Gli
esseri umani. Che
creature volubili che siamo. Eppure, nei nostri piccoli corpi aleggiano
veri e
propri miracoli, scintille di forza e speranza che non si spengono mai,
anche
quando crediamo il contrario.
Non
doveva succedere, al tuo
posto avrei dovuto esserci io. Eppure non riuscirò mai a
levarmi dalla testa
che probabilmente, tu sapevi già cosa sarebbe accaduto.
Kai: a volte il destino
è crudele, ma se si presta
abbastanza attenzione ai segnali che esso ti invia… beh,
credo che tu possa
anche azzardarti a precederlo e modificarlo.
Avevi
detto così in un giorno
qualsiasi, mentre ci fumavamo in santa pace una sigaretta sul terrazzo
degli
studi della PS Company. Era un segnale che il destino mi aveva inviato
attraverso
le tue labbra, Yutaka? O forse mi ero semplicemente immaginato
tutto… forse
avevo immaginato te. Semplice illusione i tuoi capelli corvini, i tuoi
occhi
profondi, il suo sorriso capace di illuminare anche la più
oscura giornata
d’inverno.
Tutto
questo venne a mancare
all’improvviso. Mi ero offerto di accompagnarti fino a casa
con la mia auto e,
dopo mille proteste, avevi accettato.
Kai:
ma guido io, non voglio
sapere niente!
Aoi:
no, la macchina è mia e
guido io!!!
E
a quel punto sfoderasti un
sorriso a trentadue denti, sventolandomi le chiavi dell’auto
davanti al naso.
Kai:
tua macchina, ma mie
chiavi.
Aoi:
ladro! Come le hai
prese???
Scrollasti
le spalle con
semplicità, quella semplicità che ti aveva sempre
distinto. Eppure, appena misi
piede nell’abitacolo della macchina, una sensazione di gelido
disagio mi colpì
forte allo stomaco, torcendomelo. Ti guardai, chiedendomi se anche tu
avessi
avvertito la stessa sensazione. Ma il tuo volto era sereno, dolce come
sempre,
ma con un fondo di diversità: vedevo nei tuoi occhi una
tristezza malcelata,
seminascosta dietro una maschera di normalità che
però non era tua, e lo sapevo
bene. Non so perché non ti chiesi cosa non andava,
perché non provassi a
sparare una delle mie battute per alleggerire l’atmosfera.
L’auto
si mosse quando Kai
ingranò la retromarcia e ci portò in strada. Un
leggero venticello mi scostò i
capelli dall’occhio, ma mi accorsi con sgomento che tutti i
finestrini erano
chiusi. Guardai il guidatore, il mio amico, l’uomo che amavo.
Poi, un sorriso
nuovo e colmo di speranze per il domani affiorò sulle sue
labbra morbide e ben
delineate mentre si voltava a guardarmi.
Kai:
Yuu?
Aoi:
mh?
Kai:
ti fidi di me?
Lo
guardai. Era impallidito.
Aoi:
sì, che domande sono?
Kai:
allora allaccia la cintura
di sicurezza.
Sollevai
un sopracciglio con
sconcerto, ma ubbidii. Ed ebbi in quel momento la certezza che tutto
sarebbe
cambiato.
Un
attimo lungo un eternità,
quell’attimo che non dimenticherò mai. Yutaka
sterzò all’improvviso, facendo
slittare la macchina quando un’altra sbucò dal
nulla ad alta velocità. Doveva
schiantarsi sul lato destro dell’auto, doveva uccidere me.
Invece non fu così.
Kai si frappose fra me e la morte con coraggio e senza indugio.
Scambiò i
posti, precedette la mano del destino e lo mise in scacco matto.
Vidi
il batterista posarmi
una mano sul petto e spingerlo all’indietro nel momento
dell’urto, evitando che
la cintura mi rompesse tutte le ossa. E dopo tutto quel fracasso in cui
non
capii niente, cadde il silenzio.
Lentamente,
aprii gli occhi e
ciò che vidi mi gelò il sangue nelle vene.
Perché eri accasciato su di me?
Perché dalle tue tempie colava del liquido scarlatto?
Sorridi, Yutaka, ti
prego. Alza il volto e dimmi che và tutto bene, che sono
precipitato in un
incubo.
…
……
Perché
non ti muovi?
Aoi:
Y…Yuta…
E
infine, sollevi il capo.
Immaginai di leggere nei tuoi occhi un terrore inimmaginabile per una
tempesta
improvvisa che nessuno dei due si aspettava. Eppure, mi sbagliai di
grosso.
Non
c’era paura.
Non
c’era tristezza.
No,
Kai mi guardò con palese
soddisfazione prima di sospirare e sollevare una mano tremante e
macchiata di
sangue cremisi. Mi accarezzasti una guancia con tenerezza, sorridendo
come un
bambino che ha appena ottenuto il giocattolo che desiderava da tanto
tempo.
Kai:
grazie… della fiducia,
Aoi.
Tossì,
sputando un grumo di
sangue sul sediolino. Mi costrinsi a muovermi e slacciai la cintura,
ignorando
il dolore che mi graffiava con artigli d’acciaio. Tremante,
ti presi tra le mie
braccia, e tu ti stringesti a me come un cucciolo in cerca
d’affetto.
Aoi:
Kai… leader… ehi,
resisti, stanno arrivando i soccorsi!
Ridacchiasti
piano e mi
stringesti con delicatezza una mano, sporcandola di sangue.
Kai:
Aoi… mi fai un… piacere?
Non
riuscii a rispondergli,
un groppo mi aveva stretto la gola in una morsa feroce.
Kai:
lo prendo… per un sì.
Promettimi che non mi… dimenticherai.
Una
lacrima scivolò lenta
lungo la guancia sporca del mio batterista. La vidi brillare come
liquido
diamante, pesante per il dolore che portava, piccola come il
più insignificante
degli oggetti. Eppure era importante. Importante perché vidi
riflesso nel
liquido trasparente una vita intera passata insieme ai miei amici.
Takanori,
Ryo, Kouyou… io e
te.
Erano
tutti lì, accanto a
noi, e ci davano forza.
Ryo
sorrideva di felicità
mentre sventolava il nuovo cd del suo gruppo preferito.
Kouyou
ballava sul tavolo di
casa mia mezzo ubriaco.
Ruki
ci trascinava tutti da
un negozio all’altro, puntando di continuo vestiti orribili
di cui programmavo
continuamente l’estinzione.
Erano
felici, e soprattutto…
eravamo insieme. I ricordi più belli, i sorrisi che mai
dimenticheremo e che
sempre illumineranno anche le giornate più buie.
Kai:
hai capito… sei sempre
stato… bravo a capire.
Lo
strinsi forte a me,
sentendo poi che lui ricambiava l’abbraccio debolmente.
Kai:
voglio… voglio
raccontarti una storia. Sai come sono nati davvero gli uomini?
Tossì.
Kai:
sono nati dalle stelle. Un
tempo eravamo tutti pezzi di cielo, così luminosi da
illuminare anche… le
tenebre più fitte. Poi, un giorno…
Altro
eccesso di tosse e un
grumo di sangue sputato sul sediolino. Cercai invano di frenare le
lacrime, ma
combattevo una battaglia persa.
Kai:
poi, un giorno… alcune
stelle decisero di scendere sulla terra per curiosità e
non… riuscirono più a
tornare in cielo. Tuttavia, durante la caduta sul… suolo
terrestre, alcune
stelle si spaccarono in… due parti perfettamente uguali. I
sogni che le stelle
contenevano uscirono dall’involucro e… e si
dispersero sulla terra.
Kai
respirò profondamente. Mi
sembrò di poter ascoltare i suoi battiti cardiaci che
rallentavano, e il panico
cominciò a strisciarmi dentro, mescolandosi alla paura.
Kai:
alcune stelle… stanno
ancora cercando i sogni persi e l’altra metà. Io
ho avuto la fortuna di
ritrovarli entrambi.
Kai
sollevò una mano tremante
e l’appoggiò sulla mia nuca, tirandomi dolcemente
verso di lui. Mi piegai
leggermente, sentendo lo scricchiolio delle mie ossa doloranti per il
colpo
ricevuto.
Non
dimenticherò mai quel
contatto. Tu stavi morendo, lo sapevamo entrambi. Eppure le tue labbra
erano
calde e morbide. Il tuo profumo non era contaminato da quello acre del
sangue
copioso che ti inzuppava.
Il
bacio più bello della mia
vita. E fu la vita stessa a racchiudersi in quel magico momento,
sprigionando
tutto ciò che essa ci portava.
Avevi
ragione.
Sentii
in quel momento che mi completavo, che il tuo cuore si univa al mio: i
due
pezzi mancanti della stella si erano ritrovati senza cercarsi, e con
essi, i
sogni di una vita si intrecciarono a formare il medesimo reticolo
indistruttibile
che ci avrebbe legati per sempre.
§§§§
Tu
moristi così, donandomi il tuo cuore come ultimo atto. Lo
chiudesti in uno
scrigno di cui solo tu ed io abbiamo le chiavi, due identiche gemelle
fatte di
sogni e speranze per un domani che hai voluto regalarmi e che vivremo
insieme
per sempre.
Sorrido
serenamente, fermandomi in riva al mare. È notte fonda, e io
solo per questo
amo la casetta in riva al mare che io e gli altri abbiamo comprato. Da
qui l’aria
è limpida, e anche a te piace un sacco.
Mi
siedo sulla sabbia fine, ascoltando la voce del vento che mi accarezza,
scompigliandomi i capelli. Poi, il rumore di passi lievi in riva al
mare. Alzo
lo sguardo, ma non c’è nessuno davanti a me.
Aoi:
ma che…?
Mi
alzo per guardare a terra, proprio nel punto in cui ho sentito quel
rumore. E
rimango di sasso nell’accorgermi della serie di impronte che
affiancano le mie
e si fermano proprio al mio fianco. Tuttavia, l’ultima
traccia non appartiene
ad un piede umano.
Una
risata lontana e guardo il cielo. Una stella cadente saetta nel blu
della notte,
illuminando per un attimo un tenero sorriso che conosco fin troppo
bene. Sei
tornato a brillare lassù, vero? Sei di nuovo una stella,
identica a quella
disegnata nella sabbia proprio al mio fianco.
Aoi:
sei sempre il solito scemo!
Scuoto
il capo, senza però abbandonare il sorriso. Mi volto,
incamminandomi sulla via
del ritorno dove la vita mi attende, aprendomi la strada al cielo dove
un
giorno brillerò al tuo fianco.
C’è
chi ancora oggi
ha la forza di cercare il suo pezzo di stella mancante, sapete? A volte
ci si
abbatte, si cade in ginocchio e non ci si vuole più rialzare.
Ma
il cielo è sempre
lì, sopra le nostre teste, e se si crede veramente nella
forza dei propri sogni
non sarà così difficile raggiungere il paradiso
in cui brillare per qualcuno
che amiamo.
Fine
Dedicata
a te che non ci sei più, a te
che hai lasciato tanto alle tue spalle. Eppure so che sei
lassù, e per sempre
continuerai a brillare, illuminando le strade oscure che spesso ci
impediscono
di procedere sul sentiero della vita. Grazie di tutto… non
ti dimenticheremo.
Per
tutti voi lettori:
Grazie
anche a voi che avete
letto questa piccola storia. Parlerò sinceramente: non
l’ho pubblicata per
ricevere recensioni, ma per incoraggiarvi a seguire i vostri sogni, a
credere nell’impossibile
e a brillare per coloro che vi vogliono bene. Non ha importanza se
questa
persona vi ricambia o no, se sia presente oppure no. Voi brillate!
Illuminate i
giorni di speranza e non arrendetevi mai!!! Asciugate le lacrime quando
piangete e alzate il volto al cielo, chiudendo gli occhi e ascoltando
il
richiamo del vostro pezzo di stella mancante. C’è
chi riesce a sentirlo subito,
chi invece è un po’ ritardatario, ma prima o poi
tutti ci riuniamo a quella
parte di noi che ci è mancata per tanto tempo. Io ci credo
fermamente, credo
che ogni essere umano sia uno scrigno di sogni e speranze. E magari un
giorno
chissà, anche voi potreste affacciarvi alla finestra e
vedere la stessa stella
cadente che ha illuminato la vita di Aoi e Kai! Voi che ne pensate?