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Autore: Tomi Dark angel    25/01/2010    3 recensioni
Gli esseri umani. Che creature volubili che siamo. Eppure, nei nostri piccoli corpi aleggiano veri e propri miracoli, scintille di forza e speranza che non si spengono mai, anche quando crediamo il contrario.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aoi, Kai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli esseri umani. Che creature volubili che siamo. Eppure, nei nostri piccoli corpi aleggiano veri e propri miracoli, scintille di forza e speranza che non si spengono mai, anche quando crediamo il contrario.

 

Non doveva succedere, al tuo posto avrei dovuto esserci io. Eppure non riuscirò mai a levarmi dalla testa che probabilmente, tu sapevi già cosa sarebbe accaduto.

 

Kai: a volte il destino è crudele, ma se si presta abbastanza attenzione ai segnali che esso ti invia… beh, credo che tu possa anche azzardarti a precederlo e modificarlo.

 

Avevi detto così in un giorno qualsiasi, mentre ci fumavamo in santa pace una sigaretta sul terrazzo degli studi della PS Company. Era un segnale che il destino mi aveva inviato attraverso le tue labbra, Yutaka? O forse mi ero semplicemente immaginato tutto… forse avevo immaginato te. Semplice illusione i tuoi capelli corvini, i tuoi occhi profondi, il suo sorriso capace di illuminare anche la più oscura giornata d’inverno.

Tutto questo venne a mancare all’improvviso. Mi ero offerto di accompagnarti fino a casa con la mia auto e, dopo mille proteste, avevi accettato.

Kai: ma guido io, non voglio sapere niente!

Aoi: no, la macchina è mia e guido io!!!

E a quel punto sfoderasti un sorriso a trentadue denti, sventolandomi le chiavi dell’auto davanti al naso.

Kai: tua macchina, ma mie chiavi.

Aoi: ladro! Come le hai prese???

Scrollasti le spalle con semplicità, quella semplicità che ti aveva sempre distinto. Eppure, appena misi piede nell’abitacolo della macchina, una sensazione di gelido disagio mi colpì forte allo stomaco, torcendomelo. Ti guardai, chiedendomi se anche tu avessi avvertito la stessa sensazione. Ma il tuo volto era sereno, dolce come sempre, ma con un fondo di diversità: vedevo nei tuoi occhi una tristezza malcelata, seminascosta dietro una maschera di normalità che però non era tua, e lo sapevo bene. Non so perché non ti chiesi cosa non andava, perché non provassi a sparare una delle mie battute per alleggerire l’atmosfera.

L’auto si mosse quando Kai ingranò la retromarcia e ci portò in strada. Un leggero venticello mi scostò i capelli dall’occhio, ma mi accorsi con sgomento che tutti i finestrini erano chiusi. Guardai il guidatore, il mio amico, l’uomo che amavo. Poi, un sorriso nuovo e colmo di speranze per il domani affiorò sulle sue labbra morbide e ben delineate mentre si voltava a guardarmi.

Kai: Yuu?

Aoi: mh?

Kai: ti fidi di me?

Lo guardai. Era impallidito.

Aoi: sì, che domande sono?

Kai: allora allaccia la cintura di sicurezza.

Sollevai un sopracciglio con sconcerto, ma ubbidii. Ed ebbi in quel momento la certezza che tutto sarebbe cambiato.

Un attimo lungo un eternità, quell’attimo che non dimenticherò mai. Yutaka sterzò all’improvviso, facendo slittare la macchina quando un’altra sbucò dal nulla ad alta velocità. Doveva schiantarsi sul lato destro dell’auto, doveva uccidere me. Invece non fu così. Kai si frappose fra me e la morte con coraggio e senza indugio. Scambiò i posti, precedette la mano del destino e lo mise in scacco matto.

Vidi il batterista posarmi una mano sul petto e spingerlo all’indietro nel momento dell’urto, evitando che la cintura mi rompesse tutte le ossa. E dopo tutto quel fracasso in cui non capii niente, cadde il silenzio.

Lentamente, aprii gli occhi e ciò che vidi mi gelò il sangue nelle vene. Perché eri accasciato su di me? Perché dalle tue tempie colava del liquido scarlatto? Sorridi, Yutaka, ti prego. Alza il volto e dimmi che và tutto bene, che sono precipitato in un incubo.

……

Perché non ti muovi?

Aoi: Y…Yuta…

E infine, sollevi il capo. Immaginai di leggere nei tuoi occhi un terrore inimmaginabile per una tempesta improvvisa che nessuno dei due si aspettava. Eppure, mi sbagliai di grosso.

Non c’era paura.

Non c’era tristezza.

No, Kai mi guardò con palese soddisfazione prima di sospirare e sollevare una mano tremante e macchiata di sangue cremisi. Mi accarezzasti una guancia con tenerezza, sorridendo come un bambino che ha appena ottenuto il giocattolo che desiderava da tanto tempo.

Kai: grazie… della fiducia, Aoi.

Tossì, sputando un grumo di sangue sul sediolino. Mi costrinsi a muovermi e slacciai la cintura, ignorando il dolore che mi graffiava con artigli d’acciaio. Tremante, ti presi tra le mie braccia, e tu ti stringesti a me come un cucciolo in cerca d’affetto.

Aoi: Kai… leader… ehi, resisti, stanno arrivando i soccorsi!

Ridacchiasti piano e mi stringesti con delicatezza una mano, sporcandola di sangue.

Kai: Aoi… mi fai un… piacere?

Non riuscii a rispondergli, un groppo mi aveva stretto la gola in una morsa feroce.

Kai: lo prendo… per un sì. Promettimi che non mi… dimenticherai.

Una lacrima scivolò lenta lungo la guancia sporca del mio batterista. La vidi brillare come liquido diamante, pesante per il dolore che portava, piccola come il più insignificante degli oggetti. Eppure era importante. Importante perché vidi riflesso nel liquido trasparente una vita intera passata insieme ai miei amici.

Takanori, Ryo, Kouyou… io e te.

Erano tutti lì, accanto a noi, e ci davano forza.

Ryo sorrideva di felicità mentre sventolava il nuovo cd del suo gruppo preferito.

Kouyou ballava sul tavolo di casa mia mezzo ubriaco.

Ruki ci trascinava tutti da un negozio all’altro, puntando di continuo vestiti orribili di cui programmavo continuamente l’estinzione.

Erano felici, e soprattutto… eravamo insieme. I ricordi più belli, i sorrisi che mai dimenticheremo e che sempre illumineranno anche le giornate più buie.

Kai: hai capito… sei sempre stato… bravo a capire.

Lo strinsi forte a me, sentendo poi che lui ricambiava l’abbraccio debolmente.

Kai: voglio… voglio raccontarti una storia. Sai come sono nati davvero gli uomini?

Tossì.

Kai: sono nati dalle stelle. Un tempo eravamo tutti pezzi di cielo, così luminosi da illuminare anche… le tenebre più fitte. Poi, un giorno…

Altro eccesso di tosse e un grumo di sangue sputato sul sediolino. Cercai invano di frenare le lacrime, ma combattevo una battaglia persa.

Kai: poi, un giorno… alcune stelle decisero di scendere sulla terra per curiosità e non… riuscirono più a tornare in cielo. Tuttavia, durante la caduta sul… suolo terrestre, alcune stelle si spaccarono in… due parti perfettamente uguali. I sogni che le stelle contenevano uscirono dall’involucro e… e si dispersero sulla terra.

Kai respirò profondamente. Mi sembrò di poter ascoltare i suoi battiti cardiaci che rallentavano, e il panico cominciò a strisciarmi dentro, mescolandosi alla paura.

Kai: alcune stelle… stanno ancora cercando i sogni persi e l’altra metà. Io ho avuto la fortuna di ritrovarli entrambi.

Kai sollevò una mano tremante e l’appoggiò sulla mia nuca, tirandomi dolcemente verso di lui. Mi piegai leggermente, sentendo lo scricchiolio delle mie ossa doloranti per il colpo ricevuto.

Non dimenticherò mai quel contatto. Tu stavi morendo, lo sapevamo entrambi. Eppure le tue labbra erano calde e morbide. Il tuo profumo non era contaminato da quello acre del sangue copioso che ti inzuppava.

Il bacio più bello della mia vita. E fu la vita stessa a racchiudersi in quel magico momento, sprigionando tutto ciò che essa ci portava.

 

Avevi ragione.

 

Sentii in quel momento che mi completavo, che il tuo cuore si univa al mio: i due pezzi mancanti della stella si erano ritrovati senza cercarsi, e con essi, i sogni di una vita si intrecciarono a formare il medesimo reticolo indistruttibile che ci avrebbe legati per sempre.

 

§§§§

 

Tu moristi così, donandomi il tuo cuore come ultimo atto. Lo chiudesti in uno scrigno di cui solo tu ed io abbiamo le chiavi, due identiche gemelle fatte di sogni e speranze per un domani che hai voluto regalarmi e che vivremo insieme per sempre.

Sorrido serenamente, fermandomi in riva al mare. È notte fonda, e io solo per questo amo la casetta in riva al mare che io e gli altri abbiamo comprato. Da qui l’aria è limpida, e anche a te piace un sacco.

Mi siedo sulla sabbia fine, ascoltando la voce del vento che mi accarezza, scompigliandomi i capelli. Poi, il rumore di passi lievi in riva al mare. Alzo lo sguardo, ma non c’è nessuno davanti a me.

Aoi: ma che…?

Mi alzo per guardare a terra, proprio nel punto in cui ho sentito quel rumore. E rimango di sasso nell’accorgermi della serie di impronte che affiancano le mie e si fermano proprio al mio fianco. Tuttavia, l’ultima traccia non appartiene ad un piede umano.

Una risata lontana e guardo il cielo. Una stella cadente saetta nel blu della notte, illuminando per un attimo un tenero sorriso che conosco fin troppo bene. Sei tornato a brillare lassù, vero? Sei di nuovo una stella, identica a quella disegnata nella sabbia proprio al mio fianco.

Aoi: sei sempre il solito scemo!

Scuoto il capo, senza però abbandonare il sorriso. Mi volto, incamminandomi sulla via del ritorno dove la vita mi attende, aprendomi la strada al cielo dove un giorno brillerò al tuo fianco.

 

C’è chi ancora oggi ha la forza di cercare il suo pezzo di stella mancante, sapete? A volte ci si abbatte, si cade in ginocchio e non ci si vuole più rialzare.

Ma il cielo è sempre lì, sopra le nostre teste, e se si crede veramente nella forza dei propri sogni non sarà così difficile raggiungere il paradiso in cui brillare per qualcuno che amiamo.

 

Fine

 

Dedicata a te che non ci sei più, a te che hai lasciato tanto alle tue spalle. Eppure so che sei lassù, e per sempre continuerai a brillare, illuminando le strade oscure che spesso ci impediscono di procedere sul sentiero della vita. Grazie di tutto… non ti dimenticheremo.

 

Per tutti voi lettori:

Grazie anche a voi che avete letto questa piccola storia. Parlerò sinceramente: non l’ho pubblicata per ricevere recensioni, ma per incoraggiarvi a seguire i vostri sogni, a credere nell’impossibile e a brillare per coloro che vi vogliono bene. Non ha importanza se questa persona vi ricambia o no, se sia presente oppure no. Voi brillate! Illuminate i giorni di speranza e non arrendetevi mai!!! Asciugate le lacrime quando piangete e alzate il volto al cielo, chiudendo gli occhi e ascoltando il richiamo del vostro pezzo di stella mancante. C’è chi riesce a sentirlo subito, chi invece è un po’ ritardatario, ma prima o poi tutti ci riuniamo a quella parte di noi che ci è mancata per tanto tempo. Io ci credo fermamente, credo che ogni essere umano sia uno scrigno di sogni e speranze. E magari un giorno chissà, anche voi potreste affacciarvi alla finestra e vedere la stessa stella cadente che ha illuminato la vita di Aoi e Kai! Voi che ne pensate?

  
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