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Autore: Akarai92    31/01/2010    16 recensioni
'Non lo voglio sapere perchè mi va di fare a botte, sai, Hummel. E’ che non mi piace vederti ridotto così’
[GLEE - Puck/Kurt] Perchè sono semplicemente amore :3
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Hey, princess!
Fandom: GLEE
Pairing: Puck/Kurt
Rating: PG-13 (soprattutto per parole pesanti)
Warning: Slash, linguaggio pesante (è Noah Puckerman, cos'altro ci aspettiamo? :D), a mia opinione scritta da schifo, menzioni di violenza.
Numero di parole: 2257
Riassunto: 'Non lo voglio sapere perchè mi va di fare a botte, sai, Hummel. E’ che non mi piace vederti ridotto così’
Disclaimer: Nessuno dei personaggi, o delle ambientazioni, mi appartiene, e scrivendo questa storia non ottengo alcun lucro. pagassero per i filmini mentali, sarei miliardaria. Tanto per dire.
Note: La mia prima storia su GLEE \O/ sto fingendo, in realtà sono nel panico E non è che mi piaccia molto, è frutto di ispirazione fulminante mentre riguardavo alcune puntate (essendo senza rete ç//ç). Kurt è l'essere più meraviglioso di questo universo e anche Puck ha bisogno di un po' d'amore, che altro serve a renderli una coppia stupenda? *-* Inoltre, il fatto che nella mia mente malata Puck chiami Kurt principessa e Kurt nemmeno ci si arrabbi più mi manda in pappa il cervello <3





Quando Puck entra nell'officina, la musica che la invade quasi gli polverizza i timpani. Lady GaGa. Il che vuol dire solo due cose: il signor Hummel è fuori e Kurt si sta occupando del garage; solo lui potrebbe sparare certa roba, e solo con suo padre fuori dai piedi.
E infatti eccolo là, piegato su un cofano con i vestiti più semplici che Puck gli abbia mai visto indossare: una maglia blu scuro – tremendamente macchiata di olio per motori – e un paio di jeans scuriti dall'uso. Deve essere concentratissimo per non accorgersi della sua presenza, e l'unico movimento che fa è quello dei fianchi, tutti intenti a seguire la musica.
Ecco, quella è una delle cose che non dovrebbe fare in presenza di Puck.
O almeno non in pubblico.
In punta di piedi gli si avvicina, aiutato dalla musica rintronante, e ad un passo da lui gli afferra leggermente i fianchi, poggiando i suoi sulla scritta 'Take Two' che gli attraversa il fondoschiena. L'ultima cosa che si aspetta è che Kurt salti come un grillo a quel contatto, dando un'enorme e sonora testata al cofano alzato.
'Ow!' esclama, portandosi una mano alla parte offesa.
'Ehi, ehi, rallenta, principessa. Tutto a posto?' Puck ridacchia, appoggiando la mano su quella del suo ragazzo – gli fa ancora una strana impressione riferirsi a Kurt Hummel con quel termine, ma si sta trasformando in una cosa piacevole –
I capelli gli si sono un po' scompigliati, e Dio solo sa quanto glielo farà pesare in seguito.
'Noah!' Kurt si volta con una piroetta – ballerino anche sceso dal palco – e ogni battuta che possa essere venuta in mente a Puck gli si strozza in gola. Un orribile livido viola si estende su tutto lo zigomo sinistro del ragazzo più basso, incrinando il faccino di porcellana per cui tanto si impegna.
'Cosa—chi--' Kurt sembra capire subito, perchè abbassa gli occhi al pavimento, e lascia che Puck sfiori delicatamente il livido, lasciandosi sfuggire soltanto una piccola smorfia di dolore.
Oh, chiunque lo abbia fatto, ha la vita decisamente corta ora.
'Chi diavolo ti ha ridotto così?' domanda, sentendo la rabbia montare dentro di lui, e le mani prudere dalla voglia di spaccare la faccia a qualsiasi stronzo avesse osato posare un dito sul suo ragazzo.
'Nessuno. Sono caduto dalle scale mentre andavo in camera'
Kurt è fin troppo veloce a svicolare dall'argomento, e addirittura si sposta da di fronte a Puck e va a prendere uno straccio per pulirsi le mani dal grasso. Come se potesse bersela, una balla del genere.
'Kurt' Il ragazzo prima sospira, poi si volta verso di lui, con uno sguardo da cerbiatto impaurito che non fa altro che buttare benzina sulla sua rabbia. Dio, se avrebbe rotto le ossa a qualcuno. 'Che cosa ti è successo? E niente stronzate!' aggiunge prima che l'altro apra bocca.
Kurt esita per una frazione di secondo, poi sembra riprendersi e sorride, quel suo sorriso sfacciato con cui percorre i corridoi della scuola 'Te l'ho detto. Sono stato un cretino in effetti, stavo ballando. Sai, quella canzone che ci ha dato il signor Shue? Stavo provando--'
Nel mezzo del monologo che lo ha praticamente convinto che sì, possibile che quello stupido sia effettivamente caduto dalle scale mentre tentava un passo alla Beyoncè, Puck si avvicina in una falcata e gli allaccia le braccia all'altezza della vita. Solo per allontanarsi bruscamente quando lo sente interrompersi per emettere un sibilo di dolore.
Il cd finisce e il lettore si spegne, lasciando l'officina nel silenzio. Kurt lo sta fissando con aria di colpa, e prima che possa fermarlo Puck gli sta sollevando la maglia in malo modo. Non arriva molto in alto per notare un altro paio di lividi gemelli del primo macchiare la pelle candida di Kurt, proprio poco sopra la vita dei jeans.
'Ora, mi dici chi diavolo ti ha toccato, così posso andare a spaccargli il muso.' Non è una domanda la sua, deve sapere chi lo ha picchiato. Per ridargliene il triplo.
Il ragazzo non gli risponde, si morde il labbro e guarda dall'altra parte, ma non risponde. Ha le lacrime agli occhi, e quella vista a Puck non piace nemmeno un po'.
Con un sospiro che somiglia più ad un ringhio, prende la prima sedia che trova a portata di mano e ci si siede pesantemente sopra, poi prende Kurt per i fianchi – facendo attenzione a non fargli male – e se lo fa cadere in braccio, tenendolo stretto perchè non scappi.
'Non puoi andartene finchè non mi avrai detto che diavolo ti è capitato e chi è stato. E sappi che sono bravo a stare seduto, posso anche resistere fino a stanotte' Kurt si lascia scappare una risatina a quelle parole, e si rilassa leggermente contro il suo petto, ma ancora si rifiuta di guardarlo negli occhi.
A ciò Puck rimedia prendendolo per il mento e voltandolo verso di lui; dopo un momento, porta via con il pollice una lacrima, che stava facendosi strada sulla guancia sana di Kurt.
'Non lo voglio sapere perchè mi va di fare a botte, sai, Hummel. E’ che non mi piace vederti ridotto così’
E quelle sei parole – che sono la cosa più vicina ad una dichiarazione d'amore che si possa tirare fuori da Noah Puckerman – sembrano vincere le resistenze di Kurt, che in un lampo butta le braccia attorno al collo di Puck e affonda il viso nel suo collo, senza piangere ma con respiri rotti e veloci, come si stesse trattenendo con tutte le sue forze.
'Ieri non sei venuto a scuola'
'Sì, mi era arrivata la voce..' Puck riceve come risposta una botta sulla testa, ma sentire il sorriso dell'altro nella spalla la vale.
'Quando sono uscito dallo spogliatoio, mi sono trovato davanti tre ragazzi della squadra di hockey. Non mi hanno detto niente. Hanno solo-- insomma, hai visto.'
Puck resta un secondo in silenzio, senza dire niente, poi sposta Kurt dalla sua spalla e fa per alzarsi. 'Chiama la chiesa, digli che hanno un funerale da preparare'
'No, Puck, calmati! Lo sapevo che non dovevo dirtelo, non fare niente di stupido!' Non lo ferma fisicamente, ma bastano le mani sottili di Kurt sul viso per far sì che Noah non si alzi e resti a fissarlo, aspettando con le sopracciglia aggrottate quasi fino a formare un'unica linea. 'Se li picchi, non risolvi un accidente. Potresti anche rimetterci. Oltretutto-' aggiunge passandogli una mano in mezzo al mohawk, abbozzando un sorriso. '-potrebbero rovinarti questa bella testa con qualche pugno, e a me piace così com'è, grazie'
'Perchè sto ancora a darti retta, principessa?' Sospira Puck, prima di spingere Kurt verso di lui per un bacio, facendo incontrare le loro labbra prepotentemente, come al suo solito. Kurt sospira contento sulla sua bocca, soddisfatto di averlo convinto, mentre lui fa scorrere la mano sotto la maglia sporca di grasso, sfiorando con le dita i lividi.
Pian piano, Puck si sposta dalle labbra di Kurt, e lascia piccoli baci leggeri sulla sua guancia arrossata, sul livido violaceo, fino ad arrivare al collo, dove lascia un morso – che provoca uno squittio a metà tra l'indignato e il compiaciuto che, deve ammettere, lo eccita spaventosamente – tanto per ricordargli che sì, lo avrà convinto, ma lui resta sempre in comando.
Con espressione offesa, Kurt reclama di nuovo la sua bocca per un altro bacio, cosa a cui Puck non può fare altro che abbandonarsi.
Un sonoro colpo di tosse li fa sobbalzare di scatto, ed entrambi si voltano per vedere il padre di Kurt sulla porta dell'officina, con lo sguardo vagamente imbarazzato. Ghignando, si separano, e Kurt scende dalle sue gambe, permettendogli di alzarsi.
'Salve, signor Hummel'
'Noah. Come va?' gli chiede l'uomo, togliendosi il berretto e poggiandolo sul tavolo da lavoro.
'Bene. Ero passato per fare un saluto a Kurt'
Burt Hummel solleva le sopracciglia, e Puck giurerebbe di aver visto un brillio malizioso in quegli occhi chiari.
'Sì, avevo notato' Nel suo angolo, Kurt arrossisce fino alla punta dei capelli, mentre lui semplicemente ridacchia. 'Ehi, già che sei qui, vuoi fermarti a cena? Io ho una partita, quindi non starei molto tra i piedi..' E lascia la frase in sospeso con non-chalance, mentre accende di nuovo lo stereo, stavolta scegliendo qualcosa di suo – Knocking on Heaven's Door, e Puck solleva un sopracciglio in direzione di Kurt, come a dirgli che quella è la vera musica –
'Certo. Grazie, signor Hummel'

L'ultimo pugno fa schioccare sonoramente il naso che lo riceve, facendo cadere a terra il proprietario, un tipo con la divisa da hockey e la faccia da toro. Puck apre e chiude la mano, flettendo le dita per fargli tornare sensibilità. Altri due tipi sono già al tappeto, uno con il naso sanguinante e un altro visibilmente svenuto.
Alla fine, chi sono i ragazzi che hanno picchiato Kurt lo ha scoperto – nella squadra di football non li supportano certo come coppia, ma piuttosto che subire l'ira di Noah Puckerman sono disposti a dare qualche soffiata – e non è servito molto per beccarli da soli nello spogliatoio.
Tutto quello che ha sofferto è un labbro spaccato, e alla fine poteva andare peggio. Tre contro uno, e quelli di hockey sono enormi.
Con il fiatone, Puck si avvicina all'ultimo che ha colpito, afferrandolo per la divisa e avvicinandolo fino ad arrivare così vicino da dover quasi incrociare gli occhi per guardarlo fisso.
'Dillo anche ai tuoi amichetti, quando si riprendono: toccate di nuovo Kurt Hummel, passategli accanto nel corridoio, respirate una sola parola contro di lui, e giuro che userò le vostre mazze per esplorarvi lo stomaco. Chiaro?'
Non lascia al tipo il tempo di rispondere, ma lo sbatte a terra di nuovo e se ne va, rifilando un calcio alla porta lungo la strada.


Il giorno dopo, quando Kurt entra nella sala prove, la trova vuota, senza nessuno ad eccezione di Puck, che siede su uno dei gradini con la sua chitarra, a provare quella che sembra Sweet Caroline.
'Ehi' lo saluta, poggiandogli la borsa accanto.
'Ehilà, principessa' Puck distoglie subito l'attenzione dalle corde, e lo attira a sé con un braccio, baciandolo con una strana sofficità sulle labbra.
'Cosa hai fatto al labbro?' Kurt si accorge solo in quel momento della spaccatura sul labbro del ragazzo, e lo fissa con un sopracciglio alzato. Qualcosa nella testa di Puck gli suggerisce che ha già capito cosa è successo, e che glielo chiede solo per avere un motivo esplicito per arrabbiarsi con lui.
'Oh, sai, le solite cose all'allenamento. Finn ci è andato giù troppo pesante, tutto qua'
Non suona assolutamente come una balla, Noah, assolutamente.
'Sei un pessimo bugiardo'
Kurt lo mormora poco prima di sedersi accanto a lui e posargli il mento sulla spalla.
Quegli enormi occhi blu sono così vicini da fargli quasi mancare il fiato. Ancora riesce a fargli quest'effetto. 'Deduco che alla fine tu li abbia picchiati, quei ragazzi'
'Vuoi una conferma verbale?'
Kurt non risponde, ma nei suoi occhi c'è scritto con un'enorme cartello al neon che sì, vuole sentirselo dire chiaro e tondo, e non si accontenterà di stupidaggini.
'Sì. Sì, li ho picchiati a sangue, e sinceramente penso sia stata una delle cose migliori che ho fatto nella vita, perché nessuno, nessuno ti deve fare del male, e preferisco farmi ammazzare da tutta la squadra di hockey che stare a guardare mentre ti buttano nella spazzatura o, cazzo, ti aspettano per picchiarti. Il prossimo che vuole mettere le mani addosso al mio ragazzo deve passare sul mio cadavere'
E con quello chiude il discorso, pensando di aver anche detto troppo, e incrocia le braccia sulla chitarra, aspettando un paio di secondi prima di guardare di nuovo verso Kurt.
Che apparentemente si è trasformato in un pomodoro mentre era distratto.
Invece di arrabbiarsi, tentare di picchiarlo o andarsene dalla stanza, Kurt è completamente arrossito, e lo fissa ad occhi sgranati senza proferire parola. Forse ha detto un po' troppo.
Eppure, prima che Puck possa dire o fare qualsiasi altra cosa, Kurt sembra risvegliarsi e, ancora bruciando dall'imbarazzo, gli si getta addosso – Puck fa appena in tempo a spostare la chitarra per evitare che la butti a terra – e lo bacia con un vigore che non gli hai mai visto sfoggiare, con le braccia allacciate attorno al suo collo e le guance arrossate.
'Vuol dire che riceverò questo trattamento ogni volta che picchio qualcuno per te?' sogghigna Puck nel momento in cui si dividono, e le sue labbra si muovono direttamente su quelle di Kurt.
'Sappi che non sono arrabbiato solo perchè è la cosa più bella che qualcuno ha fatto per me in tutta la mia vita' E mentre lo dice, Kurt abbassa gli occhi e fissa una cucitura sui pantaloni di Noah, mentre il rossore sembra addirittura aumentare – se mai fosse possibile -
'Inoltre, il labbro spaccato ti da un'aria da duro che ti dona in qualche modo' finisce con un sorriso e un'occhiata da sotto le ciglia, accarezzandogli con il pollice il labbro inferiore.
'Cosa vuoi dire, Hummel, che di solito non sembro un uomo duro ed incredibilmente bello?' Kurt alza soltanto un sopracciglio, scatenando un verso scioccato da parte di Puck, che per vendetta comincia ad assaltarlo a forza di solletico – soffre così tanto il solletico, Kurt, da sfiorare il ridicolo -
Tra nemmeno cinque minuti arriveranno sicuramente gli altri ragazzi del Glee con il loro coro di 'Prendetevi una stanza!' e 'Aw, ma che carini!' - e quelle di solito sono Mercedes e Rachel – ma per adesso Puck e Kurt si possono godere un momento per loro.
  
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