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Autore: Ucchan    11/07/2005    18 recensioni
Un sogno fatto su Kurt Donald Cobain diviene FanFiction.
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessine dell'autrice: Ieri notte ho sognato Kurt...e stamattina mi sono rivista tutti i video che ho riguardanti lui ed i Nirvana in generale, e ne è uscita fuori la roba qui di sotto. Febbricitante (evviva la febbre d'estate..! -_-) e un po' assonnata (causa febbre non dormo benissimo, la notte), vi ho avvertito...non so quanto il tutto abbia un senso...anzi, vi dico subito che non ce l'ha quasi per nulla, anche perchè i miei sogni sono sempre totalmente folli. u_u' Enjoy!


-I Don't Have A Gun-



«Frances, hai visto tua madre?» Un sussulto. Una stanza dalle pareti bianche. Mi volto, tu, che mi scambi per tua figlia.

Non è reale.

«Courtney? Non so dove sia.» Mi tremano le gambe, mi trema la voce. Sono agitata. E io non mi agito mai. Io che davanti alle ragazzine che si agitano e piangono davanti ai cantanti, non riesco a non ridere e a provare compassione. Eppure, vorrei tanto piangere.

«Deve allacciarti le scarpe...dove cazzo si è cacciata?» Ti guardi intorno...anche se non dici nulla di sensato, non m'importa. Anche se non è reale, non m'importa.

La stanza bianca svanisce. Uno studio di registrazione.

«Courtney, porca puttana, dove cazzo sei?» La cerchi, sposti strumenti musicali, sedie, mobili. Ma non può essere in questa stanza, non lo vedi? E' così piccola... Ma non oso dir niente; mi basta guardarti, solo guardarti. Anche se non sei reale.

«Frances, vuoi che sia io ad allacciarti le scarpe?» La collera svanisce all'improvviso, mi sorridi. Sorrido di rimando. L'agitazione è svanita, sono a mio agio.

Ti avvicini.

" Perchè mi avrà scambiato per sua figlia? " mi chiedo. " Forse perchè abbiamo lo stesso nome. " Lì per lì, mi sembra una validissima motivazione.

Ti fermi, mi guardi fisso. Quasi corrucciato. Incarognito.

«Ma no, cazzo, cazzo di buddha, non posso..!» Porti le mani ai capelli, e attacchi a cantare. La riconosco, questa canzone. E' la mia preferita.

«I'm so happy, 'cause today I've found my friends...They're in my head... [1]» Seguo le parole, senza aprir bocca...le seguo nella testa; cantare con te? Non oserei mai.

«...Sunday morning, is every day for all I care...and I'm not scared. I'm so lonely, but that's ok, I shaved my head...and I'm not sad... [1]» Oh, sì che sei triste, invece. Sei tremendamente triste. L'empatia ti ha ucciso, è stata lei.

E hai lasciato la mamma e me. Sì, io sono Frances, tua figlia. E no, la mia vita non è tanto più felice senza di te, ne sono certa.

Smetti di cantare, sei assorto. Un conato di vomito, rigetti sangue.

«Cazzo, muoio, muoio cazzo!» Urli, riempi lo studio delle tue urla. Io ti fisso, impietrita. Pensieri mi frullano in testa.

" Cosa ti ha portato all'autodistruzione? " Me lo chiedo da tempo. Quella lettera che hai scritto, prima di quel bang...avrai scritto la verità?

La mamma ti ha maledetto, il giorno del tuo funerale, ti ha dato dello stronzo; penso di averlo fatto anch'io, almeno una volta. Sono tua figlia, devo aver maledetto il padre che mi ha lasciata sola.

Ma io, la vera io, la ragazza che ripone la sua più viva ammirazione in nessun altro oltre te, io non ti ho mai maledetto. Ti ho soltanto rimpianto, sempre.

Ogni qualvolta ascolti la tua voce, ti rimpiango; ogni giorno ti rimpiango.

Smetti di urlare. Mi guardi; i tuoi occhi denotano follia, per un secondo, ma tornano all'istante velati da quella quasi perenne malinconia.

Una pistola. E' una pistola quella che vedo stretta nella tua mano destra? Mi avvicino, ti afferro quella mano. Ti guardo fisso negli occhi. Hai i miei stessi occhi. Quegli occhi azzurri che mi piacciono tanto.

«Dammela, Kurt.» Dove ho trovato il coraggio di parlarti, di pronunciare il tuo nome, non lo so. Tutto non è reale...non voglio farti compiere quel gesto anche nel mio sogno, non posso.

«And I swear that, I don't have a gun...No, I don't have a gun... [2]» Oh, sì che la hai, invece, cazzo. La hai eccome, come l'avevi quel maledetto 5 Aprile del 94...quella pistola, fucile, quello che cazzo era!

Afferro la pistola per la canna, strattono; opponi resistenza, senza metterci eccessiva forza. D'altronde sono gracile, non hai bisogno d'impegnarti.

«Cazzo, muoio, muoio cazzo!» Urli di nuovo. Un urlo, un guaito. Un urlo triste.

" E io non voglio lasciarti morire, cazzo! " Ti pesto un piede, il tuo piede scalzo. Urli un fanculo, inferocito. Riesco ad avere la pistola nelle mie mani.

Un colpo, c'è un colpo solo. Mi fissi, gli occhi colmi di rabbia.

«Dammi quella pistola, Frances!» Già, io sono Frances. Quasi dimenticavo. Ho le mani sudate; sono tesa, come all'inizio. Ma è una tensione diversa.

Mi punto la pistola alla tempia. Il dito sul grilletto. Il tuo sguardo che da truce si fa spaventato, terrorizzato. Deglutisci.

" Ecco la mia piccola rivincita, papà. " Già, io non sono io, io sono Frances. Mi hai abbandonata, ti sembra giusto? A me non lo sembra affatto. No, e ora proverai quello che ho provato io. Quello che devo aver provato io. L'abbandono di una persona importante, più che importante.

«Per favore, continua ad andare avanti, Kurt...per mamma, per te...per la tua vita che sarà tanto più felice senza di me.» Trema. E con lui trema anche la mia mano destra.

«E ricorda...è meglio bruciare subito che spegnersi lentamente.» Bang. Un attimo prima di sentire il proiettile penetrarmi la tempia, lo vedo. Gli occhi sgranati, trasudanti disperazione.

La piccola Frances è soddisfatta, e allo stesso tempo si vergogna di sè stessa.


Fine.



Note:

[1] Dalla canzone "Lithium" dei Nirvana.
[2] Dalla canzone "Come as you are" dei Nirvana.


P.s. Naturalmente il sogno non era così ricco di particolari, si è svolto tutto piuttosto velocemente, era confuso. L'ho un po' arricchito, penso sia chiaro. ^_^


"...Malgrado i tentativi di dipingerlo in modo diverso, Kurt Cobain non era la reincarnazione o la manifestazione del nuovo idolo della sua generazione. Era semplicemente Kurt Cobain, un elemento singolare e paradossale di una generazione piena di individui singolari e paradossali come lui. Era un uomo estremamente fragile che possedeva però un urlo così penetrante da esplodere nel silenzio delle radio di fronte al rock dell' epoca di Nevermind. Era un appassionato genuino della musica, che aveva restituito ai suoi idoli quanto essi avevano dato a lui. A volte era dolce, altre passivamente antisociale e preferiva ritirarsi in se stesso piuttosto che sputare in faccia a coloro che voleva evitare. Era figlio di un divorzio, marito e padre. Era tossicodipendente. Era un appassionato difensore dei diritti delle donne e degli omosessuali. E ormai, è un altro numero nelle statistiche del tasso nazionale dei suicidi, raddoppiato negli ultimi dieci anni. Kurt Cobain è morto a ventisette anni. Lascia una moglie che lo amava, una figlia che non lo conoscerà mai e milioni di sconosciuti le cui vite sono state certamente arricchite dalla sua presenza."

  
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