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Autore: Melanto    27/01/2010    7 recensioni
Arrivava un momento, nella vita di ogni witcher, in cui bisognava rivedere i propri principi fino a scendervi a patti. E ad infrangerli, in casi estremi. Casi come quello, ad esempio. Non importava quanto umiliante o sleale fosse, era arrivato il momento di fare una scelta. E lui non ebbe molto da pensarci né si fece cogliere da chissà quale senso della morale. Vesemir, di sicuro, non avrebbe approvato, ma era pur vero che Vesemir non era lì.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per una delle iniziative dei “Giochi senza Ficcyne” indetti da Fanworld, ed è anche un mio modo per ringraziare tutti coloro che hanno letto e recensito le altre mie storie su “The Witcher”: Suinogiallo, Thyarna, Cass, Kara e CallieAM (su EFP); Graffias, Cabol, Mei-chan, Chià, Frozen e Harriet (su FW.it). **/ grazie a voi, per aver riso assieme a me del nostro povero Geralt.

La Vecchia e il Witcher

 

Lo aveva detto chiaro e tondo il giorno che l’appuntamento era stato fissato e aveva continuato a ripeterlo, come una sorta di nenia o parola d’ordine, fino a quella mattina, a chiunque gli capitasse a tiro: «Oggi ho una cena con Shani, scordatevi della mia esistenza. Non mi importa quanto mi pagherete o quanto importante potrà essere l’incarico. Foss’anche la fine del mondo, aspetterà domani.»
A nulla erano valse le suppliche di Dandelion.
«Geralt, in nome del cielo! Ho perso il mio liuto e se non lo trovo sono rovinato! Ti prego, aiutami!»
«No. Si vede che è destino: devi cambiare strumento o devi cambiare mestiere.»
A nulla erano valsi i borbottii di Zoltan.
«Geralt! Alcuni dei miei amici Scoia’tael sono scomparsi nel sottosuolo di Vizima! Aiutami a trovarli!»
«No. Se volevano arrivare alla banca tramite le fogne, dovevano informarsi prima. Perché non vanno a chiedere una mappa a quelli dell’Ordine? Sono sicuro che Denesle sarà ben lieto di aiutarli.»
A nulla erano valsi gli sproloqui sull’onore di Siegfried.
«Geralt! C’è un mostro parlante nel Cimitero di Vizima! I cittadini sono tutti in pericolo, non puoi abbandonarli!»
«No. Vetala(1) abbaia, ma non morde. Al massimo è petulante. E, tanto per chiarire, abbiamo una concezione diversa su chi sia davvero il pericolo tra i cittadini e un gravier
Niente, niente, niente.
Non c’era stato nessun motivo o persona in grado di farlo desistere da quelli che erano stati i suoi propositi prefissati da giorni. Ed ora era lì, che percorreva la Strada dei Mercanti, diretto al Quartiere del Tempio dove Shani abitava. Il passo deciso, ma rilassato, consapevole di essere in abbondante anticipo – stavolta non avrebbe potuto sbattergli la porta in faccia, che diamine! – e con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Andava tutto a  meraviglia, per una volta; tutto come aveva programmato. La strada era quasi deserta, tranne per gli uomini della Guardia Cittadina che la pattugliavano, come sempre, e l’aria era pervasa da una piacevole brezza tiepida.
Inspirò a pieni polmoni…
- Apperò, che figurino. -
…ed espirò con un grugnito, alzando gli occhi al cielo.
«Mancavi solo tu. Guarda, non incominciare, avevamo un patto io e te! Questa è la mia serata libera ed io ho finito tutte le missioni per tempo.»
La risata di quello che era il suo Capo Supremo gli provocò i brividi: quando Vossignoria ridacchiava in quel modo non c’era affatto da stare tranquilli.
- Non metterti sulla difensiva, mica volevo rovinarti l’appuntamento romantico. Ero solo venuta a dare un’occhiata, suvvia, la curiosità e donna. -
«E la perfidia pure.» masticò, rallentando il passo quando ormai era prossimo alla sua meta. «Ad ogni modo, non voglio sentir parlare di mostri ed incarichi fino a domani, stasera mi godrò la cena con la mia donna, farò tutte quelle belle cose che fanno due adulti consenzienti, mi sono lavato…»
- Che evento! Dobbiamo festeggiare? -
Geralt sbuffò con una punta di stizza. «Sono un witcher, ammazzo mostri. Passo la maggior parte del mio tempo a camminare sotto sole, acqua e vento, in mezzo a campi sterrati o pieni di erbacce. Ti pare che mi importi qualcosa di puzzare a fine giornata?! È normale!». Una Guardia gli passò accanto lanciandogli un’occhiata sbilenca mentre lo vedeva parlare animatamente da solo, ma lui nemmeno se ne curò. «E comunque, ho anche messo la colonia!»
- LA COLONIA?! -
Quell’urlettare ultrasonico per poco non gli forò un timpano. «Sì, perché?»
- Ma allora è una cosa seria! -
«Che vuoi dire?» il witcher non riusciva a cogliere il senso di tutto quello stupore.
- Gegè, caro, quando un uomo si rende bello e profumato per la sua donna è perché vuole che lei veda sempre il meglio di sé ed i suoi lati positivi. E’ un modo per buttare le basi di una relazione duratura. Le stai lasciando intendere che vorrai trascorrere molto tempo con lei e che non sarà il sollazzo di una sera. – Geralt immaginò solo il suo sorriso trionfante quando concluse – Praticamente sei già a un passo dal matrimonio! -
«Woh! Woh! Woh! Aspetta un attimo! Ma… ma che razza di ragionamento è?!» il witcher si portò una mano alla fronte, mentre girava l’angolo. Di fronte ai suoi occhi, a qualche passo ancora, la casa di Shani apparve piccola e dall’aria accogliente; l’interno illuminato dalle tenui luci dei camini accesi. «Per fortuna che lei non ha pensieri bislacchi come te. Ed ora vedi di sparire e lasciarmi in pace almeno per oggi, vuoi? Buonanotte!»
- Va bene, va bene. Me ne vado. Tu però ripensa a quello che ti ho detto e non sottovalutare Shani: è pur sempre una donna. -
«Sì, sì. Addio.» tagliò corto Geralt, battendo tre colpi secchi sul legno della porta.
- Ah, Gegè. -
«Che c’è ancora?!» ringhiò, mentre poteva già sentire rumori all’interno dell’abitazione che si dirigevano all’uscio.
- Occhio alla vecchia. - e quella fu l’ultima frase che Vossignoria gli disse, prima di scomparire definitivamente, ma il witcher non capì, alzando per un momento lo sguardo al cielo.
«Quale vecchia?!»
In quel momento, la porta di casa di Shani si aprì, lasciando comparire una ricurva vecchina, con il seno cadente sulla pancia ed i capelli raccolti in una cuffietta.
«Sì? Chi è che viene ad importunare due signore per bene a quest’ora?!»
A livello puramente istintivo – chissà perché! – capì che fosse quella la vecchia a cui doveva stare attento. Attento, poi! Vossignoria era troppo esagerata, per i suoi gusti: era una nonnina! Quale pericolo avrebbe mai-…
«AH! Un mostro!» urlò la padrona di casa e gli chiuse la porta sul naso.
Geralt rimase a fissare il legno dell’uscio per alcuni istanti. No, decisamente, in quella città, qualsiasi essere respirante doveva essere considerato un pericolo.
Inspirò a fondo, tenendosi stretta l’aura di ottimismo che continuava a pervaderlo, nonostante tutto, e bussò di nuovo.
La donna apparve sulla soglia, sfoggiando un’aria affabile e pacata. «Sì?» domandò con garbo.
- Bene. E’ arteriosclerotica. -  decretò mentalmente il witcher mentre rispondeva. «Buonasera, sono venuto per vedere Shani.»
«Sei un medico, caro?»
Geralt inarcò un sopracciglio, rispondendo con titubanza. «No…»
«Non dovrei permettere a omaccioni come te di salire di sopra, lo sai?!» si alterò la vecchia, portandosi le mani ai fianchi. «Ma farò un’eccezione. Oggi è il mio compleanno, non hai un bel regalino per una gentile signora?»
Il witcher sospirò. No, non aveva nient’altro a parte il bracciale per Shani che non avrebbe mai dato a quella pazza. «No, madama.»
«Ah! Fuori dai piedi, villano! O chiamo le Guardie!»
Sbam
La porta chiusa in faccia per la seconda volta.
Il sopracciglio di Geralt saettò pericolosamente verso l’alto, mentre le labbra si piegavano verso il basso. Cercò in tutti i modi di non perdere la calma e rapidamente fece mente locale: alla locanda aveva svariate cianfrusaglie di valore. Senza nemmeno stare a pensarci tornò indietro, percorrendo il tragitto a passo sostenuto e più rapido possibile.
Quando lo videro rientrare nella bettola, Zoltan esclamò: «Geralt? Ma non dovresti-»
«Taci!» esalò in un sibilo. Si precipitò nel deposito, rovistando la sacca e pescando un bel paio di guanti da donna. Aveva scoperto che le signore di Vizima andavano matte per simili orpelli e decise che poteva andare bene come omaggio. Abbandonò la locanda in fretta e furia, consolandosi all’idea di essere comunque in tempo e, per una volta, si auto-lodò di essere partito tanto in anticipo rispetto all’orario dell’appuntamento.
Optò per la scorciatoia nel Quartiere dei Non-Umani che sbucava proprio accanto alla casa di Shani e, una volta arrivato, bussò nuovamente con decisione.
«Arrivo! Arrivo!» sentì borbottare «Quanta gente questa sera!»
- Non la devo ammazzare. E’ solo una vecchia. Non la devo ammazzare. - cercava di convincersi il witcher e sforzò un sorriso quando la donna aprì.
«Chi è?»
«Buonasera, vorrei vedere Shani.»
«Devi pagare il pedaggio!»
Geralt ruotò gli occhi al cielo, prestandosi alla commedia. «Certo, signora. Vi ho portato un bel paio di guanti…»
«E cosa vuoi che me ne faccia di guanti da nobildonna! Non vado mica alle feste nel Quartiere dei Mercanti, io! Sono solo una povera vecchia!» abbaiò la padrona di casa «Piuttosto, non hai una mantellina o un sorso di vino bello forte per riscaldarsi in queste notti così umide? Sai, le mie povere ossa.»
Suo malgrado, il witcher fu costretto a deludere le sue speranze. «No, non-»
Non gli fece finire nemmeno la frase che la porta gli venne sbattuta sul naso per la terza volta.
O-mi-ci-dio.
Il desiderio istintivo che in quel momento gli stava facendo prudere le mani. E quella iena di Vossignoria lo sapeva!
Mentre restava fermo a fissare per l’ennesima volta l’uscio chiuso, la brezza tiepida si era fatta più fredda e insinuante.
«E guerra sia.» sibilò a labbra strette, prima di volgere le spalle alla casa e correre in direzione della Locanda dell’Orso Peloso. Di nuovo.
Mentre percorreva il tragitto, svoltò nei pressi dell’Ospedale Lebioda dove incrociò Siegfried in ronda con i suoi compagni dell’Ordine.
Appena lo vide arrivare, il Cavaliere gonfiò il petto, carico di orgoglio, esibendo un largo sorriso soddisfatto. «Ah! Geralt! Sapevo che avresti-»
«NO! MALEDIZONE! NO, NO, NO!» gli urlò il witcher, sfrecciando a tutta birra accanto a lui ed imbucandosi in un’altra traversa.
Siegfried si grattò lentamente dietro la nuca, rivolgendosi ai suoi sottoposti. «Mi vien da supporre con non fosse il momento giusto.»
Geralt spalancò le porte della Locanda con un gesto secco, attirandosi la curiosità di alcuni sguardi, prima che tornassero ad impicciarsi dei propri affari. Nemmeno udì Dandelion latrare quel «Liutooooo!» mentre si fiondava nel magazzino. Frugò ancora nella borsa e… miracolo! Lo aveva davvero uno scialle! Proprio come ricordava!
Ormai aveva la vecchia in pugno!
Ancora, più veloce di prima, percorse le strade di Vizima adesso totalmente deserte. I lampioni le illuminavano non completamente, creando pericolose penombre all’interno delle quali ladri e assassini rimanevano in agguato, attendendo il passaggio di ignare vittime. Ovviamente, lui non rientrava tra queste: ladri e assassini tenevano ancora alle proprie pellacce.
Il witcher si fermò davanti all’ingresso chiuso, recuperando fiato per qualche momento, prima di assumere una stazione eretta e bussare sul legno della porta – si stava consumando le nocche a furia di sbattercele contro! –
La Vecchia Malefica aprì prontamente e lui non le diede nemmeno il tempo di fiatare.
«Cerco Shani.» disse bruscamente. Troppo bruscamente.
«Maleducato!» fu la replica seguita dall’ormai famoso sbam.
Va bene.
Bastava così.
Arrivava un momento, nella vita di ogni witcher, in cui bisognava rivedere i propri principi fino a scendervi a patti. E ad infrangerli, in casi estremi. Casi come quello, ad esempio. Non importava quanto umiliante o sleale fosse, era arrivato il momento di fare una scelta. E lui non ebbe molto da pensarci né si fece cogliere da chissà quale senso della morale. Vesemir, di sicuro, non avrebbe approvato, ma era pur vero che Vesemir non era lì.
Con un sorriso che andava tendendosi sempre di più, batté sull’uscio due colpi lenti e secchi e lasciò che la mano rimanesse a mezz’aria.
«Ancora?!» sbottò la donna da dietro la porta, prima di aprire. «Ma si può sapere cosa vuoi, giovanotto?!»
«Scopare con la mia donna, vecchia, e tu mi intralci.»

Shani continuava a fissare lo specchio senza riuscire a decidere quale, delle due sottovesti appena comprate, potesse essere la più appropriata per la sua serata con Geralt.
Raramente si concedeva acquisti così futili, soprattutto dopo aver passato un’intera giornata all’Ospedale Lebioda tra morti e morenti. Ma, forse, proprio in virtù di questo, di come la peste catriona stesse decimando la popolazione, di come la guerra tra Non-Umani e Umani si stesse facendo ogni giorno più vicina e sanguinosa, si era resa conto di quanto breve fosse la vita stessa e, tra i pochi attimi che questa concedeva, magari poteva farvi rientrare anche un fazzoletto di stoffa come quello che ora stava osservando nel riflesso dello specchio.
Sorrise, in tempi così bui si avevano davvero poche occasioni per essere felici almeno un po’, e non bisognava lasciarsele sfuggire.
Con indecisione e la testa leggermente inclinata di lato, frapponeva fra sé e il riflesso prima l’una e poi l’altra sottana senza riuscire a scegliere, e doveva anche sbrigarsi, perché aveva dato appuntamento a Geralt per le otto e, dopo la notte in bianco che gli aveva riservato quando aveva preferito perder tempo assieme a Dandelion(2) piuttosto che andare da lei, di sicuro non si sarebbe permesso nemmeno un secondo di ritardo.
Strinse le labbra con fare pensoso, mentre inarcava un sopracciglio. Quella con i ricamini azzurri le piaceva perché creava un sensuale effetto di ‘vedo-non-vedo’ grazie alla trasparenza del tessuto, mentre la bordeaux… uhhh, la bordeaux! Avrebbe fatto impazzire anche gli ormoni di un uomo ligio e quadrato come quel Denesle dell’Ordine, figurarsi quelli già scatenati di un witcher.
Shani emise, a labbra strette, un verso sottile di approvazione mentre osservava la sé stessa nello specchio con l’abitino rosso scuro di tessuto lucido che scivolava sulle sue forme con un fruscio leggero. Lanciò sul letto la sottana ricamata, rinunciando quindi ai propositi più ‘casti’, per dedicarsi completamente a quella che aveva scelto. Con la mano libera aderì il vestito da notte al fianco, mentre recitava mosse, atteggiamenti e sguardi con cui avrebbe potuto sedurre il suo Lupo Bianco.
«Ehi, grand’uomo, perché non vieni a cacciare me…»
Il croccante rumore di una mela che veniva morsa la fece improvvisamente sobbalzare e girare di scatto in direzione della scala, dove un divertito Geralt restava seduto sulla superficie del tavolo non ancora completamente imbandito.
«Oh, no.» il witcher agitò animatamente le mani «Continua, era molto divertente.»
Il viso di Shani divenne più rosso dei suoi capelli, mentre cercava di coprirsi alla ben’e’meglio. Non che Geralt non l’avesse mai vista nuda, però era stata colta di sorpresa.
«Ma… ma… MA! Ti sembra questo il modo di spiare una ragazza?!»
L’altro non si scompose, addentando nuovamente il frutto dalla buccia lucida. «Ma non ti stavo spiando, sei stata tu ad invitarmi a cena.»
Shani sgranò i grandi occhi verdi. «Sono già le otto?!»
«No, veramente sono un po’ in anticipo.» ammise il witcher «Visto che l’ultima volta mi hai sbattuto la porta sul naso…»
«Tsk! Era il minimo. Così arrivavi puntuale invece di andare a giocare ai Grandi Cacciatori con Dan!»
Geralt spalancò la bocca, portandosi la mani al petto con teatralità. «Stavo per essere ucciso da una Regina Kikimore!»
Shani indossò velocemente la sottoveste, scoccandogli un’occhiata nient’affatto preoccupata. «Come no. Ovviamente c’era una donna di mezzo, avrei dovuto immaginarlo.»
«Donna?! Ma è un ragno!»
«Ah-a.» lo accontentò il medico con condiscendenza, prima di portarsi le mani ai fianchi e rivolgergli uno sguardo sottile e malizioso. «Ad ogni modo, vedo che la punizione di lasciarti a bocca asciutta è servita a qualcosa.»
Il witcher scosse il capo, appoggiando il viso in una mano; gli occhi leggermente assottigliati. «Malefica.» scandì con lentezza, mentre il labbro si tendeva in un accenno di sorriso. Fermo nella sua posizione, fece scivolare languidamente lo sguardo su di lei, carezzandolo quasi, con le sue iridi gialle che brillavano alla fiamma del camino. «Vieni qui.» ordinò in tono basso e morbido, divorando il suo corpo nel gioco di luci e ombre che il fuoco sapeva ricreare nel piccolo ambiente.
Shani oscillò sensualmente i fianchi nel raggiungerlo; la forma dei seni appena accennata sotto il tessuto scuro. «Non dovremmo prima cenare?» domandò, per quanto del cibo, in quel momento, non gliene importasse assolutamente nulla.
«Non scapperà da lì. E poi…» Geralt appoggiò la mezza mela ancora attaccata al torsolo sulla superficie del tavolo, con un gesto deciso l’afferrò per i fianchi attirandola di più a sé, ed il contatto con la stoffa liscia della sottana gli provocò una sensazione piacevole sotto le dita. «…saremo affamati, dopo
Lei ridacchiò, allacciandogli le braccia al collo, mentre sentiva le sue mani risalire lungo la schiena, provocandole un brivido intenso. «A proposito… come hai fatto a superare la mia padrona di casa?». E lì, il ghigno perfido che piegò i tratti del witcher non le piacque per niente. «Geralt, che le hai fatto?» domandò, guardandolo da sotto in su con ironia.
L’interpellato tergiversò. «Ma niente… la vecchia è arteriosclerotica, lo sapevi?»
«Sì, lo sapevo, ma non è cattiva.»
«Non con te, magari…»
«Geralt.»
«…mi ha fatto andare avanti e indietro dalla locanda per almeno due volte!»
«Geralt!»
«Ho usato Axii.» confessò.
Il silenzio li separò per degli istanti lunghissimi, mentre lei rimase a fissarlo dritto nei suoi caratteristici occhi da witcher.
«Sei ricorso al potere della tua magia… contro una vecchietta?!» fece eco Shani con incredulità e lui cercò di difendersi.
«Era una questione di vita o di morte: se avessi fatto nuovamente tardi ad un nostro appuntamento, tu mi avresti scuoiato vivo ed io…» la bocca scivolò sensuale fino a sfiorarle il lobo «…non avrei mai potuto vederti con questa sottoveste.». Con audacia la strinse ancora di più a sé, affinché sentisse quanto la desiderasse in quel momento e Shani si lasciò abbracciare, strusciando contro il suo corpo forte e dalla muscolatura asciutta e perfetta, sospirando di piacere.
«Oh, Geralt.»
Il witcher scese dal tavolo e la sollevò, facendo passare le mani sotto al sedere. Subito le gambe della giovane si avvolsero attorno ai suoi fianchi, mentre le labbra rispondevano all’ardore dei suoi baci appassionati. Il cacciatore di mostri si diresse lentamente al letto, adagiando il corpo della sua amante sul tessuto fresco delle coltri che lo ricoprivano.
Solo in quel momento, Shani si accorse di un piccolissimo particolare ed esclamò entusiasta.
«Geralt…»
«Cosa?»
«…hai messo la colonia!»
«#$&%£##!!!»

 

Fine


(1): Vetala è un rarissimo esempio di gravier senziente, capace di parlare e che io trovo simpatico XD. E’ un po’ un chiacchierone, ma non è cattivo. Ricordo che i gravier sono delle creature necrofaghe simili ai ghoul, ma più grandi.

(2): chiaro riferimento alla storia “The Bard’s song”. XD


La Vecchia è sempre stata una delle grandi spine nel fianco. XD
Mi avrà costretto infinite volte a fare Locanda-CasaDiShani per cercare di accontentarla.
Una delle scene più belle è quella in cui Geralt si mette a bere con la donna che, a differenza del nostro witcheraccio, regge l’alcool molto meglio XD. Alla fine mi son ritrovata Gegè ‘mbriaco fradicio e la vecchietta arzilla che lo caccia perché troppo ciucco. E Gegè che cerca di difendersi biascicando quel pastoso: “Non è veeeeeroooo!” tutto ondeggiante. XDDDDDD
Palesemente lo adoro, e non potevo non sfruttare questo momento di comicità amorevole! XD

Ecco i luoghi e personaggi importanti di questa ‘avventura’ XD:

- Casa di Shani (veduta esterna)

- Camera di Shani

- la Vecchia ed un momento di face-to-face XD (la vecchia ha davvero le tette che le arrivano sulla panza! XD)

- Axii è un segno d’acqua e viene utilizzato per portare gli avversari dalla propria parte o incutergli timore (XD perché non tentare di usarlo anche contro la vecchia?! Nel gioco non si poteva, che sfiga!XDDD)

- Vetala, anche se solo nominato, volevo farvelo vedere. XD

   
 
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