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Autore: Snafu    26/01/2010    8 recensioni
Questa storia racconta attraverso la voce narrante, il primo amore di due giovani ragazze per due dei quattro pilastri dei Beatles: George Harrison e Ringo Starr. Vorrei dedicare questa storia a Martina97, prima di tutto per ricambiare la dedica e ciò che sta scrivendo per me, per ringraziarla della sua gentilezza nei miei confronti... e per farle finalmente leggere qualcosa di mio!!! PS: Spero che l'impaginazione venga bene... sinceramente ho avuto qualche difficoltà per quanto riguarda gli "a capo" e le spaziature... speriamo bene! Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le dieci passate. Il telefono squillò ripetutamente prima che la governante alzasse il ricevitore.
«Buongiorno, Residenza Harrison» un'aria quasi solenne
«Buongiorno Henrietta» rispose la voce dall'altro lato «Sono Martina Douglas, Catherine è in casa?»
«La signorina si sta preparando. La chiamerò, attenda un attimo» la ragazza sentì il rumore secco della cornetta appoggiata sul mobile e la donna chiamare la ragazza ai piani superiori, poi il ticchettio zoppo dirigersi fino all'apparecchio.
«Buongiorno Martina» esordì l'altra
«Buongiorno Catherine» fece una piccola pausa «Oggi solita ora al club?» Catherine imprecò qualcosa di incomprensibile
«No, perdonami non posso»
«Hai... un altro impegno?» chiese sorpresa
«George» sospirò «Ha lasciato degli spartiti a casa e non può venire a riprenderli di persona»
«Vai a portare gli spartiti a George... a Londra?»
«Già. Per una donna normale in età di marito come me sarebbe proibito viaggiare da sola... ma io sono la “sorella di George Harrison”» si rammaricò. Quel titolo non le era mai andato a genio: non voleva essere solo “la sorella di George Harrison”!
«Scusa, vai a Londra da George e non mi avverti? Bell'amica sei!» l'altra finse di essere imbronciata
«Sarà una toccata e fuga. Anzi, a dirti la verità non vedo l'ora di essere a casa.»
«Non sarà mica per Ringo?» chiese con tono allusivo
«Figuriamoci, un giorno diventerò qualcosa di più che “la sorella di George Harrison” e allora vedrà... quello sciocco non si ricorda di quando non era famoso e nessuno lo considerava per il suo naso enorme...»
«...che ritenevi così attraente»
«Per la sua bassa statura...»
«...che te ritenevi così tenera»
«Per i suoi stupidi anelli...»
«...che ti piacevano da morire»
«Martina puoi per cortesia smettere di ricordarmi che mi piace Richard?» -che diamine urlo- pensò poi. Sua madre era ancora in casa
«Oh, non chiamarlo con quel tono freddo! Lui è stato il tuo primo amore! Ti ha dato il tuo primo bacio! Il primo amore non si scorda mai!»
«Vuoi che inizi a parlarti di George?» in quel caso la lista sarebbe stata molto più lunga. Martina stravedeva per George, era il suo primo pensiero quando si svegliava e l'ultimo prima di addormentarsi, sarebbe stata ad ore a fissare le sue foto, o le loro foto insieme. Era un vero peccato che la cosa si fosse fermata. La notorietà gioca brutti scherzi. Tra di loro, come tra Ringo e Catherine, era avvenuta una sorta di rottura dovuta alla lontananza. Una rottura di cui entrambi gli amanti erano a conoscenza, ma che nessuno aveva mai verbalizzato.
E' un po' triste quando le cose finiscono così, rimangono solo i bei ricordi del tempo trascorso insieme. La differenza tra Martina e Catherine era che la prima adorava ancora il suo George, mentre l'altra mascherava il suo attaccamento con una finta freddezza e cattiveria nei suoi confronti, anche se del resto, un po' di rancore c'era.
«Ok, smetto» si zittì Martina. Catherine quella mattina era veramente di pessimo umore. «Insomma quando partiamo?» insistette
«Oh Signore» piagnucolò l'altra «Tra mezz'ora passa una taxi da casa mia, cerca di essere puntuale»
«Sarò da te tra dieci minuti!» esclamò soddisfatta ed attaccò la cornetta, poi corse fino alla sua camera da letto e spalancò il grande armadio in legno. Ne tirò fuori una camicetta e si cambiò, poi si sistemò di fronte allo specchio e pettinò i lunghi e morbidi capelli castani fino alle punte, intrecciandoli con cautela per poi posarli sulla spalla destra. Adornò di un trucco leggero il visto ancora leggermente abbronzato dopo le ferie estive trascorse in Italia. Infilò velocemente il cappotto e scese per la strada.
Catherine abitava infondo alla via. Si soffermò sulla porta a guardare le foglie sparse sul vialetto: l'estate era ormai solo bel ricordo e l'autunno inglese era arrivato. Percorse la strada allegramente pensando al suo bel George, l'amore della sua vita ,-beh, certo, fino a quel momento- pensò, che avrebbe presto rivisto. Ricordò dei bei momenti trascorsi insieme nel periodo autunnale a scuola negli anni prima, quando lei e la sua amica camminavano per quella strada e George e Ringo si rincorrevano tra le foglie cadute sollevando un gran polverone. Bei ricordi, quel tempo era passato da un pezzo. Ringo era stato il primo a lasciare la scuola, dopo il diploma, George dopo di lui e poi Martina e Catherine. Martina era innamorata di George, dalla testa ai piedi, adorava tutto di lui. Amava la sua voce nasale, la sua golosità, il suo sorriso, la sua chitarra... avrebbe potuto fare una lista infinita.
Arrivò di fronte a casa sua proprio mentre Catherine chiudeva la porta alle sue spalle. Aveva un lungo cappotto nero ed una cloche. Fisicamente era decisamente diversa da George, più bassa, con gli occhi castani più grandi e si dedicava ad altri tipi di arti.
La vettura arrivò in quel momento. Solo dopo che furono salite a bordo Martina si accorse del cestino che Catherine aveva appoggiato vicino alla sua borsetta.
«Cosa...» azzardò toccando l'intreccio di vimini
«Non provarci!» sorrise l'altra «Sono i panini per George, glieli manda la mamma»
Il viaggio in treno fu piacevole. La tratta Liverpool – Londra era ben servita ed il treno permetteva ai passeggeri di godere di molti comfort. Arrivate alla stazione di Londra si spostarono con la metropolitana fino all'albergo in cui i ragazzi si erano ritirati per comporre in solitudine le loro nuove canzoni.
Le due ragazze entrarono nella struttura con una camminata elegante. Gli interni erano classicheggianti ed intricati.
Catherine si dondolò sulle punte dei piedi appoggiata al bancone, spiegando che erano i ragazzi che le avevano mandate a chiamare e di chiedere a George di scendere a prendere i suoi spartiti. L'uomo citofonò al piano superiore e poi le autorizzò a salire.
«No» sussurrò Catherine, che evidentemente sperava che fosse il fratello a scendere, evitando così di dover affrontare il gruppo. Martina invece non nascose una felicità esplosiva e la prese a braccetto, saltellando di gioia, pronta a rivedere il suo amore.
   
 
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