Capitolo
I
“Informiamo
i signori passeggeri che tra pochi minuti arriveremo alla stazione
di Tokyo, grazie per aver scelto la nostra compagnia . “
La
flebile voce metallica si espanse per tutti i vagoni del treno super
rapido, incitando così gli ormai stremati viaggiatori, a prepararsi per l’ultima
fase del viaggio. Il treno decelerò non appena si addentrò nella
stazione di Tokyo fino ad arrestarsi completamente
in prossimità della banchina. Un brusio sommesso e
confuso delle persone che si accingevano a prendere
i bagagli , aiutare il prossimo e a salutare i vicini di viaggio
invase completamente lo scompartimento n 15 . Una ragazza dalla testa
mielata spense il lettore mp3 che l’aveva accompagnata per tutta la durata del
viaggio e lo ripose nella borsetta. Si alzò di
scatto dal sedile verde pistacchio e infilò rapidamente la giacca
nera liberando i capelli che erano rimasti all’interno.
Come
tutti i presenti al’interno del reparto, protese le braccia verso la cappelliera
per recuperare il suo bagaglio. Non ebbe difficoltà ad afferrare la maniglia
della sua valigia blu elettrico, nella sua vecchia scuola si vantava di essere
tra le più alte della sua classe, ma non aveva fatto i conti con il volume
considerevole della valigia .
-“Maledizione
si è incastrata ”imprecò tirando malamente il bagaglio ,
sbilanciandosi pericolosamente all’indietro. Continuò così per due minuti pieni
ma senza ottenere i risultati sperati.
-“Ti
faccio vedere io maledetta” la minacciò mentalmente lasciandosi cadere a peso
morto sul sedile sottostante per riprendere fiato.
-“Uff,
come vorrei avere anche io un ragazzo” si lamentò guardando un
bellimbusto alla fine dello scompartimento che scendeva, senza
sforzo alcuno, il bagaglio della sua probabile ragazza. Per un
attimo l’istinto di sopravvivenza le suggerì di chiedere aiuto, ma
il suo orgoglio prevalse immediatamente impedendole di continuare i suoi
pensieri.
-“Non
sia mai che Miho Mouri chieda aiuto a qualcuno” si sgridò con gli occhi
infuocati. Non perse tempo, in meno di un secondo liberò il viso,
paonazzo per lo sforzo, dai capelli che le si erano appiccicati alla fronte e
agilmente, a mo di scimmia, si arrampicò alla valigia tirandola con tutta la sua
forza. Sfortunatamente, per uno scherzo crudele del destino, quest’ultima fece
lo stesso gioco della ragazza facendosi cadere nel vuoto. Il suo corpo venne
sbalzato all’indietro così rapidamente che non ebbe neanche il tempo di reagire
in modo adeguato, l’unica cosa che riuscì a fare in quell’attimo di smarrimento
fu allungare le mani in avanti per deviare così la
traiettoria della pesante valigia che altrimenti le sarebbe finita
in pieno volto deturpandoglielo e serrare gli occhi, come se
sperasse di non sentire il dolore che da li a poco avrebbe provato sbattendo
contro il i sedile dietro stanti. Ma il dolore non arrivò mai. Si sentì
afferrare saldamente per le spalle e la sua testa si
flesse all’indietro sbattendo contro la scapola di
qualcuno
-“Ehi
tutto a posto?” le chiese una voce maschile. Confusa aprì con titubanza gli
occhi per controllare la situazione . A pochi millimetri dal suo viso un ragazzo
dall’aria spavalda la osservava con un’espressione mista tra il preoccupato e il
divertito.
Le
guance le si colorarono di rosso fiammeggiante non appena si rese conto
dell’imbarazzante situazione in cui si era cacciata.
-“Oh
mamma mia mi scusi tanto” disse scollandosi rapidamente dalla presa del ragazzo
e creando una certa distanza tra lei e il suo interlocutore. Il ragazzo la
guardò con un cipiglio divertito .
-“
Nessun problema dolcezza, una ragazza carina come te non dovrebbe fare sforzi
del genere…” le disse ammiccando, raccogliendo la valigia da terra
e continuando a snocciolare complimenti. Ma lei non lo sentì
assolutamente , la sua mente si era impuntata su una parolina che non le era
andata a genio
-“Dolcezza?
Mi ha detto dolcezza??ma come si permette questo presuntuoso babbuino??” pensò
irritata e iniziando a surriscaldarsi
-“Allora
andiamo?” le chiese il ragazzo riportandola alla realtà
-“Dove?”
gli domandò stralunata ritornando sulla terra
-“Bè
dovremo scendere no” le disse con fare divertito “A meno che tu non voglia
ritornare a Kyoto ^^”
-“Grazie
ma so cavarmela da sola, ti saluto u.u” gli disse strappandogli la valigia dalle
mani e dirigendosi verso la scalinata.
-“Se lo
dici tu ,allora ci vediamo dolcezza” rispose lui facendole
l’occhiolino e scendendo dal treno. Miho non ebbe il tempo di controbattere che
quello era già scomparso tra la folla.
-“Ma
guarda tu, che insopportabile sbruffone” pensò irritata scendendo
dal treno. La fredda aria di ottobre le penetrò fino alle ossa ,ma lei non ci
fece caso,intenta com’era a guardare il circondario.
-“Finalmente,
da quanto tempo” pensò nostalgica
-“Ehi
ciao Miho” disse qualcuno poggiandole delicatamente una mano sulla spalla e
distogliendola dai suoi pensieri.
Si
voltò di scatto riconoscendo la voce che l’aveva chiamata e
sfoggiando un bellissimo sorriso .
Una
ragazza longilinea dai capelli lunghi e castani le sorrideva
allegramente.
-“Ran ”
esclamò euforica abbracciando la ragazza.
-“Che
bello rivederti Miho” disse Ran ricambiando calorosamente l’abbraccio “Sai mi
ero preoccupata non vedendoti scendere”
-“Ah..ecco
ho avuto dei problemi tecnici” disse imbarazzata mentre nella
mente si faceva vivo il volto arrogante del ragazzo di
prima.
Lo
sguardo di Miho cadde sul bambino occhialuto che accompagnava
Ran
-“E tu
dovresti essere Conan vero? Ran mi ha molto parlato di te”chiese abbassandosi
all’altezza del bambino e poggiandogli una mano sulla
testolina.
Le
guance del piccolo Shinichi si tinsero di scarlatto al contatto con la mano
affusolata di Miho.
“Proprio
così lui è Conan, sai aiuta mio padre con le indagini “la informò Ran
solare
-“Oh bè
allora tanto piacere Conan” disse felice Miho sorridendo al
bambino
-“Il
piacere è tutto mio” cantilenò con finto fare infantile il diciassettenne
grattandosi la testa.
-“Allora
conviene andare mio padre ci sta aspettando in macchina” disse Ran afferrando la
valigia di Miho e allungando la maniglia del trolley.
-“Allora
è venuto anche lo zio?” chiese Miho sorpresa.
-“Ma
certo che è venuto, era entusiasta all’idea di rivedere la sua nipotina
preferita dopo tutto questo tempo” le comunicò Ran mentre uscivano dalla
stazione e si dirigevano al parcheggio.
Il
rientro verso casa fu molto piacevole. Kogoro non appena scorse la
nipote l’abbracciò con foga, togliendole il respiro e riempirla di
domande durante il viaggio verso casa e beccandosi i rimproveri da parte della
figlia.
A Miho
,al contrario, non dispiaceva affatto tutto quell’interesse da parte dello
zio.
Non
appena arrivarono all’agenzia Kogoro si recò di corsa sbattendo la porta nel suo
studio privato per vedere lo speciale di Yoko Okino la star di cui era un fan
sfegatato mentre i ragazzi salirono al piano superiore.
Ran
mostrò la camera che avrebbero condiviso durante la sua permanenza
.
-“Bene
ti lasciamo sistemare la tua roba , io e Conan siamo di la a preparare la cena,
se hai bisogno sai dove trovarci”la informò Ran uscendo dalla
stanza.
-“Ah
finalmente sono a casa” esclamò Miho lanciandosi supina sul letto comodo e
soffice dinnanzi a lei. L’odore di lavanda della trapunta le invasero le narici
infondendole un senso di quiete. Ripensò a tutti gli eventi che nel corso delle
ultime settimane le avevano sconvolto la vita ma adesso si poteva ritenere più
che soddisfatta della situazione che si era venuta a
creare.
-“Ok
basta perere tempo mettiamoci al lavoro” si disse afferrando la valigia che
tanto l’aveva fatta dannare e mettendola sul letto. Tirò la zip della valigia
con veemenza e spalancò quest’ultima con malagrazia quasi a
volergliela fare pagare per quello che aveva dovuto subire. Quello che vi trovò
la lasciò spiazzata: tra le magliette che aveva piegato diligentemente giaceva
una fresca rosa rossa dal lungo gambo
verde,.
-“E
questa come ci è finita qua?” si chiese raccogliendola e rigirandosela tra le
dita osservandola attentamente, stando attenta a non ferirsi con le spine.
All’estremità inferiore del gambo pendeva un piccolo bigliettino.
Lo aprì e lesse ad alta voce:
“Questa
rosa è un piccolo omaggio per te, dolcezza”