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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    29/01/2010    2 recensioni
"Il silenzio di una fredda mattina di Dicembre venne improvvisamente spezzato da alte grida guerriere, che riecheggiarono a lungo sotto i rami scheletrici degli alberi, privi del loro manto smeraldino. Urla belluine, degne dei grandi guerrieri dell’antichità e del mito, Ettore, Achille, Ulisse, si diffusero a macchia d’olio nel bosco al limitare della Terra Santa di Athena. Aiolos, Saint di Sagitter, fermò il suo passo, tenendo al massimo l’orecchio, stupito e preoccupato. Cosa stava accadendo?" Regalo di compleanno per Aiolos e Seiya, due tra i personaggi più belli di tutto Saint Seiya [NO YAOI] In un giorno d'inverno, il Sagittario si imbatte in una discussione tra due amici nel bosco...
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leo Aiolia, Pegasus Seiya, Sagittarius Aiolos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Siamo Fratelli'
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ONCE UPON A DECEMBER

Il silenzio di una fredda mattina di Dicembre venne improvvisamente spezzato da alte grida guerriere, che riecheggiarono a lungo sotto i rami scheletrici degli alberi, privi del loro manto smeraldino.

Urla belluine, degne dei grandi guerrieri dell’antichità e del mito, Ettore, Achille, Ulisse, si  diffusero a macchia d’olio nel bosco al limitare della Terra Santa di Athena.

Aiolos, Saint di Sagitter, fermò il suo passo, tenendo al massimo l’orecchio, stupito e preoccupato.

Cosa stava accadendo?

Il giovane uomo dai morbidi riccioli bronzini si guardò attorno con circospezione, poi prese a camminare verso est, verso la parte più interna e nascosta del bosco, interrompendo sul più bello la passeggiata che si era concesso dopo una notte particolarmente agitata e tormentata da incubi; due Cosmi possenti e caldi si ersero in tutto il loro splendore, avvolgendo in un delicato abbraccio tutta la foresta addormentata per l’inverno ormai avanzato.

Due Cosmi familiari e incredibilmente affini tra loro, malgrado diversi.

Il greco aveva già istintivamente capito di chi si trattasse.

A passo di corsa, raggiunse una piccola radura nascosta nel profondo della macchia alberata, il terreno era cosparso di buche e alcuni alberi avevano perduto i rami inferiori, gettati miseramente a terra; al centro della piccola pianura disastrata, stavano due ragazzi.

Il divario di età era, all’apparenza di una decina d’anni, eppure, nei loro movimenti, si notava una grazia e una gentilezza uguale, negli sguardi che s’incrociavano si notava un affetto reciproco senza pari.

Quello più giovane era seduto a terra, ansante, numerosi graffi superficiali solcavano la pelle abbronzata e liscia e anche se la veste da allenamento era stracciata e sporca in più punti, segno di un combattimento impegnativo, il suo viso era disteso e sorridente; con un gesto rapido, si asciugò un rivoletto di sangue che scendeva dal labbro spaccato: “Ci hai messo tutto te stesso in questo combattimento, sei stato bravo, Aiolia!” esclamò con allegria nella voce, “Non ti sei risparmiato, ne sono felice!” aggiunse, cercando di mettersi in piedi.

L’altro lo guardò con tenerezza palpabile, dopodiché lo prese da sotto le ascelle e lo mise in piedi con estrema facilità: “Nemmeno tu ti sei risparmiato, Seiya. Forza, vieni, andiamo a riposarci un po’.” sorrise il maggiore, sorreggendolo sino a che non giunsero sotto un imponente albero al limitare della radura, una sacca da viaggio era abbandonata tra le nodose radici; con attenzione, il ragazzo più giovane venne fatto sedere con la schiena poggiata contro la corteccia ruvida dell’imponente pianta.

Aiolos scivolò silenziosamente presso alcuni cespugli che si trovavano proprio accanto ai due amici, si accovacciò senza farsi notare, non voleva interrompere le chiacchiere dei due, ed era anche curioso.

Cosa mai poteva averli spinti sin laggiù?

Il Leone Dorato prese una vecchia borraccia dall’interno del fagottino e la passò al suo giovane amico: “Tieni, prima tu!” disse, mettendogliela tra le mani; dopo una lunga e rinfrancante sorsata, Seiya gliela ripassò, lasciandosi poi andare contro il robusto fusto, “senti che bel silenzio…” sussurrò quasi con riverenza, stiracchiandosi come un gattino, “Adoro questo posto,” disse improvvisamente Aiolia, “Ci venivo spesso, qualche tempo fa, quando avevo bisogno di riflettere e stare da solo..” mormorò, incupendosi, “Quando credevo che tutto mi stesse crollando addosso... Era l’unico posto del Santuario dove non mi sentissi osservato e giudicato, controllato a vista come una belva pericolosa.”

Le parole tristi del greco, appena sussurrate a fior di labbra, giunsero come una folata di vento gelido sino al fratello rannicchiato tra il soffice fogliame.

Una mano gentile si poggiò sulla spalla, un sorriso solare illuminò il viso del Pegaso e quel piccolo angolo di foresta, l’aria sembrò scaldarsi un poco: “Alt, ricordi cosa avevamo deciso? Per oggi, niente pensieri tristi! Mi hai detto di tenere fuori tutti i brutti ricordi, e così devi fare anche te!” ridacchiò, non lasciando però la presa sulla spalla dell’amico.

Il bruno lo fissò per qualche minuto, un’espressione come d’ammirazione si andò a dipingere sul suo viso abbronzato: “Sei davvero un tipo particolare, Seiya!” esclamò con una risata, “ti conosco da molto tempo, eppure non ti ho mai visto perdere l’ottimismo e la gioia di vivere!” concluse, scompigliandogli giocosamente i capelli, “nemmeno nei momenti più bui.”.

Il piccolo giapponese annuì: “è più facile affrontare tutto col sorriso sulle labbra e l’animo sereno!” replicò, “E poi, come si può essere tristi quando si sa di avere dei compagni su cui contare? Quando hai dei fratelli che ti stanno accanto, più appiccicosi di una cozza allo scoglio?” ridacchiò, “Ti giuro, per poter venire sin qui ho dovuto chiedere a Milo di coprirmi, da quando siamo ritornati indietro mi sorvegliano a vista!” arricciando imbronciato il labbro inferiore, era così tenero e bambino in quel momento.

I grandi occhi color del mare di Aiolos s’illuminarono, diventarono un poco lucidi per la commozione, era così bello e speciale quel momento tra quei due ragazzi che amava profondamente, quei due fanciulli, uno a lui legato dal sangue e l’altro dalla medesima missione e dal medesimo dovere, ma quasi un fratello al pari del maggiore.

Le voci concitate e piene di allegria dei due compagni riportarono il nobile Sagittario a prestare attenzione ai loro discorsi: “Sono preoccupati per te, non dovresti prendere sotto gamba quella ferita, abbiamo seriamente temuto per te.” disse con una punta di serietà, “Ma sono ancora qui! E oggi ho festeggiato il mio compleanno! Quindi credo che si possa ritenere un capitolo chiuso.” replicò con una linguaccia.

Per qualche istante, tra i due cadde un riflessivo silenzio, rotto di quando in quando dal lontano lamento di qualche uccello infreddolito dal vento d’inverno.

“Sai cosa pensavo?” chiese improvvisamente Seiya, reclinando la testa all’indietro, gli occhi socchiusi, “non deve esserci per forza un legame di sangue per sentirsi una famiglia.” disse, lasciandosi accarezzare il viso dal vento; Aiolia alzò lo sguardo su di lui, sorpreso, “Si, credo sia giusto così… In fondo, tu e Aiolos non avete alcun legame di parentela con me, eppure ti sento come un fratello maggiore, esattamente come lo sono Ikki-niisan e Shiryu-niisan, e così anche Aiolos. Tu mi hai sempre aiutato, sin dai primi tempi di quell’assurda guerra intestina tra noi e voi, qui al Santuario; sei stato importante per me, e lo sarai sempre, proprio come se fossi uno dei miei fratelli.”.

Le parole sincere del piccolo giapponese strapparono un mezzo singhiozzo, faticosamente celato, al Sagittario.

Alzandosi lentamente, lasciò il suo rifugio, aveva sentito abbastanza.

Con autentico affetto gettò le braccia al collo del fanciullo, stringendolo forte a sé, non disse nulla, non c’era bisogno di parole; con agilità, superò l’ostacolo dettato dal folto cespuglietto e si inginocchiò accanto al ragazzino, senza mollare assolutamente la presa: “E io sono felice di ciò che hai detto, buon compleanno, Seiya di Pegasus…”.

Aiolia era commosso, una lacrimuccia solitaria scivolò piano giù dagli occhi color del mare.

Si avvicinò ai due, ancora inginocchiati, e li cinse dolcemente con le proprie braccia, poteva sentire i loro cuori battere contro il suo.

Con un lieve sussurro, poggiò la testa contro la spalla di Aiolos: “Buon compleanno a entrambi, miei fratelli.”.

   
 
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