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Autore: manubibi    26/01/2010    1 recensioni
E ce la feci. Una originale tutta mia. E per di più per me significa molto, proprio come contenuto. Magari per chi non mi conosce non vuol dire assolutamente niente, ma chi sa cosa mi è successo negli ultimi *pensa* 6 mesi, probabilmente lo capirà...comunque spero tanto che piaccia =)
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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http://nuke.nardone.org/Portals/0/Rene-Magritte-Chateau-des-Pyrenees--1959-33079.jpg

La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione.
Renée Magritte



 
La vita che scorre lì fuori, nella desolazione di un verde secco, col vento che sradica ogni intenzione di fuga. E' arida la siepe che circonda il convento, svettante nel nulla assoluto, come un Re senza sudditi, come un padrone che manca di schiavi. Si arrampica sulla collina, torreggia sul vuoto, sul cielo costantemente plumbeo, sul bosco insidioso che tende le fronde verso il sole nascosto dalle nuvole, e implora di ricevere acqua per vivere.
Ma lì non vive più niente.
Sotto le ciglia nasce e luccica una leggera goccia, che saltella dalla guancia sul vestito di seta, perdendosi, macchiandolo impercettibilmente di malinconia.
Oh, com'è brutto essere soli!
Com'è triste avere un'isola svettante nel cielo e non poter condividere quel grande edificio con qualcuno!
Lei è piccola, sola e sperduta. Alta come una pianta di more, coi capelli rossicci e riccioluti, gli occhioni neri sempre tristi, che nessuno guarda mai in cambio.
Eppure non conosce nessun altro oltre a sé stessa. Che ci sia qualcos'altro oltre le mura della sua casa abbandonata, oltre il bosco, le nuvole, oltre i bordi di quel masso gigante sospeso - non sa proprio come - sull'oceano in continua turbolenza?
Non lo sa. Da quando ha dei ricordi sa che è sempre vissuta lì.
Non sa nemmeno come sia successo che abbia cominciato ad esistere, né quando, o perché.
Sa solo che c'è, e che il suo piccolo cuore sente di essere solo.
Ma perché essere soli quando il cuore sa di essere fatto per qualcos'altro? E cosa?
Questo dubbio, queste domande, le attorcigliano la mente attorno ad un chiodo.
All'improvviso è nata la domanda.
Ha visto un cigno bianco, maestoso, regale e bellissimo sorvolare per qualche lungo istante il convento polveroso e pieno di libri che lei sa a memoria, poi sparire fra le nuvole perenni, grigie di furia.
Ma allora esiste qualcosa! Le nuvole sono solo un muro, qualcosa che nasconde chissà quali altre stupende creature!
E lei non le può vedere. Un'altra lacrima spunta e cade di nuovo inutilmente sul vestitino arricciato sopra le ginocchia.
E' tutto così triste. Chi è il genitore crudele che l'ha costretta lì? Sopra un sasso gigante, con una natura rigogliosa, esplosiva di vita, che rimane impassibile e immobile sull'acqua increspata e scrosciante?
E...chi è stato così cattivo da darle queste domande?
Tutto il suo piccolo corpicino trema di protesta.
Non vuole più stare sola!
Non voglio più giocare a nascondino senza che qualcuno possa scoprirmi!
Qualcuno mi porti via di qui.

Raccoglie distrattamente i libri caduti a terra dopo quel temporale furioso, terribile e meraviglioso.
Quel giorno era così spaventata e ammirata dalle potenze del cielo! Guardava quelle luci incredibili scagliarsi contro gli alberi e al di là delle nubi, dritti sul mare scuro.
Ma adesso c'è il Sole che illumina il praticello profumato di fresco, e i fiori colorati che crescono come le edere strette attorno all'edificio secolare.
Eppure non ne può parlare con nessuno, quindi si limita a chiacchierare con gli insetti e le chiocciole che rimangono qualche istante ad osservarla e poi se ne vanno al sicuro sotto le foglie.
Certo che è un bel posto. Ma ha davvero bisogno di andarsene.
Che ci sia un modo?
Con noncuranza raccoglie un libro grosso, rilegato in cuoio ruvido ma anche morbido. Marrone, rifinito con disegni in oro.
Lo apre, incuriosita. Prima non le era mai interessato! Insomma, sa leggere ma non era mai stata attirata da quegli oggetti come ora!
Le pagine porose che odorano stranamente di buono sembrano tintinnare e splendere sotto le sue dita, immergerle in uno specchio fragile che si scioglie sotto il tocco, e le fa sfiorare oggetti incredibili, meravigliosi. Le fa pensare e dire e vedere cose stupende, che non sapeva esistessero. Le fa conoscere ometti scaltri e cattivi, ma anche bellissimi cavalieri indiamantati di grazia e luce, e bontà. Le fa scorrere davanti agli occhi vite altrui e gioielli inestimati. Le insegna cos'è la vita là fuori. Perché c'è.
...E!
Cosa succede? Le sue lacrime commosse scivolano sull'abitino, scorrono all'indietro, fino alle spalle. Due puntini d'acqua posati innaturalmente e a distanza simmetrica rispetto alla nuca.
Che? Cosa succede?
Mamma mia! Da quelle due lacrime si allunga un filo sottile e trasparente, si allunga e si allunga, e col libro in mano lei osserva delle ali magnifiche sbocciare da quelle emozioni liquide e salate.
E' quasi spaventoso! Delle ali, accidenti! E cosa può farci?
Esce di nuovo sul prato, si china a raccogliere un fiore e alza gli occhi verso il cielo, riempiendoli di luce.
Sì.
E come quel cigno di poco prima, gridando di gioia - non sarò più sola! - salta nell'aria, planando al di sopra del convento, più in alto, oltre le nuvole, oltre la prigionia.
Ed ora capisce il suo nome.
Si chiama Nightingale.
   
 
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