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Autore: Angel TR    29/01/2010    4 recensioni
{Nowhere to run, nowhere to hide
You've got to kill to stay alive
Iron Maiden- The mercenary
}
Lars non aveva mai visto una guerra tanto orribile. Guardava il viso di Alisa ancora pulito e tornava con lo sguardo sulle sue mani, sporche di sangue.
Doveva sparare nelle situazioni più critiche, colpire per difendersi, e correre anche quando le gambe stavano per cedere.
C'era una sola regola: uccidere per vivere.
Genere: Guerra, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alisa Boskonovitch, Lars Alexandersson
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
- Questa storia fa parte della serie 'Body Electric '
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» The Mercenary



Grazie, Geme ( L )


Pay to kill, die to lose
Hunted, hunter which you are
Diablo comes again
To make trophies out of men

~___________________________~
Pagare per uccidere, morire per perdere
cacciato, da cacciatore quale sei,
il diavolo viene di nuovo,
per far degli uomini trofei



Non si era mai sentito così prima.
Mentre combatteva, aveva la sensazione di star facendo qualcosa di letteralmente pazzesco: come poteva solamente pensare di farcela contro tutti questi uomini? Erano a centinaia, tutti addestrati, alcuni addirittura da lui stesso, e imbraccavano fucili e mitragliatrici.
Cosa sperava, o pensava solamente di fare?
Non aveva alcuna chance di vittoria; era già tanto se riusciva a stare in piedi in quell'inferno. E in tutto questo, Alisa combatteva, colpiva a destra e a manca, tranciava in due i nemici con una furia inaudita ma consapevole.
Come darle torto; se non avesse combattuto senza alcuna pietà, sarebbero stati seppelliti a pedate senza che nessuno se ne fregasse un minimo.
Anche con questo pensiero, non riusciva a combattere contro i suoi stessi compagni, e quasi avrebbe voluto urlare e chiedere "Perchè diamine non vi unite a noi? Perchè ci stiamo uccidendo? Ragazzi, sono io! Lars! Non solo il vostro generale; ma un vostro amico." Ma loro non ascoltavano, erano come sordi e ciechi, come se lui fosse stato il loro peggior nemico. Le pozzanguere si colorarono di rosso, pian piano, mentre i loro colpi risuonavano forti sul corpo dei loro avversari; ognuno sempre più forte, ognuno sempre più crudele. Il tempo trascorreva immobile, e tutto era frenetico, in un luccicare di sudore, sangue e pioggia.
Quanto ancora sarebbe durato quel caos?


Lose your skin, lose your skull
One by one the sack is full
In the heat dehydrate
Know which breath will be your last

~_________________________________~
Perdi la pelle, perdi il cranio,
uno dopo l'altro, il sacco è pieno
privo di calore,
sai quale respiro sarà l'ultimo.


Lo colpirono alla testa, e Lars sbatté il mento contro il fango, avvertendo un dolore lancinante che si diffondeva per tutto il corpo.
Il vento gelido e sferzante era come una beffa per loro: la pioggia rendeva l'aria umida e il vento la rendeva ancor più fredda. Tremava dalla testa ai piedi e cercò di rialzarsi ma un altro colpo lo fece finire a terra. In quel momento, la vista si confuse e fu allora che Lars capì che doveva smetterla di farsi scrupoli. Quello sarebbe potuto essere il suo ultimo respiro. Si alzò da terra, facendo leva prima sul ginocchio poi sulla mano, gli occhi che mandavano lampi, le labbra serrate in una linea dura.
Con il fiato ansante e i muscoli doloranti, incurante di tutto ciò e di quello che gli succedeva intorno, Lars sferrò un potente pugno al primo membro della Tekken Force che gli fu vicino, fracassandogli l'elmo e mandandolo con la testa in una pozzanghera. Iniziò a volteggiare fra i combattenti, stendendo uno, poi l altro con gomitate, calci, pugni e manate. Il mantello frusciava e con i lembi sfiorava l'acqua sporca della pioggia, fluttuando attorno al suo proprietario come un'aura. Alisa gli fu accanto in un attimo, tranciando con le motoseghe un tizio con la mitraglietta, il quale stava per far fuoco sul compagno. Lars la ringraziò con un cenno.
Cominciarono a collaborare, schiena contro schiena, pugno dopo pugno, calcio dopo calcio, finchè quell'ordalia non fu finita e Lars crollò a terra, sfinito e ansante. Alisa gli porse la mano, chinandosi lievemente verso di lui
«Stai bene?» Lars l'afferrò sorridendo, chiedendosi come facesse a stare ancora in piedi.
«Sì; ma si direbbe che tu stai molto meglio di me!»


Nowhere to run, nowhere to hide
You've got to kill to stay alive
Nowhere to run, nowhere to hide
You've got to kill to stay alive
Show them no fear, show them no pain
Show them no fear, show them no pain
~__________________________________~
Nessun posto dove correre, nessun posto dove nascondersi,
devi uccidere per rimanere in vita
Nessun posto dove correre, nessun posto dove nascondersi,
devi uccidere per rimanere in vita
Non mostrargli alcuna paura, non mostrargli alcun dolore,
non mostrar loro alcuna paura, non mostrar loro alcun dolore


Lars non aveva mai visto una guerra tanto orribile. Guardava il viso di Alisa ancora pulito e tornava con lo sguardo sulle sue mani, sporche di sangue. Doveva sparare nelle situazioni più critiche, colpire per difendersi, e correre anche quando le gambe stavano per cedere.
C'era una sola regola: uccidere per vivere.
Le terre bruciavano e i palazzi crollavano, la gente moriva e loro dovevano vivere; almeno per portare a termine la loro missione. Non dovevano mai farsi cogliere impreparati, non potevano mai lasciare una scopertura nella loro difesa, giusto un paio di secondi per riposare e mangiare qualcosa. Stare sempre all'allerta. Si sentiva ancora generale dell'unità speciale della Tekken Force. Era abituato a tutto ciò. Alisa non era da meno e Lars non mancò di notarlo.
Correvano ansimanti, anche se i muscoli delle gambe bruciavano e chiedevano pietà. Correva, lui, con una mano all'impugnatura della mitraglietta, e un'altra in quella morbida e delicata -nonostante tutto- di Alisa.
Improvvisamente sentì un dolore acuto, e la mente si acuì; riconosceva bene una ferita da sparo e digrignò i denti, cercando di fermarsi e, al contempo, di non farsi ferire di nuovo. Si girò, velocemente, e si ricordò una regola fondamentale per mantenere il sangue freddo: Non lasciarsi invadere dal panico, non mostrare all'avversario alcuna paura.
Non fargli capire che sei ferito e senti dolore, Lars.
Schivando a destra e sinistra, chinandosi al momento giusto, cercò di evitare tutti i proiettili ma lo colpì più volte nello stesso punto, fino a che Lars non riuscì finalmente a strappargli la mitraglietta di mano e a fendergli un colpo con l'impugnatura dell'arma in testa. Ma sentiva il sangue scorrere e coangularsi, mischiandosi con la pioggia incessante. Il petto si gonfiava repentinamente al ritmo dei respiri sempre più ansanti.
Qualcuno doveva curarlo.


Human heart, human mind
Intellect intertwined
Focus sharp in the night
Watch the jungle burning bright
~_________________________~
Cuore umano, mente umana,
grande intelletto
concentrati nella notte
guarda la giungla bruciare intensamente


Mentre Alisa lo medicava, gli occhi di Lars si soffermarono più volte sul dolce visino della ragazza. Sembrava umana in tutto e per tutto, tranne per alcuni piccoli particolari che potevano solo far piacere. Alisa gli sorrise e strinse l'ultimo nodo della fasciatura.
«Ecco fatto!»
«Sei una maga, grazie, Alisa.» Rispose lui, guardandola. Alisa volteggiò con la grazia di una ballerina e poi si sedette di fianco a lui.
«Ricordi qualcosa? L'amnesia ti è passata?» Lars scosse il capo, sorridendo amaramente.
«No, purtroppo. Mi sa che dobbiamo solo incrociare le dita e aspettare.» Lei annuì, comprensiva.
«Ritornerà tutto alla mente, vedrai. In ogni caso, sono le 20.25 precise, gradi Celsus: 12. Fa un po'freddo ed è notte. Dovremmo cercare qualche posto dove riposare.» Lars rimase un attimo a bocca aperta.
«Come cappero fai a sapere che ore sono e che gradi fanno? Chi sei? Einstein?» Una risata argentina rieccheggiò per la foresta. Alisa si girò leggermente verso di lui.
«No! So molte cose!» Lars inarcò un sopracciglio.
«Sicura di essere umana? Non è che hai qualche bottoncino qui dietro...» Si sporse verso di lei per poi iniziare a farle il solletico, provocandole un'eccesso di riso.
«Sei divertente, Lars!» Lui si finse onorato.
«Grazie, piccola robottina.» Crollarono entrambi nel sonno -o almeno, Lars- ma, in piena notte, furono risvegliati da dei passi incessanti.
«Tekken Force.» Sibillò lo svedese, prima di alzarsi e afferrare la mano di Alisa che, incredibilmente, era pronta all'esatto momento. Gli stivali dell'unità che stava marciando verso di loro era inconfondibile a provocava un rumore spiacevole, come un rullo di tamburi nelle pozzanguere. Il passo di Lars era più felpato e così, pensò di essere al sicuro. Da lontano, provenivano rumori di uno sciabordio nell'acqua.
«Siamo vicini al porto!» Mormorò lui, cercando di farsi sentire solo da Alisa.
«Hai con te la mitraglietta?» Lars annuì. Si voltò, fermando bruscamente la corsa e impugnò la mitra, poi diede fuoco.
«Questo dovrebbe rallentarli.» Ce l'abbiamo quasi fatta!, pensò. Doveva avere sonno e, invece, si sentiva nel pieno delle forze.


Toe to toe throw the line
Everyone's caught hand tied
Iron fist Iron will
How could it have come to this?
~_____________________________~
Segui, segui la direttiva,
Tutti hanno afferrato la mano legata,
pugno di Ferro, volontà di Ferro,
come è potuto arrivare a questo?


Lo colpì di nuovo al cuore, poi lo portò contro il muro. L'avversario cadde a terra, svenuto o morto. Lars doveva rimanere calmo. Non aveva più ordini da seguire se non quello di portare a termine la missione e impedire la fine del mondo e non poteva farsi incastrare da queste persone, anche se un tempo aveva combattuto insieme. Avevano combattuto per le cause sbagliate. Avevano combattuto per uccidere e non per far valere la giustizia.
Lars era colui che aveva tradito le sue stesse origini per costruire una nuova era. Nessuno l'avrebbe fermato.
Si chiese come fosse successo che il mondo fosse impazzito in quel modo. Miliardi di anni fa, loro non erano che pacifici animali che si arrampicavano sugli alberi. Adesso, mercenari sudati infilati in tute d'acciaio con mitragliette che uccidevano i loro stessi simili- eppure anche lui era stato uno di loro.
Nessuna lacrima gli rigò il volto questa volta. Strinse i pugni e li tenne ben saldi, per non permettere a nessuna emozione di sgorgare. Sapeva che un peso enorme gravava su di lui, ma sapeva di esserne all'altezza. Era come se tutto questo era il compito che aspettava da una vita.
Non mostrare loro alcuna paura, non mostrare loro alcun dolore


Nowhere to run, nowhere to hide
You've got to kill to stay alive
Nowhere to run, nowhere to hide
You've got to kill to stay alive
Show them no fear, show them no pain
Show them no fear, show them no pain
~__________________________________~
Nessun posto dove correre, nessun posto dove nascondersi,
devi uccidere per rimanere in vita
Nessun posto dove correre, nessun posto dove nascondersi,
devi uccidere per rimanere in vita
Non mostrargli alcuna paura, non mostrargli alcun dolore,
non mostrar loro alcuna paura, non mostrar loro alcun dolore
Iron Maiden- The Mercenary



Angolo Autrice
Alla fineXD Questo si può dire tributo a Lars ù.ù Oddei, all'ultimo è un po'volata via l'ispirazione ma...la canzone è perfetta!°_° Gli Iron Maiden si sognano Lars e Jin la notte O_o Non sembra fatta apposta per Lars mentre combatte nello Scenario Campaign?O_o
*si fa i film luce*
Comunque, ho preferito fare una traduzione che rispettasse la parte inglese e rimanesse emozioni e sensazioni in modo che capiste meglio la canzone. Quindi non è molto precisa la cosa XD
P.S. W Lars e W i Maiden!!! yeaaaaaaaaaah*_________*

  
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