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Autore: Laica    30/01/2010    3 recensioni
Alle volte il passato ritorna.
Lo sa bene Silvia che, dopo anni ad elaborare “la grande delusione”, si ritrova tirata in ballo in un capitolo della sua vita che riteneva oramai sepolto.
Un capitolo che, in fondo, non le dispiacerà dissotterrare.
Tra zii sceriffi, banditi esibizionisti e tribù indiane-poco-indiane la storia western che mai avreste voluto leggere è realtà. ( per vostra somma sfortuna)
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: AU, OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Un nodo le serrò la gola, impedendole di respirare

Intro: Nihil sub sole novum

-S-stai scherzando, vero?- balbettò, sull’orlo delle lacrime.

- Sai bene che non scherzerei mai su una cosa simile.- gli rispose pacata la persona dinanzi a lei, il cui viso trasmetteva tutto fuorché pacatezza.

- M-ma, ci deve esser un altro modo!- insistette chinando il capo– potremo parlare con mio zio e…-

- Ho già parlato con tuo zio. - la interruppe lui, pregandola con lo sguardo di non insistere oltre – è d’accordo con me. So che ti può sembrare ingiusto ma, credimi, è l’unica soluzione.- aggiunse, osservandola alzare il volto e fissarlo con sfida.

Negli occhi, prima colmi di lacrime, ora riusciva a leggere solo una cosa: rabbia, tanta rabbia – è l’unica soluzione per chi?- chiese in un sibilo la ragazza – Non è l’unica soluzione questa, è solo quella che fa più comodo a te!-

Lui sgranò gli occhi, confuso –Cosa? Credi veramente che io..- disse allungando una mano verso di lei, ma questa si scostò, come disgustata.

- Non mi toccare!- ringhiò, mentre le lacrime tornavano a riempirle gli occhi – Non voglio più avere niente a che fare con te, mi fai schifo!- e detto questo iniziò a correre via, mentre le urla del ragazzo continuavano a seguirla…

 

Silvia aprì gli occhi, osservando il soffitto della sua camera, e sospirò. Anche quando dormiva, quel ricordo non l’abbandonava mai.

Quanto era passato da allora? Uno? Due anni? Sinceramente non ricordava, era una di quelle cose che aveva eliminato dalla mente, nel vano tentativo di rimuovere tutta la vicenda.

Al villaggio ne parlavano ancora tutti, lo sapeva. Vedeva la gente zittirsi, quando passava per poi riprendere quando credevano di non essere più visti: era inutile tentare di dimenticare quando ogni giorno, ogni santissimo giorno della sua vita, qualcuno glielo ricordava, rovinando tutti i suoi sforzi.

Ma presto tutto sarebbe cambiato, ne era convinta, presto tutti avrebbero smesso.

Si sollevò a sedere e osservò il suo riflesso nello specchio: sotto i grandi occhi blu, la pelle candida, un tempo suo più grande vanto, aveva assunto una colorazione violacea mentre le spalle leggermente ingobbite, le davano un’aria ancora più esile di quanto fosse. L’essere quasi priva di curve era sempre stato un suo cruccio, ma da quando, un anno fa, aveva smesso di magiare regolarmente e aveva perso anche quel poco che possedeva, aveva finito anche di preoccuparsene: non aveva più qualcuno a cui voleva piacere, perché faticare?

Priva di qualsiasi interesse, osservò la porta della sua camera aprirsi e suo fratello, Sirius, entrare. Si somigliavano molto lei e suo fratello: stessi occhi blu, stessi capelli biondi, stessa pelle diafana, tuttavia dubitava che Sirius si sarebbe mai ridotto in quello stato al suo posto. Lui era troppo celebrale per deprimersi in seguito ad una delusione, tutto il contrario suo, insomma.

- Non sei ancora pronta?- chiese questo portandosi una mano a un fianco – Il signor Lensi sarà qui a momenti.-

La bionda gemette, disgustata - Digli che oggi non vado.- biascicò, poggiando la guancia sulle ginocchia e fissando un punto indefinito.

- Non intendo mentire al signor Lensi. È il tuo promesso, quindi non vedo perché tu non voglia andare con lui. Ora vestiti, se arriva, gli dirò di attenderti.- e detto ciò uscì, lasciandola sola con i suoi pensieri.

 

 

Moroha si era reso conto di aver fatto un affare, non appena era smontato dal suo cavallo. Era una cittadina tranquilla, quella in cui era incappato: nessuno aveva un viso da eroe e lo sceriffo, che sonnecchiava su una vecchia sedia a dondolo nella veranda della stazione di polizia, era il tipo più smilzo che aveva mai visto, con quei sottili capelli grigi che gli cadevano intorno al viso e un vecchio cappello logoro calato sul viso. Sarebbe riuscito ad abbatterlo senza troppi problemi, se avesse fatto storie. Sorrise, sistemandosi la bandana rossa che gli copriva metà volto e lisciando la pistola, sistemata nella sua fondina.

Sì, sarebbe stato un colpo semplice.

Senza attendere oltre, si diresse verso la banca e si mise in fila, attendendo il suo turno. Amava quelle entrate a effetto.

- Desidera?- gli chiese il banchiere, un tipo castano con una grossa cicatrice che gli squarciava il sopracciglio destro – Ritira o deposita?-

Moroha sorrise nuovamente, sfilando lentamente la pistola dal fianco – Ritirare, ovviamente!- disse, abbassando il volto per nascondere un sorriso.

Lo risollevò nuovamente, ritrovandosi faccia a faccia con una pistola. Il banchiere, infatti, gli stava puntando l’arma contro, sul viso un’espressione canzonatoria.

- N-non è come pensa.- balbettò Moroha spaventato – Posso spiegare.-

- Ma certo!- rispose il banchiere caricando la rivoltella – Ma non qui. Ora poggia lentamente l’arma a terra e alza le mani, le tre frecce sono curiose di sapere la sua versione.-

 

{Angolo dell’autrice}

E dopo matematica venne estetica. Aaah, che goduria gli esami!

Ma non temete miei cari, ancora uno e sarò tutta per voi, miei amati tre lettori. ( eh si, con il tempo andiamo diminuendo. Molti, poverini, o sono in pensione o sono morti aspettandomi)

Bado alle ciance, due parole su questa fiction: si, è una fan fiction nuova in teoria, ma nella pratica è stata scritta sei mesi fa e mai pubblicata per motivi che neanche io so spiegarmi. So che dovrei pensare a finire le altre fic che, degne del miglior “spirit cavallo selvaggio” sono sfuggite dalle mie briglie, ma al fine di evitare che vi troviate di fronte ad una fic sul medioevo dove i protagonisti viaggiano in motorino sto cercando di riordinare le idee. E poi a Rawhide ( che è un tipo di cuoio) ci sono affezionata, inoltre è ambienta nel west ( eh si, oramai le provo tutte), mica pizza e fichi!

Va beh, vi lascio.

Spero che la intro vi abbia incuriosito e se non è stato così…beh, ricordate che fra qualche anno i vostri sederi saranno nelle mie mani *risata satanica * ( no, non faccio il medico, faccio poltrone XD)

Baci,

Laica.

 

   
 
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