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Autore: nous    29/01/2010    1 recensioni
da qualche parte dovrebbe esserci un confine, purtroppo ho perso la mappa... 1.ANDALUSIA, E POI? noi in spiaggia con l’ombrello aperto... I piedi erano due... È questo il futuro che hanno creato... 2.UN GIORNO RACCONTERANNO DI UN UOMO CHIAMATO PERICLE...i vostri inganni li ho già digeriti e il mio corpo ne fa memoria... 3. DOMANI:un bel giorno per augurarsi la fine.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Andalusia e poi?

pura mancanza di logica

Se ti dico mare, cosa pensi?

Inverno, noi in spiaggia con l’ombrello aperto, anche se non pioveva, a farci trasportare dal vento. Tu prendevi un bastone e disegnavi una faccia.

Se ti dico cielo, cosa pensi?

Vedo le nuvole. Quelle pesanti, cariche d’acqua che nascevano dai monti in quei pomeriggi d’estate.

Se ti dico legno, cosa pensi?

 L’aeroplano di legno che aveva scolpito mio nonno. L’elica girava.

Se ti dico denaro, cosa pensi?

In una scatola mediatica si vendono i sogni. Hanno venduto la pace e l’amore, io non gli ho creduto. I miei sogni sono lontani, ma lo sarebbero stati anche se gli avessi donato il denaro di una vita.

Andalusia guardandosi alla specchio si vedeva nascere, invecchiare, morire. Il tempo passava e cambiava velocemente il paesaggio fuori dalla finestra, per poi tornare uguale e diverso a quello di un secondo prima. I fogli pieni di matrici invertite poggiati con noia sul pavimento. I piedi scalzi a contatto con le mattonelle. Una libreria piena di libri letti e riletti vicino ad alcuni mai aperti. Torri in equilibrio precario di cianfrusaglie accumulate negli anni. Si era fermata a contare i giorni, dentro sapeva di essere sempre uguale. Si sarebbe preservata diciottenne a vita.

Suo nonno aveva un anno meno di lei quando si nascose sui monti. Non è mai stato un partigiano. Non è mai indossato la camicia nera. Per questo si era nascosto. Sembrava più grande della sua età e poteva essere arruolato. Scelse di non immischiarsi mai nella politica e aveva trasmesso alla nipote tutto il suo idealismo sopito. Andalusia avrebbe voluto conservare quel libretto dalle pagine volanti che ogni giorno suo nono sistemava metodicamente.

I piedi erano due. È questo il futuro che hanno creato.

 Il futuro ce lo siamo creati noi. Pensi che potremmo eliminarlo…

Cosa?

Questo futuro.

No.

Il passato non deve essere dimenticato e quel che è stato servirà da monito per il futuro. Quello che è creato da tempo. Ed in una notte cambierà il mondo. Le montagne torneranno in fondo al mare e le pianure aspireranno al cielo. Andalusia poggiò le mani sul pavimento. Con la testa a contatto con le ginocchia, percepiva il mondo diversamente. Da un’altra prospettiva, con il sangue che ristagnava nel cervello poté abituarsi alla fine.

Il dittatore silenzioso scese dal suo trono di televisori e si trovò di fronte al gigante, che reggeva il cielo. Atlante lo guardava dall’alto. L’omino lo guardava dal basso, con un grande sorriso fece cenno al cavaliere bigio di avvicinarsi. Questo, sul suo destriero fatto di pezze, arrivò in prossimità del dittatore. Un solo sguardo e l’armatura a cavallo partì in carica verso il gigante. Nell’errare il mantello viola danzava col vento.

Cosa vedi nello specchio?

Il cavaliere si è fermato.

Atlante lo ha fatto salire su una mano.

Il cielo si abbassò prima di ritornare nella sua posizione. Il cavaliere scambiò uno sguardo con il gigante, prese la spada e picchettò il cielo.

E poi?

Lo specchio si sta rompendo.

Una lunga ferita si aprì nel cielo. Il gigante scambiò uno sguardo con il cavaliere, tolse la mano che reggeva il cielo crepato.

E poi?

Lo specchio si è rotto.

Frammenti smaltati d’azzurro caddero a terra. Il piccolo dittatore affogò nella sfera celeste, sotto un nuovo cielo di un nero infinito.

E poi?

Andalusia guardò il sangue sulle mani. Ora i frammenti di specchio a terra stavano riflettendo mille Andalusia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cos’è? Non lo so… Pazzia!avevo bisogno di scrivere…e l’ho fatto.

Grazie per l’ascolto.

Saluti

nous

 

 

   
 
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