL. Se vi venisse in mente una traduzione migliore, non esitate a dirmelo!
4 Qui, l'espressione utilizzata era "circulate"; in realtà in italiano si potrebbe anche tradurre con "circolare", ma è così poco usato in casi del genere che sarebbe suonato strano. Ho usato una traduzione (o meglio, adattamento) che non mi piace particolarmente, ma che ho trovato sul dizionario. Se a qualcuno viene in mente un termine più adatto (c'è di sicuro, solo che io non riesco a trovarlo) mi aiuterebbe un mondo dicendomelo!

  
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